The Adam Project è una riuscita operazione postmoderna, in cui diversi elementi e richiami ad altre opere si mischiano andando a creare una nuova storia, autonoma e indipendente, che ha però il sapore del familliare e del conosciuto. Una delle grandi fonti d’influenza del film sono senza dubbio i film Marvel, richiamati fin dalla scelta di un cast attoriale profondamente legato alla saga: Ryan Reynolds (Deadpool), Mark Ruffalo (Hulk) e Zoe Saldana (Gamora). Questa influenza si esplicita in particolare in due temi: i viaggi nello spazio e in quelli nel tempo.
The Adam Project è un film che funziona solo perchè pensato appositamente per il suo protagonista: a Ryan Reynolds non viene chiesto nulla di più che essere sé stesso, e lui si limita a far questo.
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The Adam Project è una riuscita operazione postmoderna, in cui diversi elementi e richiami ad altre opere si mischiano andando a creare una nuova storia, autonoma e indipendente, che ha però il sapore del familliare e del conosciuto. Una delle grandi fonti d’influenza del film sono senza dubbio i film Marvel, richiamati fin dalla scelta di un cast attoriale profondamente legato alla saga: Ryan Reynolds (Deadpool), Mark Ruffalo (Hulk) e Zoe Saldana (Gamora). Questa influenza si esplicita in particolare in due temi: i viaggi nello spazio e in quelli nel tempo.
The Adam Project è un film che funziona solo perchè pensato appositamente per il suo protagonista: a Ryan Reynolds non viene chiesto nulla di più che essere sé stesso, e lui si limita a far questo. Un personaggio che forse ha visto la sua maggior affermazione proprio nel primo Deadpool, e che abbiamo imparato a conoscere, riproposto in salse diverse, ma pur sempre uguale.
Il film di Shawn Levy è una commedia d’azione senza pretese, si rivolge ad un pubblico di adolescenti appassionato di videogiochi e ha come unico obiettivo quello di intrattenerlo. Ci riesce, ma non aspettatevi nulla di più.
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