L'Apparizione |
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Un film di Xavier Giannoli.
Con Vincent Lindon, Galatéa Bellugi, Patrick d'Assumçao, Anatole Taubman.
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Titolo originale L'apparition.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 140 min.
- Francia 2018.
- Cinema
uscita giovedì 11 ottobre 2018.
MYMONETRO
L'Apparizione
valutazione media:
3,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Testimonianze e misteri di una nuova Bernadette
di Emiliano Morreale La Repubblica
In un curioso mini-revival cinetelevisivo di apparizioni mariane, questo film arriva in sala qualche mese dopo la serie Il miracolo, e poco prima di Troppa grazia di Gianni Zanasi, passato alla Quinzaine di Cannes. Protagonista è Jacques (il sempre bravissimo Vincent Lindon), reporter di guerra convocato dal Vaticano per una questione insolita. Si tratta di affiancare una commissione d'inchiesta sulla presunta apparizione della Vergine a una ragazzina orfana, Anna (Galatéa Bellugi) in un paesino nel Sud-Est della Francia. Lindon dapprima non crede ai suoi occhi, è catapultato in una serie di procedure che gli sembrano assurde: è ovvio che il suo personaggio deve far da tramite per lo spettatore laico francese, al quale (nonostante Lourdes) questo mondo deve sembrare più strano che agli italiani. Anna è una Bernadette, ma anche, nelle scene di interrogatorio, una mitissima Giovanna d'Arco, che più che altro sembra recare testimonianza della violenza del mondo: la sua apparizione infatti, non lacrima ma sanguina, e lei stessa avverte il demonio: "sento le grida del mondo", dice. Il punto di vista del giornalista assicura una certa distanza dalle cose, e il mondo della Chiesa ci appare come un mondo in crisi, che cede alle lusinghe della spettacolarizzazione e fatica, come ogni organizzazione, a orientarsi, davanti al trascendente ma anche alla banalità quotidiana. Poco a poco, però, l'indagine sembra toccare il protagonista da vicino: non solo perché la grazia della ragazzina in qualche modo lo incuriosisce, ma perché alcuni inattesi risvolti coinvolgono direttamente lui, e la sua ultima, tragica esperienza di frontiera, nella quale era morto un fotografo suo amico. Le cadenze si fanno quasi da thriller, il protagonista vacilla mentre intorno il "miracolo" svela i propri legami, più o meno diretti, con la follia e la violenza degli uomini. Lo stesso stile quieto, di impaginazione tradizionale, fatto di morbidi movimenti di macchina e di musiche suadenti, si apre a tratti a momenti inattesi: come il lungo primo piano della protagonista interrogata, che ricorda, più che una santa, l'Antoine Doinel di I 400 colpi. Grazie alla tessitura del racconto (la sceneggiatura è di Giannoli stesso, con la collaborazione di Jacques Fieschi e Marcia Romano), e a dispetto di una considerevole durata di due ore e venti, Giannoli, regista altre volte retorico e superficiale, riesce a tenere in piedi la tensione. Molto è dovuto anche all'intensa presenza della ventenne Galatéa Bellugi (vista nel Ragazzo invisibile 2), che riesce a rendere credibile un personaggio semplice ed enigmatico.
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