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felicity
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lunedì 25 agosto 2025
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inverosimile e perverso gioco tra mel? e thriller
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Ci sono sequel che fanno rimpiangere l’originale, cioè il capitolo precedente, e poi c’è “Un altro piccolo favore“, che fa rimpiangere anche solo l’idea di averlo girato, figuriamoci visto.
Sette anni dopo il successo di “Un piccolo favore (2018)”, Paul Feig ci riprova con un secondo capitolo che vorrebbe imitare la spensieratezza del primo, ma finisce per inciampare su quasi tutti gli ostacoli classici dei sequel mal riusciti: trama forzata, umorismo fuori fuoco e cliché a pioggia.
Non aiuta che il film pretenda una memoria di ferro dallo spettatore, ignorando il fatto che, dopo quasi un decennio, qualche minuto di riassunto non è un lusso, bensì una necessità.
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Ci sono sequel che fanno rimpiangere l’originale, cioè il capitolo precedente, e poi c’è “Un altro piccolo favore“, che fa rimpiangere anche solo l’idea di averlo girato, figuriamoci visto.
Sette anni dopo il successo di “Un piccolo favore (2018)”, Paul Feig ci riprova con un secondo capitolo che vorrebbe imitare la spensieratezza del primo, ma finisce per inciampare su quasi tutti gli ostacoli classici dei sequel mal riusciti: trama forzata, umorismo fuori fuoco e cliché a pioggia.
Non aiuta che il film pretenda una memoria di ferro dallo spettatore, ignorando il fatto che, dopo quasi un decennio, qualche minuto di riassunto non è un lusso, bensì una necessità.
D’altronde non stiamo parlando di un classico immortale del quale ci si ricorda ogni fotogramma.
Peraltro guardare "Un altro piccolo favore" e urlare al trash è sinonimo di una comprensione parziale dell’operazione.
Il regista accentua ed esagera ciò che già c’era di accentuato ed esagerato nel primo film, operando probabilmente del tutto intenzionalmente.
Il film abusa di irritanti stereotipi sugli italiani, oltre a peccare di incoerenze narrative e una costante e ostentata volontà di andare sempre sopra le righe.
"Un altro piccolo favore" già lo sa di essere un inverosimile e perverso gioco tra melò e thriller, allora non gli resta che giocare.
Ambiguità, intrighi, trame e sotto trame vengono alimentati da una storia che non ha timore di osare.
Anche perché sa bene che il suo principale pubblico non potrà che essere il medesimo che ha trovato nel primo film un autentico S-cult, ripetendo e pompando se stesso, in attesa magari di un terzo ancora più scabroso, camp e volutamente sciocco capitolo.
Un sequel dunque pieno di scelte sbagliate, carico di cliché e poche cose da dire rispetto al suo predecessore.
La Kendrick tiene a galla il progetto, ma non può salvarlo.
E così, tra battute stanche, location sprecate e personaggi ridotti a figurine, lo aggiungiamo alla lista di passi falsi e pellicole di cui, tutto sommato, potevamo farne tranquillamente a meno.
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lizzy
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domenica 11 maggio 2025
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il vero assassino ? il regista!
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SPOILERONE DISUMANO!!!
L'unico colpevole è il regista che si è permesso di distruggere tutto quanto di buono fatto col primo film della serie e ha calpestato la professionalità di Miss Kendrick e castrato completamente la sensualità di Miss Lively.
Ed è riuscito pure a far fare una magra figura alla nostra amatissima Elena Sofia. Il che è tutto dire.
Insomma: tanto amo "Un piccolo favore" quanto odio questo sequel.
Che questi due film sono due cose assolutamente agli antipodi: dove il primo brillava per genialità, estro e umorismo mai banale tanto questo diventa stucchevole, gigionesco, triviale al limite dell'irritante.
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SPOILERONE DISUMANO!!!
L'unico colpevole è il regista che si è permesso di distruggere tutto quanto di buono fatto col primo film della serie e ha calpestato la professionalità di Miss Kendrick e castrato completamente la sensualità di Miss Lively.
Ed è riuscito pure a far fare una magra figura alla nostra amatissima Elena Sofia. Il che è tutto dire.
Insomma: tanto amo "Un piccolo favore" quanto odio questo sequel.
Che questi due film sono due cose assolutamente agli antipodi: dove il primo brillava per genialità, estro e umorismo mai banale tanto questo diventa stucchevole, gigionesco, triviale al limite dell'irritante.
Qui tutti si fanno tutti, tutti sono a caccia di tutti, tutti hanno qualcosa da nascondere e tutti sono volgari all'ennesima potenza, oltre che recitare al di sotto del "minimo minimo" sindacale..
Il film finisce già dalle prime battute in una palude di sabbie mobili oscene che impediscono qualunque successiva eventuale possibilità di salvezza.
La trama sembra creata man mano che le riprese sono state effettuate tanto è traballante e poco credibile, i colori poi troppo virati al mondo di Barbie e le scene troppo perfette per quel che era la prima puntata.
Si salva solo qualche idea musicale, a cominciare dall'ottima "Idealista" che, ahimè, aveva fatto pensare con la sua verve a tutt'altro spettacolo.
E invece...
Invece niente.
Ho visto questo film, molto disturbata, in almeno una quindicina di volte.
Staccavo, ricominciavo, ristaccavo, vedevo altro, ci riprovavo. Ci son voluti due giorni per finirlo.
Controvoglia.
Un vero peccato; ero così felice di questo secondo episodio che già, senza vederlo, ne pregustavo subito un terzo.
Adesso tremo al solo pensiero...
E cosa potrebbe arrivare poi... una quarta o quinta gemella? Una spedizione punitiva in Sicilia? Un raccordo con qualche storia piena di Yakuza?
Non lo so.
Ma la prossima volta mi terrò ben lontana dal (sicuro) secondo sequel.
Anna, Anna mia: come ti sei ridotta!
Ti vedo e ti piango...
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