quintolo
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martedì 16 luglio 2024
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die in 1 hour and half
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Un film talmente mal scritto e mal girato da essere cringe in ogni monento, in ogni dialogo, in ogni cosa che fanno i personaggi. Definirlo amatoriale sarebbe un favore. Chi dice che operazioni come queste sarebbero da incoraggiare, è come se dicesse che và incoraggiata la mancanza di professionalità, di creatività e di talento, producendo l'ennesima mazzata sui fianchi del cinema italiano. Oltre a essere recitato male, doppiato peggio e con una fotografia ridicola, ci sono continui errori come scavalcamenti di campo. E non c'entrano i pochi soldi, qui c'entra il non capirci niente del linguaggio cinematografico.
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francesca
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domenica 26 luglio 2020
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eros d''antona mi deve 79 minuti della mia vita ind
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Orribile.
Non ho mai recensito un film in vita mia ma, dopo aver finito di vedere questa oscenità, ho sentito la forte esigenza di esprimermi a riguardo.
Non sono mai stata così dura nei confronti di un regista o di un cast, ho sempre provato a giustificare eventuali film venuti male.
Ma qui ragazzi non si salva niente di niente: regia, cast, sceneggiatura, luci, effetti speciali, suoni, musiche, tutto tutto tutto.
E no signori, qui non parliamo solo di un semplice "problema di budget limitato".
L'unica parte che si salva sono i meravigliosi titoli di coda che ti annunciano la fine di una tortura della durata di 79 minuti.
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ennio
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lunedì 11 novembre 2019
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soggetto interessante, ma pochi i soldi
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Il primo a immaginare horror/reality-show per il grande pubblico fu Stephen King nell "uomo in fuga" , quando ancora si faceva chiamare Richard Bachman, ed erano ancora gli anni '70. Poi il filone si è allargato fino a diventare un soggetto molto diffuso nell'era di internet, vedi la saga degli "hunger games".
"Improvvisa o muori" merita un incoraggiamento per l'impegno profuso nella ricerca della pura immagine pittorica/horrorifica e per i ritmi, anche musicali, del crescendo splatter.
Per il resto, recitazione dialoghi e doppiaggio di scarso livello, più da soap opera televisiva che da cinema. Ma con MOLTI soldi in più da quest'idea può uscirne qualcosa di buono.
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Il primo a immaginare horror/reality-show per il grande pubblico fu Stephen King nell "uomo in fuga" , quando ancora si faceva chiamare Richard Bachman, ed erano ancora gli anni '70. Poi il filone si è allargato fino a diventare un soggetto molto diffuso nell'era di internet, vedi la saga degli "hunger games".
"Improvvisa o muori" merita un incoraggiamento per l'impegno profuso nella ricerca della pura immagine pittorica/horrorifica e per i ritmi, anche musicali, del crescendo splatter.
Per il resto, recitazione dialoghi e doppiaggio di scarso livello, più da soap opera televisiva che da cinema. Ma con MOLTI soldi in più da quest'idea può uscirne qualcosa di buono.
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lunedì 26 novembre 2018
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che peccato!
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Scontato e noioso, non siamo ancora all’altezza dei film americani!
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