ashtray_bliss
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sabato 9 febbraio 2013
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intrighe e corruzione, dalla russia con amore.
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Transsiberian ha tutte le carte in regola per essere un thriller di buona fattura e che riesce a catturare l'interesse dello spettatore: in primis ci sono le location: il treno, un mezzo nostalgico e vintage che nell'immaginario del genere e' diventato sinonimo di mistero e intriga, e poi gli scenari gelidi ed innevati della Russia inesplorata. Dietro la cinepresa c'e' un regista valido che si e' saputo guadagnare la fiducia del pubblico grazie a pellicole come "The Machinist". Inoltre, Transsiberian, vanta di un cast veramente stellare, partendo dai celeberrimi Harrelson e Kinglsey per finire agli emergenti Mara e Noriega.
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Transsiberian ha tutte le carte in regola per essere un thriller di buona fattura e che riesce a catturare l'interesse dello spettatore: in primis ci sono le location: il treno, un mezzo nostalgico e vintage che nell'immaginario del genere e' diventato sinonimo di mistero e intriga, e poi gli scenari gelidi ed innevati della Russia inesplorata. Dietro la cinepresa c'e' un regista valido che si e' saputo guadagnare la fiducia del pubblico grazie a pellicole come "The Machinist". Inoltre, Transsiberian, vanta di un cast veramente stellare, partendo dai celeberrimi Harrelson e Kinglsey per finire agli emergenti Mara e Noriega.
Inoltre il film promette molto bene trattandosi di una storia basata su personaggi ambigui e dal passato oscuro, misteri che si nascondono sotto la forma di matrioske, poliziotti corrotti e dai metodi poco ortodossi e una buona dose di suspence.
La storia si concentra su una coppia di neo-sposi, Jessie e Roy, i quali dopo aver sostenuto un progetto umanitario della chiesa protestante alla quale appartengono, devono rientrare in America. Trovandosi in Cina decidono di fare un percorso in treno fino a Mosca. L'avventura in treno pero' si rivelera' essere piu' pericolosa di quanto i due potessero mai immaginarsi.
Conoscono una giovane coppia, Abby e Carlos, ma ben presto scoprono che i due non sono quello che dicono di essere e che hanno un atteggiamento sospetto. Carlos infatti traffica illegalmente delle matrioske, e quali a loro volta non sono semplici suvenir, ma nascondono al loro interno della droga. Le cose si complicano ulteriormente quando durante una sosta del treno, Roy scende e non fa tempo a risalire, costringendo cosi il resto del gruppo a scendere alla fermata successiva ed aspettarlo li' sino al giorno dopo.
Carlos trovera' cosi il modo di incastrare Jessie mettendo le matrioske nel suo bagaglio. Ma Jessie e Carlos si ritroveranno anche da soli in una localita' semi-deserta dove Carlos fara' le sue avances a Jessie, la quale dopo averlo rifiutato lo colpira' con una trave di legno. L'uomo muore ma da quel momento nulla e' come prima: Jessie ritrova Roy, ma sul treno successivo verso Mosca incontrano un detective russo, Ilia Grinko, il quale diventera' molto sospettoso nei confronti dei due : Dov'e' la coppia di Carlos e Abby con i quali viaggiavano fino a poco prima ? Chi erano veramente ? Cosa ci facevano sul treno verso Mosca ?
E dopo i tentativi falliti di Jessie di disfarsi della droga (sotto forma di matrioska) i due decidono di confessare tutto al detective. Ma l'incubo non e' ancora finito: Inseguimenti, interrogatori e torture seguono prima che il classico happy end chiuda l'avventura dei protagonisti (e il loro rientro in patria).
In definitiva "Transsiberian" e' un buon thiller old school seppur, l'occhio dello spettatore attento, cogliera' il fatto che si tratta di un film altamente stereotipato in pieno accordo con gli standard americani.
I classici stereotipi degli americani buoni versus i russi cattivi vengono replicati anche qui. Russia (o russi) equivalgono ancora una volta a corruzione, violenza, metodi brutali di interrogazione. Gli americani dall'altra parte sono buoni, generosi (vedi il fatto che la coppia sostiene un progetto umanitario) e ingenui. Sono le vittime di un paese (e popolo) corrotto e violento.
Qualcuno dira' che queste sono sottigliezze o che un film va preso per quello che e', ovvero intrattenimento, dove quasi sempre ci sono dei buoni e dei cattivi che si scontrano tra loro (specialmente se si tratta di un trhiller), ma io credo che il cinema e' un arma molto potente grazie alla quale passano determinati messaggi e giudizi che intere nazioni (e popoli) creano a scapito di altri.
