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martedì 9 novembre 2021
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mr.
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daniele_18mb
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mercoledì 3 marzo 2021
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un film da.. godersi
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Finito il film io non potevo crederci: era davvero finito così? Un amore confuso, ingiusto dolce e amaro. Come la cometa che cadeva con flusso lento, inarrestabile, un amore che non ha bisogno di spiegazioni ma solo di essere visto ed ascoltato. Due vite separate da enormi distanze, intrecciate solo dal tempo e da forze ben più grandi di loro, due vite destinate ad unirsi. Questo film merita… è una storia troppo bella per ricevere un finale ed è una storia troppo bella per essere continuata, va vista così, apprezzata e goduta… Buona visione
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raistlin85
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venerdì 20 marzo 2020
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il tema della ricerca che può cambiare le nostre vite
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Una storia ambientata in spazio-tempo differenti che scorrono contemporaneamente grazie ad un sogno e a un nastro rosso che unisce due esistenze lontane ed opposte, ma destinate ad intrecciarsi. Ed è proprio la ricerca esasperata di quel tessuto che porterà ciò che prima era separato, a ritrovarsi nello stesso momento e nello stesso posto. "Volevo dirti una cosa. Ovunque tu possa essere nel mondo, verrò di nuovo a cercarti e io ti troverò."
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mercoledì 28 agosto 2019
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vero
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Concordissimo con te Your name è semplicemente meraviglioso
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laurence316
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lunedì 21 maggio 2018
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non un capolavoro, ma in generale apprezzabile
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Il ritorno di Shinkai dopo Il giardino della parole, è diventato un caso nazionale (e internazionale).
Si tratta di un’opera che prosegue, ancora una volta, la sua personale poetica della distanza e separazione tra gli individui, dell’incomunicabilità tra le persone e tra generazioni diverse, dell’amore e dei tormenti adolescenziali. Un’ennesima variazione sui temi da sempre affrontati dal regista, dunque, che ha però ottenuto inaspettatamente, al contrario dei film precedenti, uno straordinario successo in tutto il mondo.
E la superba qualità delle animazioni basta forse da sola a spiegarne il motivo, mentre guardando al film in generale si fa fatica a credere che, superando qualsiasi opera di Hayao Miyazaki, sia diventato l’anime dai maggiori incassi della storia del cinema, in quanto questo Your Name.
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Il ritorno di Shinkai dopo Il giardino della parole, è diventato un caso nazionale (e internazionale).
Si tratta di un’opera che prosegue, ancora una volta, la sua personale poetica della distanza e separazione tra gli individui, dell’incomunicabilità tra le persone e tra generazioni diverse, dell’amore e dei tormenti adolescenziali. Un’ennesima variazione sui temi da sempre affrontati dal regista, dunque, che ha però ottenuto inaspettatamente, al contrario dei film precedenti, uno straordinario successo in tutto il mondo.
E la superba qualità delle animazioni basta forse da sola a spiegarne il motivo, mentre guardando al film in generale si fa fatica a credere che, superando qualsiasi opera di Hayao Miyazaki, sia diventato l’anime dai maggiori incassi della storia del cinema, in quanto questo Your Name. non manca di esibire ben evidenti ed eclatanti difetti.
Se, come accennato, sul versante dell’animazione è assolutamente eccezionale, stupefacente, ammaliante, esibisce una cura minuziosissima al dettaglio, alla resa di panorami naturali e architettonici (che non possono che ricordare talvolta lo Studio Ghibli), alle più lievi variazioni di luci ed ombre, sul versante della narrazione, invece, come troppo spesso avviene nei film di Shinkai, non convince appieno.
Presenta una trama alquanto scontata, piuttosto prevedibile, non molto originale nelle premesse (l’espediente del “body swap” è visto e stravisto), intricata negli sviluppi (anche se rimane sempre comprensibile), che fatica ad ingranare. Il film, difatti, risulta molto più riuscito nella seconda parte, quando la narrazione si fa più serrata, mentre nella prima rimane ingabbiato in un’ottica da commedietta degli equivoci che, evidentemente, non si rivela molto nelle corde del regista, e porta alla reiterazione forzata delle solite due gag riguardanti le reazioni dei due protagonisti allo scambio dei corpi, che alla lunga annoiano.
