shagrath
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venerdì 26 ottobre 2018
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un modo che fa acqua e non troppo silenziosamente
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Un inizio in medias res, un mondo post-apocaliptico ostile all'uomo e popolato da creature mai viste, la storia della sopravvivenza impossibile di una famiglia solitaria. I semi per far crescere un bel survival horror ci sono tutti. Eppure qualcosa non funziona. Di sicuro non si tratta dell'idea di base, anzi, né della regia attenta che ha saputo rendere il crescente senso di isolamento e tenacia della famiglia protagonista. Quello che non va, in effetti, sono le troppe falle aperte nel "mondo" rappresentato nel film. Infatti perfino i luoghi immaginari, fascientifici o fantasy che siano, devono rispettare le proprie regole di congruenza interna altrimenti si scade nella contraddizione narrativa.
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Un inizio in medias res, un mondo post-apocaliptico ostile all'uomo e popolato da creature mai viste, la storia della sopravvivenza impossibile di una famiglia solitaria. I semi per far crescere un bel survival horror ci sono tutti. Eppure qualcosa non funziona. Di sicuro non si tratta dell'idea di base, anzi, né della regia attenta che ha saputo rendere il crescente senso di isolamento e tenacia della famiglia protagonista. Quello che non va, in effetti, sono le troppe falle aperte nel "mondo" rappresentato nel film. Infatti perfino i luoghi immaginari, fascientifici o fantasy che siano, devono rispettare le proprie regole di congruenza interna altrimenti si scade nella contraddizione narrativa. Certo, il film può sempre funzionare a livello tecnico (ottima suspance, ottimi attori, ottime musiche, ottimo tutto), ma per lo spettatore più attento qualcosa continuerà a non funzionare. SPOILER. Mi riferisco al fatto che i protagonisti sono puliti e ben pettinati in un mondo in cui di certo non ti puoi fare lo shampo per non fare rumore. Non puoi fare rumore al punto tale che ti devi togliere le scarpe per camminare, però si sopravvive ad attività ben più rumorose come il parto, con lei che si sposta da una parte all'altra con l'unico bambino della storia che non piange alla nascita. E qualcuno dirà: però sono stati lanciati i fuochi di artificio per "attirare" i mostri, però si è rifugiata nello scantinato mettendo un materasso fonoassorbente sulla botola. Eh già. Ma se mi racconti che bastava così poco per "far fessi" questi alieni allora mi rendi inutile tutto il resto del film. Tanto valeva che nella scena iniziale invece di camminare a piedi scalzi avessero chiuso le porte fono-isolanti del supermercato e ci fossero restati dentro a far baldoria, tanto da fuori nessuno li sentiva più. E questi alieni non sembrano capaci di distinguere i suoni emessi dagli esseri umani (vagiti, pianti, voci etc) da quelli di qualunque altra fonte non-umana. Sono davvero stupidi. Ma allora ai contadini protagonisti sarebbe bastato accendere la mietitrebbia e i mostri, attirati dal casino, si sarebbero fiondati a morire tra le lame come zanzare attirate dalla zanzariera. No, non sta in piedi.
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antonio
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venerdì 30 marzo 2018
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a quiet place, il silenzio è vitale nel
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Al suo terzo lavoro da regista, John Krasinski fa centro riuscendo a mettere in scena un thriller fantascientifico estremamente riuscito. Un bellissimo film in cui hanno grandissima importanza il suono e la regia. In questa pellicola John Krasinski mette tutto se stesso e ciò che ne risulta è una grande prova di regia in grado di tenere alta la tensione, anche grazie a momenti di puro silenzio, e di emozionare lo spettatore. Un altro punto di forza è l'ineccepibile e sorprendente prova degli attori, non solo della straordinaria Emily Blunt o di John Krasinski stesso, che si rivela essere un bravissimo attore, ma anche della giovane Millicent Simmonds, che riesce a spiccare in mezzo ai due protagonisti, e di Noah Jupe, già visto in Wonder e Suburbicon.
