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sellerone
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domenica 19 settembre 2021
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quello che rimane di una guerra
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Bellissimo e struggente, esplora e approfondisce un lato della guerra che non avevo mai visto prima, porta tristezza ma è da vedere.
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onufrio
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venerdì 23 marzo 2018
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una storia poco conosciuta
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Ispirati a fatti realmente accaduti, il film narra la storia avvenuta alla fine della Seconda Guerra Mondiale sulle coste della Danimarca riempite con migliaia di mine dai tedeschi. Saranno gli stessi tedeschi tenuti prigionieri a disinnescare una ad una le mine presenti sotto la sabbia. Al Sergente Rasmussen spetta il compito di addestrare 14 prigionieri tedeschi, tutti ragazzi. Il duro sergente diventa umano col passare dei giorni e lega con questo gruppo di ragazzi che mina dopo mina diminuisce sempre più. Toccante storia ai più sconosciuti, il film mantiene ritmi serrati e coinvolge lo spettatore.
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ennio
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sabato 3 marzo 2018
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uno squarcio di umanità nell'incubo
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Chi ha fatto il militare potrà forse dare un punto in più a questo film crudo e realistico, anche se nessuno tra noi può davvero capire cos'è la guerra vera, ormai la conosciamo solo su libri di storia e documentari. E' sempre sgradevole, per militari e non, riconfrontarsi con gli aspetti più insulsi della vita militare, quelli legati alla disciplina formale fatta di ordini e rituali tanto inutili quanto (dis)educativi. Ma alla fine quest'insulsaggine, pur in tempo di guerra o meglio post-guerra, non riesce a cancellare quel qualcosa di umano che in tragici momenti è obbligato a manifestarsi anche nei più freddi e cupi caratteri.
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Chi ha fatto il militare potrà forse dare un punto in più a questo film crudo e realistico, anche se nessuno tra noi può davvero capire cos'è la guerra vera, ormai la conosciamo solo su libri di storia e documentari. E' sempre sgradevole, per militari e non, riconfrontarsi con gli aspetti più insulsi della vita militare, quelli legati alla disciplina formale fatta di ordini e rituali tanto inutili quanto (dis)educativi. Ma alla fine quest'insulsaggine, pur in tempo di guerra o meglio post-guerra, non riesce a cancellare quel qualcosa di umano che in tragici momenti è obbligato a manifestarsi anche nei più freddi e cupi caratteri.
Molto bravi i ragazzi e le ricostruzioni d'epoca, peraltro non così difficili vista l'ambientazione in aperta campagna e la scarsa presenza umana.
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contrammiraglio
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lunedì 17 aprile 2017
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come appena dopo le feste di natale
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Si sa già come andrà a finire, ma comunque la fine é meritevole, così come l'ambientazione.
Nel complesso, un filmetto comunque.
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vepra81
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mercoledì 22 marzo 2017
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bellissimo e veritiero
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Raramente dò voti altissimi ai film, ma questo è davvero un capolavoro. Niente effetti scenici per ingigantire o affascinare lo spettatore. La semplice e cruda verità di un momento del dopo guerra poco conosciuto. Fin da subito si entra nella vita dei ragazzi e inizi a comprendere i loro sogni e le loro paure. Film da vedere con attenzione. Complimenti.
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luigichierico
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martedì 14 marzo 2017
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dopo la guerra la pace
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Le atrocità di una guerra che lascinano niòlioni di persone morte sui campi, disperse, ferite mutilate, vedove e genitori soli non bastano. Si perpetua una cattiveria, una vendetta che in questa tristissima sroria ha dell'inumano. Sacrificare delle giovanissime vite in nome di un principio che ricorda la facola di Fedro Il lupo e l'agnerllo "se no sei stato tu ,tuo padre mi offese". Un film da vedere per ricordare la cattiveria umana anche durante i periodi di pace. chibar22@libero.it
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cinemind_
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venerdì 3 marzo 2017
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il lato nascosto della guerra
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Maggio 1945, la seconda guerra mondiale è arrivata alla sua conclusione. Dopo la resa nazista, un gruppo di giovanissimi soldati tedeschi vengono costretti a disinnescare migliaia di mine sepolte lungo le spiagge della Danimarca. I ragazzi, obbligati a vivere in pessime condizioni, sono affidati al guida del sergente danese Carl Leopold Rasmussen. Questo è un capitolo reale e tragico della storia europea. Si stima infatti che più di duemila persone siano state costrette a rimuovere a mani nude migliaia di mine e più della metà siano morte.
La stupenda fotografia di Land of Mine ci immerge nelle lunghe coste della Danimarca per raccontarci il dramma della guerra che continua anche dopo la fine dei conflitti.
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Maggio 1945, la seconda guerra mondiale è arrivata alla sua conclusione. Dopo la resa nazista, un gruppo di giovanissimi soldati tedeschi vengono costretti a disinnescare migliaia di mine sepolte lungo le spiagge della Danimarca. I ragazzi, obbligati a vivere in pessime condizioni, sono affidati al guida del sergente danese Carl Leopold Rasmussen. Questo è un capitolo reale e tragico della storia europea. Si stima infatti che più di duemila persone siano state costrette a rimuovere a mani nude migliaia di mine e più della metà siano morte.
