filippo_24
|
mercoledì 29 aprile 2020
|
la vera storia di ashraf marwan in uno spy-thriller politico degno di essere definito un capolavoro monolitico
|
|
|
|
Ashraf Marwan, genero del presidente egiziano Nasser, approfitta della delicata situazione politica del proprio paese per operare da spia e intavolare una trattativa segreta su più fronti, giocandosi il tutto per tutto per fermare una guerra che sembra in procinto di esplodere. Ariel Vromen, regista israeliano di gran talento,, mette in scena una perla cinematografica totalmente inaspettata, che merita di essere annoverata tra le migliori del suo genere e che rende onore a quella che è la storia di un uomo degno di essere definito eroe. Regia impeccabile, sceneggiatura scritta a regola d'arte e ambientazioni noir esaltate da una fotografia eccellente sono lo sfondo sul quale il polivalente Segretario della Presidenza per le Relazioni Estere (e al contempo agente segreto) Ashraf Marwan si muove con astuzia e coraggio, operando per conto del presidente al-Sadat dopo l'improvvisa morte del suo predecessore Nasser.
[+]
Ashraf Marwan, genero del presidente egiziano Nasser, approfitta della delicata situazione politica del proprio paese per operare da spia e intavolare una trattativa segreta su più fronti, giocandosi il tutto per tutto per fermare una guerra che sembra in procinto di esplodere. Ariel Vromen, regista israeliano di gran talento,, mette in scena una perla cinematografica totalmente inaspettata, che merita di essere annoverata tra le migliori del suo genere e che rende onore a quella che è la storia di un uomo degno di essere definito eroe. Regia impeccabile, sceneggiatura scritta a regola d'arte e ambientazioni noir esaltate da una fotografia eccellente sono lo sfondo sul quale il polivalente Segretario della Presidenza per le Relazioni Estere (e al contempo agente segreto) Ashraf Marwan si muove con astuzia e coraggio, operando per conto del presidente al-Sadat dopo l'improvvisa morte del suo predecessore Nasser. Tra situazioni al limite, tensione alle stelle e intrighi duplici tra il Mossad e i servizi segreti Egiziani, lo spettatore viene calato interamente, sebbene gradualmente, nell'azione attraverso un crescendo inaudito di eventi cruciali che si susseguono senza alcun intoppo logico. L'eterna pecca delle spy-story politiche, quella di far presagire gli intenti dello 007 in questione attraverso valanghe di file al computer, incredibili operazioni di hacking e dialoghi inutili che spesso confondono le idee, è stata eliminata: tutto fila liscio come l'olio. A condire questo frizzante e denso cocktail di spionaggio le vicende personali di Ashraf e della sua famiglia, che non scadono nel superficiale o nel patetico, illustrando il sacrificio e la dedizione di un uomo che ha messo a rischio la propria vita e i propri affetti per salvare il proprio paese dalla guerra, evitando la trappola mortale delle sequenze strappalacrime alla James Bond-Madeleine Swan (voglia scusarci Sam Mendes, adoriamo il suo Bond ma la Swan è insopportabile). Il film ha una marcia in più rispetto agli altri del suo genere, poiché vengono discussi gli equilibri internazionali di paesi in guerra senza il bisogno di rocamboleschi inseguimenti con sventagliate di mitra ed esplosioni casuali o infiniti combattimenti corpo a corpo tra fascinosi agenti segreti e cattivoni super addestrati (scusaci anche tu McQuarrie, adoriamo anche Ethan Hunt, sia chiaro), poiché, sebbene sia tratto da una storia vera, è pur vero che spesso si incappa nell'eccessiva spettacolarizzazione anche in questi casi. Caro Vromen, ti abbiamo visto dirigere con abilità Michael Shannon, Kevin Costner, ma con Marwan Kenzari (particolare l'analogia con il cognome del personaggio interpretato) è stata tutta un'altra storia; performance attoriale semplicemente perfetta, nessuna sbavatura, una spia (umana, finalmente) di grosso, grossissimo calibro. Alla fine, grazie al coraggio e al valore di Ashraf Marwan, al tavolo delle trattative al-Sadat e Begin ci si sono seduti ed hanno fatto i conti, proprio come noi alla fine di questo intenso manifesto di spionaggio ed umanità. Brindiamo ad Ashraf Marwan, ad Ariel Vromen e alle spie senza pistole e super-accessori. Brindiamo agli eroi di cui questo mondo a bisogno e a chi gli rende onore con opere d'arte di questo genere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo_24 »
[ - ] lascia un commento a filippo_24 »
|
|
d'accordo? |
|
fabio 3121
|
venerdì 15 gennaio 2021
|
l''angelo: una spia per la pace.
|
|
|
|
il film è basato sulla storia vera di Ashraf Marwan, genero del presidente dell'Egitto Nasser, che dopo la sua morte, da un lato riceve dal nuovo presidente Sadat incarichi politici per gli affari esteri e dall'altro diventa una spia rivelando le mosse egiziane ai servizi segreti del Mossad israeliano.La vicenda è ambientata agli inizi degli anni 70' e si svolge tra Londra, dove Marwan era iscritto all'università e aveva contatti con gli agenti del Mossad, e il Cario dove il presidente e i vertici delle forze armate egiziane preparano un attacco ad Israele per recuperare le terre del Sinai. Marwan, nome in codice "l'angelo", rivela le possibili date di un attacco agli israeliani e lo fà sia per soldi ma soprattutto perchè il suo scopo è quello che tra i 2 paesi si instaurino negoziati di pace.
[+]
il film è basato sulla storia vera di Ashraf Marwan, genero del presidente dell'Egitto Nasser, che dopo la sua morte, da un lato riceve dal nuovo presidente Sadat incarichi politici per gli affari esteri e dall'altro diventa una spia rivelando le mosse egiziane ai servizi segreti del Mossad israeliano.La vicenda è ambientata agli inizi degli anni 70' e si svolge tra Londra, dove Marwan era iscritto all'università e aveva contatti con gli agenti del Mossad, e il Cario dove il presidente e i vertici delle forze armate egiziane preparano un attacco ad Israele per recuperare le terre del Sinai. Marwan, nome in codice "l'angelo", rivela le possibili date di un attacco agli israeliani e lo fà sia per soldi ma soprattutto perchè il suo scopo è quello che tra i 2 paesi si instaurino negoziati di pace. La sceneggiatura del film è buona, il protagonista si sposta continuamente tra Londra e il Cairo e non ci sono quindi momenti di pausa; possiamo inoltre apprezzare le bellissime locationes e scenografie degli alberghi inglesi, delle ambasciate e del palazzo presidenziale. Tuttavia, essendo un film con poche scene di azione ma con tanti dialoghi, più del 50% delle conversazioni sono purtroppo in lingua originale e con i sottotitoli in italiano. Essendo un film dal tema impegnativo e dalla durata di circa 2 ore, il mancato doppiaggio in italiano alla lunga stanca lo spettatore dalla sua visione. In buona sostanza, la pellicola, vista anche la discreta prova di tutto il cast ed in particolare del protagonista principale, meriterebbe 3 stelle ma per via dei troppi sottotitoli (non essendo un documentario) vale 2 stelle.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio 3121 »
[ - ] lascia un commento a fabio 3121 »
|
|
d'accordo? |
|
|