ralphscott
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venerdì 8 dicembre 2023
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meglio non approfondire troppo.
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Si apprezza l'ironia della sorte, vera e propria spinta creativa per il regista. E' stato ricordato Match Point, poichè c'é la coppia glamour, c'é il tradimento, c'é la trama gialla; questa volta la messa in scena non brilla per raffinatezza - a poco servono i soliti accessori di lusso in bella mostra - con una prima parte buttata un po' lì, sembrerebbe. Dialoghi semplici, termini ripetuti all'eccesso (es. donna trofeo), sceneggiatura che rasenta la noia. Mettici poi che il giovane amante, con le citazioni statistiche, non pare meno noioso del marito. Il livello si accende quando il buon Poupaud si mette all'opera e gradualmente si rivela ben diverso dalle apparenze.
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Si apprezza l'ironia della sorte, vera e propria spinta creativa per il regista. E' stato ricordato Match Point, poichè c'é la coppia glamour, c'é il tradimento, c'é la trama gialla; questa volta la messa in scena non brilla per raffinatezza - a poco servono i soliti accessori di lusso in bella mostra - con una prima parte buttata un po' lì, sembrerebbe. Dialoghi semplici, termini ripetuti all'eccesso (es. donna trofeo), sceneggiatura che rasenta la noia. Mettici poi che il giovane amante, con le citazioni statistiche, non pare meno noioso del marito. Il livello si accende quando il buon Poupaud si mette all'opera e gradualmente si rivela ben diverso dalle apparenze. Tutto sommato il film é riuscito, sebbene Allen, anche in questa occasione, sembrasse, almeno inizialmente, in vacanza. Fanny ruba lo sguardo.
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gianni quilici
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domenica 10 dicembre 2023
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fa sorridere, ma nessuna emozione
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Woody Allen ha realizzato il film che voleva: ironico e apparentemente spietato con un grosso limite, che è però una scelta: è meccanico.
La storia d’amore che inizia con un bel piano sequenza tra lui (giovane scrittore bohémien benestante) e lei (sposata, ricca, ex collega di scuola) è data dalla loro giovinezza e bellezza e da ciò che si dicono, ma non motivata da una profondità di rapporto. Vicina a un fotoromanzo insomma, lontanissima, si fa per capirci, da un film di Bergman
Così come la vendetta del marito. Non ci coinvolge, ne’ sconvolge, semmai ci fa sorridere, come del resto vuole Woody. Ed il finale, veloce e sorprendente, ci fa, per un attimo, ridere.
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Woody Allen ha realizzato il film che voleva: ironico e apparentemente spietato con un grosso limite, che è però una scelta: è meccanico.
La storia d’amore che inizia con un bel piano sequenza tra lui (giovane scrittore bohémien benestante) e lei (sposata, ricca, ex collega di scuola) è data dalla loro giovinezza e bellezza e da ciò che si dicono, ma non motivata da una profondità di rapporto. Vicina a un fotoromanzo insomma, lontanissima, si fa per capirci, da un film di Bergman
Così come la vendetta del marito. Non ci coinvolge, ne’ sconvolge, semmai ci fa sorridere, come del resto vuole Woody. Ed il finale, veloce e sorprendente, ci fa, per un attimo, ridere.
E’ un W. A. che vola sopra questa umanità piena di soldi, che vive di pettegolezzi, viaggia tra una capitale e l’altra e che si annoia. E’ un W. A. che non si indigna e neppure si innamora. Sorride e ci fa sorridere.
Ho pensato: uno di quei film che puoi vedere, ma che puoi, anche, perdere.
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francesca meneghetti
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sabato 16 settembre 2023
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che botta di culo essere vivi!