E il film come un tutto unitario non riesce ad evitare di confondere, molto spesso, il sentimento col sentimentalismo, e scade nella melensaggine.
Tuttavia, è pur sempre vero che in alcuni momenti risulta, invece, sinceramente emozionante (come, ad esempio, nella sequenza della scoperta da parte del protagonista, Taki, della verità circa quanto avvenuto ad Itomori) e che, grazie soprattutto alla raffinatezza delle animazioni, riesce ad intrattenere spensieratamente per un’oretta e mezza.
Ma stupisce l’apprezzamento critico ricevuto da un’opera sicuramente di ottima fattura, dal punto di vista tecnico, ma non molto riuscita nel complesso. Un anime discreto, che però non arriva mai nemmeno a sfiorare il capolavoro, come invece taluni parrebbero sostenere.
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roghan
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venerdì 29 dicembre 2017
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entusiasmante e commovente
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Ho visto per combinazione questo anime, e mi ha lasciato stupefatto. Disegni fantastici, che fanno dimenticare di vedere un anime, protagonisti con personalità ben delineate e in cui immedesimarsi, musiche sempre d'atmosfera (nonostante non capisca una mazza di lingua!), storia originale ma da seguire bene, appassionante, e che lascia con il fiato sospeso fino all'ultimo secondo sperando in un lieto fine.
Mi sono commosso più volte, come non ricordo da tantissimi anni.
Assolutamente consigliato +++++.
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kyotrix
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sabato 2 dicembre 2017
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meraviglioso
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Bei paesaggi, ottima regia, emozionante dall'inizio alla fine, meraviglioso.
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liuk!
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venerdì 17 novembre 2017
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capolavoro
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Mi accodo a tutti i giudizi entusiasti di questo spettacolare film di animazione. Veramente un capolavoro.
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alebosco
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sabato 11 novembre 2017
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entusiasmante
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Semplicemente stupendo!!!
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alesimoni
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lunedì 25 settembre 2017
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le dimensioni parallele dell'amore
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E' una meraviglia per gli occhi e per il cuore l'opera di Shinkai. Un viaggio bellissimo, una ricerca continua dell'altro e contemporaneamente di sé, illuminata da immagini e disegni stupendi, scenografie mozzafiato degne dei migliori direttori della fotografia dei film su pellicola. Non siamo di fronte alla solita, melense, storia d'amore tra adolescenti che si rincorrono, qui c'è molto di più: c'è la ricerca della consapevolezza di sé stessi specchiandosi negli occhi e nella vita dell'altro e la rappresentazione di una forza unica che trascende ogni difficoltà e ogni dimensione spazio-temporale. L'aggiunta di una vena fantascientifica dona al film un'ulteriore dose di magia ma , e questo è l'unico difetto, lo rende a volte difficile da seguire e un po' troppo ingarbugliato.
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E' una meraviglia per gli occhi e per il cuore l'opera di Shinkai. Un viaggio bellissimo, una ricerca continua dell'altro e contemporaneamente di sé, illuminata da immagini e disegni stupendi, scenografie mozzafiato degne dei migliori direttori della fotografia dei film su pellicola. Non siamo di fronte alla solita, melense, storia d'amore tra adolescenti che si rincorrono, qui c'è molto di più: c'è la ricerca della consapevolezza di sé stessi specchiandosi negli occhi e nella vita dell'altro e la rappresentazione di una forza unica che trascende ogni difficoltà e ogni dimensione spazio-temporale. L'aggiunta di una vena fantascientifica dona al film un'ulteriore dose di magia ma , e questo è l'unico difetto, lo rende a volte difficile da seguire e un po' troppo ingarbugliato. Lo scambiarsi delle dimensioni mi ha ricordato molto le scene di Interstellar in cui il padre cerca di urlare alla figlia da dietro la libreria.
La scena finale è memorabile ed iconica e vi rimarrà impressa in mente per un bel po' di tempo.
La scuola di animazione giapponese, con in testa il maestro dei maestri Miyazaki, segna un altro pesantissimo punto a suo favore, scavando un solco sempre più profondo tra sé e gli americani.
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