wathan
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martedì 4 febbraio 2020
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fuffa.
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Questo film viene generalmente denominato d'autore o se preferite il secondo termine, cinema d'arte per capirsi, cioè quella peculiare categoria cinematografica d'èlite che, come di consueto, non disdegna mai un'appartenenza intellettuale molto superiore al rozzo popolo cinefilo comune. Adesso io non voglio, ma in ogni caso non DEVO avere dei pregiudizi contrastanti verso questo genere, se così possiamo dire, che di sicuro avrà pure i suoi meriti intendiamoci, però ritengo che i limiti di "The Whispering Star" siano dovuti anche a questo purtroppo.
D'altronde non sono mai riuscito a capire come mai spesso vengono adoperati termini e paroloni di natura quasi divina per recensire queste opere, anche se poi gli vengono assegnate le tre stelle, mentre in alternativa, nella quasi totalità dei casi, usiamo altri termini per descrivere film più "sinceri" che appartengono a una categoria magari di consumo ma, (per come la vedo io), più emozionale ed empatica.
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Questo film viene generalmente denominato d'autore o se preferite il secondo termine, cinema d'arte per capirsi, cioè quella peculiare categoria cinematografica d'èlite che, come di consueto, non disdegna mai un'appartenenza intellettuale molto superiore al rozzo popolo cinefilo comune. Adesso io non voglio, ma in ogni caso non DEVO avere dei pregiudizi contrastanti verso questo genere, se così possiamo dire, che di sicuro avrà pure i suoi meriti intendiamoci, però ritengo che i limiti di "The Whispering Star" siano dovuti anche a questo purtroppo.
D'altronde non sono mai riuscito a capire come mai spesso vengono adoperati termini e paroloni di natura quasi divina per recensire queste opere, anche se poi gli vengono assegnate le tre stelle, mentre in alternativa, nella quasi totalità dei casi, usiamo altri termini per descrivere film più "sinceri" che appartengono a una categoria magari di consumo ma, (per come la vedo io), più emozionale ed empatica.
ES. " ...si tutto sommato un buon film, non un capolavoro ma la sufficienza diciamo che ci può stare..." Mah! Questo film del regista giapponese Sion Sono oltre a possedere una lentezza disarmante, non trasmette emozini forti, caratteristiche che io ritengo valide per la buona riuscita di un certo tipo d'opera. Il tutto si concentra in una ripetitività nelle sequenze d'immagine e nella storia ciclica, e ad un'interpretazione dei comportamenti e delle situazioni presenti nella pellicola da parte dello spettatore vaga e estremamente individuale. Troppo faciele così...peccato perchè le buone aspettative cerano tutte a partire dalla sceneggiatura molto originale che ci parla di un'umanità in via d'estinsione rappresentata in un futuro lontano dove si ritrova ad aver colonizzato i mondi più lontani della galassia. Questi mondi sono in uno stato di degrado e abbondono totale come se ci fosse passato recentemente uno Tsunami.
Guarda caso la Location scelta dal regista è principalmente la prefettura di Fukushima quasi volesse cercare l'alibi giusta per trasmettere quello stato di devastazione, solitudine, abbandono, onnipresente nel film.
La protagonista principale, un androide donna, viaggiando con un'astronave per tutta la galassia ha il compito di consegnare dei pacchi agli umani, che ancora preferiscono il vecchio metodo del corriere espresso nonostante avessero già inventato il teletrasposto, e mi fermo qui. Si i messaggi che ci vuole trasmettere il film sono molteplici ma non "brillano" per niente, anzi sono di una freddezza pari alla personalità dell'androide corriere. Inoltre per infierire ancora di più... la pellicola è in bianco e nero. Per concludere a me 'sto film mi ha annoiato a morte, anche se sono convinto del fatto che sia stato volutamente concepito così dal regista,non posso confermare di averlo apprezzato.
Come al solito ci sono cascato come una pera cotta perchè l'ho ordinato e acquistato dopo aver guardato una video recensione su Youtube che ne palava bene. Sicuramente serei stato più fortunato se tutto questo non fosse accaduto e avessi letto il messaggio promozionale scritto sulla copertina del dvd prima dell'acquisto, dove viene riportato: "Un piccolo gioiello da collocare a gran merito nel filone della nuova fantascienza inaugurata da INTERSTELLAR e suggellata da ARRIVAL".
Motivo più che valido per non comprarlo.
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giovedì 22 ottobre 2015
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forma che si adatta alla sostanza
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Il cinema di Sion Sono è cinema che è riuscito a mescolare più generi e a spaziare tra gli stessi riuscendo sempre ad ottenere una visione d'insieme compiuta ed omogenea, e l'ultima fatica del regista nipponico "The whispering star" sembra confermare questo trend: infatti il film mescola fantascienza,film d'autore e videoarte e soprattutto mescola più concetti per poi arrivare ad un mix omogeneo in cui tutti i fattori sono al servizio della sostanza del film.
Sion Sono ci confeziona un film come un pacco regalo (e il finale ne è la prova) e poi ce lo lascia senza compromessi sullo schermo, solo che questa volta la sorpresa è spiacevole.
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Il cinema di Sion Sono è cinema che è riuscito a mescolare più generi e a spaziare tra gli stessi riuscendo sempre ad ottenere una visione d'insieme compiuta ed omogenea, e l'ultima fatica del regista nipponico "The whispering star" sembra confermare questo trend: infatti il film mescola fantascienza,film d'autore e videoarte e soprattutto mescola più concetti per poi arrivare ad un mix omogeneo in cui tutti i fattori sono al servizio della sostanza del film.
Sion Sono ci confeziona un film come un pacco regalo (e il finale ne è la prova) e poi ce lo lascia senza compromessi sullo schermo, solo che questa volta la sorpresa è spiacevole. Ed è dolorosa come è giusto che sia, perchè è la sostanza che lo richiede.
Infatti the whispering star è l'espressione compiuta di un nichilismo cosmico e assoluto che mostra la vanità e l'insensatezza dell'essere e dell'esistenza e la fissità e l'immutabilità di quest'ultima: da ciò consegue una sceneggiatura volutamente ripetitiva, che non porta da nessuna parte e delude costantemente lo spettatore, una regia statica in cui i movimenti did macchina si ripetono esattamente uguali, una fotografia in bianco e nero che coadiuvata da scenografie retrò pone un senso di atemporalità a tutta la vicenda. Ed alla fine sembra che lo stesso cinema alla base di the whispering star sia destinato a perire, essendo consapevole che nel mondo tratteggiato dalla stessa opera non c'è possibilità di fuga nè scioglimento.
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