eleonora panzeri
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sabato 17 settembre 2016
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il tempo che resta
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Tratto dall’omonimo romanzo scritto da Jojo Moyes, il film racconta la storia di Lu, un’impacciata ed eccentrica ragazza di provincia e di William, ricco e rampante giovane, caduto vittima di un tragico incidente che lo ha reso completamente paralizzato. Una storia d’amore lenta e delicata, quasi sussurrata, che vuole forse dimostrare che l’amore è prima di tutto un’affinità mentale. La trama segue tutti i cliché del romanzo rosa, in cui la ragazza pasticciona rivela i suoi talenti ed il classico bello e maledetto cede al fascino di una donna che non avrebbe mai neppure notato.
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Tratto dall’omonimo romanzo scritto da Jojo Moyes, il film racconta la storia di Lu, un’impacciata ed eccentrica ragazza di provincia e di William, ricco e rampante giovane, caduto vittima di un tragico incidente che lo ha reso completamente paralizzato. Una storia d’amore lenta e delicata, quasi sussurrata, che vuole forse dimostrare che l’amore è prima di tutto un’affinità mentale. La trama segue tutti i cliché del romanzo rosa, in cui la ragazza pasticciona rivela i suoi talenti ed il classico bello e maledetto cede al fascino di una donna che non avrebbe mai neppure notato. Originale a mio parere l’inserimento del controverso tema della “dolce morte”, che strisciante ed opprimente incombe su questo amore il quale può essere provato ma non consumato e vissuto come meriterebbe. Una storia improbabile al di fuori della fantasia, che si sviluppa tra un magnifico castello, ricche location ed una spiaggia paradisiaca in grado comunque di toccare e coinvolgere fino all’ultimo secondo. Grande interpretazione di Sam Claflin che in questo film lascia da parte la sua prorompente fisicità e recita solo con gli occhi. Sbarazzina e fuori dalle righe la dolce Emilia Clarke. Un film che consiglio!
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valterchiappa
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martedì 17 ottobre 2017
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minestrone sentimentale
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Magari non era nelle intenzioni di Jojo Moyes, sceneggiatrice ed autrice del romanzo da cui è tratto il film. Ma “Io prima di te” non sembra altro che una giustapposizione di cose già viste. O, meno benevolmente, un minestrone riscaldato più volte. La ricetta? Base: “Quasi amici” e poi tre dosi di “Pretty woman”, una di “My fair lady”, una spruzzata di “Amelie” e il gioco è fatto.
L’incipit è spudoratamente simile a quello del film francese: un ricco rimasto tetraplegico, un (o in questa caso una) badante piovuto per caso. Ma, se nella commedia di Olivier Nakache e Éric Toledano, la dialettica fra il malato e il suo assistente è resa frizzante dalla antiteticità sociale dei due protagonisti (l’aristocratico ed il nero delle banlieue), fornendo così spunto per una satira diluita ma pur sempre irriverente sui contrasti della società francese, la Moyes preferisce condire tutto in salsa rosa, riproponendo l’eterna favola romantica.
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Magari non era nelle intenzioni di Jojo Moyes, sceneggiatrice ed autrice del romanzo da cui è tratto il film. Ma “Io prima di te” non sembra altro che una giustapposizione di cose già viste. O, meno benevolmente, un minestrone riscaldato più volte. La ricetta? Base: “Quasi amici” e poi tre dosi di “Pretty woman”, una di “My fair lady”, una spruzzata di “Amelie” e il gioco è fatto.
L’incipit è spudoratamente simile a quello del film francese: un ricco rimasto tetraplegico, un (o in questa caso una) badante piovuto per caso. Ma, se nella commedia di Olivier Nakache e Éric Toledano, la dialettica fra il malato e il suo assistente è resa frizzante dalla antiteticità sociale dei due protagonisti (l’aristocratico ed il nero delle banlieue), fornendo così spunto per una satira diluita ma pur sempre irriverente sui contrasti della società francese, la Moyes preferisce condire tutto in salsa rosa, riproponendo l’eterna favola romantica.
