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domenica 18 settembre 2016
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alla ricerca di dory non delude le aspettative
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Andrew Stanton,regista di Wall-e,Bug's Life e la partecipazione in Ratatouille,si inventa "Alla ricerca di Dory" nel 2010,tre anni e mezzo per scrivere la storyboards e tantissimo tempo per animare i personaggi (in particolare Hank),un pò di idee me le ero fatte,avevano impiegato tantissimo tempo e speravo che ne uscisse un buon film,e infatti è stato così,Andrew Stanton,tra i maggiori registi della Pixar non ha deluso.La grafica del film è ottimale,i nuovi personaggi fatti bene,anche se non c'erano Bruto e i due squali,hanno ideato buoni personaggi,insomma,è un film fatto bene anche se con una trama un pò nascosta.
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domenico maria
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sabato 17 settembre 2016
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favola(percussiva)della disabilità.
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Indubbiamente è positivo che, almeno nei primi giorni, ci siano in sala molti bambini,sopra a tutto se si tratta del week end, quando i(molto spesso stressati)genitori,riescono a trovare lo spazio fisico e mentale per certe cose. La causa per cui si batte questa pellicola è nobilissima e degna della massima ammirazione: la diversità, l'essere "diversamente abili"(a scuola ne abbiamo quasi 50),come un arricchimento delle cosidette persone "normali", a contatto con il diverso. Nella realtà trentennale della mia esperienza, molto spesso i diversi, quelli seguiti dagli insegnanti di sostegno, sono quasi ignorati dai compagni di classe "normali", o diciamo così,presi a (molto)piccole dosi.Non mancano le classi "inclusive"(termine squallido dal significato bellissimo).
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Indubbiamente è positivo che, almeno nei primi giorni, ci siano in sala molti bambini,sopra a tutto se si tratta del week end, quando i(molto spesso stressati)genitori,riescono a trovare lo spazio fisico e mentale per certe cose. La causa per cui si batte questa pellicola è nobilissima e degna della massima ammirazione: la diversità, l'essere "diversamente abili"(a scuola ne abbiamo quasi 50),come un arricchimento delle cosidette persone "normali", a contatto con il diverso. Nella realtà trentennale della mia esperienza, molto spesso i diversi, quelli seguiti dagli insegnanti di sostegno, sono quasi ignorati dai compagni di classe "normali", o diciamo così,presi a (molto)piccole dosi.Non mancano le classi "inclusive"(termine squallido dal significato bellissimo). Se avessimo detto e messo a verbale "accoglienti",forse sembrava una raffinatezza manzoniana,scrivere e parlare in un italiano "pulito"! O forse dire "accoglienti" é "obsoleto"(altro semi orrore lessicale).Il rapporto dei 14/19enni con la disabilità è certamente molto variegato e multicolore;ma, diciamo così,per la mia esperienza personale di dieci lustri, batte spesso tra il grigio e il nero, come mi confidano più volte molti insegnanti colleghi di sostegno.Il luogo comune vuole dipingere gli adolescenti di oggi come stressati,tendenzialmente aridi,iperscettici e con pochissima idealità.Sono quasi tutti schifati dalla politica con esibizioni palesi di menefreghismo e totale indifferenza, quando non peggio. Gli "attivi" in questo senso sono mosche bianche.Di chi, o di che cosa la colpa?Ma quì mi fermo perchè si apre un discorso immenso, che rischia il fuori tema, come di sarebbe detto una volta. In tema ci resto perchè vedere tanti bambini attratti da questi nobilissimi messaggi è molto bello ma, appunto perchè questo è un forum aperto alle opinioni(anche polemicamente intellettuali), dal mio punto di vista trovo un po' troppo percussiva la continua stimolazione quasi solo e quasi sempre sullo stesso tasto, l'attrazione di un animo buono e sensibile per il diverso. Si rischia di scivolare in un pericoloso e condiscendente buonismo, il parente povero e pigro della carità attiva che Papa Bergoglio tenta disperatamente di riattivare. Gli appassionati di Disney sanno che già dal remotissimo e sublime "Fantasia" del 1940, l'autore dovette ingoiare molti rospi censori, e il film soffrì di vasta incomprensione e diffidenza. Da allora in moltissime pellicole, e questa non fà affatto eccezione,il mondo animale è molto più colorato di sentimenti e gesti,del mondo umano:e gli umani sono sempre visti poco e sotto una luce grigia o nera.Come in questo caso inquinatori e avvelenatori dei mari. Ma anche Tim Burton, nella "Sposa Cadavere",gli va dietro e forse oltre. E' molto più intrigante il mondo dei morti, anche divertente,rispetto alla avidità perversa dei vivi, riprodotti con toni opachi,lividi e sinistri. Possiamo sperare che almeno i bambini oggi riescano a sensibilizzarsi su certe tematiche? Questa percussività e questo martellamento ripetitivo fa venire il dubbio che gli stessi autori sentono sinistro e tetro: c'è spazio per i grandi sentimenti,se usciamo dalla gabbia e dalla dipendenza soffocante della tecnologia. Altrimenti diveniamo animali tecnologici, come i cani di "Up".
