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elgatoloco
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mercoledì 27 maggio 2020
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intelligente, pieno di humor, capace di far pensar
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"GHsot Stories"(Jeremy Dyson e Andy Nyman, 2017, anche autori di soggetto e sceneggiatura-il fim è la trasposzione dela loro omonima opera teatrale), very british, ossia con quel sense of humor che altri(leggi in primis americani, nel senso di USA, speicilamente)non hanno, ossia la cpaacità di ridere anche del"soprannaturale", detto più chiaramente di ghost-stories, appunto. qui se ne propongono tre, che devono coinvolgere e stravolgere lo psicologo che si occupa di fenomeno"paranomrmali", in realtà molto criticamente. I primi due lo lasciano molto scettico, anzi confermano la sua concezione oltremodo scettica, ovvero sostanzialmnete negatrice di quei fenomeni, ma il terzo riesce a far presa sulle su strruture mentali molto razionali, coivinolgendo, se vogliamo l'amigadala, ossia quella parte del cervello che è pià sensisbile a ricordi emozionanti ed emozioni che l segno.
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"GHsot Stories"(Jeremy Dyson e Andy Nyman, 2017, anche autori di soggetto e sceneggiatura-il fim è la trasposzione dela loro omonima opera teatrale), very british, ossia con quel sense of humor che altri(leggi in primis americani, nel senso di USA, speicilamente)non hanno, ossia la cpaacità di ridere anche del"soprannaturale", detto più chiaramente di ghost-stories, appunto. qui se ne propongono tre, che devono coinvolgere e stravolgere lo psicologo che si occupa di fenomeno"paranomrmali", in realtà molto criticamente. I primi due lo lasciano molto scettico, anzi confermano la sua concezione oltremodo scettica, ovvero sostanzialmnete negatrice di quei fenomeni, ma il terzo riesce a far presa sulle su strruture mentali molto razionali, coivinolgendo, se vogliamo l'amigadala, ossia quella parte del cervello che è pià sensisbile a ricordi emozionanti ed emozioni che l segno...Il protagonista si sente ripprtato alla sua infanzia m nella quale molti compagni di sucola lo dileggiavano(il pregiduziio antisemita, sciocco di per sé è duro a morire e tende a tramndarsi anahc euslla spinta di pregiduzi religiosi indotti e interiorizz<ati fin dalla più tenera età)in quanto Ebreo. Il"Play"è intelligente, dicevo, perché a priori non scarta nulla, ma propone un'anlaisi che, di primo acchito, si rivela assolutamente impossibile. in genere il ghost-movie classico è quello che afferma senza meno la "verità"(verdidictà)di questi fenomeni, che vengono considerati appunto veri come tali e proposti in modo tale da generare orrore o almeno spavento(sulle gradazioni della paura ci sarebbe da discutere per vario tempo...),mnetre qui nulla è di per sé sciuro, tutto può essere(per rimanere nell'ambito anche semantico qui usato)"rimesso in gioco"e le sequenze relative sono decisamente esemplificatrici dell'impossibilità di dare una soluzione"sicura"in un senso o invece nell'altro...Qyalche riserva, da parte di chi scirve, sulla scelta di Andy Nyman di interpretare lui stesso il ruolo del protagonista, che non è che non sia convincente, ma, diciamolo, non è per sua natura un"interprete nato"-sarebbe certo più a suo agio sevedessimo una documetnazione, per non dire un docuemntario, ma qui non è un docu-movie, né abbiamo a che fare un film di"genere misto". Meglio Martin Freeman, certamente. Spesso film come questo vengono scambiati per insuccessi i"film troppo marcatamente culturali"-la definziione non è nuova- mentre in realtà il suo appeal richiede un certo impegno, che non tutti gli spettatori assicurano fin dall'inizio-.,. El Gato
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felicity
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martedì 30 ottobre 2018
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aspettative deluse
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Il problema con film del genere è come viene venduto allo spettatore.
La campagna promozionale alza a tal punto il livello delle tue aspetattive che non puoi che restare deluso.
Il filmetto, perchè di questo si tratta, gioca con lo spettatore, ma qualcosa alla fine non torna.
Il campionato dovrebbe essere quello di "Il sesto senso" o "the others" per la rivelazione finale, ma se quella è l'aspirazione, il risultato è di serie B.
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radiante
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domenica 14 ottobre 2018
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i veri fantasmi sono dentro di noi
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Ghost Stories non è, a mio avviso, un film dell'orrore. O almeno, anche se lo è nella forma, non lo è nella sostanza. Non nel senso classico del termine.
E, anche se tutto sembra condurre lo spettatore sui binari di una paurosa, ma forse scontata, storia di fantasmi, col tempo il velo cade e, nel finale, se ne comprende appieno il vero significato.
Non ci sono entità provenienti dall'aldilà o da un'altra dimensione. I fantasmi in questione albergano nel cuore, nella mente e nell'animo del protagonista e, inevitabilmente, di ogni essere umano.
"Ogni azione che tu abbia mai fatto (o non fatto) ha avuto un effetto, lasciando una piccola traccia, un fantasma di sé".