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Al suo terzo lavoro da regista, John Krasinski fa centro riuscendo a mettere in scena un thriller fantascientifico estremamente riuscito. Un bellissimo film in cui hanno grandissima importanza il suono e la regia. In questa pellicola John Krasinski mette tutto se stesso e ciò che ne risulta è una grande prova di regia in grado di tenere alta la tensione, anche grazie a momenti di puro silenzio, e di emozionare lo spettatore. Un altro punto di forza è l'ineccepibile e sorprendente prova degli attori, non solo della straordinaria Emily Blunt o di John Krasinski stesso, che si rivela essere un bravissimo attore, ma anche della giovane Millicent Simmonds, che riesce a spiccare in mezzo ai due protagonisti, e di Noah Jupe, già visto in Wonder e Suburbicon. Tutti loro regalano un'interpretazione magica, dando spessore, carattere ed emozione ai loro personaggi. Molto importante è lo straordinario uso del sonoro e del montaggio sonoro che catturano lo spettatore immergendolo in un'atmosfera di grande tensione, anche grazie ad alcuni artifizi registici straordinari, e che riesce a farlo mettere nei panni di ogni protagonista, soprattutto di Regan Abbott, la figlia maggiore sorda dei due personaggi principali, interpretata da Millicent Simmonds. La sceneggiatura è intelligente e ben costruita e che il regista riesce a fare sua. Ben risuscita anche la colonna sonora di Marco Beltrami, che accompagna lo spettatore in questo straordinario viaggio. Ogni elemento si incastra alla perfezione ben orchestrato da uno straordinario John Krasinski, il risultato è un piccolo, grande capolavoro del cinema moderno, che merita di essere visto e amato e che rimarrà nel cuore dello spettatore per molto tempo anche dopo la fine del film.
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[+] lontani dai rumori del mondo per tornare a sentire
(di antoniomontefalcone)
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cesareded�
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venerdì 20 aprile 2018
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una bella idea sprecata
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Non ritengo il film mediocre, ma bensi pessimo.
Parto con il dare un significato al titolo, ovvero il film potrebbe aver avuto un senso se fosse stato ambientato nel mondo di Cloverfield, a quel punto poteva aver senso non dare alcuna spiegazione in merito a come mai queste creature hanno invaso la terra, ma scegliendo di fare un film a se, era ragionevole dare una spiegazione a tutto, cosa che non avviene affatto.
Il film è abbastanza lento, e la cosa è accettabile, l'idea del silenzio è bella, ma sfruttata male, anzi, diventando complicato tenere in piedi un film in cui qualsiasi rumore attira delle creature mostruose, implica il trovare delle idee sensate.
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Non ritengo il film mediocre, ma bensi pessimo.
Parto con il dare un significato al titolo, ovvero il film potrebbe aver avuto un senso se fosse stato ambientato nel mondo di Cloverfield, a quel punto poteva aver senso non dare alcuna spiegazione in merito a come mai queste creature hanno invaso la terra, ma scegliendo di fare un film a se, era ragionevole dare una spiegazione a tutto, cosa che non avviene affatto.
Il film è abbastanza lento, e la cosa è accettabile, l'idea del silenzio è bella, ma sfruttata male, anzi, diventando complicato tenere in piedi un film in cui qualsiasi rumore attira delle creature mostruose, implica il trovare delle idee sensate.
In questo film secondo il mio parere sono molte le cose insensate. In primis il fatto che, la stampa sa molto su queste creature, tanto è vero che ci sono testate giornalistiche che riportano notizie su quante creature ci sono in una zona, da cosa sono attirate, però l'esercito non è riuscito a distruggerle, a mio parere una cosa strana, per seguire, il mondo è totalmente distrutto, ma c'è l'energia elettrica, cosa impossibile, continuo con il fatto che queste creature sono cosi forti da distruggere un silos in acciaio ma poche scene dopo faticano a ribaltare un automobile...proseguo, Nessuno sulla faccia della terra, scienziati compresi, è riuscito a capire che queste creature, avendo un udito sensibilissimo, sarebbero state altrettando deboli in presenza di rumori forti o frequenze alte; no, ci è arrivata una donna che dulcis in fundo li sterminerà a colpi di fucile, niente poteva battere un'idiozia simile.
Evito di perdere altro tempo, dopo aver già perso 2 ore al cinema.
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gustibus
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domenica 8 luglio 2018
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...incredibilmente bello.
