maria rizzi
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martedì 15 aprile 2025
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terribile e vera realt?, apriamo gli occhi
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Non sono riuscita a vedere tutti i piccoli filmati, il dolore era troppo perchè è tutto reale, tutto vero e forse la realtà a Gaza è ancora peggiore di questa descritta. Un pugno allo stomaco, ma necessario,una vicinanza come se potessi essere li. Tutti dovrebbero vedere questo film, cambieremmo di sicuro il nostro modo di capire la realtà.
Onore al regista e a chi ha descritto questa atrocità per farci aprire gli occhi. Fate girare questo film, fatelo conoscere il più possibile, è necessario.
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the adrenalin addict
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giovedì 17 ottobre 2024
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una guerra a pezzi
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Una guerra a pezzi. Quale? La nostra, quella di noi occidentali? Oppure quella palestinese, che non ha bisogno di troppe scene, di troppe parole per essere spiegata? Spesso sentiamo questa frase con riferimento a ciò che l'intelligenza artificiale crea ogni giorno. Una guerra ibrida, dove confondere le idee di una moltitudine vale più che conquistare la terra. Uno scherzo? Forse. Ma a Gaza di certo non si scherza. Anzi, sì, lo si fa per sdrammatizzare. Altrimenti si rischia di cadere nel panico, quello vero. Specialmente quando ti accorgi che non c'è nulla di artificiale, di costruito, quando assisti a delle esplosioni e vedi interi palazzi crollare. E' tutto reale. Qui la morte si tocca con le mani, si scrive sul tuo corpo fin da piccoli, come fosse un segno del destino.
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Una guerra a pezzi. Quale? La nostra, quella di noi occidentali? Oppure quella palestinese, che non ha bisogno di troppe scene, di troppe parole per essere spiegata? Spesso sentiamo questa frase con riferimento a ciò che l'intelligenza artificiale crea ogni giorno. Una guerra ibrida, dove confondere le idee di una moltitudine vale più che conquistare la terra. Uno scherzo? Forse. Ma a Gaza di certo non si scherza. Anzi, sì, lo si fa per sdrammatizzare. Altrimenti si rischia di cadere nel panico, quello vero. Specialmente quando ti accorgi che non c'è nulla di artificiale, di costruito, quando assisti a delle esplosioni e vedi interi palazzi crollare. E' tutto reale. Qui la morte si tocca con le mani, si scrive sul tuo corpo fin da piccoli, come fosse un segno del destino. E a farne le spese chi sono, soprattutto, se non i bambini, costretti a vivere tra gli incubi di una casa in macerie, anziché tra i sogni dell'Internet of Things? Per fortuna che c'è il mare, una spiaggia dove correre, dove sperare, dove perdersi nella natura che vince la guerra. Almeno in apparenza.
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