onufrio
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martedì 26 novembre 2019
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mani pulite
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La vita di sei personaggi si intreccia in un periodo storico molto importante per l'Italia; siamo nel 1992, il magistrato Antonio Di Pietro inizia a muovere la grande macchina che porterà a Tangentopoli, al processo di "Mani Pulite". Ambientato tra MIlano e Roma, la serie si concentra su Leonardo Notte (Accorsi) un pubblicitario senza scrupoli di Pubblitalia, azienda di Silvio Berlusconi; Pietro Bosco (Caprino), ex soldato, eletto dalla Lega Nord al Parlamento; Veronica Castello (Leone) affascinante donna che pur di far carriera nel mondo della televisione è disposta a tutto; Luca Pastore (Diele) lavora con Di Pietro, affetto da HIV, le sue indagini sono spinte da vendetta personale; Bibi Mainaghi (Falco) figlia del noto industriale Mainaghi, eredita l'azienda e tutte le magagne che ci sono dietro.
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La vita di sei personaggi si intreccia in un periodo storico molto importante per l'Italia; siamo nel 1992, il magistrato Antonio Di Pietro inizia a muovere la grande macchina che porterà a Tangentopoli, al processo di "Mani Pulite". Ambientato tra MIlano e Roma, la serie si concentra su Leonardo Notte (Accorsi) un pubblicitario senza scrupoli di Pubblitalia, azienda di Silvio Berlusconi; Pietro Bosco (Caprino), ex soldato, eletto dalla Lega Nord al Parlamento; Veronica Castello (Leone) affascinante donna che pur di far carriera nel mondo della televisione è disposta a tutto; Luca Pastore (Diele) lavora con Di Pietro, affetto da HIV, le sue indagini sono spinte da vendetta personale; Bibi Mainaghi (Falco) figlia del noto industriale Mainaghi, eredita l'azienda e tutte le magagne che ci sono dietro.
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fabio1957
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mercoledì 29 aprile 2015
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assolutamente deludente
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Avevo commentato i primi due episodi,ora che la serie è finita, ho il quadro completo.E purtroppo al di là delle buone intanzioni del regista e di Occorsi che ne ha scritto la sceneggiatura,il lavoro risulta molto deludente.Intrecciare le storie di tanti personaggi non garantisce la formula vincente, ne viene fuori un'accozzaglia di situazioni e di persone, le cui storie e i percorsi sono difficili da seguire.Poi come già detto, si ha l'impressione di assistere a un ibrido, in cui non si distingue la finzione dalla realtà,pessime le recitazioni dello stesso Occorsi e di Tea Falco,mediocre quella degli altri.Si poteva fare senz'altro meglio ispirandosi ad un periodo che è stato veramente rivoluzionario nella storia del nostro paese .
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Avevo commentato i primi due episodi,ora che la serie è finita, ho il quadro completo.E purtroppo al di là delle buone intanzioni del regista e di Occorsi che ne ha scritto la sceneggiatura,il lavoro risulta molto deludente.Intrecciare le storie di tanti personaggi non garantisce la formula vincente, ne viene fuori un'accozzaglia di situazioni e di persone, le cui storie e i percorsi sono difficili da seguire.Poi come già detto, si ha l'impressione di assistere a un ibrido, in cui non si distingue la finzione dalla realtà,pessime le recitazioni dello stesso Occorsi e di Tea Falco,mediocre quella degli altri.Si poteva fare senz'altro meglio ispirandosi ad un periodo che è stato veramente rivoluzionario nella storia del nostro paese .
Peccato
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blowup
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lunedì 20 aprile 2015
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pregi superiori ai difetti
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Per me i difetti di sceneggiatura e di recitazione sono assolutamente trascurabili rispetto ai notevoli pregi della serie. E' vero, a volte la sceneggiatura è un po' ingenua, la recitazione di qualcuno è rivedibile (ma comunque assolutamente al pari del 99% dei film italiani e non paragonabile alle recitazioni parrocchiali delle fiction RAI), ma a fronte di questo ha dei pregi enormi. In particolare la scelta di non focalizzarsi sulla pedissequa descrizione dei fatti giudiziari, storici e politici di tangentopoli, che fanno più che altro da sfondo, ma nel mostrare il clima in cui l'epoca del craxismo (inteso in senso ampio) ha proliferato. E non è certo cosa da poco analizzare uno dei momenti più significativi della storia italiana recente, che ha dato origine a quello che viviamo ancora oggi, con quella lucidità e arguzia.
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Per me i difetti di sceneggiatura e di recitazione sono assolutamente trascurabili rispetto ai notevoli pregi della serie. E' vero, a volte la sceneggiatura è un po' ingenua, la recitazione di qualcuno è rivedibile (ma comunque assolutamente al pari del 99% dei film italiani e non paragonabile alle recitazioni parrocchiali delle fiction RAI), ma a fronte di questo ha dei pregi enormi. In particolare la scelta di non focalizzarsi sulla pedissequa descrizione dei fatti giudiziari, storici e politici di tangentopoli, che fanno più che altro da sfondo, ma nel mostrare il clima in cui l'epoca del craxismo (inteso in senso ampio) ha proliferato. E non è certo cosa da poco analizzare uno dei momenti più significativi della storia italiana recente, che ha dato origine a quello che viviamo ancora oggi, con quella lucidità e arguzia. Io ritrovo assolutamente tutto, e ci voleva un certo coraggio.
