eugen
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lunedì 27 febbraio 2023
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norma jean alias marylin
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Trovo sopra gi' vari commenti. MI limito a dire che Marylin Monroe di cui questo"Bus Stop"(da duepie'ces teatrali di William Inge, e il drammaturgo ha collaborato alla sceneggiatura, regia di Joshua Logan)del 1956 ha qui messo in opera pienamente quanto appreso all'Actors Sudio, partendo come soubrette non propiro bravissima(ossia interpreta dapprima quel ruolo)e poi si eleva a donna romantica, che accetta, in qualche modo"conquistandolo", ossia piegandolo anche alle sue esigenze e ai suoi desideri il rozzo cowboy, reso peraltro in modo impeccabile da Don Murray. Esempio di versatilita' noteovle, di capacita'di esplorare una vasta gamma intepretativa, di aderire a personaggi diversi o meglio a colgiere la maturazione di un personaggio appunto versatile, dove il"segreto"non e'un'identficazione" piatta e volgare"(per citare , ma adtando la cirazione)Marx ed Engels, con il personaggio ma anche proprio il distacco critico che comunque si deve mantenere rispetto al personaggio stesso.
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Trovo sopra gi' vari commenti. MI limito a dire che Marylin Monroe di cui questo"Bus Stop"(da duepie'ces teatrali di William Inge, e il drammaturgo ha collaborato alla sceneggiatura, regia di Joshua Logan)del 1956 ha qui messo in opera pienamente quanto appreso all'Actors Sudio, partendo come soubrette non propiro bravissima(ossia interpreta dapprima quel ruolo)e poi si eleva a donna romantica, che accetta, in qualche modo"conquistandolo", ossia piegandolo anche alle sue esigenze e ai suoi desideri il rozzo cowboy, reso peraltro in modo impeccabile da Don Murray. Esempio di versatilita' noteovle, di capacita'di esplorare una vasta gamma intepretativa, di aderire a personaggi diversi o meglio a colgiere la maturazione di un personaggio appunto versatile, dove il"segreto"non e'un'identficazione" piatta e volgare"(per citare , ma adtando la cirazione)Marx ed Engels, con il personaggio ma anche proprio il distacco critico che comunque si deve mantenere rispetto al personaggio stesso. E'consderato , quasi urbi et orbi, il miglior film della Monroe e credo che questo giudizio possa essere decisamente accettato. Eugen
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elgatoloco
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mercoledì 1 giugno 2022
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very good, mister logan
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Questo"Bus Stop"(JOshua Logan, dalla piece tetrale di William Inge dell'anno prima, sceneggeiatura dello stesso Inge e di Geroge Axelrod, 1956)mostra un cowboy ventuenne che, accompagnato da un cowboy piu'maturo, va a un rodeo ma intanto si innamora di una cantante(ma anche entraineuse) da night e vuole sposarla di primo acchito, in maniera molto"prepotente"e supponente. La ragazza non vuole ,ma poi segue il rodeo anche per"impulso"di un'amica, finsice se non per innamorarsi subito del "tipo", almeno per interessarsi a lui, pper frequentarlo, anche a causa di un innevamento che costringe il bus a fermarsi per lungo tempo e poi gli confessa di aver avuto molti fidanzati e di non essere l'"angelo"che lui auspicava.
