sel guer
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venerdì 24 maggio 2019
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"il gerardo" del teatro
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Sono belle e vere le parole di Antoine Vitez, riproposte da Fabio Segatori nel film "Guerrieri": il grande regista francese racconta che quando con amici voleva parlare di una persona che sapeva tutto su un argomento, aveva coniato l'espressione "le Gerardo", "il Gerardo" di quell'argomto o di quell'altro, perche Guerrieri aveva una tale passione per la conoscenza (e per la trasmissione della conoscenza) che non si fermava mai. Di lui, Vitez diceva che era a sua volta "il Gerardo del teatro."
Ho esitato prima di scrivere queste righe, perché sono coinvolta personalmente, in quanto figlia di Gerardo Guerrieri, e intervistata nel film.
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Sono belle e vere le parole di Antoine Vitez, riproposte da Fabio Segatori nel film "Guerrieri": il grande regista francese racconta che quando con amici voleva parlare di una persona che sapeva tutto su un argomento, aveva coniato l'espressione "le Gerardo", "il Gerardo" di quell'argomto o di quell'altro, perche Guerrieri aveva una tale passione per la conoscenza (e per la trasmissione della conoscenza) che non si fermava mai. Di lui, Vitez diceva che era a sua volta "il Gerardo del teatro."
Ho esitato prima di scrivere queste righe, perché sono coinvolta personalmente, in quanto figlia di Gerardo Guerrieri, e intervistata nel film. Erano anni che attendevo che si potesse far conoscere al grande pubblico una figura eccezionale come quella di mio padre, che è stato uno degli intellettuali più significativi del mondo del teatro ma anche del cinema e della cultura del Novecento. Una grandissima personalità, purtroppo non conosciuta perché effettivamente, come tanti lucani, non sgomitava per farsi un nome, ma preferiva lavorare e scoprire, far conoscere, approfondire, e ascoltare. Era un maestro e una guida, dietro al successo di tanti fra i maggiori personaggi del mondo del teatro e del cinema della sua epoca, con il gran pregio della discrezione e della passione pura per la conoscenza, e non per la pubblica "riconoscenza". Dopo la sua scomparsa, per trent'anni non ho voluto più guardare le sue carte, perché, fra le altre cose, trovavo ingiusto che una persona come lui non fosse automaticamente celebrata in maniera pubblica da tutto il mondo della cultura, come sarebbe stato giusto. Non volevo che fossimo noi come famiglia a sforzarci di fare avere un giusto riconoscimento ad una persona come lui. Poi, a trent'anni dalla sua morte, nel 2016, sono stata convinta a scrivere due libri biografici su mio padre, da studiosi vicino a Guerrieri, in particolare Rocco Brancati, e poi Stefano Geraci e Ferruccio Marotti, e dal comune di Grottole, paese di origine del padre di Guerrieri, dove è sepolto, e dove il comune gli ha intitolato un Centro per la Creatività. E' stato un anno importante perché finalmente, dopo troppo tempo, era arrivato il momento di portare alla luce la personalità e l'opera magnifica di Guerrieri, per un pubblico più vasto. E lì, il regista Fabio Segatori, che da anni coltivava il progetto di realizzare un film, è finalmente riuscito a raccogliere energie e fondi per il suo documentario. Era ora che la figura di Guerrieri venisse conosciuta. Anche perché, lui era davvero un maestro, una guida, e il suo messaggio di speranza, la sua curiosità, la sua sete di conoscenza, possono essere davvero degli stimoli importanti per i giovani. Ricordo che i messaggi più belli di affetto e ammirazione su mio padre li ho ricevuti negli anni da parte di studenti che hanno fatto le loro tesi studiando all'Archivio Guerrieri, a "La Sapienza", dove sono raccolte le sue carte. E in questi giorni, in cui gli è stato anche intitolato, finalmente, dal Comune di Matera (dove Guerrieri è nato il 4 febbraio del 1920), il cine teatro comunale, sono stata felice di ricevere riscontri da tutta italia e anche dall'estero, di persone che, avendo visto il film, si sono commosse e mi hanno espresso il loro desiderio di conoscere la figura di Guerrieri. Questo è davvero un bel risultato, e non nascondo che avevo delle perplessità su come sarebbe stato realizzato, perché raccontare Guerrieri è davvero un'impresa difficile.
Invece il risultato è superiore alle aspettative.
Nel suo ottimo film, Fabio Segatori, che ha inserito delle bellissime riprese di Matera, ha riversato il suo amore per Guerrieri, che non ha mai conosciuto, e per mia madre Anne d'Arbeloff, che con lui ha lavorato fianco a fianco nel progetto del Teatro Club per quasi 30 anni, scoprendo e portando per la prima volta in Italia personaggi straordinari provenienti da tutto il mondo.
Era anche un progetto difficile, perché Guerrieri non si lasciava "inquadrare" in una casella, e davvero aveva fatto tanto, approfondendo ogni tema che affrontava. Tant'è che diverse persone avevano voluto raccontarlo, ma non erano riuscite a portare avanti il loro progetto. Segatori è riuscito molto bene nel ritrarre la figura di Guerrieri, costruendo un film sensibile e curato, con dei materiali inediti che è riuscito a recuperare e a rimontare dagli archivi di famiglia e da archivi Rai, e delle belle interviste, fra cui delle interviste ancora inedite riproposte in teatri abbandonati, realizzate dal compianto Mario Prosperi a grandi personalità del mondo del teatro oggi anch'esse scomparse come Antoine Vitez, Laurent Terzieff, Judith Malina, Ellen Stewart . Lo stesso Segatori ha detto in un'intervista, che considerati i talenti di Guerrieri (definito da alcuni un "Leonardo" del suo tempo) ha dovuto per forza di cose escludere e tagliare. Ma significa che c'è ancora tanto da vedere e da conoscere. E, questo, a Guerrieri, avrebbe fatto piacere.