La descrizione di un momento storico a partire dal quale tutto è stato messo in vendita, senza più alcun pudore. Anzi, vantandosene. Il dio denaro, a cui è stata sacrificata la coscienza di una nazione intera.
Attraverso i personaggi e le loro vicende questo clima è stato reso in maniera perfetta. La lettura di Tangentopoli, delle inchieste degli sviluppi politici è nello stesso tempo tagliente ed equilibrata.
Prova ne sia che i giornalisti schierati si sono messi a criticare la sceneggiatura e la recitazione, non potendo fare nessun appunto sui contenuti... Un po' come guardare il dito di chi indica la luna.
Lo sto vedendo con i miei figli e, a parte l'imbarazzo per le ripetute scene di sesso piuttosto forti, devo dire che è un'ottima occasione per raccontargli perchè ci ritroviamo qui e perchè dobbiamo fare del nostro meglio per non adeguarci alla deriva morale e culturale in cui questo paese è sprofondato.
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henryk
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domenica 19 aprile 2015
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modestissimo
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La pubblicità fatta a questa serie aveva creato aspettative alte. Puntualmente tradite. Non è una fiction RAI, ma è pur sempre una fiction italiana: non ripeterò quello che altri hanno detto, ovvero recitazione mediocre, dialoghi a volte ridicoli, troppa carne sul fuoco, e una gran noia spalmata su 50 minuti di episodio. Quello su cui voglio insistere è che da buona fiction italiana, la sceneggiatura ha delle falle penose. E penosa, e inverosimile, anche la psicologia dei personaggi. Brutto, anche se certamente di ben maggior respiro delle fiction non-Sky
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claudiamora
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giovedì 9 aprile 2015
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deludente!
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La serie tv 1992 ha una sceneggiatura basata unicamente su fatti "hard" (fanno sempre all'amore in tutte le posizioni del kamasutra) e fatti totalmente privi di contenuto/negativi.
Di storia della politica italiano poco e nulla, il tutto è una serie di scene e situazioni di basso profilo morale e distruttive.
Vieterei la messa in onda negli orari pomeridiani, molto diseducativo per le menti giovani.
Se il fine ultimo era fare esclusivamente ascolti tv sul fondoschiena di miss italia forse capisco il motivo di un così basso profilo.
Mi aspettavo molto ma molto di più. Peccato veramente!
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fabio1957
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lunedì 30 marzo 2015
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confuso
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Ho visto ovviamente solo le prime due puntate e francamente sono rimasto deluso.La storia è confusa,disordinata. Una strana commistione tra docu-film, fiction e sceneggiato.Si stenta a seguire la trama, c'è troppa carne a cuocere.Alcuni personaggi,vedi Di PIetro, sono involontaria caricatura di se stessi.
Aspettiamo il seguito
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pier71
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martedì 24 marzo 2015
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meglio techetecheté
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Questa serie tv è l'apogeo della bassezza esterofila in cui può cadere un progetto ingenuo come questo. Attori pessimi, stonati, in alcuni casi proprio cani - Tea Falco e Alessandro Roja su tutti.
Sembra tutto un teatrino fighetto (con luci fighette e musiche fighette) messo su per piazzare qua e là - in qualche televisore a tubo catodico piazzato ad arte - la sigla di Casa Vianello, spezzoni di Non è la Rai e squallide televendite di emittenti private. Sottocultura. Sottocultura raccontata da un'altra sottocultura, quella degli autori di questa vuota 1992 La Serie, ahimé ben più strisciante e decadente di quella della tv di Boncompagni&co.
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Questa serie tv è l'apogeo della bassezza esterofila in cui può cadere un progetto ingenuo come questo. Attori pessimi, stonati, in alcuni casi proprio cani - Tea Falco e Alessandro Roja su tutti.
Sembra tutto un teatrino fighetto (con luci fighette e musiche fighette) messo su per piazzare qua e là - in qualche televisore a tubo catodico piazzato ad arte - la sigla di Casa Vianello, spezzoni di Non è la Rai e squallide televendite di emittenti private. Sottocultura. Sottocultura raccontata da un'altra sottocultura, quella degli autori di questa vuota 1992 La Serie, ahimé ben più strisciante e decadente di quella della tv di Boncompagni&co.
Tutto con sotto il nulla di una trametta da signora in giallo che dovrebbe destare interesse nello spettatore -che la ignorerà- solo perché si presenta con la fumosa maschera del vintage.
Insomma un disastro, a cominciare dalla sceneggiatura con frasi "a effetto a caso", pessima. Gomorra La Serie era davvero un'altro pianeta.
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