riccardofabiani
|
domenica 14 maggio 2017
|
song to song; si può avere paura di se stessi?
|
|
|
|
Si può avere paura di se stessi? Sembra essere la domanda sottesa di Song to Song, l’ultimo lavoro di Terrence Malick. Austin, Texas. Faye è una musicista, vorrebbe esserlo. Si lascia trasportare dagli eventi, illudendosi di avere solo parte della responsabilità, o forse compiacendosi nell’assumerla completamente; galleggia nell’acqua, che invade spesso le inquadrature in forma di lussuose piscine, placidi fiumi o limpide pozze. Riemerge a volte, chiamata dalla sua coscienza. Intorno a lei un teatro di perversione e licenziosità che viene incarnato da Cook, onnipotente produttore musicale e viveur consumato dalle sue ossessioni. Vi rimane invischiato BV, moderno Candide, che insegue un sogno e rischia di perdere se stesso.
[+]
Si può avere paura di se stessi? Sembra essere la domanda sottesa di Song to Song, l’ultimo lavoro di Terrence Malick. Austin, Texas. Faye è una musicista, vorrebbe esserlo. Si lascia trasportare dagli eventi, illudendosi di avere solo parte della responsabilità, o forse compiacendosi nell’assumerla completamente; galleggia nell’acqua, che invade spesso le inquadrature in forma di lussuose piscine, placidi fiumi o limpide pozze. Riemerge a volte, chiamata dalla sua coscienza. Intorno a lei un teatro di perversione e licenziosità che viene incarnato da Cook, onnipotente produttore musicale e viveur consumato dalle sue ossessioni. Vi rimane invischiato BV, moderno Candide, che insegue un sogno e rischia di perdere se stesso. Il fascino mefistofelico di Cook irretisce anche l’ignara Rhonda, insegnante per vocazione ma cameriera per necessità. Un film sull’amore, sull’idea che abbiamo di esso. Malick ha scelto un tema universale e l’ha ridotto a sua immagine e somiglianza. Girato sontuosamente, curato in ogni dettaglio e accompagnato da una colonna sonora estremamente ricercata. Questa magnificenza purtroppo non sostiene la pellicola che rimane sempre vittima di cliché patinati e stereotipi erotici a buon mercato.
Malick si fida solo del suo talento e priva gli attori del loro ruolo, relegandoli a voci fuori campo. Gli intrecci amorosi vengono spiegati anziché recitati, le inquadrature sembrano solo il necessario sostegno a quanto affermato dalle voci prive di corpo che insistono sull’unicità dei loro sentimenti. Fassbender fa del suo meglio per restituire veridicità alla storia con la sua luciferina interpretazione, rendendo credibile un personaggio pensato a scopo puramente didattico. Il regista mette in scena una parabola edificante che attraverso la redenzione riporta alla purezza della semplicità, ma lo fa in maniera fastidiosamente prevedibile, toccando le corde del sesso colpevolizzato e svilito. Si ritrova nel turbine di party e lussuria anche BV, l’epitome del folk singer, di umili origini e famiglia numerosa che è sul punto di sfondare ma rinuncia al successo per non rinnegare i suoi valori. Ryan Gosling riesce a fare tesoro delle pochissime battute concesse dal regista e costruisce un personaggio intenso e tormentato. Rooney Mara è credibile nel suo ruolo di ragazza perduta, spudorata mentitrice e ribelle insoddisfatta. L’autore ha assoggettato le altre presenze del cast al ruolo di comparse funzionali alla sua teoria del sentimento. Natalie Portman, dolente e splendida, Cate Blanchett elegante e distaccata.
Numerosi cameo delle star del rock, da Iggy Pop ai Red Hot Chilli Peppers, tutti impacciati e intrappolati nelle parodie di loro stessi. A questa legge sfugge Patti Smith, che arriva come una stilettata, sincera e priva di filtri, indifferente alle pastoie di un regista drogato dal suo ego.
Ed è forse questo il limite più grande di Song to Song; una regia virtuosistica e compiaciuta che manca di una solida sceneggiatura. L’assenza quasi totale di dialoghi mascherata con lunghi primi piani e paesaggi maestosi. Avrebbe potuto essere un ottimo film, ma Malick ne ha tratto solo uno splendido spot di Dior.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a riccardofabiani »
[ - ] lascia un commento a riccardofabiani »
|
|
d'accordo? |
|
eleanor
|
domenica 14 maggio 2017
|
un film che non consiglio assolutamente
|
|
|
|
Sono andata a vedere questo film con tutte le migliori intenzioni, adoro Ryan Gosling e adoro Natalie Portman, ma quello che mi si è rivelato poi è stato scioccante. Il film tenta di inviare messaggi e riflessioni filosofiche, che però sono assolutamente svuotate di ogni senso, per lo più la struttura stessa delle scene è molto discutibile e confusionaria. Le uniche cose che ho apprezzato sono state la scelta delle canzoni e la fotografia, ma non sono sufficienti per rendere questo film motivo di interesse. Sono rimasta profondamente delusa, lo sconsiglio assolutamente.