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domenico maria
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sabato 17 settembre 2016
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favola(percussiva)della disabilità.
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Indubbiamente è positivo che, almeno nei primi giorni, ci siano in sala molti bambini,sopra a tutto se si tratta del week end, quando i(molto spesso stressati)genitori,riescono a trovare lo spazio fisico e mentale per certe cose. La causa per cui si batte questa pellicola è nobilissima e degna della massima ammirazione: la diversità, l'essere "diversamente abili"(a scuola ne abbiamo quasi 50),come un arricchimento delle cosidette persone "normali", a contatto con il diverso. Nella realtà trentennale della mia esperienza, molto spesso i diversi, quelli seguiti dagli insegnanti di sostegno, sono quasi ignorati dai compagni di classe "normali", o diciamo così,presi a (molto)piccole dosi.Non mancano le classi "inclusive"(termine squallido dal significato bellissimo).
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Indubbiamente è positivo che, almeno nei primi giorni, ci siano in sala molti bambini,sopra a tutto se si tratta del week end, quando i(molto spesso stressati)genitori,riescono a trovare lo spazio fisico e mentale per certe cose. La causa per cui si batte questa pellicola è nobilissima e degna della massima ammirazione: la diversità, l'essere "diversamente abili"(a scuola ne abbiamo quasi 50),come un arricchimento delle cosidette persone "normali", a contatto con il diverso. Nella realtà trentennale della mia esperienza, molto spesso i diversi, quelli seguiti dagli insegnanti di sostegno, sono quasi ignorati dai compagni di classe "normali", o diciamo così,presi a (molto)piccole dosi.Non mancano le classi "inclusive"(termine squallido dal significato bellissimo). Se avessimo detto e messo a verbale "accoglienti",forse sembrava una raffinatezza manzoniana,scrivere e parlare in un italiano "pulito"! O forse dire "accoglienti" é "obsoleto"(altro semi orrore lessicale).Il rapporto dei 14/19enni con la disabilità è certamente molto variegato e multicolore;ma, diciamo così,per la mia esperienza personale di dieci lustri, batte spesso tra il grigio e il nero, come mi confidano più volte molti insegnanti colleghi di sostegno.Il luogo comune vuole dipingere gli adolescenti di oggi come stressati,tendenzialmente aridi,iperscettici e con pochissima idealità.Sono quasi tutti schifati dalla politica con esibizioni palesi di menefreghismo e totale indifferenza, quando non peggio. Gli "attivi" in questo senso sono mosche bianche.Di chi, o di che cosa la colpa?Ma quì mi fermo perchè si apre un discorso immenso, che rischia il fuori tema, come di sarebbe detto una volta. In tema ci resto perchè vedere tanti bambini attratti da questi nobilissimi messaggi è molto bello ma, appunto perchè questo è un forum aperto alle opinioni(anche polemicamente intellettuali), dal mio punto di vista trovo un po' troppo percussiva la continua stimolazione quasi solo e quasi sempre sullo stesso tasto, l'attrazione di un animo buono e sensibile per il diverso. Si rischia di scivolare in un pericoloso e condiscendente buonismo, il parente povero e pigro della carità attiva che Papa Bergoglio tenta disperatamente di riattivare. Gli appassionati di Disney sanno che già dal remotissimo e sublime "Fantasia" del 1940, l'autore dovette ingoiare molti rospi censori, e il film soffrì di vasta incomprensione e diffidenza. Da allora in moltissime pellicole, e questa non fà affatto eccezione,il mondo animale è molto più colorato di sentimenti e gesti,del mondo umano:e gli umani sono sempre visti poco e sotto una luce grigia o nera.Come in questo caso inquinatori e avvelenatori dei mari. Ma anche Tim Burton, nella "Sposa Cadavere",gli va dietro e forse oltre. E' molto più intrigante il mondo dei morti, anche divertente,rispetto alla avidità perversa dei vivi, riprodotti con toni opachi,lividi e sinistri. Possiamo sperare che almeno i bambini oggi riescano a sensibilizzarsi su certe tematiche? Questa percussività e questo martellamento ripetitivo fa venire il dubbio che gli stessi autori sentono sinistro e tetro: c'è spazio per i grandi sentimenti,se usciamo dalla gabbia e dalla dipendenza soffocante della tecnologia. Altrimenti diveniamo animali tecnologici, come i cani di "Up".
