felicity
|
martedì 18 agosto 2020
|
storia gradevole di buoni sentimenti ma non banale
|
|
|
|
È in una umanità legata alla scoperta d’essere mortali e della necessità di fare squadra nei momenti di difficoltà che risiedono le scene più belle e delicate de Il medico di campagna.
Scene ben portate avanti dalla recitazione di Fronçois Cluzet, eppure esageratamente soffocate dal mestiere, dalle visite, dalla serie di pazienti.
Il film finisce in questo modo per arenarsi in sequenze lunghissime che lo rallentano.
[+]
È in una umanità legata alla scoperta d’essere mortali e della necessità di fare squadra nei momenti di difficoltà che risiedono le scene più belle e delicate de Il medico di campagna.
Scene ben portate avanti dalla recitazione di Fronçois Cluzet, eppure esageratamente soffocate dal mestiere, dalle visite, dalla serie di pazienti.
Il film finisce in questo modo per arenarsi in sequenze lunghissime che lo rallentano.
E' tutto nel rapporto di amore-odio tra i due medici il motore del film, che punta anche sul contrasto tra città e campagna, soffermandosi in particolare sulle differenze tra un medico ospedaliero, che lavora con migliaia di pazienti in un ambiente spersonalizzante, e uno di campagna, alle cui cure è affidata una comunità di individui riconoscibili, che con il loro medico hanno un rapporto di fiducia reciproca.
Il risultato è un dramma sussurrato, intimo, che esplora il rapporto tra medico e paziente rispettandone la reciproca sensibilità, attraverso uno sguardo cinematografico iperrealista, ma allo stesso tempo ammorbidito da una straordinaria delicatezza nel mostrare la sofferenza.
Il regista evidentemente racconta ciò che conosce, come insegnano i maestri della sceneggiatura, e lo fa come è giusto che sia, restando fedele alla realtà come farebbe un medico, ma con lo sguardo trasognato di un regista.
Adiuvato da Cluzet, attore a suo agio nei registri più disparati, anche in quello molto complicato dei tempi della commedia, trottiamo piacevolmente con lui e poi anche con Nathalie tra la gente semplice eppure tutt’altro che facile della Francia più profonda.
Girato per buona parte in esterni, non riusciamo a rilassare lo sguardo sulle inquadrature bucoliche che la storia sembrava promettere. La terra diventa spesso fango, il fango sangue e ossa rotte, la pioggia temporale, il buio oscurità.
Il rapporto dell’uomo col suo ambiente è dinamico e apprensivo e ogni personaggio in marcia deve essere pronto a qualsiasi avvenimento, anche il più imprevisto. È ben per questo che Jean-Pierre è scettico sull’adattamento di Nathalie in una realtà indomita e poco propensa al compromesso.
Il linguaggio della campagna tende a somigliare alla ricognizione nucleare della risonanza e al protocollo ottuso della radioterapia: essi si sviluppano nell’unica sintassi a loro nota e non potrebbero essere altrimenti.
La storia, comunque, approfitta del suo svolgimento per mostrare gli stati di realtà del nostro tempo.
Cluzet conferma il suo talento a impersonare personaggi fragili, minati da un handicap o da una malattia.
Una storia gradevole, insomma, di buoni sentimenti, ma non necessariamente banale e una piccola gioia per gli occhi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
robroma66
|
martedì 27 dicembre 2016
|
umanità
|
|
|
|
Jean Pierre è medico di base in un piccolo villaggio del nord della Francia.
Una sorta di missionario che cura non solo il corpo dei pazienti ma anche la mente e l'anima: ascolta i suoi assistiti e ne prende a cuore le sorti. Un maieuta, un burbero eroe civile in una ordinaria comunità, un silente professionista disponibile sette giorni su sette. Jean Pierre si ammala gravemente e il suo oncologo gli invia, a sua insaputa, Nathalie, una dottoressa di mezza età per dargli una mano. L'iniziale ostilità nei confronti della collega si trasforma a poco a poco in un miscuglio di desiderio e di stima.
E' un film garbato e pieno di umanità e di buoni sentimenti, capace di entrare nei gangli dell'anima.
[+]
Jean Pierre è medico di base in un piccolo villaggio del nord della Francia.
Una sorta di missionario che cura non solo il corpo dei pazienti ma anche la mente e l'anima: ascolta i suoi assistiti e ne prende a cuore le sorti. Un maieuta, un burbero eroe civile in una ordinaria comunità, un silente professionista disponibile sette giorni su sette. Jean Pierre si ammala gravemente e il suo oncologo gli invia, a sua insaputa, Nathalie, una dottoressa di mezza età per dargli una mano. L'iniziale ostilità nei confronti della collega si trasforma a poco a poco in un miscuglio di desiderio e di stima.
