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onelulu
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sabato 25 ottobre 2025
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vogliamoci tutti bene...
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ATTENZIONE: se non avete visto il film non leggete qui sotto.
Che posso dire? Non vorrei stroncarlo, ma...
1) Fattura discreta, anche se le musichette di accompagnamento spesso risultano stucchevoli e banali, tanto da creare lo spiacevole effetto di far sorridere in momenti in cui forse non si dovrebbe farlo.
2) Discretamente superficiale. Come puoi "immaginare" di far sposare "in breve tempo" uno che ha perso la compagna e che si ritrova single con due creature da crescere? (e che non è neanche un tipico maschio etero superficale ed egoriferito?)
3) Tanti piccoli momenti discreti in cui il rapporto con i bimbi appare autentico e intenso, forse uno dei pochi punti di forza del film.
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ATTENZIONE: se non avete visto il film non leggete qui sotto.
Che posso dire? Non vorrei stroncarlo, ma...
1) Fattura discreta, anche se le musichette di accompagnamento spesso risultano stucchevoli e banali, tanto da creare lo spiacevole effetto di far sorridere in momenti in cui forse non si dovrebbe farlo.
2) Discretamente superficiale. Come puoi "immaginare" di far sposare "in breve tempo" uno che ha perso la compagna e che si ritrova single con due creature da crescere? (e che non è neanche un tipico maschio etero superficale ed egoriferito?)
3) Tanti piccoli momenti discreti in cui il rapporto con i bimbi appare autentico e intenso, forse uno dei pochi punti di forza del film.
4) L'auto-doppiaggio di Valeria Tedeschi è tremendo... tanto quanto il personaggio che interpreta senza troppa convinzione.
5) Ritorno al punto 2 perchè la cosa mi ha disturbato non poco: una donna muore e il mondo che resta "brinda" alla vita con una velocità incredibile. Capisco i tempi filmici, ma il tutto risulta senza umanità, fastidioso, specialmente per gli spettatori in sala che hanno vissuto vagamente perdite e lutti.
6) finisco con qualcosa di positivo: se avete bisogno di versare lacrime, il film riesce a farvelo fare, se non riuscite a non rimanere infastiditi dai 5 punti precedenti! :-)
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gabriella
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lunedì 13 ottobre 2025
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la donna della porta accanto
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I bambini ci portano verso la vita, sempre, per questo la nascita della piccola Lucille scandisce il tempo, elabora il dolore e costringe a prendersi cura uno dell'altro. Alex e Cecile uma mattina presto suonano al campanello della vicina , Sandra, perchè alla donna si sono rotte le acque e devono correre in ospedale, affidandole temporaneamente Elliot il figlio di lei di soli 5 anni. Purtroppo le cose non vanno per il verso giusto , Cecile muore di parto e Alex , confuso e amareggiato , si lascia aiutare dapprima passivamente dalla sua eccenttica vicina, una libraia single per scelta, indipendente e femminista( ruolo inedito per Valeria Bruni Tedeschi, che per una volta smessi i panni della donna nevrotica, dimostra di vestire perfettamente quelli di una donna pacata, decisa,) che scopre pian piano dentro di sè una grande accoglienza e partecipazione per questa famiglia, rivelando se ancora non si è rilevato abbastanza che la genitorialità non è un destino biologico.
