muttley72
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giovedì 24 marzo 2016
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un classico, drammatico e non per animalisti
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Il film l'ho visto più di una volta, ma è da moltissimo che non lo rivedo. E' quel genere di film che definirei "un classico" .....e che sia un film "di una volta".... lo si capisce anche solo ascoltando (ad occhi chiusi) i doppiatori italiani (...con la voce e la dizione impostata, tipica di quel periodo). E' un film molto drammatico, un atto di amore per la natura ma non nel senso "bambinesco". Una povera famiglia (...umile, ma onesta) di agricoltori sopravvive contro le insidie della natura, lottando per coltivare e mantenersi a stento. La vita non certo allegra della famiglia e del bambino è rallegrata da ritrovamento (mi pare mentre esso sta cacciando insieme al padre) di un cucciolo di cervo (cerbiatto) rimasto senza madre.
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Il film l'ho visto più di una volta, ma è da moltissimo che non lo rivedo. E' quel genere di film che definirei "un classico" .....e che sia un film "di una volta".... lo si capisce anche solo ascoltando (ad occhi chiusi) i doppiatori italiani (...con la voce e la dizione impostata, tipica di quel periodo). E' un film molto drammatico, un atto di amore per la natura ma non nel senso "bambinesco". Una povera famiglia (...umile, ma onesta) di agricoltori sopravvive contro le insidie della natura, lottando per coltivare e mantenersi a stento. La vita non certo allegra della famiglia e del bambino è rallegrata da ritrovamento (mi pare mentre esso sta cacciando insieme al padre) di un cucciolo di cervo (cerbiatto) rimasto senza madre. Il padre permette al bambino di portare l'animale nella fattoria a patto che sia lui a occuparsene, cosa che gli costerà fatica aggiuntiva.
Il film credo "suoni" come una metafora della vita (del bambino che matura e diventa uomo) e anche della natura e delle sue "leggi", poiché il cerbiatto (tanto tenero ed in fondo affezionato anche lui alla famiglia) crescendo crea delle complicazioni durissime (es. occorrerà alzare la staccionata, cosa che costerà ore di duro lavoro aggiuntivo al bambino, perché l'animale riesce a saltarla a si mangia tutte le coltivazioni, unica risorsa della famiglia).
Malgrado ogni sforzo l'animale, divenuto un maestoso cervo, non può essere allontanato, perché ritorna sempre alla casa della famiglia, né imprigionato in un recinto (poiché salta molto in alto)...va quindi ucciso, poiché porterebbe la famiglia alla fame. Il ragazzo in lacrime (rendendosi conto della situazione) provvederà alla fucilata...Come interpretare la morale alla base del film? Non certo nella maniera "animalista" nel senso più attuale e modaiolo (tipico dei nostri giorni), perché oggi (...per carità c'è libertà di pensiero) gli animalisti "fanatici" sono contrari alla caccia (e nel film si caccia) , alla pesca, alle cavie e forse non comprenderebbero un film del genere...che in fondo è un atto di amore per la natura, ma non in modo buonista (come invece potrebbe essere esserlo nella mente di un bambino o di un fanatico animalista). Il film insegna il rispetto per la natura, per le sue risorse, delle sue regole, ma stabilisce anche delle priorità...Quattro stelle.
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eugen
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lunedì 1 gennaio 2024
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the yearling romanzo/film di formazione, ma...
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"The Yarling"(Clarnece Brown, dal libro famoso di Marjorje Kinnan Rowlings, screenplay di Paul Osborn, 10945)parla di un ragazzino, che cresce con il padre e la madre in una "farm"poverissima, a fine 1800, nella Florida, ma parte foresta. IL ragazzino, conscio dlele diffioclta'familiari(con il padre che viene mroso da un serpente e rischa la vita, altri episodi sconcetanti avveuti nello stesso periodo9vuole un cerbiatto come"Yearling"(cucciolo)da allevare e i genitori glielo concendono, se pure con molte riserve da parte materna, Ilceribatto, crescendo, cerca il nutrimento mangiando anche le poche coltivazioni di mais e tabacco della famiglia, tanto che il ragazzino, per salvare il suo "protetto", lavoro "come una bestia"per costruire una palizzata per proteggere il raccolto, Cosretto a guardare"in facccia la realta'", con la madre che ha gia'sparato al "bambi", ferendolo, deve portarlo nella foresta e"soprirmerlo per non falro soffrire", come recitavnao i dettami da caciatori d'un tempo.
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"The Yarling"(Clarnece Brown, dal libro famoso di Marjorje Kinnan Rowlings, screenplay di Paul Osborn, 10945)parla di un ragazzino, che cresce con il padre e la madre in una "farm"poverissima, a fine 1800, nella Florida, ma parte foresta. IL ragazzino, conscio dlele diffioclta'familiari(con il padre che viene mroso da un serpente e rischa la vita, altri episodi sconcetanti avveuti nello stesso periodo9vuole un cerbiatto come"Yearling"(cucciolo)da allevare e i genitori glielo concendono, se pure con molte riserve da parte materna, Ilceribatto, crescendo, cerca il nutrimento mangiando anche le poche coltivazioni di mais e tabacco della famiglia, tanto che il ragazzino, per salvare il suo "protetto", lavoro "come una bestia"per costruire una palizzata per proteggere il raccolto, Cosretto a guardare"in facccia la realta'", con la madre che ha gia'sparato al "bambi", ferendolo, deve portarlo nella foresta e"soprirmerlo per non falro soffrire", come recitavnao i dettami da caciatori d'un tempo...,. Non vuol falro e vorrebbe lasicare il cucciolo libero di"immergersi nella foresa", ma vendendolo tornare presso di se', sconfortato, lo abbatte, vagando poi per tre giorni, prima di tornare a casa. Un film"di formazione"come il libro che molti(e di noi hanno letto(almeno chi ha qualche decennio di eta', per cosi'dire...), dove naturalmente l'assunto e'molto contestabile, dove tutto si imrponta a una concezione esagerata dello"struggle fort he life"e della caccia come necessaria alla sopravvivenza e dell'educazione dura, come superamneto di se'et similia... Oggi sappiamo che le cose stanno altrimenti, che tale modello educativo e in genere sociale(ogni modello pedagogico riflette una concezione sociale, come ben noto, e'funaizonale ad essa), dunque possimao contestare libro e film, che rislagono a circa ottant'anni fa, ma rimane la bellezza delle immaginim, la capacita'intepretativa di Gregory Peck, (il padre), Jane Wyman(La madre), Claude Jamn jr(il figlio)e di altri/e intepreti, insime a una fotografia curatisisma, merito di tre fotografi, di un colore per l'epoca"nuvossimo"e di una cpacita'tecnica da apprezzare, certo tenendo conto dell'evoluzione tecnologica nel settore, che negli ultimi tempi ha conosciuto, come noto, una vera e propria"rivoluizione". Eugen
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