eugenio
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giovedì 17 ottobre 2024
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un figlio, una madre, un non luogo
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Una figlio e una madre: lui, Cesar quarantenne che non ha mai tagliato il cordone ombelicale, lei (senza nome) di origine colombiana, in Italia senza documenti. Vivono in simbiosi l'uno con l'altra, spacciatori entrambi, lavoratori di cocaina. A metà tra un non luogo romano sul Tevere e la Colombia i due vivono un'esistenza ai margini, tra alcol e droga, film visti insieme davanti alla tv, ballate di salsa o sesso a pagamento.
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Una figlio e una madre: lui, Cesar quarantenne che non ha mai tagliato il cordone ombelicale, lei (senza nome) di origine colombiana, in Italia senza documenti. Vivono in simbiosi l'uno con l'altra, spacciatori entrambi, lavoratori di cocaina. A metà tra un non luogo romano sul Tevere e la Colombia i due vivono un'esistenza ai margini, tra alcol e droga, film visti insieme davanti alla tv, ballate di salsa o sesso a pagamento. Il rapporto con la madre, edipico, che lo adora ma non perde occasione per sminuirlo, soffoca Julio che accetta passivamente finchè una giovane donna anche lei colombiana, Ines, neofita spacciatrice non arriverà a infrangere i già precari equilibri. La jaula de oro per quanto instabile, si potrà finalmente aprire?
Artale alla regia, giovanissimo, quasi sconosciuto, realizza un film con un Edoardo Pesce protagonista convincente, abile nell'interpretare i dubbi e le ambizioni fallite di un bambinone criminale e Maria de Francisco, con il suo spagnolo tutt'altro che gitano, tiene testa grazie alla consumata prova scenica. Ne emerge un quadro di sussurri e grida drogate ma potenti che nello sforzo di una scelta, trova il senso di una vita oltre la quintessenza dell'amore sulla morte.
Vincitore miglior sceneggiatura Premio Orizzonti al Festival di Venezia 2023.
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mauridal
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sabato 27 luglio 2024
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paraiso. infernale
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Quando personaggio e interprete vanno all’unisono, così ben amalgamati fino a fondersi in uno identificandosi l’uno con l’altro. Questo avviene con l’attore Edoardo Pesce che interpreta il personaggio Julio nel film El Paraiso.. Julio è un uomo ormai maturo , vive in una casa sul Tevere tra le barche tra cui la sua , chiamata el paraiso, Julio è figlio di una madre colombiana e ne subisce la totale invadenza affettiva , poiché non ha il padre .Questa mancanza di figura maschile porta la madre Margarita a riversare tutto il suo affetto sul figlio trasformandolo in una controfigura di compagno ,di quasi marito fino a lambire in certe situazioni ,quella di di amante.
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Quando personaggio e interprete vanno all’unisono, così ben amalgamati fino a fondersi in uno identificandosi l’uno con l’altro. Questo avviene con l’attore Edoardo Pesce che interpreta il personaggio Julio nel film El Paraiso.. Julio è un uomo ormai maturo , vive in una casa sul Tevere tra le barche tra cui la sua , chiamata el paraiso, Julio è figlio di una madre colombiana e ne subisce la totale invadenza affettiva , poiché non ha il padre .Questa mancanza di figura maschile porta la madre Margarita a riversare tutto il suo affetto sul figlio trasformandolo in una controfigura di compagno ,di quasi marito fino a lambire in certe situazioni ,quella di di amante. La donna nonostante i suoi sessanta anni è piena di energia e vitalità mantenendo un corpo agile e in forma, La storia raccontata dal regista, Enrico Maria Artale, è una storia di rapporti umani tra persone che hanno forti dipendenze tra loro, madre figlio ma anche tra loro due e altre persone poiché l’attività che svolgono è lo spaccio di droga sul fiume ,aiutati da un connazionale colombiano .Il vero nodo della storia risiede proprio nel rapporto fin da subito connotato come insano ,tra Margarita e il figlio Julio, che vediamo in casa ma anche fuori casa a frequentare locali latino americani per bere e ballare insieme ..Anzi le scene di ballo sono piene di erotismo velato, quasi a sottolineare la morbosità tra madre e figlio. La particolarità del film , a mio giudizio , non è la tematica che probabilmente il regista ha ripescato dal fondo della tragedia greca, con le figure di Edipo e Giocasta , ma come dicevo nella compenetrazione tra attore e personaggio, e ancora di più tra perfetta sintesi di lavoro nella resa del linguaggio cinema tra attori e regista. L’attrice del personaggio Margarita ,la madre, è veramente brava la colombiana Rosa De Fancisco che interpreta perfettamente una madre anziana attaccata al figlio ,recitando in romanesco e spagnolo, ma , dove supera se stesso è Edoardo Pesce , già perfetto in Dogman, ma qui è indimenticabile con la sua figura di uomo grande che si fa piccolo vicino al