Noioso racconto che giustappone scenette dialogate dove vengono presentati a due a due i vari personaggi che dovrebbero costituire il grande affresco di una multiforme città, piena di varia umanità, di corruzione, di sentimenti, di dolore. In realtà sa tanto di teatro filmato, con un ritmo lento e prolisso, uno stile monocorde (in questo film tutta la grammatica cinematografica è lenta: ci trovate infatti lente panoramiche, lenti carrelli, lenti zoom e perfino qualche scena al ralenti) e una stucchevole musica d'orchestra d'archi in forma di adagio lacrimoso che ricorre spesso per sottolineare i momenti più patetici. Ma con tanta entusiasmante e divertente produzione cinematografica indiana, proprio questo dovevano scegliere i curatori della sezione "Orizzonti" alla 78.
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Noioso racconto che giustappone scenette dialogate dove vengono presentati a due a due i vari personaggi che dovrebbero costituire il grande affresco di una multiforme città, piena di varia umanità, di corruzione, di sentimenti, di dolore. In realtà sa tanto di teatro filmato, con un ritmo lento e prolisso, uno stile monocorde (in questo film tutta la grammatica cinematografica è lenta: ci trovate infatti lente panoramiche, lenti carrelli, lenti zoom e perfino qualche scena al ralenti) e una stucchevole musica d'orchestra d'archi in forma di adagio lacrimoso che ricorre spesso per sottolineare i momenti più patetici. Ma con tanta entusiasmante e divertente produzione cinematografica indiana, proprio questo dovevano scegliere i curatori della sezione "Orizzonti" alla 78. Mostra del cinema di Venezia? Consigliamo di evitare questo prodotto, evidentemente realizzato per palati molto diversi dai nostri.
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