«Il Male non muore, si trasforma» ci dice ''Halloween Ends'', e, dopo aver visto quest''ultimo capitolo della serie, vien da aggiungere che il Male si e soprattutto ci trasforma. Il regista realizza uno slasher violento, dai ritmi dilatati e attento alla dimensione psicologica della provincia americana che però non riesce a liberarsi dei molti difetti degli episodi precedenti, primo tra tutti di un didascalismo che rende evidenti tutti i moti interiori dei personaggi. Ciò nonostante la storyline è funzionale al discorso che David Gordon Green ha cercato di portare avanti e incentrata soprattutto sul tema-chiave del ''trauma'' psicologico. «Questa pellicola, malgrado i suoi tanti difetti e limiti, spiazza però nel mostrare insolitamente un Myers ridotto per la maggior durata dell''opera a risorsa passiva sfruttata dal nuovo assassino, e un epilogo forse solo apparentemente consolante, che in tralice racconta piuttosto la spettacolare quanto inevitabile fine di un immaginario e del suo spettatore.
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«Il Male non muore, si trasforma» ci dice ''Halloween Ends'', e, dopo aver visto quest''ultimo capitolo della serie, vien da aggiungere che il Male si e soprattutto ci trasforma. Il regista realizza uno slasher violento, dai ritmi dilatati e attento alla dimensione psicologica della provincia americana che però non riesce a liberarsi dei molti difetti degli episodi precedenti, primo tra tutti di un didascalismo che rende evidenti tutti i moti interiori dei personaggi. Ciò nonostante la storyline è funzionale al discorso che David Gordon Green ha cercato di portare avanti e incentrata soprattutto sul tema-chiave del ''trauma'' psicologico. «Questa pellicola, malgrado i suoi tanti difetti e limiti, spiazza però nel mostrare insolitamente un Myers ridotto per la maggior durata dell''opera a risorsa passiva sfruttata dal nuovo assassino, e un epilogo forse solo apparentemente consolante, che in tralice racconta piuttosto la spettacolare quanto inevitabile fine di un immaginario e del suo spettatore. Una deviazione questa coraggiosa, lodevole nelle intenzioni, ma meno nella riuscita: sarebbe stato forse necessario avviare questo discorso sul Male, sul nascere o diventare malvagi, sulla risposta della comunità ai traumi che subisce già da prima di quest''ultimo capitolo, per poter sviluppare in modo più organico e sviluppato l''argomento e non sacrificarlo verso la metà della pellicola conclusiva della trilogia». Pur mantenendo delle riserve per alcune scelte narrative che hanno caratterizzato questo ultimo capitolo; la storyline che riguarda Corey è sembrata comunque godibile e interessante per i temi che l''hanno corredata, ma non del tutto riuscita per il mancato e appropriato approfondimento. L''atteso confronto tra Michael Myers e Laurie, comunque, è coinvolgente e conferma la forza di questi personaggi e della saga originaria cha ha fatto epoca.
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