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gianluk
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martedì 19 agosto 2025
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film lungo, lento e non facile da seguire
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Film ambizioso e visivamente curato, ma risulta un po? troppo lungo e con una trama piuttosto intricata, che richiede molta attenzione per essere seguita fino in fondo. Il ritmo lento non aiuta e a tratti rischia di far perdere il coinvolgimento, anche se l?atmosfera rimane affascinante. Non tornerei a guardarlo.
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dreamers
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domenica 6 luglio 2025
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sfinente diavoleria
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"Tutto ciò è stato estenuante?". Verso la fine del film (comunque già ben oltre ogni limite di sopportazione spettatoriale) Satana in persona arriva a porla la domanda e allora anche tu, proprio come lo scrittore protagonista, sei preso da un sogno: che tutti gli spettatori seduti in sala abbiano il coraggio di rispondere all'unisono: "Sììì!!!!" e se ne escano a godersi una serata di luglio tutta terrena. Il film è tra i più sfinenti mai visti al cinema. Alla fine ti viene il sospetto che una roba del genere, infarcita sino alla nausea di effettacci visivi (ma vogliamo parlare del gatto...?), spesso interpretata su un registro da Spiritello porcello, artefatta tutta, dal primo aprirsi di una porta al seno della protagonista, ridondante in maniera spietata, si sia guadagnata incassi e stelline puntando tutto sull'incasinamento, una mossa oggi drammaticamente vincente ad ogni livello.
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"Tutto ciò è stato estenuante?". Verso la fine del film (comunque già ben oltre ogni limite di sopportazione spettatoriale) Satana in persona arriva a porla la domanda e allora anche tu, proprio come lo scrittore protagonista, sei preso da un sogno: che tutti gli spettatori seduti in sala abbiano il coraggio di rispondere all'unisono: "Sììì!!!!" e se ne escano a godersi una serata di luglio tutta terrena. Il film è tra i più sfinenti mai visti al cinema. Alla fine ti viene il sospetto che una roba del genere, infarcita sino alla nausea di effettacci visivi (ma vogliamo parlare del gatto...?), spesso interpretata su un registro da Spiritello porcello, artefatta tutta, dal primo aprirsi di una porta al seno della protagonista, ridondante in maniera spietata, si sia guadagnata incassi e stelline puntando tutto sull'incasinamento, una mossa oggi drammaticamente vincente ad ogni livello. La struttura labirintica del romanzo è strumentalmente cavalcata come ghiotta occasione per concedersi a livello visivo, contenutistico e narrativo, di tutto e di più. A uscirne è un cocktail tutto sbagliato nei dosaggi (ma quanto dura il rito di 'sto cavolo di plenilunio...?) ma con tanti colori e la bandierina sulla cannuccia. Con la falce e il martello o a stelle e strisce? Che importa? Alla fine c'è Mosca che brucia e a qualcuno basta e avanza. Ma a chi ha letto il romanzo (e magari qualche film l'ha visto) è vivamente consigliato muoversi altrove.
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domenica 6 luglio 2025
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sfinente diavoleria
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"Tutto ciò è stato estenuante?". Verso la fine del film (comunque già ben oltre ogni limite di sopportazione spettatoriale) Satana in persona arriva a porla la domanda e allora anche tu, proprio come lo scrittore protagonista, sei preso da un sogno: che tutti gli spettatori seduti in sala abbiano il coraggio di rispondere all'unisono: "Sììì!!!!" e se ne escano a godersi una serata di luglio tutta terrena. Il film è tra i più sfinenti mai visti al cinema. Alla fine ti viene il sospetto che una roba del genere, infarcita sino alla nausea di effettacci visivi (ma vogliamo parlare del gatto...?), spesso interpretata su un registro da Spiritello porcello, artefatta tutta, dal primo aprirsi di una porta al seno della protagonista, ridondante in maniera spietata, si sia guadagnata incassi e stelline puntando tutto sull'incasinamento, una mossa oggi drammaticamente vincente ad ogni livello.
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"Tutto ciò è stato estenuante?". Verso la fine del film (comunque già ben oltre ogni limite di sopportazione spettatoriale) Satana in persona arriva a porla la domanda e allora anche tu, proprio come lo scrittore protagonista, sei preso da un sogno: che tutti gli spettatori seduti in sala abbiano il coraggio di rispondere all'unisono: "Sììì!!!!" e se ne escano a godersi una serata di luglio tutta terrena. Il film è tra i più sfinenti mai visti al cinema. Alla fine ti viene il sospetto che una roba del genere, infarcita sino alla nausea di effettacci visivi (ma vogliamo parlare del gatto...?), spesso interpretata su un registro da Spiritello porcello, artefatta tutta, dal primo aprirsi di una porta al seno della protagonista, ridondante in maniera spietata, si sia guadagnata incassi e stelline puntando tutto sull'incasinamento, una mossa oggi drammaticamente vincente ad ogni livello. La struttura labirintica del romanzo è strumentalmente cavalcata come ghiotta occasione per concedersi a livello visivo, contenutistico e narrativo, di tutto e di più. A uscirne è un cocktail tutto sbagliato nei dosaggi (ma quanto dura il rito di 'sto cavolo di plenilunio...?) ma con tanti colori e la bandierina sulla cannuccia. Con la falce e il martello o a stelle e strisce? Che importa? Alla fine c'è Mosca che brucia e a qualcuno basta e avanza. Ma a chi ha letto il romanzo (e magari qualche film l'ha visto) è vivamente consigliato muoversi altrove.