Nel suo progetto Sam Claflin è al posto giusto: con il suo indiscutibile sex appeal, costituisce senz’altro un efficace richiamo per lo stuolo di giovinette o signore âgé (forse più le seconde) ancora legate al mito del Principe Azzurro. Emilia Clarke invece, dismessi i succinti panni di Daenerys Targaryen in “Game of Thrones”, non ha la verve irresistibile di Omar Sy, né sostituisce la fisicità dell’attore senegalese con le doti da Venere tascabile, che appaiono sulle copertine delle riviste da parrucchiere. Improponibile poi il confronto con la più nota Cenerentola dei tempi moderni, la Vivian di “Pretty woman” (il cui plot peraltro è un riferimento cui sicuramente la sceneggiatura ha prestato attenzione): lontani anni luce il fascino magnetico di Julia Roberts e il sorriso che ha stregato più di una generazione, assente la trasgressività del personaggio. Che ruolo viene affidato allora alla povera Clarke? Quello di una ragazza ingenua, goffa e un po’ svampita, paludata con abitini da bambola, calze multicolori e scarpe improponibili. Un po’ Amelie, ma senza la surrealtà del personaggio di Audrey Tautou e senza il tono favolistico del film di Jean-Pierre Jeunet; un po’ Eliza Doolittle, ma senza la grazia inarrivabile di Audrey Hepburn. Un ruolo cui l’attrice inglese si presta offrendo un fisico rotondetto ed una recitazione fatta di smorfiette, occhi sgranati e pose vezzose.
Preparati gli ingredienti il film va avanti da solo su binari già tracciati. Louisa Clark è una ragazza di paese in cerca di lavoro; William Traynor è il rampollo della nobile famiglia locale, come ogni buon Principe Azzurro, bello, ricchissimo e proprietario di un castello (è quello di Pembroke, nella provincia gallese). Lui, a seguito dell’incidente che lo ha reso invalido, ha dovuto abbandonare la brillante carriera di manager ed una vita spericolata, chiudendosi in una solitudine carica di rancore; lei, che, carica di colori e d’allegria, entra nella sua esistenza come una fresca ventata di primavera, saprà addolcirlo. Inevitabile l’amore. Ma, ad aggiungere lacrime alle lacrime, sul loro destino grava, come una spada di Damocle, una inesorabile decisione.
Scontata la storia, scontate anche le dinamiche della coppia: lui diventa naturalmente Pigmalione, lei si cala immediatamente nei panni dell’angelo salvifico. Impressiona poi l’aderenza con cui il susseguirsi degli episodi ricalca i riferimenti cinematografici summenzionati: si va dalla giornata all’ippodromo (“My fair lady”), al concerto classico in abito di gala (“Pretty woman”), con immancabile commozione della piccola fiammiferaia. E non può mancare la scena del ballo, ovviamente adattata alla situazione. Chiamiamole citazioni.
Eppure, nonostante tutto ciò, la regista Thea Sharrock riesce nel compito. Le lacrime sgorgano copiose, il cuoricino si stringe, le farfalline svolazzano davanti agli occhi. Azzecca pure qualche frase ad effetto (“Non voglio rientrare ancora. Voglio essere un uomo che è stato a un concerto con una ragazza vestita di rosso, ancora per qualche minuto.”), mentre la colonna sonora, come sempre in questi casi, fa la sua parte (tanto Ed Sheeran basta e avanza). Ed in più c’è un messaggio, facile facile, ma su cui si può dibattere con interesse.
Ci sono serate in cui il pensare ci è particolarmente grave, serate in cui ci piace essere ancora bambini in attesa di una nuova favola da ascoltare, serate in cui riponiamo in un cassetto il noioso gusto critico e ci basta poco per ridere, piangere o sognare.
Se ve ne capita una, è la serata giusta per andare a vedere “Io prima di te”.