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mickey97
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venerdì 16 settembre 2016
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animazione eccelsa e più introspezione psicologica
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Ciao Sono Dory e soffro di perdita di memoria a breve termine. Il film si apre con l’enunciazione di questa frase da parte del piccolo pesce chirurgo , il quale è già consapevole di dover convivere coi limiti che impone questa malattia. Questo sequel ci propone le ragioni per cui Dory perde i suoi genitori ed un collegamento con il film precedente che si palesa nel momento in cui avviene il suo incontro con il pesce pagliaccio Marlyn, in cerca di suo figlio Nemo. Alla ricerca di Dory non ingrana fin da subito la marcia giusta, in quanto non possiede fino al primo tempo quel senso dell’avventura tipico de “alla ricerca di Nemo” né tantomeno quella dinamica finalizzata alla garanzia di un grande coinvolgimento per lo spettatore.
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Ciao Sono Dory e soffro di perdita di memoria a breve termine. Il film si apre con l’enunciazione di questa frase da parte del piccolo pesce chirurgo , il quale è già consapevole di dover convivere coi limiti che impone questa malattia. Questo sequel ci propone le ragioni per cui Dory perde i suoi genitori ed un collegamento con il film precedente che si palesa nel momento in cui avviene il suo incontro con il pesce pagliaccio Marlyn, in cerca di suo figlio Nemo. Alla ricerca di Dory non ingrana fin da subito la marcia giusta, in quanto non possiede fino al primo tempo quel senso dell’avventura tipico de “alla ricerca di Nemo” né tantomeno quella dinamica finalizzata alla garanzia di un grande coinvolgimento per lo spettatore. Il film se fino ad ora sotto questo profilo è risultato un po’ carente, in ben altri aspetti si è rivelato notevole, in quanto l’animazione è davvero eccelsa e il polpo Hank ne è la dimostrazione e l’introspezione psicologica, soprattutto di Dory, domina incontrastata nella pellicola palesandosi in un suo percorso mnemonico a lungo termine a cui sono connessi i suoi sentimenti e desideri. Ritornando alla vicenda, già dall’inizio della seconda parte ci sono le premesse per una grande svolta, la ricerca dei genitori di Dory non è affatto scontata, sarebbe risultata tale se si fosse risolta in breve e invece parte la vera avventura grazie a nuovi risvolti e dettagli nella trama, la quale diviene sempre più intensa e coinvolgente. Alla ricerca di Dory è un film che va in crescendo e che alla fine inevitabilmente ci commuove.
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filippotognoli
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giovedì 15 settembre 2016
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alla ricerca della trama
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Non amo particolarmente i sequel di nessun genere. A parte alcune illustri eccezioni, sono ripetitivi, privi di idee, con trame piatte o nulle, e lasciano quasi sempre delusi e amareggiati gli spettatori. "Alla ricerca di Dory" entra di diritto In questa infelice classificazione. La storia non fa altro che ripresentare le stesse situazioni del primo capitolo, senza pero' emozionare, divertire, inserire idee nuove. Certo la grafica Pixar e' sempre bellissima, tanto da sembrare un film piu' che un cartoon, ma da sola non basta. Molto bello il corto "Piper" e carino il finale dopo i titoli di coda. Certamente adatto ai bambini di ogni eta', anche se i troppo piccoli rischiano di annoiarsi e i non piu' piccoli rimanere delusi dall'intreccio.
