ashtray_bliss
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mercoledì 11 febbraio 2015
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l'ultima missione dell'agente mills.
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Dopo il flop di Taken 2, l'agente Bryan Mills si risolleva, torna ad occupare i nostri schermi e questa volta ci intrattiene in modo convincente e lui stesso, in grande forma grazie a Liam Neeson, si riconquista la nostra simpatia.
Il capitolo terzo della serie Taken-Io vi troverò si presume che sia giunta all'atto finale e bisogna ammettere che pur non uscendo da nessun parametro standard del genere action made in U.
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Dopo il flop di Taken 2, l'agente Bryan Mills si risolleva, torna ad occupare i nostri schermi e questa volta ci intrattiene in modo convincente e lui stesso, in grande forma grazie a Liam Neeson, si riconquista la nostra simpatia.
Il capitolo terzo della serie Taken-Io vi troverò si presume che sia giunta all'atto finale e bisogna ammettere che pur non uscendo da nessun parametro standard del genere action made in U.S.A, riesce comunque a riconquistare il pubblico, grazia anche ad una sceneggiatura veloce ma attenta, che non lascia un attimo di respiro allo spettatore catturandolo al suo interno dalla prima all'ultima sequenza.
Ebbene, Taken 3 rispetta tutti gli standard e stereotipi sociali (e razziali) che da qualche anno a questa parte servono da base per i film d'azione di successo (ricordate The Equalizer, Tokarev, Eastern Promises, Safe ): non aspettatevi novità ecclatanti; i cattivi sono sempre i Russi, pronti a sparare un intero kalashnikov e A-91 contro i buoni (Mills et co.), pronti sempre a lanciare insulti ( suka, su tutti) e dopo pronti a farsi enorme bevute alcoliche. Oltre a ciò, abbiamo un cattivissimo e severamente implicato con la mafia russa, Stuart St. John, che altri non è se non il secondo marito di Lenore dopo la sua rottura con Brian. C'e' sempre anche Maggie Grace, graziosa e simpatica nei panni di una figlia grandicella e incinta che non riesce proprio a separarsi dal padre, anch'esso onnipresente e vigile nella vita da neoadulta della figlia Kim.
Ma contro tutta la marea di critiche negative e demolitrici che il film ha ripetutamente ricevuto (su tutti Rotten Tomatoes non ha mostrato alcuna clemenza con un rating pari al 10%) bisogna ammettere che abbiamo davanti un prodotto non innovativo che sà comunque intrattenere egregiamente i suoi spettatori, bombardandoli con una scenegiattura a sequenze adrenaliniche, dinamiche e non prive di suspence, nonostante i vari tionfi con i quali premia il protagonista durante tutta la durata del film.
Come prodotto, dunque, è un deja-vù di tanti clichè e stereotipi del genere, fatti di inseguimenti adrenalinici e ai limiti del verosimile, esplosioni, inseguimenti, sparatorie, e anche buoni sentimenti che alla fine trionfano. Questo però non rende il prodotto più scarso o meno pregievole di altri titoli del genere "poliziesco/action" dato che riesce in pieno nella sua principale missione: quella di intrattenere con una buona dose di azione, violenza ed effetti speciali.
Il tutto grazie anche ad un sempreverde Liam Neeson che non sembra pensare alla pensione nè mostra segni di stanchezza, e gustamente si ricala nei panni dell'ex agente speciale Bryan Mills che sopra ogni cosa mette la protezione e la sicurezza della propria famiglia. Neeson si riconferma una garanzia e riesce a conquistare il pubblico malgrado i prognostici e le critiche negative dei diversi film in cui partecipa, possibilmente interpretando copie dello stesso personaggio (ex agente dei servizi segreti, padre e marito amorevole, uomo in cerca di riscatto e vendetta).
Ma senza dubbio parte del merito della pellicola in questione và allo script firmato Besson, che conosce i segreti del mestiere e si è specializzato nel confezionare film d'azione doc.
