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Nel panorama del cinema indipendente contemporaneo Cuore di Carta di Kristina Sarkyte si offre come una carezza necessaria e profonda. Il soggetto trascende la semplice narrativa di un dramma sociale, ergendosi a un complesso poema audiovisivo sulla sensibilit? come atto di resistenza. Il film non ? solo una storia, ma un campo di battaglia emotivo in cui la brutalit? del mondo si scontra con la fragilit? dell'anima, sostenuto magnificamente da una spiccata estetica duale e da una calibrata intermedialit? che usa poesia, scultura e musica come ancore emozionali. La regia di Sarkyte si muove con eleganza su due binari distinti. Da un lato c?? il realismo crudo degli interni familiari, spesso soffocanti e crudeli; dall'altro si espande in un potente lirismo onirico. Il film si configura come un dramma psicologico stratificato, dove ogni personaggio funge da vettore di temi sociali complessi. La potenza dell?opera risiede nella capacit? di rappresentare la vulnerabilit? sistemica assieme alla inaspettata resilienza individuale. Sarkyte dipinge figure che superano il semplice stereotipo, fungendo da critica acuta alle dinamiche disfunzionali e, contemporaneamente, esaltando il ruolo di quelle relazioni virtuose e salvifiche che offrono al protagonista una via di fuga e una speranza. La colonna sonora di Alessandro Quarta ? pi? di una relazione immediata tra quello che si vede e quello che si sente. Il suo violino non si limita a commentare, la sua musica urla o sussurra, riempiendo i vuoti semantici. Se la realt? ? squallida o violenta, la melodia pu? essere estremamente lirica e pura, sottolineando la distanza tra il mondo interiore di Luca e quello esteriore, toccando le frequenze pi? intime del nostro inconscio emotivo.
Il film ? una vera poesia visiva, dove la "bellezza" diventa l'arma vincente in un mondo malato, il mezzo con cui Luca, il protagonista interpretato eccellentemente da Gabriele Stella al suo debutto,riesce ad abbattere l'archetipo di una mascolinit? tossica e arcaica senza farsi schiacciare. ? la sua scelta di essere diverso, il suo grido a gran voce: ?io non sono come te!?.
"Cuore di Carta" ? un film che fa male perch? tocca nervi scoperti, ma allo stesso tempo guarisce con la sua innegabile bellezza estetica. Kristina Sarkyte ci ricorda che, in un mondo che ci vuole di pietra, rimanere di carta ? l'atto pi? coraggioso possibile.
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