elgatoloco
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sabato 19 maggio 2018
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film su chinatown
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"The Corruptor"(James Foley, 1999)è uno dei tanti film su Chinatown, da quando, credo, roman Polanski diresse il film omonimo(1974), se non da prima: nel film polanskiano, però il quartiere-città di New York è solo un pretesto e dà adito a una bellissima scena finale, mentre poi vari film, tra cui questo di Foley approfondiscono il tema in modo specifico. Qui il tema è propriamente la città nella città, con le sue ritualità cinesi, virate, però, decisamente, verso la componente di banda mafiosa, tanto che appunto, sono due bande mafiose cinesi che qui si affrontano, con la polizia nel mezzo, tra rapporti familistici comunque aperti(che non immunizzano dall'influenza mafiosa, anzi)e di solidarietà inevitabile con la mafia, anche nel senso del doppiogiochismo-e qui il"corruptor"non è né un mero simbolo, né tantomeno una semplice metafora, ma esiste realmente ed è anche potente.
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"The Corruptor"(James Foley, 1999)è uno dei tanti film su Chinatown, da quando, credo, roman Polanski diresse il film omonimo(1974), se non da prima: nel film polanskiano, però il quartiere-città di New York è solo un pretesto e dà adito a una bellissima scena finale, mentre poi vari film, tra cui questo di Foley approfondiscono il tema in modo specifico. Qui il tema è propriamente la città nella città, con le sue ritualità cinesi, virate, però, decisamente, verso la componente di banda mafiosa, tanto che appunto, sono due bande mafiose cinesi che qui si affrontano, con la polizia nel mezzo, tra rapporti familistici comunque aperti(che non immunizzano dall'influenza mafiosa, anzi)e di solidarietà inevitabile con la mafia, anche nel senso del doppiogiochismo-e qui il"corruptor"non è né un mero simbolo, né tantomeno una semplice metafora, ma esiste realmente ed è anche potente. Dromologia nel film, con scene di fuga e inseguimento(e/o viceversa, certo)decisamente notevoli, dove il resto del film non è particolarmente entusiasmante o nuovo e non segna una frattura rispetto ad altre esperienze filmiche in tema. C'è il tema dello sfruttamento della donna nella prostituzione obbligata, quello del poliziotto bianco in una squadra di polizia del grande quartiere, che viene ad essere elemento contrastivo in un team di soli cinesi(anche per ovvi motivi etno-linguistici), altro ancora, ma in complesso, slavo l'eroismo anche tragico del e nel finale, non ci sono spunti che facciano pensare a particolari picchi, rispetto a"Year of the Dragon"di Michael Cimino, per ex. Mark Wahlberg, qui , è un quasi(non del tuttto)esordiente, lontano dai fasti successivi, gli interpreti sino-americani godevano inceve già di una fama più consolidata. El Gato
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contrammiraglio
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domenica 1 marzo 2015
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si ma l'inseguimento.....
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Insomma, tutto abbastanza visto e rivisto, il finale è però notevolo; però quell'inseguimento con spari ogni dove in città, non si pole davvero sostenere!
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brundlefly
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lunedì 12 settembre 2011
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grande chow!
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Innanzitutto, come da titolo, complimentoni a Chow Yun-Fat: il suo è un personaggio con molte sfaccettature che il carismatico attore riesce a non farlo mai cadere in contraddizioni. Anche Mark Wahlberg, neo partner del veterano poliziotto asiatico, non è mai invadente e non porta sullo schermo quel fastidioso machismo che lo contaddistingue nella maggioranza dei suoi ruoli.
The Corruptor, oltre che per la maestosa scenografia, dove Chinatown fa da protagonista, offre un poliziesco pieno di personaggi carismatici che ripropone i classici del genere. Il pregio di questa pellicola è che al suo termine pochi spettatori faranno spallucce dicendo: "nulla di nuovo al sole" (provare per credere).
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Innanzitutto, come da titolo, complimentoni a Chow Yun-Fat: il suo è un personaggio con molte sfaccettature che il carismatico attore riesce a non farlo mai cadere in contraddizioni. Anche Mark Wahlberg, neo partner del veterano poliziotto asiatico, non è mai invadente e non porta sullo schermo quel fastidioso machismo che lo contaddistingue nella maggioranza dei suoi ruoli.
The Corruptor, oltre che per la maestosa scenografia, dove Chinatown fa da protagonista, offre un poliziesco pieno di personaggi carismatici che ripropone i classici del genere. Il pregio di questa pellicola è che al suo termine pochi spettatori faranno spallucce dicendo: "nulla di nuovo al sole" (provare per credere).
Soprattutto nelle musiche e nella grazia di molte scene, è lampante come Foley, il regista, abbia attinto molto ai classici del maestro J. Woo; Chow Yun-Fat (attore feticcio di Woo) con il suo personaggio dà infatti l'impressione che l'intero film sia una sorta di omaggio al regista di Hard Boiled o The Killer (vivamente consigliati anche questi). Da vedere.
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crapanzano
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domenica 11 settembre 2011
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grande chow!
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Innanzitutto, come da titolo, complimentoni a Chow Yun-Fat: il suo è un personaggio pieno di sfaccettature che non si contraddice mai durante il film, impossibile non provare simpatia per costui ed il merito, in questo caso, va tutto all'attore. Mark Wahlberg, nuovo partner del veterano poliziotto asiatico, non è ma invasivo e non porta sullo schermo quel fastidioso machismo che da sempre lo contaddistingue nei suoi film, tirando le somme un''ottima prova da un'ottima coppia d'attori. Il film, oltre che intrigante per le ambientazioni di una Chinatown ben immortalata, ripropone i classici temi polizieschi riuscendo però a rendere appassionata e originale la storia.
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Innanzitutto, come da titolo, complimentoni a Chow Yun-Fat: il suo è un personaggio pieno di sfaccettature che non si contraddice mai durante il film, impossibile non provare simpatia per costui ed il merito, in questo caso, va tutto all'attore. Mark Wahlberg, nuovo partner del veterano poliziotto asiatico, non è ma invasivo e non porta sullo schermo quel fastidioso machismo che da sempre lo contaddistingue nei suoi film, tirando le somme un''ottima prova da un'ottima coppia d'attori. Il film, oltre che intrigante per le ambientazioni di una Chinatown ben immortalata, ripropone i classici temi polizieschi riuscendo però a rendere appassionata e originale la storia. Vi sfido, una volta terminato il lungometraggio, ad alzare le spalle e dire con sufficienza "Niente di nuovo al sole".
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