Voto: 6
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cul(t)issimo93
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mercoledì 7 settembre 2016
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ottima telenovela sud americana
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Film da dimenticare, un concentrato di romanticismo spicciolo girato nel peggiore dei modi, per di più giocato su un tema così importante. L'attrice sembra essere appena uscita dall'ultima puntata de il segreto. Ogni volta che le sue espressioni accigliate comparivano in scena pensavo al caro vecchio René Ferretti e al suo "cagna maledetta". Il posto giusto per un "film" del genere sarebbe nel palinsesto pomeridiano di Canale 5 da far vedere a qualche casalinga un po' in la con l'età che si crogiola guardando Beautiful, non certo rubando spazio in un cinema, che può essere utilizzato per qualcosa di più decente. Se avete intenzione di guardare un film su questo tema tornate a casa e cercate qualcosa di più serio, magari Mare Dentro.
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Film da dimenticare, un concentrato di romanticismo spicciolo girato nel peggiore dei modi, per di più giocato su un tema così importante. L'attrice sembra essere appena uscita dall'ultima puntata de il segreto. Ogni volta che le sue espressioni accigliate comparivano in scena pensavo al caro vecchio René Ferretti e al suo "cagna maledetta". Il posto giusto per un "film" del genere sarebbe nel palinsesto pomeridiano di Canale 5 da far vedere a qualche casalinga un po' in la con l'età che si crogiola guardando Beautiful, non certo rubando spazio in un cinema, che può essere utilizzato per qualcosa di più decente. Se avete intenzione di guardare un film su questo tema tornate a casa e cercate qualcosa di più serio, magari Mare Dentro. I vostri occhi ringrazieranno.
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una voce
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sabato 10 settembre 2016
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un film onesto
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Sinceramente non capisco chi ha bistrattato questo film. Sono una gran piagnona, eppure in questo film non ho pianto. Certo ti lascia pensieroso (pur essendo anche divertente in tanti momenti), ma è la tematica. Il film vuole intrattenere (e ci riesce benissimo!) ma anche far riflettere. Riflettere su che cosa è l'amore, innanzi tutto. L'amore, se è tale, trasforma la vita delle persone e richiede coraggio. Il film lo mette in tavola con leggerezza. E vuole far riflettere sul rapporto con la vita e di conseguenza con la morte, un binomio inscindibile, per quanto tendiamo continuamente a rimuoverlo. Non a caso viene citato il film "Uomini di Dio" (vincitore a Cannes, molto bello, da non perdere!), perché la tematica è sì l'eutanasia, ma nel senso della libertà di scelta.
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Sinceramente non capisco chi ha bistrattato questo film. Sono una gran piagnona, eppure in questo film non ho pianto. Certo ti lascia pensieroso (pur essendo anche divertente in tanti momenti), ma è la tematica. Il film vuole intrattenere (e ci riesce benissimo!) ma anche far riflettere. Riflettere su che cosa è l'amore, innanzi tutto. L'amore, se è tale, trasforma la vita delle persone e richiede coraggio. Il film lo mette in tavola con leggerezza. E vuole far riflettere sul rapporto con la vita e di conseguenza con la morte, un binomio inscindibile, per quanto tendiamo continuamente a rimuoverlo. Non a caso viene citato il film "Uomini di Dio" (vincitore a Cannes, molto bello, da non perdere!), perché la tematica è sì l'eutanasia, ma nel senso della libertà di scelta. La scelta di morire può essere un atto egoistico ma anche un atto di sacrificio per amore per una donna, per l'umanità, per Dio. Le sfumature sono tante e il film è un invito ad astenersi dal giudicare, perché altrettanto sfumate sono le situazioni della vita e l'animo di chi le deve affrontare. La confezione del film è gradevole, bella la foto e belle le musiche, e la sceneggiatura scorre fluida. Per la recitazione Emilia Clarke è brava, forse a volte un po' sopra le righe, ma rende bene il personaggio, Sam Claflin dà una buona prova di attore che si fa maturo ed entrambi reggono bene il film sulle loro spalle; i genitori di lui sono solidi personaggi dell'ottima scuola di recitazione britannica, così come gli altri comprimari.