E' ovvio che nel mondo occidentale (europa e usa) ci siano ancora tanti stereotipi verso la nazione e il popolo russo i quali vengono tramandati dalle varie pellicole di produzione americo-europea.
Ma tralasciando la questione socio-antropologica (che comunque non va sottovalutata quando si tratta di recensire e quindi cogliere appieno i messaggi dei film), Transsiberian resta un thriller gradevole e scorrevole. Si lascia vedere tranquillamente senza grandi aspettative in merito e senza esaltare nessuna recitazione del validissimo cast che sorregge la pellicola.
Tutti gli ingredienti basilari del genere sono seriviti : avventura, mistero, intrighe, violenze e suspence.
Ottima la fotografia e molto buona la regia.
Ciliegina sulla torta la frase di Tennessee Wiliams che viene pronunciata da Jessie : Se uccidi tutti i miei demoni anche gli angeli potrebbero morire !
Consigliato.
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kondor17
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martedì 22 aprile 2014
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thriller ferroviario
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3 stelle piene per questo adrenalinico film di Brad Anderson, che già conosciamo per l'ottimo L'uomo senza sonno. Da pechino a mosca la strada è molto lunga. 7 interminabili giorni in treno, con vari scali per cambio di rotaia, trascinati nel grande nulla dei ghiacci da vecchie locomotive a vapore, a carbone. Una coppia americana decide di fare il viaggio in treno, anziché in aereo, proprio per scrivere un'importante pagina nel diario della vita. E ci riusciranno appieno, ma non proprio nel modo sperato. I problemi iniziano conoscendo una giovane coppia di avventurieri, lui, Carlos, giramondo e faccendiere contrabbanda matrioske (belle piene, non vuote) lei, Abby, giovane disadattata scappata di casa, che gli fa da compagna e da spalla.
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3 stelle piene per questo adrenalinico film di Brad Anderson, che già conosciamo per l'ottimo L'uomo senza sonno. Da pechino a mosca la strada è molto lunga. 7 interminabili giorni in treno, con vari scali per cambio di rotaia, trascinati nel grande nulla dei ghiacci da vecchie locomotive a vapore, a carbone. Una coppia americana decide di fare il viaggio in treno, anziché in aereo, proprio per scrivere un'importante pagina nel diario della vita. E ci riusciranno appieno, ma non proprio nel modo sperato. I problemi iniziano conoscendo una giovane coppia di avventurieri, lui, Carlos, giramondo e faccendiere contrabbanda matrioske (belle piene, non vuote) lei, Abby, giovane disadattata scappata di casa, che gli fa da compagna e da spalla. Due personaggi azzeccatissimi e splendidamente interpretati. Roy e Jessie si troveranno improvvisamente e ineluttabilmente catapultati in una situazione infernale grazie ad una grave sciocchezza di lei ed alle bugie inventate per coprirla. Carlos era infatti già da tempo inseguito da loschi detective, grande Kingsley, che, prima amichevoli, ben presto si rivelano invece loro stessi corrotti ed estremamente violenti. I due, dopo una fuga funanbolica a piedi nudi, si salvano solo grazie ad uno spettacolare frontale tra.due treni, da cui escono miracolosamente illesi.
Thriller ottimamente diretto e ben interpretato, con suspance crescente dal primo all'ultimo minuto. Riconferma piena per Brad Anderson. 8 su 10
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iuriv
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venerdì 30 settembre 2016
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dentro a un treno ognuno è ciò che dice di essere.
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Transsiberian è un thriller basato sull'ambiguità dei personaggi principali e sui conseguenti colpi di scena che questa produce.
Nonostante un cast tipicamente hollywoodiano, Anderson gira il suo film con una mano molto europea. Una fotografia adatta alle gelide lande siberiane fa da mantello ad un racconto pacato, che va incontro allo spettatore piano piano, fino a coinvolgerlo con gli stravolgimenti della vicenda. Le transazioni a nero sono molto classiche e chiudono i capitoli quasi fossero quelli di un libro. I ritmi sono sempre compassati, tranne forse nel finale, dimostrando come il regista punti più al coinvolgimento emotivo che all'azione cinetica tipica del cinema di oltre oceano.
Per fare ciò si avvale di una serie di attori di prim'ordine.
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Transsiberian è un thriller basato sull'ambiguità dei personaggi principali e sui conseguenti colpi di scena che questa produce.
Nonostante un cast tipicamente hollywoodiano, Anderson gira il suo film con una mano molto europea. Una fotografia adatta alle gelide lande siberiane fa da mantello ad un racconto pacato, che va incontro allo spettatore piano piano, fino a coinvolgerlo con gli stravolgimenti della vicenda. Le transazioni a nero sono molto classiche e chiudono i capitoli quasi fossero quelli di un libro. I ritmi sono sempre compassati, tranne forse nel finale, dimostrando come il regista punti più al coinvolgimento emotivo che all'azione cinetica tipica del cinema di oltre oceano.
