Non mi aspettavo un film degno di nota, ma il risultato è inferiore anche alle più pessimistiche aspettative.
Il concetto sul quale il film si basa (o almeno avrebbe dovuto basarsi) è l'eccessiva dipendenza dal web che affligge tutte le popolazioni, dalla superpotenza al Paese sperduto del terzo mondo; è un problema molto serio: basta vedere sia l'assoluta dipendenza delle nuove generazioni (i cosiddetti nativi digitali) dai social, sia la necessità (talvolta addirittura obbligo) di usare le tecnologie informatiche per svolgere tante operazioni, dall'ascolto di musica alla presentazione di documenti alle pubbliche amministrazioni; senza contare quello che potrà succedere in futuro (la vedo molto brutta) con il diffondersi sempre più prepotentemente dell'intelligenza artificiale.
Ma questo è un argomento che va affrontato in tutt'altro modo, con film seri che spieghino la situazione e lascino un insegnamento su come affrontare una realtà quotidiana che, se abusata, può essere molto, molto dannosa, non con un film demenziale come questo che spazia solo tra il comico ed il trash.
Ho provato a vederlo, ma non ce l'ho fatta ad arrivare alla fine: è troppo ridicolo e paradossale; il top della buffonaggine è arrivato nella scena in cui il cosiddetto "calabrese", andatosi a schiantare con la sua auto imbottita di esplosivo e chiaramente saltata in aria, con tanto di incendio e spaventosa fumata nera, ne esce mezzo bruciato, ma vivo... ma andiamo! Non si sarebbero dovuti ritrovare neppure i resti carbonizzati, in quanto disintegrati dall'esplosione.
Questo mi è bastato e abbondantemente avanzato per capire la natura demenziale di questa produzione; putroppo (mi dispiace avere questo antipatriottismo) il cinema italiano, questo genere di film, come del resto i telefilm polizeschi, NON LI SA FARE! Perde nettamente il confronto, non solo con gli americani, ma anche con le case di produzione di altri Paesi europei. I polizeschi con risvolti humour lasciamoli fare agli inglesi: loro almeno (vedi Miss Marple e simili) hanno dimostrato di saperli fare molto meglio.
E' molto meglio che i produttori italiani restino nel settore della commedia e del politicamente impegnato: lì ci sono attori e registi che ci sanno fare. Del resto non si può pretendere che Andrea Bocelli canti "smoke in the water" o che Bruce Springsteen canti "con te partirò"; ognuno deve cimentarsi nel settore che gli è più congeniale, e questo vale anche per il cinema.
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