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Certo che fare un film di tensione e paure e tutto basato sul silenzio altrimenti orripilanti mostri,probabilmente alieni,ti uccidono in un secondo con dentoni e unghie di mezzo metro,ci vuole molta bravura registica e fantasia da vendere.Non ricordo un film che la prima parola a viva voce si avverta al 43esimo minuto del film.Si parla a gesti e con il linguaggio sordomuto,altrimenti i mostroni arrivano e sei morto!krasinski il regista qui e'davveroe'molto bravo!Supportato da una brava E.Blunt e Millicent Simmonds una adolescente bambina gia'con lo sguardo da oscar!Girare un film con 4attori e i mostroni digitali e tenerti inchiodato per 85minuti per abilita'registica notevole,non e'da tutti!.
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Certo che fare un film di tensione e paure e tutto basato sul silenzio altrimenti orripilanti mostri,probabilmente alieni,ti uccidono in un secondo con dentoni e unghie di mezzo metro,ci vuole molta bravura registica e fantasia da vendere.Non ricordo un film che la prima parola a viva voce si avverta al 43esimo minuto del film.Si parla a gesti e con il linguaggio sordomuto,altrimenti i mostroni arrivano e sei morto!krasinski il regista qui e'davveroe'molto bravo!Supportato da una brava E.Blunt e Millicent Simmonds una adolescente bambina gia'con lo sguardo da oscar!Girare un film con 4attori e i mostroni digitali e tenerti inchiodato per 85minuti per abilita'registica notevole,non e'da tutti!..in Italia 1milione di euro(nulla!)negli USA credo quasi sui 100milioni...che.strani modi di vedere un film eh?Da non perdere la sequenza di E.blunt che partorisce e il neonato non dovrebbe piangere...farebbe rumore!Una sorpresona questo film.
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ashtray_bliss
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domenica 15 aprile 2018
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sopravvivere nel silenzio.
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TW. Non è di certo la prima volta che capita di poter ammirare in modo così ampio un film sul silenzio, o per essere più precisi sulla totale assenza del suono della voce umana. Ne è un esempio lampante l'ottimo esperimento cinematografico ucraino The Tribe dove la totale assenza di voce e colonna sonora costituivano un'esperienza cinematografica esemplare e totalmente sovversiva rispetto a quello che conosciamo. Ovviamente guardando indietro nel tempo ci accorgiamo dei capolavori del cinema muto e degli omaggi che esso ha ispirato nell'era moderna (ad esempioThe Artist). Ma aver a che fare con un film horror, un survival e monster movie di nuova generazione, praticamente privo di voce, suoni e rumori (i quali benchè presenti sono veramente ridotti all'osso e presenti in pochissime scene chiave del film) rappresenta una vera ed emozionante, nonchè originale, sorpresa.
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TW. Non è di certo la prima volta che capita di poter ammirare in modo così ampio un film sul silenzio, o per essere più precisi sulla totale assenza del suono della voce umana. Ne è un esempio lampante l'ottimo esperimento cinematografico ucraino The Tribe dove la totale assenza di voce e colonna sonora costituivano un'esperienza cinematografica esemplare e totalmente sovversiva rispetto a quello che conosciamo. Ovviamente guardando indietro nel tempo ci accorgiamo dei capolavori del cinema muto e degli omaggi che esso ha ispirato nell'era moderna (ad esempioThe Artist). Ma aver a che fare con un film horror, un survival e monster movie di nuova generazione, praticamente privo di voce, suoni e rumori (i quali benchè presenti sono veramente ridotti all'osso e presenti in pochissime scene chiave del film) rappresenta una vera ed emozionante, nonchè originale, sorpresa. L'assenza del suono, come succedeva col drammatico The Tribe, dona maggior spessore alla storia rendendo estremamente più coinvolgente lo svolgersi della trama benchè qui, a differenza della pellicola ucraina priva anche di soundtrack, le scene sono spesso accompagnate dal'ottima colonna sonora composta da Marco Beltrami. Questa tecnica, indubbiamente, trasmette un elevato senso di angoscia rendendo in maniera estremamente vivida la difficoltà pratica di eliminare o limitare al minimo indispensabile i suoni emessi e prodotti per garantire la sopravvivenza. Dal sopprimere l'istinto innato di comunicare mediante l'uso della voce, e per estensione della parola, sostituito prontamente dall'utilizzo del linguaggio dei segni, alle difficoltà che si pongono sul fronte di eliminare i suoni modificando radicalmente abitudini ben collaudate nel corso dei secoli come l'uso delle stoviglie o delle calzature.
