Thomas torna a casa, in Francia (nel dipartimento della Drome), perché sua madre sta morendo. Trova il padre chiuso in un astioso mutismo (gli rimprovera di essersene andato 12 anni prima quando la famiglia aveva bisogno di lui), il fratello minore morto in uno strano suicidio (ma le cose forse non stanno proprio così), la cognata Mona affezionata ai suoceri, presa dal suo lavoro e dal figlioletto di 6 anni da accudire, e infine il piccolo Alex appunto, un nipotino vivace e sveglio. Dramma familiare che comincia cupo e senza uscite ma che conquista, a poco a poco, un'apertura alla speranza che rigenera e rasserena. Dialoghi asciutti ed essenziali, recitazione misurata e convincente, scioltezza narrativa fanno di questo film un'ottima opera prima di una regista 37enne che promette bene per il futuro.
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Thomas torna a casa, in Francia (nel dipartimento della Drome), perché sua madre sta morendo. Trova il padre chiuso in un astioso mutismo (gli rimprovera di essersene andato 12 anni prima quando la famiglia aveva bisogno di lui), il fratello minore morto in uno strano suicidio (ma le cose forse non stanno proprio così), la cognata Mona affezionata ai suoceri, presa dal suo lavoro e dal figlioletto di 6 anni da accudire, e infine il piccolo Alex appunto, un nipotino vivace e sveglio. Dramma familiare che comincia cupo e senza uscite ma che conquista, a poco a poco, un'apertura alla speranza che rigenera e rasserena. Dialoghi asciutti ed essenziali, recitazione misurata e convincente, scioltezza narrativa fanno di questo film un'ottima opera prima di una regista 37enne che promette bene per il futuro. E anche la scelta di una durata minima (il film dura solo 1 ora e 1 quarto) va elogiata in un'epoca in cui molti autori si perdono nelle due ore e passa di film: quella della concisione è una qualità che nel cinema non si apprezza mai abbastanza.
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