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sim one
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giovedì 15 settembre 2016
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pensavo fosse il solito film addolescenziale...
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e invece scopro con piacere un personaggio femminile originale e pieno di carattere, che si distingue dagli altri flm d'amore per ragazzi visti in passato, come è originale il tema trattato, al quale lo scenario amoroso fa da cornice. Lo stesso invece non si può dire del personaggio maschile, e del loro modo di innamorarsi: già visto, ma ci stava. Memorabili anche alcune scene, sia ironiche, che romantico-esilaranti (come la scena dove vanno entrambi sulla sedia a rotelle).
Quello che non ci stava è il finale: non perché non ha soddisfatto i miei gusti personali, ma perché l'ho trovato forzato, e irrealistico, che segue la moda seconda la quale un film non è romantico se non c'è una tragedia o qualcosa che rende l'amore dei protagonisti incompleto.
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e invece scopro con piacere un personaggio femminile originale e pieno di carattere, che si distingue dagli altri flm d'amore per ragazzi visti in passato, come è originale il tema trattato, al quale lo scenario amoroso fa da cornice. Lo stesso invece non si può dire del personaggio maschile, e del loro modo di innamorarsi: già visto, ma ci stava. Memorabili anche alcune scene, sia ironiche, che romantico-esilaranti (come la scena dove vanno entrambi sulla sedia a rotelle).
Quello che non ci stava è il finale: non perché non ha soddisfatto i miei gusti personali, ma perché l'ho trovato forzato, e irrealistico, che segue la moda seconda la quale un film non è romantico se non c'è una tragedia o qualcosa che rende l'amore dei protagonisti incompleto.
Sarebbe stato più originale il lieto fine, dopo i tanti film d'amore tragici ai quali siamo abituati.
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[+] ma davvero?!
(di fiomank_2000)
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ilaiga
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sabato 3 settembre 2016
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semplicemente vivi
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Per un'accanita lettrice, vedere trasportata sul grande schermo una storia che le ha fatto provare più emozioni di quante non pensava che in realtà esistessero, è difficile. E' spavento, ansia, preoccupazione, ma allo stesso tempo trepidazione, sperando che il suo Will sia come quello che ha conosciuto in bianco e nero. Giorno tanto atteso: 17 Agosto. Non desidero fare spoiler, ma l'accanita lettrice che è in me, non può dire altro che ENTUSIASMANTE. Non è strappalacrime, la malattia incombe su Will in maniera eclatante, ma nel proseguire della pellicola, ad ogni sorriso della Clark, lui acquista vita. Preparate i fazzoletti, preparate le risate, ma soprattutto, preparate i vostri cuori.
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Per un'accanita lettrice, vedere trasportata sul grande schermo una storia che le ha fatto provare più emozioni di quante non pensava che in realtà esistessero, è difficile. E' spavento, ansia, preoccupazione, ma allo stesso tempo trepidazione, sperando che il suo Will sia come quello che ha conosciuto in bianco e nero. Giorno tanto atteso: 17 Agosto. Non desidero fare spoiler, ma l'accanita lettrice che è in me, non può dire altro che ENTUSIASMANTE. Non è strappalacrime, la malattia incombe su Will in maniera eclatante, ma nel proseguire della pellicola, ad ogni sorriso della Clark, lui acquista vita. Preparate i fazzoletti, preparate le risate, ma soprattutto, preparate i vostri cuori. Anche tu, che sei scettico per quanto riguarda le storie d'amore, sappi che "Io prima di te" è molto di più. E' un inno alla vita, al coraggio, e alle possibilità. Ti sfido ad alzarti dalla poltrona del cinema e a non aver voglia di indossare delle calze a maglia. Magari gialle e nere. Magari a righe.
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alex62
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venerdì 2 settembre 2016
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vivi tu, perché io non ne ho il coraggio
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Nessuno è proprietario della propria vita, non è un bene disponibile. Nessuna vita lo è, neppure la più “indegna” e triste. Non esiste un'esistenza indegna di essere vissuta.
