bibob
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sabato 7 settembre 2024
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indefinibile
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strano a dirlo, ma basta che chiunque lo veda: non è un film, praticamente è un ammasso di spezzoni di film differenti. una sceneggiatura assurda mette una dopo l'altra scene che sembrano appartenere a film di genere diverso l'una dall'altra, e sembra che tra ogni scena del film e la successiva ci sia un taglio con qualcosa che manca e che è stato omesso. un guazzabuglio caotico di temi confusi e la sensazione continua di non capire bene quello che accade perché si è perso qualcosa. due ore e mezza formate da pezzi che sembrano incollati a casaccio e dopo quella che sembra una srtoria che potrebbe finire lì ecco che ne comincia un'altra che sembra staccata dalla precedente.
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strano a dirlo, ma basta che chiunque lo veda: non è un film, praticamente è un ammasso di spezzoni di film differenti. una sceneggiatura assurda mette una dopo l'altra scene che sembrano appartenere a film di genere diverso l'una dall'altra, e sembra che tra ogni scena del film e la successiva ci sia un taglio con qualcosa che manca e che è stato omesso. un guazzabuglio caotico di temi confusi e la sensazione continua di non capire bene quello che accade perché si è perso qualcosa. due ore e mezza formate da pezzi che sembrano incollati a casaccio e dopo quella che sembra una srtoria che potrebbe finire lì ecco che ne comincia un'altra che sembra staccata dalla precedente. un disastro che contrasta con l'immagine lasciata dai primi film, che invece erano assolutamente chiari, definiti, coerenti, esemplari nel loro genere, perfettamente funzionanti sia separatamente che come parte della storia complessiva.
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felicity
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martedì 5 marzo 2024
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buon prequel
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Hunger Games - La ballata dell’usignolo e del serpente è un film da andare a vedere se si è fan della saga. La divisione in tre capitoli ha forse voluto dire tanto in poco tempo; il non essere riusciti a rendere la complessità di Coriolanus Snow e la totale mancanza di colpi di scena rende questa pellicola un prodotto discreto.
Alla fine è un buon prequel, degno di stare al fianco ai capitoli della saga cinematografica principale. Merito del materiale di partenza, il bel romanzo di Suzanne Collins, ma soprattutto di una storia lunga, complessa e mai banale, con personaggi ambigui e affascinanti. Il tutto confezionato dall’eccellente direzione del miglior Francis Lawrence, con il solo difetto di velocizzare un po’ troppo l’ultimo atto, che risulta più sottotono rispetto ai primi due ma riesce comunque a chiudere la storia con la giusta potenza e carica emotiva.
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Hunger Games - La ballata dell’usignolo e del serpente è un film da andare a vedere se si è fan della saga. La divisione in tre capitoli ha forse voluto dire tanto in poco tempo; il non essere riusciti a rendere la complessità di Coriolanus Snow e la totale mancanza di colpi di scena rende questa pellicola un prodotto discreto.
Alla fine è un buon prequel, degno di stare al fianco ai capitoli della saga cinematografica principale. Merito del materiale di partenza, il bel romanzo di Suzanne Collins, ma soprattutto di una storia lunga, complessa e mai banale, con personaggi ambigui e affascinanti. Il tutto confezionato dall’eccellente direzione del miglior Francis Lawrence, con il solo difetto di velocizzare un po’ troppo l’ultimo atto, che risulta più sottotono rispetto ai primi due ma riesce comunque a chiudere la storia con la giusta potenza e carica emotiva.
Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente ha però il merito di puntare sulla relativa complessità dei personaggi, sulla tensione delle idee politiche contrapposte, e sull’evoluzione di un villain che, in fondo, incarna la banalità del male.
I fan si divertiranno a cogliere i più minimi dettagli, come le origini della ghiandaia imitatrice o la spiegazione del nome di Katniss, ma il film si regge bene anche sulle sue gambe, indipendentemente dagli altri capitoli.
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eleonora panzeri
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mercoledì 13 dicembre 2023
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sono le cose che amiamo di più a distruggerci
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Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente è il film prequel della famosa saga di fantascienza Hunger Games diretta da Francis Lawrence e ispirata al libro omonimo di Suzanne Collins. In questo episodio viene focalizzata l’attenzione sul giovane Coriolanus Snow (Tom Blyth) e su quella che può essere definita la genesi del male.
