Michele Giordano
Nocturno
"L'arte alle masse!", ammonisce dal frontespizio di un lussuoso edificio il trionfante emblema fosforescente, mentre i fari di una lussuosa Gaz nera illuminano la notte della Mosca post-rivoluzionaria degli anni 30. Il guardiano del palazzo, in livrea, segue, stralunato, un "nulla" in movimento che si introduce nel portone. Condita da note infantili, ma anche vagamente orrorifiche, la scena si sviluppa all'interno dell'edificio, fra inquietanti risatine fantasmatiche, fremiti e svolazzi di veli, piani olandesi e soggettive (un po' Shining e un po' Poltergeist) e si conclude con un vero e proprio macello nell'appartamento del critico letterario di regime Latunskij, diffamatore delle opere del Maestro, il co-protagonista, uno scrittore perseguitato (chiaramente autobiografico), fra rubinetti che sputano acqua, cassetti che si aprono e un martello che vola fracassando ogni cosa gli si pari innanzi: da un busto di Marx alle tastiere di un pianoforte, dai vetri ai piatti e ai bicchieri, financo alla tela con un ritratto del padrone di casa sfregiato da un coltello "aereo" con un taglio alla Lucio Fontana. [...]
di Michele Giordano, articolo completo (6961 caratteri spazi inclusi) su Nocturno 16 giugno 2025
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