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Questo"Bus Stop"(JOshua Logan, dalla piece tetrale di William Inge dell'anno prima, sceneggeiatura dello stesso Inge e di Geroge Axelrod, 1956)mostra un cowboy ventuenne che, accompagnato da un cowboy piu'maturo, va a un rodeo ma intanto si innamora di una cantante(ma anche entraineuse) da night e vuole sposarla di primo acchito, in maniera molto"prepotente"e supponente. La ragazza non vuole ,ma poi segue il rodeo anche per"impulso"di un'amica, finsice se non per innamorarsi subito del "tipo", almeno per interessarsi a lui, pper frequentarlo, anche a causa di un innevamento che costringe il bus a fermarsi per lungo tempo e poi gli confessa di aver avuto molti fidanzati e di non essere l'"angelo"che lui auspicava. Decisamente una commedia, anche d'ambiente(molto spazio , ma non troppo, considerando l'economia dei tempi)al rodeo e a quanto gli gira intorno, happy end inevitabile, con lei impalmata da lui, nel ranch di famiglia di cui e'proprietario. Decisamente questo film , che non e'certo il primo interopretato da Marilyn Monroe(viene dopo"Niagara", "Gentleman prefer Blondes", "THe Seven Year Itch"e altri film noti interpretati dalla star infelice ma di successo, realizza un piccolo capolavoro di interpretazione, da parte della Monroe, formatasi all'"Actor's Studio", dunque con la tecnica dell'immedesimazione nella parte della vamp d provincia e decisamente"sopra le righe", che pero'poi si svela nella sua ingenuita' fragile, nel suo essere, quasi, una cow.girl , pur se non propriamente tale... Il contrasto con Don Murray, che e' appunto il cowboy "rodeante"spaccone(ma nella seconda e ultima parte pentito, arrendevole, scusantesi per ogni suo comportamento di prima), ´visbile, tatno che la soluzione da"Happy end", decisamente piu'che prevedibile, apppare sospirata, attesa, auspicata, per cos¿ dire"rispondente lalla logica delle cose"(che non e' quasi mai"vero logica", ma...transeat), in un film che e0 di decisa origine teatrale, come molte commedie dell'epoca, ma di qualita'netamente superiore, mostrandosi film solido, ben strutturato, dove anche i comprimari sono di notevolissimo livello, dove anche la sceneografia d'ambiente risponde in pieno a cio'che si voleva, non"dimostrare",ma certamente almeno"mostrare". Risultato eccelso, Un film che e'da vedere appena possibile, anche per capire il"Machismo"allora imperante, che aveva pero'una una"contropartita"ed era inserito in uno"spirito del tempo": El Gato
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elgatoloco
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sabato 17 marzo 2018
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bus stop
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"Bus Stop"(1956, di Joshua Logan, da una pièce teatrale di William Inge), ambientato tra le nevi, i rodei(rodeos, alla spagnola), le fermate degli autobus, i locali del Montana, uno degli stati allora più"desolati"degli USA, è un film efficace(la scrittura teatrale di Inge lascia tracce...), è uno dei migliori film di Logan, per la capacità di"compenetrare"interni ed esterni, giochi di sguardi e baruffe, dramma e ironia, ma anche una delle migliori interpretazioni di Marylin Monroe, allora trentenne, che dopo questo film e prima della tragica fine, ne intepreterò solo altri cinque. Perfetta, Norma Jean, questo il suo vero nome, di "pater incertus", come dicono ormai le biografie e forse uno dei motivi della sua"vita disperata", nel tratteggiare questa cantante-entraineuse di un night"de mala muerte", svampita, ingenua(ma neppure poi totalmente così svampita e così ingenua, come si vedrà soprattutto nella seconda parte del film)che"gioca"con i sentimenti propri e quelli del cowboy e ranchero(ben reso da Bill Murray, peraltro) che si batte per lei, ma inizialmente è sostanzialmente arrogante e "conquistatore"e che solo successivamente riesce a cambiare atteggiamento, indotto dalla ragazza e a sua volta poi, "condizionante"l'atteggiamento nuovo della stessa verso di lui.