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consuelo valenzuela
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venerdì 24 maggio 2019
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un grande intellettuale e uomo di cinema.
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Un bellissimo documentario che illustra la vita e l'opera di un artista poliedrico e ingiustamente dimenticato per troppo tempo. Regista, sceneggiatore, ha collaborato alla creazione di alcuni film che hanno fatto la storia del cinema; grazie al Teatro Club, da lui ideato, ha portato in Italia le più importanti compagnie teatrali europee, svecchiando il teatro italiano. Questo documentario andebbe fatto vedere anche agli studenti delle scuole di cinema.
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corazza gabriella
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venerdì 24 maggio 2019
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guerrieri grande persona, nessun personaggio
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Era difficile rendere la grandezza di Guerrieri rispettando il suo non voler apparire. Segatori ci è riuscito, trasmettendo la sua apparente leggerezza dietro cui si celava un enorme spessore, ha trovato una chiave di accesso per entrare in silenzio nel suo complesso universo e raccontarlo, rispettando la sua modalità.
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marcella
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venerdì 24 maggio 2019
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guerrieri intellettuale raffinato e schivo
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Ho visto il film per caso: la figura di Guerrieri ahimè mi era sconoscuta. Pensavo fosse una sorta di personaggio a latere dei grandi protagonisti del cinema e del teatro del nostro paese. Cosi non è: questo docufilm fa giustizia di un intellettuale raffinato e schivo, ingiustamente caduto nel dimenticatoio.
So che verrà riprogrammato domenica 26 maggio alle ore 16:45 su Rai tre e lo rivedrò molto volentieri anche perchè è un film molto gradevole, privo di fatue ridondanze celebrative: in epoca di zapping mi ha tenuta incollata al piccolo schermo.
Ne consiglio assolutamente la visione. Un uomo di cultura che tanto ha dato al cinema e al teatro italiano.
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Ho visto il film per caso: la figura di Guerrieri ahimè mi era sconoscuta. Pensavo fosse una sorta di personaggio a latere dei grandi protagonisti del cinema e del teatro del nostro paese. Cosi non è: questo docufilm fa giustizia di un intellettuale raffinato e schivo, ingiustamente caduto nel dimenticatoio.
So che verrà riprogrammato domenica 26 maggio alle ore 16:45 su Rai tre e lo rivedrò molto volentieri anche perchè è un film molto gradevole, privo di fatue ridondanze celebrative: in epoca di zapping mi ha tenuta incollata al piccolo schermo.
Ne consiglio assolutamente la visione. Un uomo di cultura che tanto ha dato al cinema e al teatro italiano. In questi tempi laceri e volgari, la figura di Guerrieri emrge statuaria come una eccellenza italiana. Opera meritoria su un Italiano che ci piace.
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cristina
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venerdì 24 maggio 2019
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un genio nell’ombra
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Il film documentario dovrebbero vederlo tutti. Un genio del teatro come Gerardo Guerrieri, non può più rimanere nell’ombra. La sua sensibilità, cultura straordinaria, intelligenza, spessore umano, eleganze, modestia... sono un esempio di vita non solo per chi è nel mondo del teatro.
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rossella
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venerdì 24 maggio 2019
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guerrieri: un artista colto e raffinato
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Il filmdocumentario è un omaggio doveroso al Guerrieri, uomo di grande cultura che ha contribuito notevolmente alla diffusione del teatro d’avanguardia in Italia e non solo. Consigliatissima la visione del docufilm: Gerardo Guerrieri è rimasto troppo a lungo sconosciuto al grande pubblico; questo film rende giustizia ad un uomo e ad un artista dal talento straordinario a cui la storia del teatro e del cinema deve tantissimo.
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mercoledì 22 maggio 2019
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gerardo guerrieri, un lucano d'eccellenza
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Consiglio a tutti di vedere il docufilm di Segatori su Gerardo Guerrieri, nessuno potrà trattenere la curiosità di saperne di più su quest'uomo colto,poliedrico, apripista del teatro d'avanguardia in Italia Incredibile il lavoro che ha fatto, le regie, le sceneggiature, le traduzioni,gli artisti che, insieme a sua moglie Anne, ha portato in Italia. .Sempre mi sono chiesta come mai fosse conosciuto solo dagli addetti ai lavori ( e neanche tutti). Finalmente i libri di sua figlia Selene e questo film di Fabio lo stanno facendo conoscere al mondo .E Matera, città della cultura 2019, gli ha dedicato il suo teatro. Io sono grata alla vita per averlo conosciuto e aver lavorato con lui al Teatro Club.
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Consiglio a tutti di vedere il docufilm di Segatori su Gerardo Guerrieri, nessuno potrà trattenere la curiosità di saperne di più su quest'uomo colto,poliedrico, apripista del teatro d'avanguardia in Italia Incredibile il lavoro che ha fatto, le regie, le sceneggiature, le traduzioni,gli artisti che, insieme a sua moglie Anne, ha portato in Italia. .Sempre mi sono chiesta come mai fosse conosciuto solo dagli addetti ai lavori ( e neanche tutti). Finalmente i libri di sua figlia Selene e questo film di Fabio lo stanno facendo conoscere al mondo .E Matera, città della cultura 2019, gli ha dedicato il suo teatro. Io sono grata alla vita per averlo conosciuto e aver lavorato con lui al Teatro Club. Guardatelo e vedetelo. Grazie Selene, grazie Fabio. Maria Dilillo
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