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Un’atmosfera molto francese (o europea) aleggia su questo film: boulevard con alberi d’autunno, parchi e boschi con il foliage, facciate dei bei palazzi signorili, qualche bistrot d’antan, il lungofiume, la villa in campagna. Ma sono la rappresentazione degli interni, la cura e l’eleganza degli outfit che, in aggiunta all’ambientazione degli esterni, ricordano moltissimo Eric Rohmer, come se Woody Allen fosse entrato in simbiosi con lui. Un particolare: la protagonista, la bellissima Fanny (Lou de Laâge), risulta seducente, ma senza mostrare gratuitamente centimetri di pelle. È sempre allacciata, veste morbido, sia in tenuta elegante sia in quella sportiva, in questo caso anche con un’immancabile Tshirt bianca che indossa anche sotto il pigiama.
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Un’atmosfera molto francese (o europea) aleggia su questo film: boulevard con alberi d’autunno, parchi e boschi con il foliage, facciate dei bei palazzi signorili, qualche bistrot d’antan, il lungofiume, la villa in campagna. Ma sono la rappresentazione degli interni, la cura e l’eleganza degli outfit che, in aggiunta all’ambientazione degli esterni, ricordano moltissimo Eric Rohmer, come se Woody Allen fosse entrato in simbiosi con lui. Un particolare: la protagonista, la bellissima Fanny (Lou de Laâge), risulta seducente, ma senza mostrare gratuitamente centimetri di pelle. È sempre allacciata, veste morbido, sia in tenuta elegante sia in quella sportiva, in questo caso anche con un’immancabile Tshirt bianca che indossa anche sotto il pigiama. Ciò fa ricordare la cura quasi maniacale di Rohmer per i costumi…
Ma il rapporto tra i due registi vale anche per la trama, dominata dal caso e sviluppata con le medesime elegante leggerezza ed essenzialità, pur partendo da un “canovaccio” quasi banale e scontato: lui (ricco affarista senza scrupoli, ossessionato in modo patologico dai suoi giocattoli: il plastico con il trenino, la caccia al cervo, e, last but not least, la moglie-trofeo da esibire in pubblico); lei (bella e confusa, a tratti ingenua, moderatamente ribelle); l’altro (l’aspirante scrittore che vive da bohemien in una mansardina, ex compagno di scuola di Fanny, da sempre innamorato di lei).
Ma quando le vicende del triangolo si aggrovigliano, ci vuole un deus ex machina per sciogliere i nodi (con l’aiuto della fortuna): in tal caso entra in azione la mamma di Fanny, la magnifica attrice francese Valérie Lemercier (ma tutto il cast è francese). Guidata da istinto e saggezza.
Trattandosi di un thriller, è peccato mortale spoilerare, ma si può asserire che il motivo del caso – tema tipicamente novecentesco, contrapposto sia al determinismo sia al provvidenzialismo – è centrale. Qualche volta si palesa come bufera che sconvolge i disegni umani, altre volte come “coup de chance”, che tradurrei in modo informale come “bottadiculo”. Del resto, lo stesso nascere è come vincere alla lotteria: le probabilità di venire al mondo sono talmente esigue che l’essere vivi è da considerarsi un miracolo. Dobbiamo esser grati al caso per questo, sembra essere il messaggio di Woody Allen. che qui lascia da parte la comicità, le battute esilaranti, il caricaturale, per puntare, con maestria, su semplicità ed eleganza stilistica.
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mauridal
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lunedì 18 settembre 2023
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colpo di scena geniale
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Quando un Woody, nostro regista amico, viene osteggiato e criticato per la sua vita privata, di coppia, di sesso, di matrimonio, impedendo al suo genio di lavorare, di fare film, allora ben venga un Woody europeo, che gira film a Parigi con la sua arte di scrivere storie umane e farne film di leggerezza e profondità insieme, come questo che parla di un colpo di fortuna: Coup de chance. La fortuna, il caso, la coincidenza sono alla base del successo e della realizzazione dei sogni o delle speranze che abbiamo, e spesso contano più del merito, bravura o intelletto.