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cardclau
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mercoledì 2 luglio 2025
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le radici del male
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Siamo di fronte ad una operazione che definirei sorprendente: mettere in scena il romanzo di Michail Bulgakov, uno dei più importanti del 900, che scritto in molte versioni dal 1928 al 1940, tratta del romanzo del diavolo per un autore che l’ha conosciuto di persona. Con le difficoltà di interpretazione che riflettono le tragiche inquietudini del suo autore. Che Bulgakov sia stato umiliato profondamente dal sadismo di Stalin, che abbia richiesto ripetutamente a lui il permesso di espatriare, negato. Che l’Unione panrussa degli Scrittori (MChAT, Glavrepertkom, Teatri a loro connessi, …) l’abbia cercato di nullificare favorendone il suicidio o l’eliminazione [vedi il film Le Vite degli Altri e le vicende di Isaak Emmanuilovič Babel’; Pavel Aleksandrovič Florenskij; Osip Ėmil'evič Mandel’štam; …].
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Siamo di fronte ad una operazione che definirei sorprendente: mettere in scena il romanzo di Michail Bulgakov, uno dei più importanti del 900, che scritto in molte versioni dal 1928 al 1940, tratta del romanzo del diavolo per un autore che l’ha conosciuto di persona. Con le difficoltà di interpretazione che riflettono le tragiche inquietudini del suo autore. Che Bulgakov sia stato umiliato profondamente dal sadismo di Stalin, che abbia richiesto ripetutamente a lui il permesso di espatriare, negato. Che l’Unione panrussa degli Scrittori (MChAT, Glavrepertkom, Teatri a loro connessi, …) l’abbia cercato di nullificare favorendone il suicidio o l’eliminazione [vedi il film Le Vite degli Altri e le vicende di Isaak Emmanuilovič Babel’; Pavel Aleksandrovič Florenskij; Osip Ėmil'evič Mandel’štam; …]. Che Bulgakov definirà l’anno 1929: “l’anno del mio annientamento come scrittore”. Come evolve una vicenda così efferata sull’equilibrio di una persona? Come scrive Margherita Crepax nella prefazione, recente traduttrice del romanzo: “ Ma Bulgakov, come il Maestro, ha trasferito la sua forza nel romanzo e il romanzo ha ovunque «valicato la mezzanotte». Dal 4 ottobre1939 fino a poco della morte, 10 marzo 1940, ormai quasi cieco, Bulgakov detta a sua moglie Elena Sergeevna Šilovskaja le correzioni al Maestro e Margherita”. Vogliamo pensarlo così, la sua opera intimamente connessa col suo essere, essenziale alla sua umana sopravvivenza, necessario alla nostra comprensione. E il film merita.
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m p
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lunedì 30 giugno 2025
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il capolavoro di bulgakov rovinato
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Mi aspettavo un capolavoro come l'opera letteraria e invece mi sono ritrovata a vedere un film grottesco con tratti horror e splatter. Non ci sono la profondit? del romanzo, la passione della storia d'amore, le tematiche sottese. Il libro ti trascina con il suo surrealismo e la sua complessit?, ti affascina con i suoi personaggi e con la storicit?. Questo film invece ? tutto un mescolone in cui si cerca solo l'effetto violento, claustrofobico e terrorizzante.
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domenica 29 giugno 2025
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"boigottato"
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Non so chi sia stato il genio a scrivere quella parola sul manifesto del film. Per esperienza personale e avendo visto il film in Russia, posso affermare che non ? stato affatto boicottato: al contrario, ? parte integrante della cultura russa. Prima di lanciarsi in certe affermazioni, bisognerebbe avere l?onest? intellettuale di verificare i fatti sul posto. Scrivere tanto per battere i tasti su una tastiera, senza una minima dose di creativit? o conoscenza reale, non rende giustizia n? al film n? alla cultura che lo ha accolto.
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rosmersholm
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giovedì 26 giugno 2025
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ottimo
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Ottima trasposizione di un romanzo difficile da maneggiare. Mi chiedo come i critichini italiani possano assegnare a questo film le stesse valutazioni degli infiniti filmetti italici.
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athos
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sabato 21 giugno 2025
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a suo modo romantico
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Una bellissima fotografia illumina questo film complesso e tutto da vedere. Ho letto che è stato finanziato dallo stato russo, incredibilmente ignaro della sceneggiatura, per poi ricevere volgari stroncature dai sodali di Putin. Molto meglio Woland.
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venerdì 20 giugno 2025
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maestro e margherita
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non lo so. Nella sua visione sono stato troppo condizionato dal tentativo di recupero mnemonico dell'opera letteraria che non mi ha permesso di guardarlo come un'opera originale. Certo, momenti di suggestione sono presenti. Il gatto no, Beemoth di Bulgakov aveva una carica ironica che qui manca e poi questo non e' un gatto ma un brutto pupazzo. Indubbiamente ci sono momenti di forte suggestione, non mi riferisco in particolare alla fine ma allo spettacolo di mr Woland al popolo sempre bue.
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aizram
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venerdì 20 giugno 2025
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folle e travolgente
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Il Maestro e Margherita è un film non convenzionale, che risucchia lo spettatore nel suo vortice di + di 2 ore di scene surreali. Non importa che si abbia letto o meno il bellissimo libro di Bulgakov da cui è tratto. Bisogna lasciarsi trascinare dalla storia e dai personaggi. La follia è alla base di tutto, la follia della dittatura, in questo caso. Non possono che scaturirne ovvie assurdità, sia nelle vite reali di chi subisce la dittatura, sia nell’immaginario che il Maestro descrive e che, almeno, rende un poco di giustizia agli oppressi. Bravi anche gli interpreti, non tutti noti. Molto curati i costumi e la scenografia.
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