stefano
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martedì 15 aprile 2025
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adolescence
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stefano
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lunedì 14 aprile 2025
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capolavoro
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francog
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domenica 30 marzo 2025
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bella serie
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dreamers
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venerdì 21 marzo 2025
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incredibile credibilit
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La miniserie Adolescence finisce inevitabilmente per diventare occasione per dibattiti, interventi, pensate su un intero spettro di tematiche più o meno salottiere. Ma, se posso dire la mia, questo è forse l'aspetto meno significativo e conturbante di un lavoro che si offre, in termini di resa complessiva, sovrumano. A offrircelo come tale non è tanto l'impiego del piano sequenza (con tutti gli artifici per simularne la forma ininterrotta che si è alla fine costretti ad andare a sgamare...) ma la messa ion scena, perfetta, di ogni secondo di ogni situazione di ogni puntata. Non c'è un solo istante che, per eventuale deficit interpretativo o registico, risulti artificioso, fittizio.
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La miniserie Adolescence finisce inevitabilmente per diventare occasione per dibattiti, interventi, pensate su un intero spettro di tematiche più o meno salottiere. Ma, se posso dire la mia, questo è forse l'aspetto meno significativo e conturbante di un lavoro che si offre, in termini di resa complessiva, sovrumano. A offrircelo come tale non è tanto l'impiego del piano sequenza (con tutti gli artifici per simularne la forma ininterrotta che si è alla fine costretti ad andare a sgamare...) ma la messa ion scena, perfetta, di ogni secondo di ogni situazione di ogni puntata. Non c'è un solo istante che, per eventuale deficit interpretativo o registico, risulti artificioso, fittizio... Un miracolo assoluto, considerata anche l'età di tanti interpreti, ognuno veramente degno di un encomio incondizionato. Ma come hanno fatto...? Te lo continui a chiedere. Ci senti come arresi di fronte a tanta professionalità, passione, dedizione alla causa. Avresti voluto essere sul set per carpire qualcosa di una magia ineguagliabile. Davvero l'opera più entusiasmante dalla nascita di Netflix.
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cesare
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venerdì 21 marzo 2025
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da una idea valida a un risultato mediocre
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Pochi episodi, ciascuno con un tema diverso e con un punto di vista diverso.
Primo episodio: un crimine è provato da immagini, gli investigatori iniziano seguendo metodi tradizionali. Fatti e comportamenti devono avere un significato, quello che darebbero persone adulte. L’ambientazione è nei locali della Polizia, il punto di vista è dell’adulto-investigatore e il modo di ragionare è il razionale-adulto. Il tredicenne arrestato è un criminale come altri.
Secondo episodio: alla ricerca del movente gli investigatori vanno nella scuola della vittima e assassino. L’ambientazione è nella scuola, il punto di vista viene messo in discussione, il modo di ragionale diviene quello dei social-media.
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Pochi episodi, ciascuno con un tema diverso e con un punto di vista diverso.
Primo episodio: un crimine è provato da immagini, gli investigatori iniziano seguendo metodi tradizionali. Fatti e comportamenti devono avere un significato, quello che darebbero persone adulte. L’ambientazione è nei locali della Polizia, il punto di vista è dell’adulto-investigatore e il modo di ragionare è il razionale-adulto. Il tredicenne arrestato è un criminale come altri.
Secondo episodio: alla ricerca del movente gli investigatori vanno nella scuola della vittima e assassino. L’ambientazione è nella scuola, il punto di vista viene messo in discussione, il modo di ragionale diviene quello dei social-media. Tutto assume significato nuovo. Questo è l’episodio più significativo.
Terzo episodio: il tredicenne omicida viene visitato da una psicologa forense. Il punto di vista è ambiguo, poco credibile per un tredicenne ingenuo o furbo, ma che ora usa un linguaggio forbito, adulto e che cerca di manipolare la psicologa.
Ultimo episodio: l’ambientazione è la casa d’origine, la famiglia i rapporti distrutti e da ricostruire. Solo una decisione imprevista del figlio omicida scatena un esame di coscienza che altrimenti forse non sarebbe mai avvenuto.
La struttura della serie è originale, almeno rispetto ad altre che si muovono noiosamente avanti e indietro nel tempo. Viene scelto l’aspetto tematico, a vantaggio di una recitazione teatrale, fatta di scene lunghe (persino troppo), nelle quali emerge la bravura degli attori (fuori discussione). Purtroppo l’indagine psicologica dell’adolescente arriva a oltrepassare la soglia di credibilità e a omettere l’approfondimento di altri personaggi (soprattutto compagni di classe del tredicenne omicida) quindi della realtà dei social media.
Il linguaggio cinematografico è monotono, fatto spesso da piani sequenza che non aggiungono significati né legano temi o personaggi: restituiscono l’idea di una “fredda progettazione” più che di una evoluzione narrativa. Piani sequenza spesso alternati all’improvviso a scene lunghissime, anche di venti minuti.
In conclusione, l’idea di base è valida, il materiale a disposizione ampio, la recitazione ottima, ma la costruzione cinematografica – sebbene di alto livello, questo lo si percepisce – porta a un risultato che lascia a desiderare.
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paolo contini
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giovedì 20 marzo 2025
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? la corazzata p. per me ? una boiata pazzesca.
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Serie disturbante, ma non è un complimento, è la sensazione che si prova assistendo a dialoghi interminabili e a piani sequenza infastidenti. Alcuni pezzi sono capolavori al contrario: la puntata con il dialogo tra la psicologa e il ragazzo, la chiacchierata tra moglie e marito sul VAN. Tale fastidiosissima e martirizzante ripetizione non da 'angoscia per immedimazione nei panni degli attori (peraltro ottimi) ,ma è angosciante perché è senza significato, potrebbe continuare ore, ma è intrattenimento? O forse temi infastidenti devono infastidire? Non sarebbe sufficiente interessare?
Tema importante, molti interrogativi, ma il dialogo finale tra marito e moglie nell'ultima puntata è diverso da tutto il resto dei dialoghi: ha un senso, una sequenza logica è finalmente interessante.
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Serie disturbante, ma non è un complimento, è la sensazione che si prova assistendo a dialoghi interminabili e a piani sequenza infastidenti. Alcuni pezzi sono capolavori al contrario: la puntata con il dialogo tra la psicologa e il ragazzo, la chiacchierata tra moglie e marito sul VAN. Tale fastidiosissima e martirizzante ripetizione non da 'angoscia per immedimazione nei panni degli attori (peraltro ottimi) ,ma è angosciante perché è senza significato, potrebbe continuare ore, ma è intrattenimento? O forse temi infastidenti devono infastidire? Non sarebbe sufficiente interessare?
Tema importante, molti interrogativi, ma il dialogo finale tra marito e moglie nell'ultima puntata è diverso da tutto il resto dei dialoghi: ha un senso, una sequenza logica è finalmente interessante. Il resto, lunghissimo, vorrebbe creare forse l'humus della situazione ma una simile noia e' davvero difficile da sopportare..Purtroppo viene spesso considerata arte (forse lo è) e la si vede dai tempi del terribile COUS COUS o più recentemente nei celebrati Brutalist o anche nel film vincitore dell'ultimo OSCAR.
Per avere un film di successo, si diceva una volta, bisogna avere tre cose: un buon copione, un buon copione , un buon copione. Una bella storia, e questa la sarebbe, non basta. Ridurre, nella vita come nei film, è sempre una buona cosa.
A mio parere ovviamente.
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