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Quando un Woody, nostro regista amico, viene osteggiato e criticato per la sua vita privata, di coppia, di sesso, di matrimonio, impedendo al suo genio di lavorare, di fare film, allora ben venga un Woody europeo, che gira film a Parigi con la sua arte di scrivere storie umane e farne film di leggerezza e profondità insieme, come questo che parla di un colpo di fortuna: Coup de chance. La fortuna, il caso, la coincidenza sono alla base del successo e della realizzazione dei sogni o delle speranze che abbiamo, e spesso contano più del merito, bravura o intelletto. Questo asserisce Woody in questo buon film. Il colpo di fortuna o del caso può cambiare le sorti della vita di un uomo, donna, ragazzo o giovanissime vite in cerca di successo. Tutto ciò viene realizzato in un bel film di un grande regista ottantenne, sì, ma veramente ancora un ragazzino geniale, dai tratti estrosi e dalle fantasie bizzarre e narratore di una storia che piace per tanti motivi. E’ una storia di una umanità profonda: uomini e donne si fronteggiano, si amano e si respingono, vogliono esserci e predominare. Forse Woody cerca di capire anche se stesso, mentre lascia a noi spettatori e amici dei suoi film le immagini delle scene girate a Parigi con attori francesi, che parlano in lingua francese e dialogano con la città, bellissima, fotografata da Storaro. Woody ci mette il suo quando fa crollare il matrimonio di Jean e la giovane moglie Fanny. Jean è un uomo spietato, la cui vita ruota attorno al denaro e al potere, ottenuti con loschi affari. Fanny, invece, relegata al ruolo di moglie di facciata, si ricoprirà ancora disponibile all’amore. Woody odia il potere nel rapporto di coppia. Questo per sua esperienza, ma lo dichiara in tutti i film. Qui è Jean che prevale con il suo potere e indole criminale sulla bella e affascinante Fanny. La svolta avviene quando Fanny, destinata all’oblio come donna, incontra e si innamora del suo ex compagno di scuola, Alain, amore da sempre incompiuto. Ecco che la narrazione si intreccia, ingarbugliando le vite dei protagonisti. Fanny e Alain si incontrano e danno vita all’amore, mentre Jean, marito e uomo di potere, rivela la sua vera natura. Così come fece assassinare un suo socio in affari, poi scomodo, Jean organizza una trama per far uccidere Alain, dopo la certezza del tradimento. Dunque, forse un Woody che torna al tema thriller e del noir eccentrico. Il film con poca ironia segue le vicende dei protagonisti, narra di tanti inciampi e colpi di scena, come l’ingresso della brava Valèrie Lemarcier nei panni di Aline, madre di Fanny. Tuttavia, lei, mente razionale e consapevole, intuisce la vera natura di Jean e avvenuto l’omicidio di Alain, ne ricostruisce la responsabilità. Valèrie interpreta un personaggio molto vicino a Woody, in quanto ironica e distaccata, ma pronta a valutare e giudicare con lucidità persone e fatti.
Il film, nelle conclusioni, prende il ritmo serrato di un thriller, ma piacevolmente accompagnato dalle immagini di una Parigi in autunno che fa da sfondo incantevole. Ciò che rende questo film un altro piccolo grande film di Woody è la trovata di un semplice colpo di fortuna che, nel finale, vuole il colpo di fucile che avrebbe ammazzata Aline che aveva scoperto troppo, uccidere per caso proprio il mandante Jean, mettendo fine ad una esistenza da impero del male. Lo spettatore, infine, si convince del pensiero di Woody e cioè che non ci può essere dominio né del bene né del male in assoluto, perché la vita di ognuno è in balia del caso. Anche chi sembra più tenace nel costruire il proprio destino, chi accumula potere programmando tutto nel dettaglio e facendo di tutto per non farsi cogliere impreparato può rimanere vittima di un colpo di (s)fortuna. Si tratta di sfortuna o fortuna a seconda della prospettiva che si assume, incarnata rispettivamente dai personaggi di Jean e Aline. Dunque, esiste il caso e un po’ di fortuna per i troppo buoni, almeno si spera. (Mauridal)
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[+] no spoiler prego!
(di valeria mirabella )
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