In tal modo sin dalle scene d'apertura veniamo catapultati nella desolante atmosfera del film, dal nitido aspetto post-apocalittico, scoprendo che la popolazione mondiale si è rapidamente decimata e che l'ultima spiaggia per i superstiti, la loro unica possibilità di sopravvivenza, è quella di vivere in silenzio senza produrre suoni di alcun tipo per evitare di attirare l'attenzione delle creature che ora presiedono il territorio e che attaccano se attirate dal minimo rumore. Guidati dall'infallibile istinto di sopravvivenza e autoconservazione gli esseri umani si adattano rapidamente alle nuove condizioni di vita accettando un'esistenza dominata dal silenzio.
Date queste premesse, sufficienti a creare un'atmosfera densa di mistero, tensione e inquietudine dove ogni minimo suono ed errore può diventare una condanna a morte, John Krasinski si focalizza sulla storia di una famiglia di sopravvissuti i quali si spostano dalla città verso la campagna ma vedranno il loro mondo crollare quando un semplice gesto del figlio più piccolo, istintivo e naturale, si tramuterà in tragedia. Tempo dopo l'equilibrio familiare sembra ristabilirsi mentre una serie di sfortunati eventi esporranno nuovamente i protagonisti al pericolo. Costruendo in modo impeccabile un crescendo di scene, ed eventi, ad alta tensione, ricchi di suspense e caratterizzati da colpi di scena ben calibrati Krasinski travolge lo spettatore in questo survival horror atipico e colpisce sia per la quasi impeccabile costruzione della trama sia per il modo in cui gestisce lo sviluppo. La regia è solida e nitida, gli effetti speciali sono ben dosati, la fotografia e la scenografia sono perfette ed estremamente idonee a trasmettere quel senso di terrore, inquietudine e angoscia che fanno vertiginosamente salire la tensione. L'isolamento della casa, immersa in campi di mais e circondata da boschi, benchè rappresenti un koinos topos del suddetto genere cinematografico, riesce pur sempre a scaturire quella primordiale sensazione di paura data dalla vastità del territorio dentro il quale si cela il pericolo, i predatori.
Come spettatori veniamo quindi chiamati a immedesimarci in ognuno dei protagonisti, a vivere e comprendere la loro ansia e immedesimarci nelle loro disperate azioni per sopravvivere. Questo elevato grado di empatia che proviamo nei confronti dei protagonisti è in gran parte dovuto, senza ombra di dubbio, agli ottimi attori impegnati oltre che allo script; Eccezionale la prova di Emily Blunt, impegnata al fianco di John Krasinski, mostra ancora una volta quanto sia versatile come attrice destreggiandosi molto bene anche in un ruolo impegnativo come questo. La sua interpretazione è notevole e resterà impressa per almeno una scena visivamente ed emotivamente molto potente, tensiva e coinvolgente. Straordinario naturalmente Krasinski che riesce a stupire e coinvolgere con una storia che pur seguendo le ricette della classica cinematografia horror risulta originale e fresca per via dell'espediente utilizzato; quello del silenzio, dove ogni minimo suono assume un'importanza vitale. Grazie anche al lavoro eccelso di sound design che amplifica le emozioni provate durante la visione sul grande schermo.
Curato anche dal punto estetico-visivo, A Quiet Place può vantare di un'ottima location che naturalmente richiama ad alrti film del filone ma che si integra benissimo col tono del racconto. Meno impressionanti le creature che ricordano vagamente Alien ma che garantiscono momenti di puro intrattenimento horror: jump scares, suspense, paura. Convincente anche la sottotrama che prevede un'incrinatura nel rapporto tra il padre e la figlia adolescente, sconvolta non solo dalla crescita in condizioni estreme ma dai sensi di colpa nei confronti del fratello e da una perenne sensazione di inadeguatezza. Ho trovato molto delicata, anche se stereotipata, la scena dove il padre confessa alla figlia quanto le voglia bene, riassumendo in modo emblematico il motif del film, dichiarato dalla Blunt sin dal trailer "cosa siamo noi se non possiamo proteggerli [i figli]". La famiglia resta al centro del racconto, rappresentando ovviamente il bene più sacro da salvaguardare e proteggere, ad ogni costo.