Meno incisivo e sottotono Forrest Whitaker, qui nelle vesti di uno scaltro investigatore dell'FBI, nonostante cerca maldestremente di rubare la scena o restare impresso nello spettore, senza mai riuscirci. Tutta colpa (o merito) di una sceneggiatura che come sempre lascia poco spazio all'introspezione dei personaggi, e alla costruzione dettagliata della loro psiche, lasciando però il più possibile all'immagine che stordisce e cattura allo stesso tempo lo spettatore in un vortice di adrenalina e azione allo stato puro.
Ricapitolando, conveniamo tutti sul fatto che il cinema sopraffino, di classe, quello controcorrente che cerca di distruggere ogni sorta di costruzione stereotipata di gruppi di persone e si impegna socialmente per sensibilizzare il pubblico non si trova nella trilogia di Taken, e nemmeno nella stragrande maggioranza dei film d'azione made in U.S.A. Tuttavia se volete un'intrattenimento divertito e leggero, dove il protagonista-eroe riesce suo malgrado a vincere sempre e comunque (guadagnandosi pure la simpatia, grazie a quella vecchia volpe carismatica di nome Neeson) allora questo film difficilmente deluderà le vostre aspettative.
Un prodotto di intrattenimento a 360 gradi tagliato su misura per Liam e per il grande pubblico delle sale cinematografiche d'oltre oceano che sà strizzare l'occhio anche dalle nostri parti.
Consigliato.
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woody62
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sabato 14 febbraio 2015
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un mix di action films con happy end
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Prendete un Harrison Ford del vecchio "Il fuggitivo" (eroe buono accusato ingiustamente dell'omicidio della moglie), aggiungete un bel po' di Denzel Washington dell'ultimo "Equalizer" (tostissimo ex agente segreto implacabile con i russi cattivi), spargete una spruzzatina di "Mission impossible" (per il supporto indispensabile di un team tecnologicamente avanzto) et voilà, il gioco è fatto. "Taken 3" il giocattolo scritto e sceneggiato da Besson e Kamen, si regge su questo impianto, affidando ad un solido Neeson il ruolo più gravoso. Nonostante abbia passato la soglia dei 60, l'attore nord irlandese se la cava abbastanza bene e risulta tutto sommato credibile nel ruolo del padre preoccupato per la sua "bambina" che frequenta il college e che attende un pupo dal suo compagno (e il termine "bambina" non è un esagerazione se pensate che le regala un improbabile panda gigante per il suo compleanno).
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Prendete un Harrison Ford del vecchio "Il fuggitivo" (eroe buono accusato ingiustamente dell'omicidio della moglie), aggiungete un bel po' di Denzel Washington dell'ultimo "Equalizer" (tostissimo ex agente segreto implacabile con i russi cattivi), spargete una spruzzatina di "Mission impossible" (per il supporto indispensabile di un team tecnologicamente avanzto) et voilà, il gioco è fatto. "Taken 3" il giocattolo scritto e sceneggiato da Besson e Kamen, si regge su questo impianto, affidando ad un solido Neeson il ruolo più gravoso. Nonostante abbia passato la soglia dei 60, l'attore nord irlandese se la cava abbastanza bene e risulta tutto sommato credibile nel ruolo del padre preoccupato per la sua "bambina" che frequenta il college e che attende un pupo dal suo compagno (e il termine "bambina" non è un esagerazione se pensate che le regala un improbabile panda gigante per il suo compleanno). Padre che, con i suoi amici fedeli, non esita a sfidare il solito perfido russo e la sua accolita di assassini per proteggerla, mentre è pure braccato dalla polizia. Il problema è che la sceneggiatura non fa nulla per mantenere l'incertezza sul plot: ben presto si capisce infatti come la storia andrà a finire. Anche la regia non offre spunti memorabili. Restano comunque gli inseguimenti scontati, ma spettacolari, sulle highway di Los Angeles, con grandi effetti speciali; restano le immagini di una megalopoli avvolgente ma affascinante; resta la bella interpretazione di Forest Withaker, il poliziotto Dotzler che indaga sulla vicenda, che non ha perso quell'espressione simpatica e paciosa già apprezzata quasi trent'anni fa, nel ruolo di Garlik, il soldato amico del grande Robin Williams in "Good morning Vietnam". Bella anche la colonna sonora del francese Mechaly.