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Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente è il film prequel della famosa saga di fantascienza Hunger Games diretta da Francis Lawrence e ispirata al libro omonimo di Suzanne Collins. In questo episodio viene focalizzata l’attenzione sul giovane Coriolanus Snow (Tom Blyth) e su quella che può essere definita la genesi del male. In quest’epoca, gli Hunger Games, giunti alla decima edizione, stanno inizando a perdere consensi a Capitol City e non sucitano più interesse nelle persone. S’intuisce che il governo è in mano agli strateghi e Snow sta completando gli studi per diventare uno strarega lui stesso. La famiglia Snow tuttavia, un tempo elitaria, temibile e benestante, versa in una situazione economica precaria. Il decano dell’accademia, Casca Highbottom (Peter Dinklage), nutre un odio ancestrale nei confronti del giovane Snow e per evitargli la vincita di una prestigiosa borsa di studio decide di lanciare un’ultima sfida agli studenti dell’accademia: introduce il ruolo di mentore e assegna a ogni alievo un tributo al fine di trasformare i giochi in uno spettacolo televisivo a cui appassionarsi. A Snow viene assegnata una giovane del distretto 12 (lo stesso di Katniss e dove il padre di Snow è stato ucciso), Lucy Gray Baird (Rachel Zegler). La ragazza appare sin da subito particolare e di carattere, ma d’indole buona. Benchè nel complesso il film mi sia piaciuto ho non poche perplessità. Ciò che mi ha delusa di più è la mancanza di profondità sul sentimento che nasce tra Lucy e Coriolanus. Vi sono state delle lungaggini inutili e ridondanti sui giochi e superficale attenzione all’amore tormentato e impossibile tra i due protagonisti, che a mio avviso era il core del film. Lawrence avrebbe avuto l’opportunità di orchestare una vera disillusione e disincanto dall’amore ma non lo ha fatto, come se l’amore e l’intimità fossero più scabrosi della violenza, a cui è stato dato inutilmente fin troppo spazio. L’epilogo mi è parso debole e confuso e mi ha fatto riflettere parecchio sulle intenzioni della regia: “se sono le cose che amiamo di più a distruggerci” bisognava ricreare un amore con la A maiuscola ma il regista e/o forse anche l’autrice stessa non sono riusciti nell’impresa. A dispetto di questo, gli attori principali Tom Blyth e Rachel Zegler, sono stati bravi, degna di nota anche Hunter Schafer che benchè in un ruolo secondario si fa notare. Gli altri tributi e gli studenti dell’accademia sono fin troppo anonimi e non mi ha convinto Josh Andrés Rivera nel ruolo di Seianus Plinth, personaggio secondario ma rilevante che un attore con un talento paragonabile a quello della Schafer avrebbe gestito meglio. Peter Dinklage ovviamente è una garanzia. Ho qualche dubbio su Viola Davis, forse perchè non ho amato lo strano e ambigo personaggio di Volumnia Gaul e ho trovato ridicolo Jason Schwartzman, la cui interpretazione è troppo statica, ridicola e ugale a sé stessa.
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[+] il problema sta ''nel manico''
(di no_data)
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(di eleonora panzeri)
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imperior max
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lunedì 20 novembre 2023
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una origin story decostruttiva e non, ma che meritava una messinscena migliore...
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HUNGER GAMES – LA BALLATA DELL’USIGNOLO E DEL SERPENTE. Tratto dal romanzo e fedele per un 90% narra l’antefatto di molti decenni dal primo film a dieci anni dal terzo conflitto mondiale. Un giovanissimo Coriolanus Snow, ambizioso studente universitario di Capitol City, punta ad un ricco premio in denaro. Per vincere dovrà fare da mentore al tributo del distretto 12, Lucy Gray, ai decimi Hunger Games. Tra sotterfugi, stratagemmi e circostanze non proprio del tutto rosee Snow diventerà il cattivo, viscido e opportunista antagonista che noi tutti conosciamo.
C’è da dire che il film nei primi due atti funziona più che bene: l’ambientazione post apocalittica, l’organigramma socio-politico tra i distretti poveri e sottosviluppati alla mercè del distretto centrale ricco, totalitario e repressore, il concetto e lo scopo degli Hunger Games che ancora erano spartani e in pre-sperimentazione, le scene violente e crude messe in scena con eleganza (anche se con un iniziale fisheye ad inquadrare che è un po’ una merda, ma dura poco), sequenze simboliche e quelle cantate da Rachel Zegler, ma mai tanto invasive e i personaggi ben definiti.
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HUNGER GAMES – LA BALLATA DELL’USIGNOLO E DEL SERPENTE. Tratto dal romanzo e fedele per un 90% narra l’antefatto di molti decenni dal primo film a dieci anni dal terzo conflitto mondiale. Un giovanissimo Coriolanus Snow, ambizioso studente universitario di Capitol City, punta ad un ricco premio in denaro. Per vincere dovrà fare da mentore al tributo del distretto 12, Lucy Gray, ai decimi Hunger Games. Tra sotterfugi, stratagemmi e circostanze non proprio del tutto rosee Snow diventerà il cattivo, viscido e opportunista antagonista che noi tutti conosciamo.
C’è da dire che il film nei primi due atti funziona più che bene: l’ambientazione post apocalittica, l’organigramma socio-politico tra i distretti poveri e sottosviluppati alla mercè del distretto centrale ricco, totalitario e repressore, il concetto e lo scopo degli Hunger Games che ancora erano spartani e in pre-sperimentazione, le scene violente e crude messe in scena con eleganza (anche se con un iniziale fisheye ad inquadrare che è un po’ una merda, ma dura poco), sequenze simboliche e quelle cantate da Rachel Zegler, ma mai tanto invasive e i personaggi ben definiti. Snow è un protagonista in apparenza buono, forse anche più del dovuto, ma con un conflitto interno a volte ambizioso e a volte con secondi fini. Non mancherà anche un suo lato violento provocato dall’istinto di sopravvivenza che sovrasta quello civilizzato. Le azioni e le scelte narrative risultato essere coerenti.
Il terzo atto è forse il più importante di tutti, visto che attesterà ufficialmente la caduta negli inferi e l’ascesa al potere di Snow. Peccato che, per quanto sia scritto abbastanza bene, la messinscena di Francis Lawrence non riesce a stargli dietro facendo perdere ritmo in due punti introspettivi e delle vicende anche importanti sono o troppo frettolose o montate disordinate. Non nascondo che in due punti non ho capito bene il perché, specialmente nel finale con il decano Peter Dinklage. Un po’ di fan service non mancherà. Incredibile, ma vero, anche da solo riesce ad essere autoconclusivo e l’inclusività è contestualizzata E con questi il film diventa discreto, anche se con delle riserve.
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domenica 19 novembre 2023
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a parte il film
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Abbiamo mangiato velocemente in macchina per arrivare alle 20:15, arriviamo alle 20:14 e scopriamo che il film è alle 21. Aggiornate il sito.
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