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"Bus Stop"(1956, di Joshua Logan, da una pièce teatrale di William Inge), ambientato tra le nevi, i rodei(rodeos, alla spagnola), le fermate degli autobus, i locali del Montana, uno degli stati allora più"desolati"degli USA, è un film efficace(la scrittura teatrale di Inge lascia tracce...), è uno dei migliori film di Logan, per la capacità di"compenetrare"interni ed esterni, giochi di sguardi e baruffe, dramma e ironia, ma anche una delle migliori interpretazioni di Marylin Monroe, allora trentenne, che dopo questo film e prima della tragica fine, ne intepreterò solo altri cinque. Perfetta, Norma Jean, questo il suo vero nome, di "pater incertus", come dicono ormai le biografie e forse uno dei motivi della sua"vita disperata", nel tratteggiare questa cantante-entraineuse di un night"de mala muerte", svampita, ingenua(ma neppure poi totalmente così svampita e così ingenua, come si vedrà soprattutto nella seconda parte del film)che"gioca"con i sentimenti propri e quelli del cowboy e ranchero(ben reso da Bill Murray, peraltro) che si batte per lei, ma inizialmente è sostanzialmente arrogante e "conquistatore"e che solo successivamente riesce a cambiare atteggiamento, indotto dalla ragazza e a sua volta poi, "condizionante"l'atteggiamento nuovo della stessa verso di lui. Un happy end complessivamente sofferto(ma i produttori cinematografici richiedono comunque ciò, mentre nel teatro di Inge è uno happy end ben più soft, quasi "sottotraccia"-sfumato), che comunque turba i tranquilli equilibri esistenziali... Da vedere, in ogni senso, anche perché, oltre ai due protagonisti, ci sono altre/i interpreti da ammirare quali , appunto, "attori":Betty Field e Arthur O'Connell, in particolare. Uno di quei film dei"tranquilli"(no, cìera la guerra di Corea, si usciva dalla guerra mondiale, oltre alla guerra fredda c'era la"caccia alle streghe"mccartista!)anni Cinquanta che sono rivelatori e veramente specchio di un'epoca, spesso ingiustamente e ingenuamente(qui veramente)mitizzata, quasi, oltre alle belle romanticherie da"Grease"e ai sogni che si sono creati sul mito Elvis etc,, non ci fossero anche gli aspetti qui brevemente menzionati, insieme all'angoscia esistenziale, presente anche negli States ma"nebulizzata"dal fatuo mito della tranquillità, quando invece in Francia e in genere in Europa essa esplodeva e veniva analizzata e tematizzata soprattutto dall'esistenzialismo... El Gato
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atticus
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giovedì 16 luglio 2009
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marilyn per sempre
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Fermata d'autobus è l'esempio plateale di come la straordinaria interpretazione di un attore possa risollevare le sorti di un film di per se non proprio memorabile seppur dignitosissimo. In questo caso Marilyn riempie tutta l'opera della sua tenera, lacerante, commovente, ironica, delicata e straziante presenza, servendo al pubblico una prova maiuscola e indimenticabile. Nei panni della derelitta Cherie, cantantina in una bettola di quartiere, l'attrice riesce a trasmettere tutta l'umanità e la dignità del suo personaggio, alternando momenti di irresistibile comicità (dal risveglio irruento alla parata per il rodeo) ad altri di estrema durezza e romanticismo (il finale, quando Bo cede il suo cappotto a Cherie).
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Fermata d'autobus è l'esempio plateale di come la straordinaria interpretazione di un attore possa risollevare le sorti di un film di per se non proprio memorabile seppur dignitosissimo. In questo caso Marilyn riempie tutta l'opera della sua tenera, lacerante, commovente, ironica, delicata e straziante presenza, servendo al pubblico una prova maiuscola e indimenticabile. Nei panni della derelitta Cherie, cantantina in una bettola di quartiere, l'attrice riesce a trasmettere tutta l'umanità e la dignità del suo personaggio, alternando momenti di irresistibile comicità (dal risveglio irruento alla parata per il rodeo) ad altri di estrema durezza e romanticismo (il finale, quando Bo cede il suo cappotto a Cherie). Un film da ritrovare e rivedere, una Marilyn dalla grandezza infinita che ci ladcia nuovamente col rimpianto di averla perduta troppo presto.
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alessandra
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lunedì 27 novembre 2006
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testardaggine e amore
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Forse il più riuscito film della Monroe, anche se uno dei meno visti e celebrati.
Questa straordinaria attrice, straordinaria perchè è un pò bimba e un pò donna vissuta, si imbatte in un rude cow-boy molto testardo, ingenuo e profondamente tenero nel cuore.
Tra schermaglie d'amore molto divertenti e, allo stesso modo, serissime, si sviluppa un rapporto
veramente vero, basato sul dialogo, sulla serietà e sull'affetto.
Questo tenero cow-boy non è assolutamente un prepotente come sembra: al contrario, è un uomo che ci sa veramente fare con le donne, proprio perchè non butta mai la spugna, senza cadere assolutamente nella volgarità e nella vera maleducazione.
Lei, come una ragazzina spaurita, è una donna che sogna l'amore, come del resto tutte le donne, ma che ha paura ad incontrarlo e, quindi, scappa.
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Forse il più riuscito film della Monroe, anche se uno dei meno visti e celebrati.
Questa straordinaria attrice, straordinaria perchè è un pò bimba e un pò donna vissuta, si imbatte in un rude cow-boy molto testardo, ingenuo e profondamente tenero nel cuore.