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Non amo particolarmente i sequel di nessun genere. A parte alcune illustri eccezioni, sono ripetitivi, privi di idee, con trame piatte o nulle, e lasciano quasi sempre delusi e amareggiati gli spettatori. "Alla ricerca di Dory" entra di diritto In questa infelice classificazione. La storia non fa altro che ripresentare le stesse situazioni del primo capitolo, senza pero' emozionare, divertire, inserire idee nuove. Certo la grafica Pixar e' sempre bellissima, tanto da sembrare un film piu' che un cartoon, ma da sola non basta. Molto bello il corto "Piper" e carino il finale dopo i titoli di coda. Certamente adatto ai bambini di ogni eta', anche se i troppo piccoli rischiano di annoiarsi e i non piu' piccoli rimanere delusi dall'intreccio. Da Disney Pixar c'e' da aspettarsi di meglio, anche perche' ci ha abituati molto, se non troppo, bene nel corso degli anni.
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alex62
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lunedì 5 settembre 2016
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irresistibile e inimitabile dory!
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Andrew Stanton non si smentisce: fino da A bug's life il suo stile è inconfondibile. Ha trovato un trionfo con Finding Nemo, ma, a parte la produzione del capolavoro Rataouille, il suo apice è il commovente Wall-e, la meravigliosa avventura del robottino ammacca-rifiuti, ultimo (e unico) rimasto sulla Terra a rimpiangere l'umanità. Stanton, con Wall-e riuscì a rendere credibili i sentimenti in una piccola macchina e tutti noi ci commuovemmo, peraltro antidiluviana se confrontata con la sua partner, Eva, di cui s'innamora perdutamente, alla fine riamato.
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Andrew Stanton non si smentisce: fino da A bug's life il suo stile è inconfondibile. Ha trovato un trionfo con Finding Nemo, ma, a parte la produzione del capolavoro Rataouille, il suo apice è il commovente Wall-e, la meravigliosa avventura del robottino ammacca-rifiuti, ultimo (e unico) rimasto sulla Terra a rimpiangere l'umanità. Stanton, con Wall-e riuscì a rendere credibili i sentimenti in una piccola macchina e tutti noi ci commuovemmo, peraltro antidiluviana se confrontata con la sua partner, Eva, di cui s'innamora perdutamente, alla fine riamato.
Bisogna tornare alle grandi favole d'amore Disney per ritrovare una storia così coinvolgente, come scansare il ricordo di Lilly e il vagabondo (1955) e della poderosa scena romantica della spaghettata al chiaro di luna?! Anche lì c'era un incontro che la società rifiuta, l'innamoramento per un diverso, addirittura un “randagio”, o meglio un “bastardo”, da parte della cagnolina cocker d'alto bordo. Come il robottino romantico e “antico” per l'Asset ultramoderno ed estremamente pericoloso, peraltro molto ben armato, Eva.
Finding Dory continua invece a celebrare l'amicizia, una delle relazioni fra esseri umani più bistrattate del nostro secolo! Quell'amicizia incredibile che era nata per errore fra una pesciolina chirurgo smemorata e un pesce pagliaccio disperato per il rapimento del figlioletto, Nemo, peraltro limitato da un handicap a una pinna ed unico sopravvissuto della numerosa famiglia di Marlin. Ebbene anche in questo film - e questa è la firma di Stanton - scopriamo che proprio l'handicap, cioè quello che la società considera una minorazione, può risultare un enorme, imbattibile vantaggio. Poiché Dory non ha memoria, allora si tuffa nel presente, come Marlin e Nemo non hanno mai sognato di fare. Allora il tormentone: “Ora cosa farebbe Dory?”; diventa la bacchetta magica che può risolvere anche la situazione più disperata.
A differenza di Finding Nemo, che poteva essere considerato “un film per adulti”, i quali, con la scusa di accompagnare al cinema i figli, si godono un'ottimo film, questa pellicola è proprio per i più piccoli. Una serie di trovate mozzafiato, del tutto slegate da un contesto realistico e con voli di fantasia imprevedibili, avvince lo spettatore.
Solo voli di fantasia?…
Sebbene…, quando ormai il film doveva essere già confezionato e pronto, ci ha sorpreso l'evasione reale di un polpo, sì di un polpo, di nome Inky, animale super intelligente e grande attrazione locale, dall'acquario nazionale di Napier Nuova Zelanda.
Ecco, è proprio il caso di dire: quando la realtà supera la fantasia!
Riuscirà la nostra eroina smemorata a rintracciare e riabbracciare la famiglia dispersa?
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