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I bambini ci portano verso la vita, sempre, per questo la nascita della piccola Lucille scandisce il tempo, elabora il dolore e costringe a prendersi cura uno dell'altro. Alex e Cecile uma mattina presto suonano al campanello della vicina , Sandra, perchè alla donna si sono rotte le acque e devono correre in ospedale, affidandole temporaneamente Elliot il figlio di lei di soli 5 anni. Purtroppo le cose non vanno per il verso giusto , Cecile muore di parto e Alex , confuso e amareggiato , si lascia aiutare dapprima passivamente dalla sua eccenttica vicina, una libraia single per scelta, indipendente e femminista( ruolo inedito per Valeria Bruni Tedeschi, che per una volta smessi i panni della donna nevrotica, dimostra di vestire perfettamente quelli di una donna pacata, decisa,) che scopre pian piano dentro di sè una grande accoglienza e partecipazione per questa famiglia, rivelando se ancora non si è rilevato abbastanza che la genitorialità non è un destino biologico. La Tadieu tratteggia queste figure che crescono e si manifestano poco a poco, anche nelle loro sfaccettature, contraddizioni, devo dire non sempre a fuoco, e scivolando sul clichè più di una volta, se voleva sottolineare e difendere le famiglie allargate, mi chiedo perché si sia ricorso ad espedienti ovvi, ad esempio, Sandra per essere una donna che sceglie di non essere madre, dev’essere per forza femminista? Inoltre essendo zia dei 5 figli della sorella, ci si chiede che rapporto abbia avuto con loro, prima di conoscere Elliot, così come la relazione tra Alex ed Emilia è un po zoppicante. Capisco che Emilia rappresenta la parentesi di disturbo temporanea tra Sandra e Alex, però mi sembra una figura piuttosto maltrattata, già è esclusa da subito dalla famiglia perché Elliot ha deciso che sarà Sandra la sostituta materna , rimane incinta da Alex che la rimprovera di non essere stata abbastanza attenta, perde il bambino ed è sempre lei quella che comprende le confusioni di lui , l’osso cui rifarsi i denti è Emilia, non Sandra. Mi è piaciuto il ruolo del padre biologico di Elliot, che forse è immaturo, ma è conscio di esserlo, così come dei suoi limiti ed è disposto a fare un passo indietro per amore del figlio.E’un film che celebra la rottura del legami convenzionali, ma si affida alla figura femminile più competente e pratica di quella maschile ed emotivamente più salda. Niente di nuoco sul fronte relazionale. Tuttavia è un film gradevole, ben recitato, e abbastanza ruffiano perché non si resiste agli occhioni di Elliot che ci inondano di tenerezza.
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anna rosa
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domenica 12 ottobre 2025
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"alla vita!"
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Alla vita brindano i componenti, forse troppo buoni per essere veri, di questo gruppo di persone legate fra loro da sentimenti positivi invece che divise dalle gelosie e dai rancori che solitamente si accendono nelle situazioni in cui esse si ritrovano:.i due uomini, invece che farsi la guerra, decidono di "condividere" il piccolo Elliott, la femminista single inveterata Sandra scopre di avere un particolare talento nel fare la mamma di bambini non suoi (oltre ad una estrema lucidit? nel decifrare i sentimenti suoi e degli altri), Alex ? Emilia si lasciano senza acrimonia (per sempre? mah!) dopo aver capito che il desiderio di avere un figlio insieme non era di entrambi... S?, il fulcro del film ? sicuramente la genitorialit?, e quanto questa non dipenda necessariamente dall'aver partorito.
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Alla vita brindano i componenti, forse troppo buoni per essere veri, di questo gruppo di persone legate fra loro da sentimenti positivi invece che divise dalle gelosie e dai rancori che solitamente si accendono nelle situazioni in cui esse si ritrovano:.i due uomini, invece che farsi la guerra, decidono di "condividere" il piccolo Elliott, la femminista single inveterata Sandra scopre di avere un particolare talento nel fare la mamma di bambini non suoi (oltre ad una estrema lucidit? nel decifrare i sentimenti suoi e degli altri), Alex ? Emilia si lasciano senza acrimonia (per sempre? mah!) dopo aver capito che il desiderio di avere un figlio insieme non era di entrambi... S?, il fulcro del film ? sicuramente la genitorialit?, e quanto questa non dipenda necessariamente dall'aver partorito. Per cui il padre pu? essere... materno, cos? come una che non ? madre. L'amore, l'accogliere l'altro, cercare di capire: ? questo essere materni o paterni, anche nei confronti di un adulto in fondo, ed questo ? celebrare la vita, dire s? alla vita. Altro film francese che esalta il sentimento di comunit?. Evviva!