Nel complesso abbiamo dunque a che fare con un ottimo esempio di cinema, un horror che resterà a lungo nella mente dello spettatore per via del modo originale in cui viene costruita la storia, non attraverso i suoni e rumori ma appunto grazie al silenzio che diventa l'elemento predominante del film, un po' come succedeva in Don't Breathe. Krasinski dimostra di saperci fare, e bene, come regista e attore in un ruolo maturo e drammatico. Nessun bisogno di conferme per il talento della Blunt che continua a stupire piacevolmente col suo percorso cinematografico e veramente bravi sono anche i due piccoli protagonisti. Prodotto decisamente notevole che riesce a spiccare all'interno di un genere saturo di produzioni mediocri e poco rilevanti, l'opera di Krasinski sfruttando sapientemente atmosfere e scenari post-apocalittici con un'idea intrigante crea un film davvero memorabile, una boccata d'aria fresca in un panorama saturo e monotono. Da vedere 3.5/5.
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mestesso
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martedì 10 luglio 2018
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poco rumore per nulla
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Sinceramente non riesco proprio a comprendere i giudizi da cinque stelle che vengono attribuiti da cosi tanti spettatori. Anzi gradirei che qualcuno di questi me li motivasse.
Anche un film di fantascienza o fantastico che dir si voglia dovrebbe essere innanzitutto verosimile.
Ed è proprio questa la carenza principale di questo film che ne mina il potenziale.
Visto che dopo soli 89 giorni la civiltà umana è crollata sarebbe lecito supporre che la causa di un così repentino annientamento sia una massiccia invasione aliena di creature non solo intelligenti ma anche dotate di una tecnologia nettamente superiore.
Invece no. Questo tanto osannato film attribuisce il crollo della nostra civiltà e la sconfitta del più grande esercito del pianeta, visto che è ambientato negli USA, a uno sparuto branco di strane bestie cieche che di orientano con il rumore.
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Sinceramente non riesco proprio a comprendere i giudizi da cinque stelle che vengono attribuiti da cosi tanti spettatori. Anzi gradirei che qualcuno di questi me li motivasse.
Anche un film di fantascienza o fantastico che dir si voglia dovrebbe essere innanzitutto verosimile.
Ed è proprio questa la carenza principale di questo film che ne mina il potenziale.
Visto che dopo soli 89 giorni la civiltà umana è crollata sarebbe lecito supporre che la causa di un così repentino annientamento sia una massiccia invasione aliena di creature non solo intelligenti ma anche dotate di una tecnologia nettamente superiore.
Invece no. Questo tanto osannato film attribuisce il crollo della nostra civiltà e la sconfitta del più grande esercito del pianeta, visto che è ambientato negli USA, a uno sparuto branco di strane bestie cieche che di orientano con il rumore. Una sorta di incrocio tra una mantide e un pipistrello geneticamente modificati. Come abbiano potuto tali bestie che non riescono ad uccidere due bambini disarmati rinchiusi in un vecchio pick-up ad uccidere invece, per esempio, l’equipaggio di un carro armato per il regista e lo sceneggiatore resta un dettaglio di secondaria importanza.
Cosi come il fatto che a nessun scienziato della terra sia venuto in mente che forse una bestia che usa il suono per orientarsi possa essere disorientata dal suono stesso. Certo in effetti la consulenza di un entomologo specializzato nel comportamento di pipistrelli o balene sarebbe stata troppo costosa per il budget del film.
E che dire dell’improvvisa comparsa di un chiodo sul gradino della scala? Forse solo che serviva una ferita al piede nella sceneggiatura.
Anche l’allegra famigliola sopravvissuta non si rivela tanto intelligente. Certo hanno ricoperto di sabbia i sentieri su cui camminano scalzi ma non hanno pensato che forse un bambino di 6 anni lasciato incustodito finisce inevitabilmente per fare casino.
Peccato che il padre non sia bravo con la carpenteria quanto lo è con l’elettronica perché altrimenti avrebbe potuto costruire non dico una casa ma almeno una stanza insonorizzata nel sotterraneo anziché doversi limitare a una culla per il nascituro in arrivo.
Perché l’amore di un genitore si dimostra attirando su di sé una bestia per permettere ai propri figli di scappare verso un futuro radioso in un mondo che ti offre così tante opportunità da voler giustamente metterne al mondo un altro.
E così si finisce per ridicolizzare l’originale idea del silenzio forzato in cui i sentimenti e le emozioni più che la semplice parola sono imprigionati.