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[+] la pace è irraggiungibile per liam neeson…
(di tom87)
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dhany coraucci
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lunedì 23 febbraio 2015
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più che d'azione.... di centrifuga
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Chissà cosa fa supporre a registi come Monsieur Megaton che le scene spericolate debbano essere necessariamente e ossessivamente girate in maniera spericolata per risultare più efficaci, cioè che la fonte di ispirazione non sia, ad esempio, il magistrale John Frankenheimer in un film come Ronin (per me miglior inseguimento d'auto di tutti i tempi), bensì una pallina da ping pong nella centrifuga di una lavatrice? Forse è convinto che il principio di nausea provocato dalla sua tecnica registica schizzatissima faccia trendy: anch'io voglio una vita spericolata, ma questo è troppo! Non che il film richieda una gran concentrazione, intendiamoci, la storia che nel primo capitolo della saga era parecchio variopinta e piacevolmente inverosimile si è scolorita in maniera progressiva (a proposito di lavaggi in lavatrice!) e al terzo sequel è diventata esile esile, sciapa, senza veri colpi di scena o tensione e per di più con una piattezza di personaggi al limite della depressione, soprattutto i “cattivi”, i soliti russi monoespressivi con i soliti tatuaggi monocolore.
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Chissà cosa fa supporre a registi come Monsieur Megaton che le scene spericolate debbano essere necessariamente e ossessivamente girate in maniera spericolata per risultare più efficaci, cioè che la fonte di ispirazione non sia, ad esempio, il magistrale John Frankenheimer in un film come Ronin (per me miglior inseguimento d'auto di tutti i tempi), bensì una pallina da ping pong nella centrifuga di una lavatrice? Forse è convinto che il principio di nausea provocato dalla sua tecnica registica schizzatissima faccia trendy: anch'io voglio una vita spericolata, ma questo è troppo! Non che il film richieda una gran concentrazione, intendiamoci, la storia che nel primo capitolo della saga era parecchio variopinta e piacevolmente inverosimile si è scolorita in maniera progressiva (a proposito di lavaggi in lavatrice!) e al terzo sequel è diventata esile esile, sciapa, senza veri colpi di scena o tensione e per di più con una piattezza di personaggi al limite della depressione, soprattutto i “cattivi”, i soliti russi monoespressivi con i soliti tatuaggi monocolore. L'unica ragion d'essere per me è Liam Neeson, un po' fiacco però questa volta nella veste del devoto papà che deve proteggere la figlia Kim e benché Forest Whitaker nel ruolo dell'ispettore di polizia si sforzi di dare spessore al suo personaggio con tic e gesti ossessivi, come quell'elastico che si arrotola sempre alle dita e lunghi sguardi riflessivi che non sottintendono alcuna ponderatezza che non sia il preludio al morso di una ciambella calda, in qualità di action movie, pur senza pretese, è una vera delusione. Ma me la sono cercata: devo smetterla, infatti, di dare chance a un qualsiasi progetto in cui compaia il nome di Luc Besson che per me da anni non combina più niente di buono e qui, come nei precedenti Taken, è sempre produttore e, in coppia con R. M. Kamen, anche sceneggiatore. Dubito fortemente che il numero Tre stia al passo con i primi due anche dal punto di vista del successo al botteghino, ormai sono troppi i....lavaggi!
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onufrio
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venerdì 25 settembre 2015
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e se ci fermassimo a tre?
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Proseguono le avventure di Bryan Mills, stavolta ad averne la peggio è la sua ex moglie barbaramente uccisa con lo scopo di poter incastrare il nostro protagonista, ma egli, pur avendo notevoli prove a sua discolpa, decide di regalarci l'ennesima prodezza di un ex agente Cia ormai cinquantenne ma mai domo, e cosi' ci ritroviamo catapultati in classici inseguimenti nelle strade, con incidenti megagalattici e robe varie. Il personaggio rimane comunque piacevole ed il film si lascia guardare, ma crediamo sia giunta l'ora di mandare definitivamente in pensione il nostro Mister Mills.