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ivan il matto
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domenica 12 ottobre 2025
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lucille, la vita oltre la morte
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Presentato nella sezione ‘orizzonti’ presso il Festival del cinema di Venezia 2024, il film “L’Attachement” rappresenta il 5° lungometraggio della cinquantaduenne francese Carine Tardieu. Trovatasi a governare, nel cast, la spumeggiante Valeria Bruni Tedeschi (il recente “Duse” l’ha resa diva del momento in Italia), la regista la relega inopinatamente, per almeno metà della pellicola, nel ruolo di comprimaria rispetto al piccolo David (il sorprendente César Botti), inatteso protagonista che si guadagna ampiamente i galloni sul campo. Adattando il romanzo “L’intimité” di Alice Ferney, Tardieu regala alla Bruni Tedeschi il personaggio complesso di una libraia femminista sui generis che non vuole essere né moglie, né madre; le circostanze, però, cambieranno quest’inerzia, dal momento che Sandra (la Bruni Tedeschi) è anche vicina di casa di una giovane coppia che di figli ne ha due.
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Presentato nella sezione ‘orizzonti’ presso il Festival del cinema di Venezia 2024, il film “L’Attachement” rappresenta il 5° lungometraggio della cinquantaduenne francese Carine Tardieu. Trovatasi a governare, nel cast, la spumeggiante Valeria Bruni Tedeschi (il recente “Duse” l’ha resa diva del momento in Italia), la regista la relega inopinatamente, per almeno metà della pellicola, nel ruolo di comprimaria rispetto al piccolo David (il sorprendente César Botti), inatteso protagonista che si guadagna ampiamente i galloni sul campo. Adattando il romanzo “L’intimité” di Alice Ferney, Tardieu regala alla Bruni Tedeschi il personaggio complesso di una libraia femminista sui generis che non vuole essere né moglie, né madre; le circostanze, però, cambieranno quest’inerzia, dal momento che Sandra (la Bruni Tedeschi) è anche vicina di casa di una giovane coppia che di figli ne ha due. Una tragedia fra capo e collo ai vicini di pianerottolo rivelerà, invece, una Sandra dalla vocazione materna inedita in un commovente intreccio di affetti incrociati di incredibile delicatezza. La narrazione è scandita in capitoli che indicano la progressiva crescita temporale di Lucille (la neonata ormai senza madre) che offrono alla regista il giusto respiro nel delineare i suoi personaggi. Famiglie disfunzionali, si grazie?! Sembra proprio questo il senso complessivo delle vicende raccontate: due piccoli senza madre, un padre che è anche patrigno con una moglie che non è madre di nessuno…esattamente come Sandra che tiene a battesimo la nuova unione mentre continua a sottolineare nelle sue conferenze i rischi, tutti femminili, di parto e aborto! Comunque lo si veda, un film rasserenante nonostante le tragedie vere o presunte tali, una “tranche de vie” per dirla alla Claude Sautet dove non e dato individuare un inizio o una fine..ma solo uno spaccato di vita reale.
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maxan
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domenica 5 ottobre 2025
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l''imprevedibilit? delle relazioni
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Un film che mette al centro le relazioni più intime e le loro traiettorie imprevedibili. Con dialoghi asciutti e mai banali su cui è facile riconoscersi. In scena un cast ben diretto e credibile.
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ralphscott
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sabato 4 ottobre 2025
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farsi i denti come su un osso per cani
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Alex resta vedovo, ma non resta solo. Una gran, bella famiglia - affatto tradizionale - tra figli naturali e di fatto, amori ed amicizie speciali, ci accompagna e ci emoziona con sentimenti semplici e tanta sincerit?. Emilia, con la sua scelta, tocca uno dei vertici del racconto. Sandra, una misurata V.B.Tedeschi - attrice facile da amare, funge da specchio e da coscienza per il bravissimo Marmai, col suo disarmante Alex: precocemente rifugge da lui, lucidamente consapevole di costituirne uno sfogo (come un osso per cani), poi vi rester? legata da un profondissimo sentimento, dai tratti commoventi. Storia coinvolgente, sceneggiatura da applausi, attori molto credibili.
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cardclau
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martedì 30 settembre 2025
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simmetria e asimmetria
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Carine Tardieu ha il coraggio di firmare un film di esseri umani incompiuti, e di relazioni umane ingarbugliate, sulle quali anche lei rischia di perdersi. Limitiamoci a parlare di qualche figura. Il personaggio più inconsistente è quello di Alex Perthuis (Pio Marmaï). Alex è sposato, lo vediamo accompagnare la moglie incinta (spinta nella gravidanza) in ospedale per rottura delle acque. Alex era diventato un geloso padre putativo del figlio Elliott che la moglie aveva avuto con David (Raphael Quenard, considerato un padre assente) dal quale aveva divorziato. La moglie di Alex muore per un’embolia di liquido amniotico durante il parto, lasciando Alex con Elliott (non suo) e la neonata Lucille.