Invece questo orribile film di serie B vuole far passare l'idea contraria che, se qualcuno non ne ha più voglia, possa gettarla via la vita, come se non fosse sua…
Emilia Clark, l'eroina di noi tutti in Trono di spade, la splendida serie HBO tratta meravigliosamente dai romanzi di George R. R. Martin (merito degli sceneggiatori e produttori Benioff e Weiss) affronta con tutti gli eccessi di un carattere da filodrammatica, con la sua faccia buffa ed esagerata ad ogni inquadratura, coi suoi costumi grotteschi, una disavventura senza lieto fine.
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Nessuno è proprietario della propria vita, non è un bene disponibile. Nessuna vita lo è, neppure la più “indegna” e triste. Non esiste un'esistenza indegna di essere vissuta.
Invece questo orribile film di serie B vuole far passare l'idea contraria che, se qualcuno non ne ha più voglia, possa gettarla via la vita, come se non fosse sua…
Emilia Clark, l'eroina di noi tutti in Trono di spade, la splendida serie HBO tratta meravigliosamente dai romanzi di George R. R. Martin (merito degli sceneggiatori e produttori Benioff e Weiss) affronta con tutti gli eccessi di un carattere da filodrammatica, con la sua faccia buffa ed esagerata ad ogni inquadratura, coi suoi costumi grotteschi, una disavventura senza lieto fine.
Ma vi ricordate la delicatezza nel trattare lo stesso tema spinoso di Clint Eastwood in Million dollar baby, ma ve la ricordate la protagonista Hilary Swank?, su, non scherziamo!
Lì c'era vera arte! Al cinema si possono dire anche le cose più scomode, ma non bisogna mai dimenticare il professionismo.
Ecco, sembra un film realizzato da dilettanti, dilettanti dal soggetto ai costumi, dalla recitazione alla sgrammaticata sintassi filmica.
È una farsa posticcia, zeppa di sottolineature senza scopo. Nel sottofinale dobbiamo anche sentircelo ribadire dal padre che la nostra protagonista ha un cuore grande come un castello: come se fino a quel momento non ce l'avessero ripetuto in tutti i modi!
E poi, per colmare la misura, hanno infarcito tutto con la fiaba di Cenerentola senza le nozze e la gioia finale. Ma, al contrario, con un angoscioso e melenso finale, dove almeno la poverina dal cuore d'oro si ritrova almeno con un degno “risarcimento” pecuniario…Che tristezza!
Lo ha ribadito di recente la Corte di Cassazione a proposito di una madre che aveva partorito una bimba con la sindrome di Down e che si era sentita truffata dalla clinica che dalle analisi prenatali non l'aveva rilevato, perché lei sicuramente, se l'avesse saputo, avrebbe abortito (che madre!): la Cassazione ha affermato che non esiste nessun diritto a non nascere.
Identicamente non c'è nessun diritto a darsi la morte o darla a chicchessia, anche solo per presunta pietà: in Italia e in gran parte del mondo, grazie a Dio, è ancora così…
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[+] liberta'di giudizio!
(di gustibus)
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elisabettapagani
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domenica 4 settembre 2016
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meglio farsi una passeggiata
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Uno dei più brutti film mai visti!
Pessima regia, da telenovela delle più mediocri, sceneggiatura banale e priva di qualunque capacità di coinvolgimento. Attori terribili! La protagonista fa due uniche espressioni: una con le sopracciglia accigliate è una senza. La protagonista dovrebbe essere così povera da accettare anche un lavoro da badante, ma in ogni scena sfoggia un vestito diverso, completo di scarpe abbinate e accessori, da far invidia ad una star capricciosa.
Insomma non c'è nulla di credibile e pensato ... Tutto mieloso e scontato fino alla fine.
[+] siamo solo in due!…
(di alex62)
[ - ] siamo solo in due!…
[+] per niente d'accordo
(di pervinca97)
[ - ] per niente d'accordo
[+] d'accordo con te
(di no_data)
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