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elgatoloco
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martedì 15 dicembre 2015
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discreto film d'azione, ma besson...latita
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Film che cattura l'attenzione di aficionados(e aficionadas)attaccati/e al cinema di cazzotti e inseguimenti/fughe, senza risparmiarsi il fervorino commovente iniziale(uccisione particolarmente violenta della ex- moglie, poi rapimento della figlia) "Taken 3"è tecnicamente accettabile, ma nulla di più, oltre forse alla(invero molto relativa sorpresa)relativamente a chi sia il vero assassino... Liam Neeson è il solito, "sanza infamia e sanza lodo"(ut pater Dantes dicit), gli altri discreti, ma non c'è mai un brivido di suspense e /o di vera sorpresa, come sempre nel cinema d'azione, anche di buona qualità, ma senza"stimoli"particolari.
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Film che cattura l'attenzione di aficionados(e aficionadas)attaccati/e al cinema di cazzotti e inseguimenti/fughe, senza risparmiarsi il fervorino commovente iniziale(uccisione particolarmente violenta della ex- moglie, poi rapimento della figlia) "Taken 3"è tecnicamente accettabile, ma nulla di più, oltre forse alla(invero molto relativa sorpresa)relativamente a chi sia il vero assassino... Liam Neeson è il solito, "sanza infamia e sanza lodo"(ut pater Dantes dicit), gli altri discreti, ma non c'è mai un brivido di suspense e /o di vera sorpresa, come sempre nel cinema d'azione, anche di buona qualità, ma senza"stimoli"particolari... Luc Besson qui non è il regista, d'accordo, ma è l'autore della sceneggiatura e il produttore: possibile che qualche"invenzione"in più non riesca a impriemere a una pellicola che, pur superiore ad altre dello stesso genere, è comunque assolutamente routinaria? Una domanda da porsi e da porre a Besson e ai realizzatori in genere. El Gato
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sev7en
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martedì 16 giugno 2015
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impalpabile
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L'ex agente speciale Bryan Mills viene ingiustamente accusato della morte della sua ex moglie e braccato dal FBI, CIA, polizia ed ogni corpo di sicurezza americano, dovra' fare di tutto per mostrare la sua innocenza e proteggere la vita di sua figlia.
"L'ora della verita'" / "Tutto finisce qui" e' il titolo che incornia questo terzo episodio della trilogia, con Liam Neeson nei panni dell'agente (ex) speciale Bryan Mills che a quanto pare ha proprio nella capacita' di trovarsi nelle situazioni piu' assurde il suo dopo "speciale".
Alla regia l'Olivier Megaton che aveva diretto anche il 2nd capitolo con un risultato che, purtroppo, conferma anche in questo, speriamo, ultimo episodio.
Trovare aspetti positivi in questo film e' impresa assai ardua poiche' ogni minimo fotogramma trasuda di prevedibilita', melassa, amore cieco/stucchevolmente incodizionato per la propria "eterna" bambina, azioni risolutive in grado di far impallidire anche il piu' organizzato gruppo SWAT e cosi', a scemare, fino all'annunciato happy ending.
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L'ex agente speciale Bryan Mills viene ingiustamente accusato della morte della sua ex moglie e braccato dal FBI, CIA, polizia ed ogni corpo di sicurezza americano, dovra' fare di tutto per mostrare la sua innocenza e proteggere la vita di sua figlia.
"L'ora della verita'" / "Tutto finisce qui" e' il titolo che incornia questo terzo episodio della trilogia, con Liam Neeson nei panni dell'agente (ex) speciale Bryan Mills che a quanto pare ha proprio nella capacita' di trovarsi nelle situazioni piu' assurde il suo dopo "speciale".
Alla regia l'Olivier Megaton che aveva diretto anche il 2nd capitolo con un risultato che, purtroppo, conferma anche in questo, speriamo, ultimo episodio.
