La seconda serie di sei episodi si segnala subito per una certa "normalizzazione" e non intendo solo la ricerca di un modus vivendi di Fleabag, ma proprio come scelta degli sceneggiatori e della regia. Aver abbandonato certi eccessi sia verbali che sessual/ginnici giova molto alla "rotondità" della narrazione che infatti scivola elegantemente di episodio in episodio. Rimangono i dialoghi intelligenti, il sottofondo ironico tipicamente british, ed una maggior percentuale di riprese all'esterno che danno ariosità al tutto.
Straordiaria la protagonista, stuzzicante l'idea di commentare guardando la macchina da ripresa (operazione di solito vietatissima), per non parlare del prete ossessionato dalle volpi.
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La seconda serie di sei episodi si segnala subito per una certa "normalizzazione" e non intendo solo la ricerca di un modus vivendi di Fleabag, ma proprio come scelta degli sceneggiatori e della regia. Aver abbandonato certi eccessi sia verbali che sessual/ginnici giova molto alla "rotondità" della narrazione che infatti scivola elegantemente di episodio in episodio. Rimangono i dialoghi intelligenti, il sottofondo ironico tipicamente british, ed una maggior percentuale di riprese all'esterno che danno ariosità al tutto.
Straordiaria la protagonista, stuzzicante l'idea di commentare guardando la macchina da ripresa (operazione di solito vietatissima), per non parlare del prete ossessionato dalle volpi. Un ruolo maggiore anche alla sorella, che si rivela non meno problematica.
Questa seconda e speriamo non ultima serie è nettamente più riuscita della prima e si rivela di qualità elevata, con situazioni mai banali, e nessun momento di stanchezza.
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