|
anna rosa
|
mercoledì 23 aprile 2025
|
il vostro odio vi seppellir
|
|
|
|
Film di grande spessore nell'impegno politico, nella rappresentazione delle dinamiche interpersonali, nello scavo psicologico, "Il seme del fico sacro" racconta in un crescendo di tensione lo sprofondare di una famiglia inizialmente felice nel vortice del sospetto, fino al tragico esito finale. Ed estremamente ricco di motivi, coerentemente collegati fra loro: il ruolo della moglie, il rapporto tra il padre e le figlie, l'importanza della fede, tuttavia vissuta come obbligo da imporre a tutti, il sentimento di accerchiamento dei difensori del potere in carica, l'insofferenza di tanti, soprattutto dei giovani, per una cultura sentita come castratrice. Teniamoci stratta la nostra Costituzione!
[+] un mondo in frantumi
(di maurizio marchesi)
[ - ] un mondo in frantumi
|
|
|
[+] lascia un commento a anna rosa »
[ - ] lascia un commento a anna rosa »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
felicity
|
sabato 4 ottobre 2025
|
una sfida epica tra visioni di mondo
|
|
|
|
Il seme del fico sacro è un capolavoro di ritmo, sceneggiatura e recitazione.
Il film adopera le formule del cinema classico, come appunto il MacGuffin hitchcockiano della pistola sparita, o il confronto da western nel villaggio abbandonato, che diventa un labirinto kubrickiano, ma evoca esplicitamente anche le strutture ancestrali della fiaba.
E tutti questi sono motivi di forza, non una debolezza. Come è una forza disattendere le attese dello spettatore che si crede più smaliziato, perché a volte le cose sono esattamente come sembrano.
Il seme del fico sacro non nasconde l’aspetto traslato, allegorico del dispositivo, fin dal titolo e dalla citazione, che ricordano come i semi del fico sacro germoglino e crescano sui rami di una pianta morente, sostituendosi in sostanza ad essa.
[+]
Il seme del fico sacro è un capolavoro di ritmo, sceneggiatura e recitazione.
Il film adopera le formule del cinema classico, come appunto il MacGuffin hitchcockiano della pistola sparita, o il confronto da western nel villaggio abbandonato, che diventa un labirinto kubrickiano, ma evoca esplicitamente anche le strutture ancestrali della fiaba.
E tutti questi sono motivi di forza, non una debolezza. Come è una forza disattendere le attese dello spettatore che si crede più smaliziato, perché a volte le cose sono esattamente come sembrano.
Il seme del fico sacro non nasconde l’aspetto traslato, allegorico del dispositivo, fin dal titolo e dalla citazione, che ricordano come i semi del fico sacro germoglino e crescano sui rami di una pianta morente, sostituendosi in sostanza ad essa.
Gli inserti con i video della polizia ordinaria e della polizia morale che reprimono il movimento delle universitarie e degli universitari, pur già visti sul display del cellulare, irrompono sul grande schermo nella cornice tutto sommato patinata, mediata, del thriller domestico con una potenza immediata che non può lasciare indifferenti.
Il film mantiene la barra dritta, per concentrarsi sul crescendo delle tensioni familiari, sulla progressiva deriva folle di Iman, che finisce per replicare con moglie e figlie le stesse strategie inquisitorie e repressive del regime.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
francesca meneghetti
|
giovedì 20 febbraio 2025
|
|
una dittatura teocratica infestante come il fico sacro (ma che lento!)
|
|
|
|
Non bastano le scene finali che riprendono le manifestazioni di Donne, vita e libert?, e il gesto di vittoria di una ragazza in moto per sollevare lo spettatore, trascinato per quasi tre ore in un vortice di rabbia e frustrazione. Sollecitare la prima emozione tra le due era sicuramente nelle intenzioni del regista iraniano, Mohammed Rasoulof, pi? volte perseguitato, riuscito a fuggire e a riparare in Germania: aver sperimentato direttamente la violenza e la pervasivit? di una teocrazia che, al pari della pianta infestante del fico sacro, attecchisce ovunque e prospera in modo parassitario, gli d? di certo una forte carica polemica ai fini di una pubblica denuncia. Le sue intenzioni, e ci? che ha realizzato, servono a fare de Il seme del fico sacro, una bandiera, espressione dell?opposizione al regime governato dall?Ayatollah Ali Khamenei (e per questo il film ? sostenuto dalla critica cinematografica e dalle ?lites che governano i premi).