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Ghost Stories non è, a mio avviso, un film dell'orrore. O almeno, anche se lo è nella forma, non lo è nella sostanza. Non nel senso classico del termine.
E, anche se tutto sembra condurre lo spettatore sui binari di una paurosa, ma forse scontata, storia di fantasmi, col tempo il velo cade e, nel finale, se ne comprende appieno il vero significato.
Non ci sono entità provenienti dall'aldilà o da un'altra dimensione. I fantasmi in questione albergano nel cuore, nella mente e nell'animo del protagonista e, inevitabilmente, di ogni essere umano.
"Ogni azione che tu abbia mai fatto (o non fatto) ha avuto un effetto, lasciando una piccola traccia, un fantasma di sé".
Rimorsi e sensi di colpa. Nei momenti di debolezza le più intime paure prendono il sopravvento e quei fantasmi tornano a tormentarci.
La vera contrapposizione non è tanto tra naturale e sovrannaturale, quanto tra logico e irrazionale, tra ragione e sogno, tra la volontà dell'intelletto di spiegare e mettere tutto in ordine, e l'indomabile ma confusa forza dell'inconscio e dell'istinto, che parla un'altra lingua e non conosce ragioni.
Un film veramente ben fatto, un thriller psicologico che si serve, con ironia di fondo, degli elementi dell'orrore, riuscendo bene tanto nella forma, quanto nella sostanza.
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folgore94
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martedì 8 maggio 2018
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molto interessante
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Un buon film con ottima ed insolita trama ma che lascia il segno. Buona interpretazione degli attori, diffidate dei giudizi negativi.
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carloalberto
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mercoledì 25 aprile 2018
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due registi per un film doppio
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Due registi inglesi, Dyson e Nyman, per un film doppio, tipo The Others, che non è quello che vuol sembrare di essere. Come, durante tutto il film, è ripetuta la frase: “il cervello vede quello che vuol vedere”, così, in sala, si è convinti di assistere ad una pellicola horror inusuale e un po’ eccentrica, attraversata dalla tipica ironia anglosassone, perché è quel che si è venuti a vedere, considerato il trailer e soprattutto il titolo, salvo poi ricredersi alla fine. Un professore che ha dedicato la vita a smascherare le truffe di finti veggenti, come le protagoniste di Red lights e 1921 Il mistero di Rookford, interpretato magnificamente da uno dei due registi, Andy Nyman, conduce lo spettatore nell’apparente viaggio nel mondo dell’occulto alla ricerca di prove dell’esistenza del soprannaturale, al di là delle evidenze della pura logicità razionale.
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Due registi inglesi, Dyson e Nyman, per un film doppio, tipo The Others, che non è quello che vuol sembrare di essere. Come, durante tutto il film, è ripetuta la frase: “il cervello vede quello che vuol vedere”, così, in sala, si è convinti di assistere ad una pellicola horror inusuale e un po’ eccentrica, attraversata dalla tipica ironia anglosassone, perché è quel che si è venuti a vedere, considerato il trailer e soprattutto il titolo, salvo poi ricredersi alla fine. Un professore che ha dedicato la vita a smascherare le truffe di finti veggenti, come le protagoniste di Red lights e 1921 Il mistero di Rookford, interpretato magnificamente da uno dei due registi, Andy Nyman, conduce lo spettatore nell’apparente viaggio nel mondo dell’occulto alla ricerca di prove dell’esistenza del soprannaturale, al di là delle evidenze della pura logicità razionale. Alla fine del primo tempo si rimane un poco perplessi, perché il film, come horror, non sembra prendersi troppo sul serio e spesso nelle scene di maggiore suspense scivola nel genere fantasy o in quello drammatico, ma la vita è sogno e nel finale fa capolino Calderon de la Barca, che capovolge la prospettiva, demolisce le nostre convinzioni, lasciandoci addosso un senso di inquietudine, compensato, soltanto in parte, dalla soddisfazione di aver scoperto il trucco o almeno di averlo capito, dopo che ci è stato svelato da Andy Nyman, che, non a caso, nella vita, oltre ad attore e regista, è anche un illusionista di professione.
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fra
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mercoledì 25 aprile 2018
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imperfetto
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Direi un film imperfetto, pieno di falle, con qualche guizzo, ma niente più.
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mercoledì 25 aprile 2018
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pessimo
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Da NON VEDERE ASSOLUTAMENTE!!!! Non ha una trama avvincente, film molto lento
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cinefilo
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mercoledì 25 aprile 2018
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deludente
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Il film è una occasione mancata, a tratti anche piuttosto banale nel suo sviluppo. Niente di che.
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inmyopinion
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martedì 24 aprile 2018
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esperimento non riuscito
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Ci sono delle cose interessanti, però in generale parlerei di un film non pienamente riuscito. Peccato.
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belragzorm
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martedì 24 aprile 2018
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dal trailer sembrava meglio
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Uno di quei film che vai a vedere con un certo tipo di aspettativa che però poi viene tradita. Con il genere horror capita spesso, purtroppo.
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