La stupenda fotografia di Land of Mine ci immerge nelle lunghe coste della Danimarca per raccontarci il dramma della guerra che continua anche dopo la fine dei conflitti. Il film, poggiando su molti punti di forza, non abusa della tensione generata dal disinnesco, ma ne fa uso in modo sapiente e contenuto. Questo film di Martin Zandvliet è una pellicola di notevole fattura sotto tutti i punti di vista, ottima la regia e ottime le interpretazioni, in particolar modo emerge la bellezza della già menzionata fotografia, naturale, limpida e delicata, in contrasto con la drammaticità degli eventi.
La violenza di questo drammatico contesto emerge fino dai primi secondi della pellicola. Titoli di testa, respiro rabbioso, collera incontrollata e pestaggio di un prigioniero tedesco; così si apre il film e così ci viene presentato il sergente Rasmussen, simbolo dell’odio e del desiderio di vendetta che l’orrore della guerra instaura nell’animo delle persone. Odio percepibile e diffuso nell'intera autorità danese, verso dei ragazzi, poco più che bambini, che hanno come unica colpa quella di essere tedeschi.
Land of Mine, in modo circoscritto e efficace, ci mostra questo lato nascosta della guerra soffermandosi proprio sul legame tra il sergente danese ed i ragazzi tedeschi. Un legame mutevole, sanabile, che grazie alla potenza dei rapporti umani trasformerà l'odio in misericordia.
Recensione a cura di Cinemind_ (pagina Instagram)
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cinemind_
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venerdì 3 marzo 2017
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il lato nascosto della guerra
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Maggio 1945, la seconda guerra mondiale è arrivata alla sua conclusione. Dopo la resa nazista, un gruppo di giovanissimi soldati tedeschi vengono costretti a disinnescare migliaia di mine sepolte lungo le spiagge della Danimarca. I ragazzi, obbligati a vivere in pessime condizioni, sono affidati al guida del sergente danese Carl Leopold Rasmussen. Questo è un capitolo reale e tragico della storia europea. Si stima infatti che più di duemila persone siano state costrette a rimuovere a mani nude migliaia di mine e più della metà siano morte.
La stupenda fotografia di Land of Mine ci immerge nelle lunghe coste della Danimarca per raccontarci il dramma della guerra che continua anche dopo la fine dei conflitti.
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Maggio 1945, la seconda guerra mondiale è arrivata alla sua conclusione. Dopo la resa nazista, un gruppo di giovanissimi soldati tedeschi vengono costretti a disinnescare migliaia di mine sepolte lungo le spiagge della Danimarca. I ragazzi, obbligati a vivere in pessime condizioni, sono affidati al guida del sergente danese Carl Leopold Rasmussen. Questo è un capitolo reale e tragico della storia europea. Si stima infatti che più di duemila persone siano state costrette a rimuovere a mani nude migliaia di mine e più della metà siano morte.
La stupenda fotografia di Land of Mine ci immerge nelle lunghe coste della Danimarca per raccontarci il dramma della guerra che continua anche dopo la fine dei conflitti. Il film, poggiando su molti punti di forza, non abusa della tensione generata dal disinnesco, ma ne fa uso in modo sapiente e contenuto. Questo film di Martin Zandvliet è una pellicola di notevole fattura sotto tutti i punti di vista, ottima la regia e ottime le interpretazioni, in particolar modo emerge la bellezza della già menzionata fotografia, naturale, limpida e delicata, in contrasto con la drammaticità degli eventi.
La violenza di questo drammatico contesto emerge fino dai primi secondi della pellicola. Titoli di testa, respiro rabbioso, collera incontrollata e pestaggio di un prigioniero tedesco; così si apre il film e così ci viene presentato il sergente Rasmussen, simbolo dell’odio e del desiderio di vendetta che l’orrore della guerra instaura nell’animo delle persone. Odio percepibile e diffuso nell'intera autorità danese, verso dei ragazzi, poco più che bambini, che hanno come unica colpa quella di essere tedeschi.
Land of Mine, in modo circoscritto e efficace, ci mostra questo lato nascosta della guerra soffermandosi proprio sul legame tra il sergente danese ed i ragazzi tedeschi. Un legame mutevole, sanabile, che grazie alla potenza dei rapporti umani trasformerà l'odio in misericordia.
Recensione di Cinemind_ (disponibile su Instragram)
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ma21kimi
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giovedì 2 marzo 2017
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film notevole
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Il film racconta una tragedia dura, non conosciuta (io stesso non conoscevo la storia prima di vedere il film). La tensione viene mantenuta abbastanza alta per tutto il film, ma la parte degna di nota è il contrasto tra lo splendido paesaggio e la crudeltà dell'azione. Molto ben realizzato il personaggio del sergente Rasmussen, prima molto duro e poi piu "gentile" con i ragazzi. Il finale può sembrare banale ma regala una nota positiva all'intero film, seppure forse poco credibile.
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giuseppetoro
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giovedì 2 marzo 2017
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cattivo..
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Film sul dopoguerra, crudele, nel senso che per poter sminare tutte le mine disseminate nelle spiaggie, i tedeschi presi prigionieri hanno dotuvo impiegarli....
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