Trovare aspetti positivi in questo film e' impresa assai ardua poiche' ogni minimo fotogramma trasuda di prevedibilita', melassa, amore cieco/stucchevolmente incodizionato per la propria "eterna" bambina, azioni risolutive in grado di far impallidire anche il piu' organizzato gruppo SWAT e cosi', a scemare, fino all'annunciato happy ending.
Liam Neeson forse meriterebbe un premio proprio per questa sua maschera inscalfibile: lui e' sopra le regole, sopra la legge e sopra l'umana natura, insensibile a cio' che le sue azioni possano provocare (alcune sue "idee" sarebbero da denuncia sociale) poiche' alla stregua di un cavallo da corsa, ha i paraocchi e campo visivo limitato alla figlia.
La moglie o ex o quasi ex muore? Lui 15 secondi per realizzare che dovra' mangiare le ciambelle da solo e poi fine... si passa oltre tra un hackeraggio e una lotta ad armi bianche fino a sconfinare a sofisticate "tecniche" per l'organizzazione di meeting (magari con meno veleno potrebbe pensare al wedding planning...).
I personaggi a contorno sono addirittura piu' stucchevoli: la figlia sembra vivere nel mondo delle idee, i cattivi sono non solo meno intelligenti di quello che sembrano, ma anche piu' starati di uno strabico alla prova del tiro e il cattivo supremo... che genialita' nell'orchestrare la sua truffa.
Non si salva niente, neanche una briciola da lasciare ai posteri: musica assente, scenografia di passaggio, effetti speciali prodotti con gli avanzi di altre pellicole ed i dialoghi... un omaggio all'ovvieta' e al "non ci lasceremo mai" ma a senso unico (e' tutto da capire quanto gli alri abbiano piacere di avere un amico come Mills).
Se davvero siamo all'ora della verita' per Taken 3, il nostro augurio e' che sia quella della mezzanotte, affinche' un nuovo giorno possa far luce sulle oscurita' di questo "lungometraggio"
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francesco df
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martedì 23 giugno 2015
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buona la terza? no
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Dopo la mezza delusione provata con il secondo capitolo (a differenza del primo che, per quanto inverosimile, rimane comunque il migliore) ho visto questo nella speranza che potesse rilanciare la serie, e invece sono stato puntualmente deluso. La trama è sicuramente migliore del secondo, che proponeva una storia di vendetta abbastanza insipida, e si fa apprezzare per il tentativo di proporre una vicenda che fino all'ultimo riserva sorprese, pur senza esagerare nel dispensare colpi di scena a raffica. Peccato che per il resto ci sia ben poco. L'azione ormai è sempre più inverosimile: Brian Mills non si limita più ad uccidere i nemici ma riesce addirittura a far si che i nemici uccidano per lui, le sparatorie sono sempre più esasperate, con chili di piombo che devastano ogni cosa (tranne, ovviamente, il protagonista) e si è pensato bene di aggiungere anche l'assalto al grattacielo super sorvegliato in piena tradizione mission impossible.
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Dopo la mezza delusione provata con il secondo capitolo (a differenza del primo che, per quanto inverosimile, rimane comunque il migliore) ho visto questo nella speranza che potesse rilanciare la serie, e invece sono stato puntualmente deluso. La trama è sicuramente migliore del secondo, che proponeva una storia di vendetta abbastanza insipida, e si fa apprezzare per il tentativo di proporre una vicenda che fino all'ultimo riserva sorprese, pur senza esagerare nel dispensare colpi di scena a raffica. Peccato che per il resto ci sia ben poco. L'azione ormai è sempre più inverosimile: Brian Mills non si limita più ad uccidere i nemici ma riesce addirittura a far si che i nemici uccidano per lui, le sparatorie sono sempre più esasperate, con chili di piombo che devastano ogni cosa (tranne, ovviamente, il protagonista) e si è pensato bene di aggiungere anche l'assalto al grattacielo super sorvegliato in piena tradizione mission impossible. La sempre più accentuata surrealtà non fa altro che rendere Liam Neeson più inappropriato alla parte e anche gli altri personaggi non bucano lo schermo. Maggie Grace dovrebbe ringraziare le sue gambe che permettono di accorgersi un minimo di lei, Forest Whitaker impersona il personaggio di un detective brillante ed efficiente che dà l'impressione di essere l'esatto contrario, Famke Janssen esce di scena molto presto e senza che si riesca a sentire la sua mancanza. Insomma un flop su tutta la linea che non riesce nell'intento di creare un nuovo punto di riferimento per gli amanti del genere.