[+]
Non bastano le scene finali che riprendono le manifestazioni di Donne, vita e libert?, e il gesto di vittoria di una ragazza in moto per sollevare lo spettatore, trascinato per quasi tre ore in un vortice di rabbia e frustrazione. Sollecitare la prima emozione tra le due era sicuramente nelle intenzioni del regista iraniano, Mohammed Rasoulof, pi? volte perseguitato, riuscito a fuggire e a riparare in Germania: aver sperimentato direttamente la violenza e la pervasivit? di una teocrazia che, al pari della pianta infestante del fico sacro, attecchisce ovunque e prospera in modo parassitario, gli d? di certo una forte carica polemica ai fini di una pubblica denuncia. Le sue intenzioni, e ci? che ha realizzato, servono a fare de Il seme del fico sacro, una bandiera, espressione dell?opposizione al regime governato dall?Ayatollah Ali Khamenei (e per questo il film ? sostenuto dalla critica cinematografica e dalle ?lites che governano i premi). Ma il ritmo ? lento e la mano del regista pesante. ? necessario indugiare per istanti interminabili, con primo piano, sul volto di una ragazza devastato da pallini di piombo? Preciso: se la volont? ? denunciare una dittatura, ha senso l?inquadratura, ma l?insistenza diventa ossessiva. Si giustifica, ma la rabbia che ne scaturisce resta senza prospettive (finir? mai il regime iraniano?). Di qui la frustrazione e l?amarezza. La sceneggiatura, di per s?, ? ottima. Vediamo la trama. C?? una famiglia benestante di Teheran. Lui ? un giudice in carriera molto religioso, che ha appena avuto un avanzamento di carriera. All?inizio sembra una persona mite, dotata di moralit?: va in crisi quando scopre di dover autorizzare, senza verifica, una condanna a morte per blasfemia. Poi, di fronte alle tensioni generate dalle manifestazioni contro l?assassinio di Mahsa Amini, e, soprattutto dallo smarrimento della pistola che gli ? stata consegnata dai superiori, entra in una spirale di paura e sospetto, che lo porter? a mettere sotto processo, in un delirio paranoico politico e religioso, moglie e figlie. Queste, prima che il padre perda il lume della ragione, avevanoesprimono il loro dissenso dalla dittatura, avendo assistito a scene violente di repressione ingiustificata, anche attraverso i video che circolano tra i giovani con i telefonini. La moglie ? il personaggio pi? ambiguo: vezzeggia e cura in modo ancillare il marito (per amore suo o dei benefit che derivano dalla sua carriera?), ma non pu? sopprimere un naturale istinto di protezione verso le figlie. Pertanto il film mette in scena un dramma di famiglia shakesperiano ricco di colpi di scena. Peccato per la lentezza eccessiva di alcune sequenze. Si potrebbe obiettare che sono funzionali al racconto: personalmente credo che la storia non sarebbe stata impoverita da alcuni tagli, specie nella prima parte, essendo la seconda pi? dinamica, anche perch? si esce, finalmente, dagli spazi interni, soffocanti, per aprirsi a un paesaggio selvaggio e primordiale. Alla fine, metabolizzati i sentimenti negativi di cui si ? detto all?inizio, si vorrebbe brindare con un calice decisamente alcolico non solo alla democrazia e alla libert?, ma anche alla laicit?. Se non all?ateismo... PS. ho trovato ingannevole il trailer, ma anche il titolo, la cui poesia ? negata dalla brutalit? della realt
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a francesca meneghetti »
[ - ] lascia un commento a francesca meneghetti »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
cardclau
|
venerdì 21 febbraio 2025
|
i maschi contro le femmine
|
|
|
|
Il film Il seme del fico sacro (The Seed of the Sacred Fig) di Mohammad Rasoulof è sponsorizzato da Arte France e Arte Deutschland, altrimenti quello che succede in quel paese sarebbe invisibile e coperto dalle bugie del regime. Ho visto numerosi film iraniani che denunciano un sistema assolutamente liberticida, una dittatura a fondo religioso, dove viene suggerito che tutto appartiene a Dio, e che Dio vuole quello che vuole e che mette il naso su ogni cosa. Dio che ci ha creato (secondo loro) solo per essere di lui schiavi. Mentre è il primo a volerne la libertà: altrimenti quale sarebbe il senso di una adorazione, ottenuta sotto costrizione? In questo film viene approfondito quell’aspetto particolarmente inquietante di un sistema che per sopravvivere deve mettere i maschi contro le femmine, i padri contro le famiglie, favorendone l’ambiguità e l’incomunicabilità, specie quando ai maschi viene assegnato del potere e qualche soldo in più.