Peccato.
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mestesso
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lunedì 9 luglio 2018
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poco rumore per nulla
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Sinceramente non riesco proprio a comprendere i giudizi da cinque stelle che vengono attribuiti da cosi tanti spettatori. Anzi gradirei che qualcuno di questi me li motivasse.
Anche un film di fantascienza o fantastico che dir si voglia dovrebbe essere innanzitutto verosimile.
Ed è proprio questa la carenza principale di questo film che ne mina il potenziale.
Visto che dopo soli 89 giorni la civiltà umana è crollata sarebbe lecito supporre che la causa di un così repentino annientamento sia una massiccia invasione aliena di creature non solo intelligenti ma anche dotate di una tecnologia nettamente superiore.
Invece no. Questo tanto osannato film attribuisce il crollo della nostra civiltà e la sconfitta del più grande esercito del pianeta, visto che è ambientato negli USA, a uno sparuto branco di strane bestie cieche che di orientano con il rumore.
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Sinceramente non riesco proprio a comprendere i giudizi da cinque stelle che vengono attribuiti da cosi tanti spettatori. Anzi gradirei che qualcuno di questi me li motivasse.
Anche un film di fantascienza o fantastico che dir si voglia dovrebbe essere innanzitutto verosimile.
Ed è proprio questa la carenza principale di questo film che ne mina il potenziale.
Visto che dopo soli 89 giorni la civiltà umana è crollata sarebbe lecito supporre che la causa di un così repentino annientamento sia una massiccia invasione aliena di creature non solo intelligenti ma anche dotate di una tecnologia nettamente superiore.
Invece no. Questo tanto osannato film attribuisce il crollo della nostra civiltà e la sconfitta del più grande esercito del pianeta, visto che è ambientato negli USA, a uno sparuto branco di strane bestie cieche che di orientano con il rumore. Una sorta di incrocio tra una mantide e un pipistrello geneticamente modificati. Come abbiano potuto tali bestie che non riescono ad uccidere due bambini disarmati rinchiusi in un vecchio pick-up ad uccidere invece, per esempio, l’equipaggio di un carro armato per il regista e lo sceneggiatore resta un dettaglio di secondaria importanza.
Cosi come il fatto che a nessun scienziato della terra sia venuto in mente che forse una bestia che usa il suono per orientarsi possa essere disorientata dal suono stesso. Certo in effetti la consulenza di un entomologo specializzato nel comportamento di pipistrelli o balene sarebbe stata troppo costosa per il budget del film.
E che dire dell’improvvisa comparsa di un chiodo sul gradino della scala? Forse solo che serviva una ferita al piede nella sceneggiatura.
Anche l’allegra famigliola sopravvissuta non si rivela tanto intelligente. Certo hanno ricoperto di sabbia i sentieri su cui camminano scalzi ma non hanno pensato che forse un bambino di 6 anni lasciato incustodito finisce inevitabilmente per fare casino.
Peccato che il padre non sia bravo con la carpenteria quanto lo è con l’elettronica perché altrimenti avrebbe potuto costruire non dico una casa ma almeno una stanza insonorizzata nel sotterraneo anziché doversi limitare a una culla per il nascituro in arrivo.
Perché l’amore di un genitore si dimostra attirando su di sé una bestia per permettere ai propri figli di scappare verso un futuro radioso in un mondo che ti offre così tante opportunità da voler giustamente metterne al mondo un altro.
E così si finisce per ridicolizzare l’originale idea del silenzio forzato in cui i sentimenti e le emozioni più che la semplice parola sono imprigionati.
Peccato.
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winchester_94
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mercoledì 26 settembre 2018
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il silenzio assordante della suspance
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“Le regole, sono semplici: non bisogna fare rumore, segui il sentiero e se ti sentiranno ti uccideranno”. Queste, sono le premesse di A Quiet Place, le immagini, le azioni dei personaggi, precipitano subito lo spettatore in un’atmosfera apocalittica, dove il mondo che conosciamo, attualmente costituito da una società sempre in movimento e sempre più frastornante, non esiste più: l’unica cosa che rimane è il silenzio.
John Krasinski, dopo “Brief interviews with hideous men (2008)” e “The Hollars (2016)”, torna dietro la macchina da presa, questa volta immergendosi nel genere horror: una storia post-apocalittica, ambientata nel 2020.