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sabrina lanzillotti
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martedì 3 marzo 2015
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finisce tutto qui?
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Dopo aver lottato contro una pericolosa associazione criminale per salvare la sua “bambina”, Bryan Mills questa volta dovrà tentare di proteggere se stesso. Accusato ingiustamente di aver ucciso la sua moglie, l’ex agente operativo è infatti braccato dalla CIA e dall’FBI. Costretto a fuggire da Los Angeles, Bryan è intenzionato a scoprire l’identità dei veri assassini di Lenore per dimostrare la sua innocenza e per proteggere sua figlia Kim.
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Dopo aver lottato contro una pericolosa associazione criminale per salvare la sua “bambina”, Bryan Mills questa volta dovrà tentare di proteggere se stesso. Accusato ingiustamente di aver ucciso la sua moglie, l’ex agente operativo è infatti braccato dalla CIA e dall’FBI. Costretto a fuggire da Los Angeles, Bryan è intenzionato a scoprire l’identità dei veri assassini di Lenore per dimostrare la sua innocenza e per proteggere sua figlia Kim.
Il 12 febbraio è arrivato nelle sale cinematografiche italiane l’ultimo capitolo della saga di “Taken”, con protagonista l’irlandese Liam Neeson.
Dopo aver girato mezzo mondo per salvare sua figlia da una banda di malviventi e dopo aver sterminato i padri albanesi di questi, Mills si trova ad affrontare una situazione totalmente diversa.
Pur avendo abituato lo spettatore lotte contro il tempo e combattimenti all’ultimo sangue, Oliver Megaton abbandona lo stile prettamente thriller e trasforma la trama in un giallo dalle tinte noir, concentrandosi maggiormente sulle indagini che sull’azione.
Certo non mancano inseguimenti pericolosi e scontri corpo a corpo, ma quello che il regista vuole porre al centro del racconto non è più l’eliminazione del cattivo, bensì l’amore del protagonista per la sua famiglia e la disperata ricerca della verità.
Dopotutto, come ha affermato lo stesso Neeson: “Pur essendo Bryan Mills un uomo con delle ‘capacità molto particolari’, lui incarna anche l’uomo medio. Le persone si identificano con il suo amore per la famiglia. Perché i genitori farebbero di tutto per i loro figli e rivedono questo in Bryan. Nonostante tutti i suoi difetti, è sempre un padre molto devoto disposto a tutto per la sua bambina. Ma penso che al pubblico piaccia anche il fatto che lui si oppone al sistema e non si fida di nessuna autorità, e se deve infrangere la legge, lo fa“.
L’ex Oskar Schindler è ancora una volta affiancato da Maggie Grace nei panni della dolce Kim. Divertente è la scena di loro due nei bagni delle signore, gag che ha scandalizzato la critica americana ma ha fatto sorridere il pubblico.
Nonostante la trama meno avvincente, “Taken 3-L’ora della verità” riesce a catturare il pubblico per quasi due ore, grazie anche all’intervento dell’agente Franck Dotzler (interpretato dal bravissimo Forest Whitaker) col compito di catturare il fuggitivo Mills.
Dopo tre fortunatissimi film, Liam Neeson è ormai diventato una star indiscussa dell’action movie e, nonostante sui poster pubblicitari ci sia scritto “tutto finisce qui”, speriamo di rivedere presto in azione Bryan Mills, magari protagonista di una storia più adrenalinica e vicina al primo episodio della saga.
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