Per fare ciò si avvale di una serie di attori di prim'ordine. Harrelson, nonostante i lineamenti decisi del suo volto, continua a dimostrarsi artista camaleontico. Mortimer è inquietante nella sua trasformazione e riesce a restituire a pieno l'idea di una protagonista non propriamente limpida. Kingsley, beh, è Kingsley.
C'è anche Kate Mara: ora io sono perdutamente innamorato di questa ragazza. Un po' meno dell'attrice, devo essere sincero. Non che sfiguri con i suoi colleghi. Ma il suo atteggiamento da gattina bagnata passivo-aggressiva le consente ruoli poco diversi da quello della solita giovane scappata di casa. E' un limite che non si nota tanto qui, ma nel complesso della sua carriera. Kate non riesce mai a scomparire dentro il suo personaggio e ciò la fa sembrare ai miei occhi (a cuoricino, s'intende), come un enorme lampione che illumina il cartello “film”.
Al di la di tutto, Transsiberian è un lavoro che conquista piano, ma che, se si accetta qualche piccola incongruenza narrativa, può regalare un'oretta e mezza di piacevole compagnia. Non resterà impresso a lungo nelle retine di chi lo vede. Ma non ne ha comunque alcuna necessità.
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antoniopagano
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lunedì 7 maggio 2018
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demoni e angeli
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Una coppia di americani di ritorno dalla Cina (Woody Arrelson ed Emily Mortimer) preferisce il treno all’aereo: il treno è la Transiberiana, da Pechino a Mosca passando per la Mongolia, Irkutsk, Novosibirsk e Yekaterinenburg. A bordo del treno familiarizzano (… anche troppo) con un’altra coppia, uno spagnolo e un’americana (Eduardo Noriega e Kate Mara), di ritorno dal Giappone (… o almeno così dicono), e con un poliziotto russo (Ben Kingsley) a caccia di narcotrafficanti.
Sullo sfondo della Russia post-sovietica, dominata dalla criminalità organizzata e dalla disillusione (“Quando c'era il comunismo gran parte della popolazione viveva nell'ombra mentre oggi muore alla luce del sole” sentenzia sarcasticamente il poliziotto) e con la scenografia di una Siberia inevitabilmente innevata, misteriosa e cadente, sul treno si compone un thriller di buon ritmo con sviluppi inaspettati, risolto da un provvidenziale incidente ferroviario.
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Una coppia di americani di ritorno dalla Cina (Woody Arrelson ed Emily Mortimer) preferisce il treno all’aereo: il treno è la Transiberiana, da Pechino a Mosca passando per la Mongolia, Irkutsk, Novosibirsk e Yekaterinenburg. A bordo del treno familiarizzano (… anche troppo) con un’altra coppia, uno spagnolo e un’americana (Eduardo Noriega e Kate Mara), di ritorno dal Giappone (… o almeno così dicono), e con un poliziotto russo (Ben Kingsley) a caccia di narcotrafficanti.
Sullo sfondo della Russia post-sovietica, dominata dalla criminalità organizzata e dalla disillusione (“Quando c'era il comunismo gran parte della popolazione viveva nell'ombra mentre oggi muore alla luce del sole” sentenzia sarcasticamente il poliziotto) e con la scenografia di una Siberia inevitabilmente innevata, misteriosa e cadente, sul treno si compone un thriller di buon ritmo con sviluppi inaspettati, risolto da un provvidenziale incidente ferroviario.
Il tema del plot è nella citazione di Tennessee Williams: “se uccidi tutti i miei demoni anche gli angeli potrebbero morire”. Tradotto in chiaro: conservare i propri segreti consente, al bisogno, di barattarli utilmente. Sarà così che i due personaggi femminili, con percorsi imprevedibili e accidentati e finalità assolutamente diverse, arriveranno a realizzare sé stessi.
Soggetto originale, suspense sostenuta, personaggi credibili: il confezionamento non fa una piega e in questo senso il regista fa un notevole passo avanti rispetto al genere sperimentato in passato (L’uomo senza sonno). Woody Arrelson non raggiunge le sue vette (Natural born killers, True detective, Tre manifesti a Ebbing), forse perché fuori ruolo, mentre Emily Mortimer conferma di essere straordinariamente versatile e Kate Mara è brillantemente calata in un ruolo dal carattere ambiguo che non le è nuovo (American horror story, House of cards).
Infine, nelle magnetiche rughe di Ben Kingsley c’è un esercizio di fotografia cinematografica che rende merito ad uno dei più grandi attori del nostro tempo.
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