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“Le regole, sono semplici: non bisogna fare rumore, segui il sentiero e se ti sentiranno ti uccideranno”. Queste, sono le premesse di A Quiet Place, le immagini, le azioni dei personaggi, precipitano subito lo spettatore in un’atmosfera apocalittica, dove il mondo che conosciamo, attualmente costituito da una società sempre in movimento e sempre più frastornante, non esiste più: l’unica cosa che rimane è il silenzio.
John Krasinski, dopo “Brief interviews with hideous men (2008)” e “The Hollars (2016)”, torna dietro la macchina da presa, questa volta immergendosi nel genere horror: una storia post-apocalittica, ambientata nel 2020. L’umanità è stata sconfitta da una razza aliena priva di vista, ma attratta dai suoni. Protagonista assoluta della pellicola è la famiglia Abott, composta da Lee (J.Krasinski) la moglie Evelyn (Emily Blunt) e i tre figli. Essa, cerca di rimanere al sicuro, nella propria fattoria, comunicando, muta, a gesti, per non diventare facile preda delle terribili creature che hanno invaso il pianeta Terra. La pellicola, si rifà a molti film post-apocalittici, quali “28 Giorni dopo” o “The Road”, declinando i toni, le atmosfere, attraverso uno stile coraggioso e originale: l’assenza di rumore inibisce il dialogo, elemento marginale in questa pellicola.
Il regista, decide di utilizzare gli elementi classici del cinema horror, quali i rumori, i suoni, i silenzi, enfatizzati dalla colonna sonora e dalla macchina da presa. Tutti questi espedienti, all’interno della pellicola, mettono a fuoco la tragicità dei personaggi, non solo attraverso i brividi dell’horror ma anche del thriller: la messa in scena crea nello spettatore, proiettato nella vicenda, suspance portandolo ad empatizzare con gli Abott. A Quiet Place, co-scritto da Krasinski, rappresenta un’esperienza cinematografica ambiziosa e interessante, un horror che si differenzia dagli altri, portando sugli schermi soluzioni registiche originali.
Pur essendo un film commerciale, è in grado di tenere incollati gli spettatori alla sedia. La colonna sonora organica della pellicola cattura e terrorizza.
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tmpsvita
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domenica 8 aprile 2018
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intenso e brillante horror firmato krasinski
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Quanto è importante il suono nelle nostre vite? Beh moltissimo, ne facciamo uso e il più delle volte abuso, basta vedere i dati in continua crescita sull'inquinamento acustico che ormai prevale nelle grandi città.
Anche nel cinema, neanche a dirlo, l'importanza del suono è enorme e fin da quando è comparso in questo campo, nel corso dei primi decenni del secolo scorso, ha subito fatto capire quanto lo fosse tanto da spazzare via il cinema muto nel giro di pochi anni.
E se c'è un genere nel quale l'utilizzo adeguato del suono è cruciale, questo è proprio l'horror che tra esplosioni di suoni e musica improvvisi e grida di ogni tipo, ha anche sfornato dalla sua nascita la maggior parte delle colonne sonore più iconiche di sempre.
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Quanto è importante il suono nelle nostre vite? Beh moltissimo, ne facciamo uso e il più delle volte abuso, basta vedere i dati in continua crescita sull'inquinamento acustico che ormai prevale nelle grandi città.
Anche nel cinema, neanche a dirlo, l'importanza del suono è enorme e fin da quando è comparso in questo campo, nel corso dei primi decenni del secolo scorso, ha subito fatto capire quanto lo fosse tanto da spazzare via il cinema muto nel giro di pochi anni.
E se c'è un genere nel quale l'utilizzo adeguato del suono è cruciale, questo è proprio l'horror che tra esplosioni di suoni e musica improvvisi e grida di ogni tipo, ha anche sfornato dalla sua nascita la maggior parte delle colonne sonore più iconiche di sempre. Se il suono è importante lo è anche l'opposto, ovvero l'assenza di rumore, il silenzio più o meno totale, è anch'esso un suono, paradossalmente forse il più rumoroso e assordante di tutti.
Proprio questo aspetto viene sfruttato di più da "A Quite Place", così come aveva fatto nel 2007 "Dead Silence", ma se nel secondo è proprio il silenzio a far paura nel primo questo viene utilizzato per focalizzare al massimo l'attenzione su ogni più piccolo suono, o meglio rumore così da creare una sempre più alta e costante ansia e tensione, insomma brillante.