corpo della madre o quando si fa ballerino di musica latina pur di accompagnare nel ballo sfrenato la madre . Dunque una vicenda dai tratti credibili e realistici, fino a quando interviene un personaggio come la Ines anche lei colombiana , corriere di ovuli di droga che raggiunge Julio e Margarita per scaricare la droga e aggiungersi alla famigliola madre figlio. Qui la storia si impenna in una introspezione psicologica nella mente di Margarita che da subito considera Ines una rivale , poiché giovane , ma anche disposta ad una relazione con Julio. Il film non perde la attenzione che le immagini dedicano ai personaggi, immagini e fotografia del film curate in ripresa dallo stesso regista che ha voluto così essere in presenza nel film vicino agli attori per tramettere loro una vera sofferenza di una situazione che forse ha realmente conosciuto in modi e tempi differenti. Il racconto si riavvolge nel finale quando Margarita in un incidente muore e Julio pur di non perderla la fa cremare e ne prepara degli ovuli con la sua cenere per ingerirli e portarli via in Colombia. Tutto questo per un finale da musica latina ,salsa e merengue dove Julio balla da solo ma con la pancia piena di ovuli con le ceneri della madre . Una grande interpretazione di Edoardo Pesce in Julio, insieme a Rosa De Francisco, e anche Gabriel Montesi nel ruolo dello spacciatore amico di famiglia .Sicuramene il regista Enrico Maria Artale ha trasposto in Julio molto delle sue convinzioni sui rapporti tra genitori e figli , ma anche sui rapporti di coppia in genere pieni di contraddizioni e sofferenze ,da regista quarantenne potrà sicuramente approfondire i temi. (mauridal)
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coatto ungarettiano
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giovedì 18 luglio 2024
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valeriograppo@gmai.com
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martedì 25 giugno 2024
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defecare è importante.
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Un film dove non si capisce né da dove si viene ne dove si va. Lui si chiama Julio Cesar perché ha origini sudamericane ma vive a Roma. Che colpo di genio! Poi a un certo punto diventa stitico. Che coraggio.
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(di cinenerd)
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giovedì 13 giugno 2024
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oltre al titolo si possono proporre i propri argomenti?
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Avevo avanzato il titolo "cannibalismo amoroso" perché, ovviamente su base moderna " cremazione " quello che accade nel film si può sintetizzare come "incesto" mediante cannibalismo amoroso". Che puoi gettar luce ben analizzato e con le necessarie rifiniture anche su tanti episodi criminali dell'attuale cronaca nera nella sezione omicidi eterosessuali.
Con il che non contesto l' ottima qualità della recensione appena letta.
Enzo De Benedictis
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goldy
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lunedì 10 giugno 2024
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solitudine inquietante
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Concordo con Cinerd .Ci vuole coraggio per denunciare una pulsione così immonda come quella di cui è vittima il regista. Denuncia una verità incontrovertibile e cioè che siamo tutt'altro che esseri buoni determinati da regole positive. aAl contrario possiamo trasfornarci in esseri immondi se solo se ne creano le circostanze. Nessuno ci dà una mano, sta a noi accettarci per quello che veramente siano, Un insieme di negativo e positivo dove il prevalere dell' uno o dell'altro aspetto dipendono solo dal nostro senso di responsabilità individuale.
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Concordo con Cinerd .Ci vuole coraggio per denunciare una pulsione così immonda come quella di cui è vittima il regista. Denuncia una verità incontrovertibile e cioè che siamo tutt'altro che esseri buoni determinati da regole positive. aAl contrario possiamo trasfornarci in esseri immondi se solo se ne creano le circostanze. Nessuno ci dà una mano, sta a noi accettarci per quello che veramente siano, Un insieme di negativo e positivo dove il prevalere dell' uno o dell'altro aspetto dipendono solo dal nostro senso di responsabilità individuale. Non c'è niente là fuori che ci dia una mano, soli noi stessi con il nostro codice morale.
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cinenerd
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lunedì 4 settembre 2023
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coraggioso
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Un film coraggioso che nn segue algoritmi. Artale si conferma un talento, sia come autore che come regista.
La storia è forte e il cast è perfetto nel restituirla allo spettatore
con verità è intensità interpretativa. Da vedere.
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