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Carine Tardieu ha il coraggio di firmare un film di esseri umani incompiuti, e di relazioni umane ingarbugliate, sulle quali anche lei rischia di perdersi. Limitiamoci a parlare di qualche figura. Il personaggio più inconsistente è quello di Alex Perthuis (Pio Marmaï). Alex è sposato, lo vediamo accompagnare la moglie incinta (spinta nella gravidanza) in ospedale per rottura delle acque. Alex era diventato un geloso padre putativo del figlio Elliott che la moglie aveva avuto con David (Raphael Quenard, considerato un padre assente) dal quale aveva divorziato. La moglie di Alex muore per un’embolia di liquido amniotico durante il parto, lasciando Alex con Elliott (non suo) e la neonata Lucille. Alex ha l’estremo bisogno di fare il padre a tutti i costi, di considerarsi un tutt’uno con i figli, ciò nonostante ha una grande facilità a baciare donne precocemente, degli agiti senza pensiero. Emilia Demetriu (Vimala Pons) diventa sua moglie, per rendersi conto, dopo, di quello che bolle nella testa del marito, nel quale lei è assente, e che la esclude dal fare un ruolo genitoriale ai SUOI figli. Emilia, allora, esce dalla vita di Alex, indifferente (?). Il personaggio più indovinato è quello di Sandra Fernay (Valeria Bruni Tedeschi). Libraria di una libreria specializzata nel femminismo, aveva deciso in tenera età di non volersi sposare, né di voler avere figli, forse perché sulla linea libertà-condivisione si era completamente spostata verso la libertà. Eterosessuale occasionale, aveva rinunciato all’amore stabile, forse per non dover sottostare. Sandra però è scevra di elementi aggressivi, è ricca di elementi pacificatori, accoglienti, ed empatici (di suo), riesce ad accogliere Elliott, improvvisamente affidatole dalla madre, e in seguito, a diventare la zia affidabile della instabile famiglia di Alex. Il film, però, termina prima della deflagrazione adolescenziale di Elliott e di Lucille, ma non è detto.
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massimo cortese
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sabato 23 agosto 2025
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affascinante storia legata alla genitorialit
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Questo film racconta in modo semplice tematiche complesse, tutte risalenti a quelle che un tempo si dicevano attinenti alla famiglia. Fin da piccoli, ci è stato detto che la famiglia è la prima società umana, ma oggi questo istituto è mutato rispetto a quello che abbiamo conosciuto. I problemi restano però sempre gli stessi, ed allora anche i modi per affrontarli risentono del cambiamento che pervade l’intera Società. Sicuramente è gradevole ritornare a parlare di maternità, di paternità, della costituzione dei rapporti umani, e non a caso la prima relazione che apre la narrazione è quella tra un bambino e una donna indipendente, uno scenario in qualche modo inconsueto per quest’ultima.
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Questo film racconta in modo semplice tematiche complesse, tutte risalenti a quelle che un tempo si dicevano attinenti alla famiglia. Fin da piccoli, ci è stato detto che la famiglia è la prima società umana, ma oggi questo istituto è mutato rispetto a quello che abbiamo conosciuto. I problemi restano però sempre gli stessi, ed allora anche i modi per affrontarli risentono del cambiamento che pervade l’intera Società. Sicuramente è gradevole ritornare a parlare di maternità, di paternità, della costituzione dei rapporti umani, e non a caso la prima relazione che apre la narrazione è quella tra un bambino e una donna indipendente, uno scenario in qualche modo inconsueto per quest’ultima. Da questa vicenda principale seguiranno le altre, sebbene ciascuna presenti i suoi punti di forza e le sue fragilità.
L’impianto narrativo procede ad intervalli ben precisi, cadenzati con la crescita del piccolo essere umano che viene messo al mondo all’inizio della storia.
La pellicola è una bella fotografia del nostro tempo, che non smette di riservarci delle sorprese, e questo genere di cose non viene mai a mancare.
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