|
|
[+] lascia un commento a eleanor »
[ - ] lascia un commento a eleanor »
|
|
d'accordo? |
|
marcoalessia
|
sabato 13 maggio 2017
|
bruttissima
|
|
|
|
Film brutto orribile non andate a vederlo mai
|
|
[+] lascia un commento a marcoalessia »
[ - ] lascia un commento a marcoalessia »
|
|
d'accordo? |
|
fight_club
|
giovedì 11 maggio 2017
|
triangolazioni nel vuoto alla ricerca di se stessi
|
|
|
|
Tre personaggi in cerca di se stessi, tre spirali che si avvicinano e si allontanano in vortici di disperazione. Ecco i protagonisti dell'ultima opera di Terrence Malick dove ognuno di loro vaga senza punti di riferimento nella propria vita intersecandosi l'uno con l'altro come naufraghi in balìa della tempesta chiamata vita. Una storia per immagini e pensieri, di ritorni e di fughe, di musiche e poche parole. Un film che si dilunga oltremodo e sbroglia i propri fili molto lentamente. Rimane il dubbio se sia stato un film troppo lungo o molto noioso ma sicuramente non sono state 2 ore sprecate. il cast non appare in sintonia con la regìa, fotografia ottima e contorno di rocker anni '70 molto appropriato, che il significato della vita sia stato scop
[+]
Tre personaggi in cerca di se stessi, tre spirali che si avvicinano e si allontanano in vortici di disperazione. Ecco i protagonisti dell'ultima opera di Terrence Malick dove ognuno di loro vaga senza punti di riferimento nella propria vita intersecandosi l'uno con l'altro come naufraghi in balìa della tempesta chiamata vita. Una storia per immagini e pensieri, di ritorni e di fughe, di musiche e poche parole. Un film che si dilunga oltremodo e sbroglia i propri fili molto lentamente. Rimane il dubbio se sia stato un film troppo lungo o molto noioso ma sicuramente non sono state 2 ore sprecate. il cast non appare in sintonia con la regìa, fotografia ottima e contorno di rocker anni '70 molto appropriato, che il significato della vita sia stato scoperto dalla musica ? voto finale 7-
[-]
[+] la poetica di malick di canzone in canzone
(di antoniomontefalcone)
[ - ] la poetica di malick di canzone in canzone
|
|
[+] lascia un commento a fight_club »
[ - ] lascia un commento a fight_club »
|
|
d'accordo? |
|
giubi
|
giovedì 11 maggio 2017
|
vuoto interiore ben vestito!
|
|
|
|
Tre parole per questo film: VUOTO-APPARENZA-BELLEZZA..Un menage a trois malato senza che risulti qualcosa di nuovo!
Produttore pieno di soldi che fa gola alla ragazzina timida e all'unisono determinata ad ottenere quello che vuole la quale si innamora (continuando a sperimentare ALTRO) dell'altro ragazzino, cantante in erba talentuoso, irretito dallo stesso produttore.
In questo susseguirsi di diapositive tra i 3 protagonisti,un cammeo con una Natalie Portman, maestra di asilo che si mantiene col lavoretto da cameriera, accecata dalla bellezza dei soldi del super-produttore, è disposta a lasciarsi andare in tutto..risultando una "poverina", che di musa ispiratrice non ha proprio nulla.
[+]
Tre parole per questo film: VUOTO-APPARENZA-BELLEZZA..Un menage a trois malato senza che risulti qualcosa di nuovo!
Produttore pieno di soldi che fa gola alla ragazzina timida e all'unisono determinata ad ottenere quello che vuole la quale si innamora (continuando a sperimentare ALTRO) dell'altro ragazzino, cantante in erba talentuoso, irretito dallo stesso produttore.
In questo susseguirsi di diapositive tra i 3 protagonisti,un cammeo con una Natalie Portman, maestra di asilo che si mantiene col lavoretto da cameriera, accecata dalla bellezza dei soldi del super-produttore, è disposta a lasciarsi andare in tutto..risultando una "poverina", che di musa ispiratrice non ha proprio nulla.
Altri cammei fanno da cornice a questa storia che si basa sull'apparenza, sull'essere un "personaggio" anche nella vita privata su uno sfondo oculatamente fondato sulla bellezza con la B maiuscola: attori-panorami-vestiti-location-inquadrature.
Persino la voce e le parole dette dalla voce narrante sono belle! Ma tutto questo sfoggio denota un grande vuoto che sicuramente è all'interno dei personaggi e che forse è propriouna delle tre chiavi di lettura del film che di fatto non lascia nulla.
Mi è sembrato molto simile ad un altro film, HER,di Spike Jonze dove nuovamente ritorna il tema dell'annullamento e della solitudine della persona in funzione di "personaggi" e "film" mentali che probabilmente ognuno di noi fa, ma la differenza sta nell'influenza che questi hanno su di noi.
Fosse stata una pellicola da 90 minuti sarebbe stato perfetto, 129 minuti sono stati da applauso alla noia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giubi »
[ - ] lascia un commento a giubi »
|
|
d'accordo? |
|
|
mercoledì 10 maggio 2017
|
incasinato.
|
|
|
|
penso sia stato uno dei film peggiori che abbia mai visto, non si capisce nulla. gli attori sono tutti uguali e ci sono poche conversazione, oltretutto incasinate, lo sconsiglio vivamente. :)
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|