Flow - Un mondo da salvare

Tutti con Flow il gatto che salva dal clima pazzo

Chi si ostina a pensare che il cartoon sia roba da minorenni ha un'ottima occasione per ricredersi: Flow. Un mondo da salvare , secondo lungometraggio del lettone Gints Zilbalodis. Intendiamoci: Flow va benissimo per i ragazzi (e andrebbe mostrato nelle scuole per il messaggio ecologico che veicola); ma non mancherà di sedurre gli adulti e farli trepidare come un suspenser con attori reali. Un giorno Flow, giovane gatto nero, si risveglia in un mondo sommerso dall'acqua, che continua a salire. Il micio, che ha la fobia dell'elemento liquido, riesce a salire su una barca in cui naviga un capibara e che diventerà una piccola Arca ospitando un lemure, un cane, un uccello. La navigazione, tra paesaggi naturali maestosi e statue semisommerse (nell'assenza assoluta di umani), sarà piena di imprevisti, ma anche onirica e poetica. L'intesa tra i naviganti, dapprima difficile, si trasformerà in collaborazione di fronte alla necessità di adattarsi al nuovo ambiente. Senza parole, il film ti permette di immergerti nelle immagini seguendo la corrente. Se la tematica della natura è un fondamento, l'altro è la necessità di unirsi di fronte alle avversità. Morale della favola immancabile in qualsiasi cartoon della Pixar. Però le differenze rispetto a quelli sono vistosissime. E non solo per l'animazione a due dimensioni, anziché in 3D. Anche perché la storia, un po' come nel cinema di Miyazaki, non è stata decisa a priori ma si è evoluta durante la produzione. Ma soprattutto per la naturalezza - diremmo etologica - con cui si muovono gli animali, all'opposto delle deformazioni antropomorfiche della Disney. Comportamenti pieni di verità; specie quelli del gatto nero dai grandi occhi gialli, col quale sarebbe impossibile non identificarsi.
Da La Repubblica, 7 novembre 2024


di Roberto Nepoti, 7 novembre 2024