E' un film garbato e pieno di umanità e di buoni sentimenti, capace di entrare nei gangli dell'anima. Rimette al suo giusto posto il valore delle cose e trasmette il senso di ciò che davvero conta, una volta depurata la vita e la società dagli inutili orpelli. E' privo di ridondanze o smancerie ed ha un taglio quasi documentaristico. François Cluzet, protagonista tetraplegico di "Quasi amici", anche qui ci regala una perfetta interpretazione e credo sia ormai un mostro sacro del cinema francese; ma pure la protagonista femminile (Marianne Denicourt) è perfetta nel ruolo. Il regista Thomas Lilti prima di darsi alla cinematografia faceva il medico e ciò spiega, credo, i numerosi dettagli (anche visivi) su malattie, diagnosi, cure. In questo è un po' troppo pedissequo e crudo per i miei gusti ma va bene così e nel complesso il film è un buon prodotto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a robroma66 »
[ - ] lascia un commento a robroma66 »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
martedì 10 gennaio 2017
|
il medico di paese
|
|
|
|
Il medico di famiglia di un piccolo paese francese deve iniziare un ciclo di chemioterapia e verrà quindi affiancato da una nuova dottoressa proveniente dalla città che dovrà fare i conti non solo con il burbero collega ma anche e soprattutto con i suoi nuovi pazienti.
Il film mette in scena direi alla perfezione quello che è il mestiere del medico di famiglia specialmente se esercitato in una piccola comunità dove si finisce per conoscersi tutti. Ecco allora che il medico oltre ad esercitare il proprio mestiere deve essere anche un pochino tutto: psicologo, dietologo, vice assisstente sociale ecc. In questo modo il protagonista di questo film si è costruito una fama in paese ma non è riuscito a tenere insieme la propria famiglia e questo gli brucia ancora.
[+]
Il medico di famiglia di un piccolo paese francese deve iniziare un ciclo di chemioterapia e verrà quindi affiancato da una nuova dottoressa proveniente dalla città che dovrà fare i conti non solo con il burbero collega ma anche e soprattutto con i suoi nuovi pazienti.
Il film mette in scena direi alla perfezione quello che è il mestiere del medico di famiglia specialmente se esercitato in una piccola comunità dove si finisce per conoscersi tutti. Ecco allora che il medico oltre ad esercitare il proprio mestiere deve essere anche un pochino tutto: psicologo, dietologo, vice assisstente sociale ecc. In questo modo il protagonista di questo film si è costruito una fama in paese ma non è riuscito a tenere insieme la propria famiglia e questo gli brucia ancora. L'arrivo della nuova dottoressa sconvolgerà sia il piccolo mondo paesano ma anche e soprattutto le vite di entrambi in quanto la donna cercherà di fare di tutto per mostrare il suo valore mentre lui di contro cercherà di metterla in difficoltà e troverà tutti i modi per nascondergli la sua malattia. Ben recitato dalla coppia Cluzet-Denicourt, il film ha il merito di scivolare bene verso un finale non banale e/o melenso cosa che lo avrebbe reso indigeribile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
antonio ruggiero
|
domenica 1 gennaio 2017
|
w guido tersilli medico della mutua
|
|
|
|
Va bene che hanno fatto il giuramento di Ippocrate.....ma i due medici protagonisti di questo film mi sembrano estratti da un racconto del libro Cuore. Il primo maturo medico di campagna gravemente malato, si dedica H24 ai suoi pazienti campagnoli correndo come un disperato per la landa francese. La seconda, una bella e malinconica dottoressa dagli occhi languidi, inviata a dare una mano al medico malatissimo, che corre anche lei come una pazza tra ambulatorio e campi Rom. Praticamente vi sembrerà di stare nell'ambulatorio del vostro medico di famiglia, scorrono davanti a voi gli stessi personaggi: anziani catarrosi, donne incinta, extracomunitari., e si parla di pressione alta, assistenza domiciliare, ricoveri in ospedale.
[+]
Va bene che hanno fatto il giuramento di Ippocrate.....ma i due medici protagonisti di questo film mi sembrano estratti da un racconto del libro Cuore. Il primo maturo medico di campagna gravemente malato, si dedica H24 ai suoi pazienti campagnoli correndo come un disperato per la landa francese. La seconda, una bella e malinconica dottoressa dagli occhi languidi, inviata a dare una mano al medico malatissimo, che corre anche lei come una pazza tra ambulatorio e campi Rom. Praticamente vi sembrerà di stare nell'ambulatorio del vostro medico di famiglia, scorrono davanti a voi gli stessi personaggi: anziani catarrosi, donne incinta, extracomunitari., e si parla di pressione alta, assistenza domiciliare, ricoveri in ospedale. Non c'è molto altro in questo film: sesso ...nisba, il massimo che si concede il maturo medico è infilare lo stetoscopio sotto la camicetta della bella dottoressa, umorismo quasi nulla, un po' di sangue: sono le ferite dei campagnoli francesi disattenti,e che i bravi medici corrono immediatamente a suturare. Mi dimenticavo di dirvi che c'è anche un morto ( un vecchietto 90enne ), che però muore di morte naturale. Si sconsiglia vivamente il film ai pensionati, ai depressi, ecc. Si consiglia il film ai giovani liceali idealisti che intendono avviarsi alla professione medica, ed ai masochisti come il sottoscritto. W Guido Tersilli medico della mutua.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antonio ruggiero »
[ - ] lascia un commento a antonio ruggiero »
|
|
d'accordo? |
|
|