[+]
Il film Il seme del fico sacro (The Seed of the Sacred Fig) di Mohammad Rasoulof è sponsorizzato da Arte France e Arte Deutschland, altrimenti quello che succede in quel paese sarebbe invisibile e coperto dalle bugie del regime. Ho visto numerosi film iraniani che denunciano un sistema assolutamente liberticida, una dittatura a fondo religioso, dove viene suggerito che tutto appartiene a Dio, e che Dio vuole quello che vuole e che mette il naso su ogni cosa. Dio che ci ha creato (secondo loro) solo per essere di lui schiavi. Mentre è il primo a volerne la libertà: altrimenti quale sarebbe il senso di una adorazione, ottenuta sotto costrizione? In questo film viene approfondito quell’aspetto particolarmente inquietante di un sistema che per sopravvivere deve mettere i maschi contro le femmine, i padri contro le famiglie, favorendone l’ambiguità e l’incomunicabilità, specie quando ai maschi viene assegnato del potere e qualche soldo in più. Ma a che prezzo? A un prezzo pagato molto caro perché per avere questi benefici, occorre scavalcare quei confini, quei limiti, che oltrepassati frantumano per sempre il senso dell’onore, dell’identità, dell’umanità. Rendendoti solo un servitore, un cagnetto capace solo di scodinzolare al padrone. Gli attori sono formidabili, il padre giustamente un po' ottuso e limitato (che confonde il potere a lui estraneo con l'appartenervi); la madre e le figlie coraggiose, con un bisogno di cambiamento spettacolare.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a cardclau »
[ - ] lascia un commento a cardclau »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
gabriella
|
lunedì 3 marzo 2025
|
una denuncia al megafono
|
|
|
|
Dopo " Il male non esiste", il regista, sceneggiatore iraniano Mohammad Rasoulof più volte condannato in patria, imprigionato a causa dei suoi film ora esiliato in Germania,, riesce a veicolare un altro potente e significativo lavoro mostrandoci un paese dove la vita stessa è una prigione. Quando non si possono fare film che denunciano la mancanza di libertà, quando si vive nella paura di fare o dire cose sbagliate, quando ogni gesto quotidiano viene interpretato, condannato , represso, umiliato, credo sia questo il meccanismo che si innesca in chi ha voglia di raccontare la verità, quasi tutto il cast che ha recitato nel film è riuscito a lasciare il paese, alcuni clandestinamente, con l'accusa di propaganda contro il regime e di corruzione e attentati alla sicurezza pubblica.
[+]
Dopo " Il male non esiste", il regista, sceneggiatore iraniano Mohammad Rasoulof più volte condannato in patria, imprigionato a causa dei suoi film ora esiliato in Germania,, riesce a veicolare un altro potente e significativo lavoro mostrandoci un paese dove la vita stessa è una prigione. Quando non si possono fare film che denunciano la mancanza di libertà, quando si vive nella paura di fare o dire cose sbagliate, quando ogni gesto quotidiano viene interpretato, condannato , represso, umiliato, credo sia questo il meccanismo che si innesca in chi ha voglia di raccontare la verità, quasi tutto il cast che ha recitato nel film è riuscito a lasciare il paese, alcuni clandestinamente, con l'accusa di propaganda contro il regime e di corruzione e attentati alla sicurezza pubblica. Lo specchio della realtà è rappresentato da una famiglia, un padre, Iman che ottiene una promozione sul lavoro come giudice istruttore del tribunale, diventando così strumento e complice di un apparato che giudica e condanna , la moglie che si trova a gestire una situazione che le sta sfuggendo di mano, tenere a bada due figlie adolescenti che grazie a un’amica militante, iniziano ad aprire gli occhi e attraverso i social farsi un’idea del cumulo di menzogne raccontate dal regime, e tenere calmo il marito accudendolo in tutto ed evitargli qualsiasi fonte di preoccupazione. Le strade della capitale sono in fermento per l’uccisione di Masha Amini, studentesse manifestanti che si tolgono il velo in segno di protesta , tafferugli e scontri con le forze dell’ordine, il mondo sta esplodendo, le figlie di Iman sostengono segretamente la rivoluzione e iniziano a contestare apertamente il padre. Ma improvvisamente la pistola di ordinanza di Iman sparisce , fatto gravissimo che potrebbe nuocergli pesantemente su lavoro e carriera, l’uomo diventa paranoico, inizia a sospettare di moglie e figlie, dando luogo a un’indagine serrata che diventa sempre più violenta, fino a oltrepassare ogni limite ,A questo punto il ritmo del film diventa teso, sostenuto , prende forma quel senso di minaccia che si preannuncia già dalle prime scene, nell’ apparente calma familiare, tutte le convinzioni, la falsa bolla rassicurante di un legame solido, si stanno sgretolando, inesorabilmente e implacabilmente, quando si comprende che la libertà significa disobbedienza, quando non si ha più la forza di chinare il capo e di perdonare. Perchè vederlo? Perchè è un film coraggioso, che parla alle nostre coscienze e ci impedisce di girarci dall’altra parte, perché ci mostra una verità imbavagliata , offesa , deturpata, chiusa a chiave.
PS: sono convinta che il valore e l’importanza del messaggio non avrebbero sminuito un film sgravato di una ventina di minuti.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a gabriella »
[ - ] lascia un commento a gabriella »
|
|
d'accordo? |
|
|
|