Tra schermaglie d'amore molto divertenti e, allo stesso modo, serissime, si sviluppa un rapporto
veramente vero, basato sul dialogo, sulla serietà e sull'affetto.
Questo tenero cow-boy non è assolutamente un prepotente come sembra: al contrario, è un uomo che ci sa veramente fare con le donne, proprio perchè non butta mai la spugna, senza cadere assolutamente nella volgarità e nella vera maleducazione.
Lei, come una ragazzina spaurita, è una donna che sogna l'amore, come del resto tutte le donne, ma che ha paura ad incontrarlo e, quindi, scappa.
Questo è un personaggio memorabile della Monroe, perchè qui si rileva un'attrice profondamente dotata, che riesce ad attingere dalla sua dolorosa esperienza di vita per portare sullo schermo un'immagine di donna/bambina, sincera, senza malizia, profondamente assetata d'amore e di vera tenerezza.
"Ho avuto dietro gli uomini già da quando avevo tredici anni" - quanta tristezza c'è in quest'affermazione.
"Ho una bocca che sa di spago" - che frase ironica e tenera.
Ciao, Norma Jean.
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luigim
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venerdì 21 aprile 2006
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come marilyn ti cambia un film
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Insieme ai pochi girati con quel burlone di Billy Wilder, questo è uno dei migliori film di Marilyn Monroe, e sicuramente quello in cui recita meglio la parte della bambinetta bistrattata sin dalla nascita e continuamente desiderosa d'affetto. Prima di chiuderla una volte per tutte con questo ruolo e dedicarsi a parti più impegnate, come potrà essere la Sugar Kane del suo capolavoro indiscusso, A qualcuno piace caldo, di qualche anno dopo, decide di dare il meglio di sè e sceglie questa commediola. In effetti, il protagonista del film sarebbe dovuto essere l'esordiente Don Murray, nella parte di un rozzo bovaro che conta le ragazze in "capi" (manco si trattasse di una mandria!) e giunto a Phoenix per partecipare ad un rodeo, ma l'esplosiva bionda non si è fatta rubare la scena dai peggiori marpioni di Hollywood, figurarsi da un pivello alle prime armi come lui! La commedia, di matrice teatrale come il suo regista, è ben calibrata, divisa com'è tra i momenti comici e quelli più drammatici, che quasi fanno tenerezza a vedere questa cantantucola col desiderio di diventare una diva internazionale che proprio non ne vuole sapere di andarsi a rinchiudere in un ranch su una sperduta montagna del Montana, anche se le sue pecore sono le più belle che si siano mai viste.
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Insieme ai pochi girati con quel burlone di Billy Wilder, questo è uno dei migliori film di Marilyn Monroe, e sicuramente quello in cui recita meglio la parte della bambinetta bistrattata sin dalla nascita e continuamente desiderosa d'affetto. Prima di chiuderla una volte per tutte con questo ruolo e dedicarsi a parti più impegnate, come potrà essere la Sugar Kane del suo capolavoro indiscusso, A qualcuno piace caldo, di qualche anno dopo, decide di dare il meglio di sè e sceglie questa commediola. In effetti, il protagonista del film sarebbe dovuto essere l'esordiente Don Murray, nella parte di un rozzo bovaro che conta le ragazze in "capi" (manco si trattasse di una mandria!) e giunto a Phoenix per partecipare ad un rodeo, ma l'esplosiva bionda non si è fatta rubare la scena dai peggiori marpioni di Hollywood, figurarsi da un pivello alle prime armi come lui! La commedia, di matrice teatrale come il suo regista, è ben calibrata, divisa com'è tra i momenti comici e quelli più drammatici, che quasi fanno tenerezza a vedere questa cantantucola col desiderio di diventare una diva internazionale che proprio non ne vuole sapere di andarsi a rinchiudere in un ranch su una sperduta montagna del Montana, anche se le sue pecore sono le più belle che si siano mai viste. Ricorda molto della vita privata dell'attrice, il passato di Chérie, il futuro è completamente discordante: per tutta la vita Norma Jean non riuscirà mai ad incontrare il vero amore, mentre nel film non solo si abbandona alle avancés del rozzo Beauregard ("bello sguardo", dal francese), ma alla fine capisce addirittura di essersi tanto invaghita di lui da volerlo seguire fino in capo al mondo. Una bella speranza per quei disperati cronici perché la loro amata non gli concede neppure uno sguardo.
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