L'ombra di Caravaggio

Così Placido dipinge il geniale Merisi: il pittore degli ultimi che cercava il vero

Indagine su un artista al di sopra di ogni sospetto: e di ogni maldicenza. Il pittore, geniale e maledetto, che amava dipingere il vero e che nelle sue tele rappresentò il dolore dell'umanità, elevando gli ultimi a santi, le prostitute a Madonne, i miserabili a padri di quella Chiesa che, pur ammirandone il lavoro, lo perseguitò fino alla fine. Michelangelo detto Michele, il lombardo Merisi che partì alla conquista di Roma: per tutti - e per sempre - solo e unicamente Caravaggio. Un rivoluzionario che trasformò il divino in terreno, inseguendo l'imperfezione della bellezza, la crudeltà della realtà: e di cui ora Michele Placido segue con pervicace curiosità le tracce per mettere in scena, attraverso la vita spericolata di un artista ribelle e trasgressivo, dal talento immenso, pari solo al suo stesso tormento, la purezza e la sacralità materica e autentica (fatta di sangue, fango e verità) dell'arte in contrapposizione all'oscurantismo violento e ipocrita del potere religioso. [...]

di Filiberto Molossi, articolo completo (2534 caratteri spazi inclusi) su La Gazzetta di Parma 5 novembre 2022