Naturalmente per poter raggiungere questo obbiettivo senza l'utilizzo di molti suoni c'è bisogno di un ottimo comparto tecnico che curi nel più piccolo dettaglio il sonoro e il suo montaggio, e di questo "A Quiet Place" si può vantare, inoltre è fondamentale una colonna sonora abbastanza convincente ed incisiva, e qui Marco Beltrami svolge un ottimo lavoro realizzandone una inquietante e ben equilibrata che riesce a creare un'atmosfera altrettanto inquietante e in perfetta sintonia con la storia e il timbro che il regista a deciso di dare al film.
A proposito di regia John Krasinski dirige tutto in maniera quasi minimalista e sicuramente semplicistica: moltissime inquadrature ferme, chiare, attente al minimo dettaglio, al più piccolo movimento, un'attenzione particolare viene data agli ambienti e agli oggetti che entrano in contatto con la famiglia protagonista, perché ogni contatto può generare un suono e ogni suoni qui fa la differenza tra la vita e la morte.
Impossibile non affezionarsi subito ed entrare in sintonia con la famiglia protagonista, nonostante qualche mossa poco intelligente da parte dei bambini, e ciò è dovuto dalla forte chimica che lega ogni personaggio e che li rende molto credibili; la stessa coppia Blunt-Krasinski funziona moltissimo, sono una coppia perfetta, inoltre le loro interpretazioni, in particolar modo quella di Emily Blunt, sono davvero notevoli ed entrambi riescono con grande bravura ad entrare nei pani del proprio personaggio che tra l'altro gli si abbina moltissimo, anche questo influenza moltissimo l'estrema credibilità del film.
Insomma in "A Quiet Place" tutto funziona perfettamente, tutto è al posto giusto, nonostante sia stato un film estremamente difficile da realizzare, il risultato è un trionfo del genere che amalgama il meglio dell'horror odierno a sfondo apocalittico con il dramma familiare.
C'è qualche piccola incoerenza ma proprio perché piccola trascurabile e non influenza il film che riesce ad essere intenso fino all'ultimo minuto, a lasciare il pubblico con il fiato sospeso e a stupirlo più volte con colpi di scena emozionanti.
Bellissimo finale che se fosse stato diverso probabilmente il film si sarebbe distaccato troppo dalla sua natura e dal suo spirito iniziale; la durata relativamente breve si dimostra un altro punto a favore perché se fosse durato di più avrebbe rischiato di cadere nella ripetitività.
Voto: 9/10
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stramonio70
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giovedì 12 luglio 2018
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rumore = morte
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Discreto thriller fantascientifico inquietante e intenso quanto basta. Per certi versi mi ha ricordato "Signs" (2002). L'atmosfera è resa bene e gli attori (Emily Blunt e John Krasinsky, marito e moglie anche nella vita) se la cavano bene. Anche la fotografia e il montaggio sono buoni. Alcuni passaggi sono forse un po' troppo inverosimili (come il parto silenzioso nella vasca da bagno) ma nel complesso il film scorre bene e c'è una discreta tensione fino alla fine. Forse ci voleva qualche personaggio secondario in più a riempire il vuoto dei dialoghi. Unica nota negativa il finale: non aperto ma monco. Non si può concludere un film così come se fosse una puntata di "Lost", neanche l'idea di un possibile sequel giustifica una scelta del genere.
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Discreto thriller fantascientifico inquietante e intenso quanto basta. Per certi versi mi ha ricordato "Signs" (2002). L'atmosfera è resa bene e gli attori (Emily Blunt e John Krasinsky, marito e moglie anche nella vita) se la cavano bene. Anche la fotografia e il montaggio sono buoni. Alcuni passaggi sono forse un po' troppo inverosimili (come il parto silenzioso nella vasca da bagno) ma nel complesso il film scorre bene e c'è una discreta tensione fino alla fine. Forse ci voleva qualche personaggio secondario in più a riempire il vuoto dei dialoghi. Unica nota negativa il finale: non aperto ma monco. Non si può concludere un film così come se fosse una puntata di "Lost", neanche l'idea di un possibile sequel giustifica una scelta del genere. Peccato perché con un finale più curato avrei dato al film una stella in più!
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