olindo
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domenica 2 settembre 2007
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bel film... comico
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C’è solo un modo per superare lo sconcerto e l’imbarazzo che ti crea la visione di questa pellicola: considerarlo un film comico. Altro che thriller psicologico o horror puro alla Hostel o Saw: qui siamo dalle parti di “Una pallottola spuntata”. Quando ne faranno la parodia nel prossimo Scary Movie -perché la faranno, statene certi- non dovranno sprecare neanche un metro di pellicola, basta riportare integralmente alcune scene dell’originale. Qualche esempio? Quando la protagonista affronta il maniaco e lo neutralizza a colpi di … Cif ammoniacal. (“Contro lo sporco più cattivo” o meglio “Contro il cattivo più sporco”). Oppure l’entrata in scena dei due poliziotti più fessi del mondo, che appena li vedi sai che sono votati a una brutta fine, ma non diresti mai a una fine ridicola, eppure è quello che gli capita.
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C’è solo un modo per superare lo sconcerto e l’imbarazzo che ti crea la visione di questa pellicola: considerarlo un film comico. Altro che thriller psicologico o horror puro alla Hostel o Saw: qui siamo dalle parti di “Una pallottola spuntata”. Quando ne faranno la parodia nel prossimo Scary Movie -perché la faranno, statene certi- non dovranno sprecare neanche un metro di pellicola, basta riportare integralmente alcune scene dell’originale. Qualche esempio? Quando la protagonista affronta il maniaco e lo neutralizza a colpi di … Cif ammoniacal. (“Contro lo sporco più cattivo” o meglio “Contro il cattivo più sporco”). Oppure l’entrata in scena dei due poliziotti più fessi del mondo, che appena li vedi sai che sono votati a una brutta fine, ma non diresti mai a una fine ridicola, eppure è quello che gli capita. O quando il cagnolino della protagonista… ma non voglio rovinarvi la sorpresa. Non mi sembra giusto che la fregatura la prenda solo io. Ad ogni modo un quesito aleggia per tutta la visione di questo film sgangherato: ma questi serial killer del terzo millennio quanto cazzo spendono in tecnologia sofisticata, telecamere, password, schede magnetiche, alambicchi, congegni a tempo, attrezzatura varia, per il semplice gusto di squartare le loro vittime (e vale anche per Disturbia)? Vuoi mettere quanto faceva più paura Norman Bates in Psyco con una parrucca e un semplice coltellaccio da cucina?
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diego
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martedì 4 settembre 2007
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tensione e banalità in un film appena sufficiente
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Il film che non presenta assolutamente nulla di nuovo (soliti psicopatici in questo caso sono due che si divertono con dei giochi brutali con le loro vittima per raggiungere i loro più deliranti obiettivi) viene comunque sorretto nella prima parte da una discreta dose di tensione e da dei momenti forti abbastanza racapriccianti ben riusciti che per gli amanti del genere diciamo che non guastano mai.
Purtroppo il film crolla drasticamente nella seconda parte dove finita ormai la tensione si trascina la banalità e pochezza della storia facendo così risultare il film molto piatto e noioso senza alcun spunto veramente interessante fallendo inesorabilmente così l'obiettivo che un film di questo genere si propone cioè quello di lasciare il mistero nel pubblico fino quasi alla conclusione (in questo la trilogia di saw insegna).
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nick castle
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lunedì 25 ottobre 2010
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penoso...
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In questo caso, è lecito dare ragione, a chi dice che, in questo film niente è da salvare. Purtroppo Roland Joffè si trova a proporre la sua prima brutta regia, mentre se Larry Cohen poteva sembrare una garanzia, il soggetto banale fa perdere ogni speranza. Come se non bastasse il film è impietosito ancora di più dalla sceneggiatura a quattro mani, che oltre alla ripetitività di Cohen, risente molto della pesante inesperienza di Joseph Tura, quà al suo esordio come sceneggiatore. Un prodotto nato sull'onda di "Hostel" di Eli Roth, che non riesce ad essere credibile come il suo ispiratore, ma cerca comunque di farsi strada proponendo assurdi giochetti sadici e non mostrando mai una vera e propria pornografia della tortura.
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In questo caso, è lecito dare ragione, a chi dice che, in questo film niente è da salvare. Purtroppo Roland Joffè si trova a proporre la sua prima brutta regia, mentre se Larry Cohen poteva sembrare una garanzia, il soggetto banale fa perdere ogni speranza. Come se non bastasse il film è impietosito ancora di più dalla sceneggiatura a quattro mani, che oltre alla ripetitività di Cohen, risente molto della pesante inesperienza di Joseph Tura, quà al suo esordio come sceneggiatore. Un prodotto nato sull'onda di "Hostel" di Eli Roth, che non riesce ad essere credibile come il suo ispiratore, ma cerca comunque di farsi strada proponendo assurdi giochetti sadici e non mostrando mai una vera e propria pornografia della tortura. Come non bastasse, ci si mettono anche le mediocri musiche del solitamente bravo Marco Beltrami.
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(di claudiokarate)
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