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ekosixstrings
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domenica 15 giugno 2014
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ballava coi lupi, danza col destino.
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Credevo che Kevin mi avesse abituato a film con ripetuti, spesso imprevedibili, colpi di scena, come si addice alla regola della categoria. La storia è una strana commistione di spionaggio, crimine, emozioni, sentimenti e ci si chiede chi siano i buoni e i cattivi, perchè i metodi applicati dai rispettivi protocolli sono sovrapponibili, anzi, identici. Dopo anni di scorribande nel nome della lotta al terrorismo, Ethan si trova a un bivio forzato. E' stato spremuto come un limone ed è gravemente ammalato. Il mondo del lavoro ti scarica se non hai più nulla da offrire dunque, Ethan si trova a un bivio: un buen retiro in attesa della fine, o continuare il lavoro che fa, inseguendo una speranza che gli viene servita su un piatto d'argento.
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Credevo che Kevin mi avesse abituato a film con ripetuti, spesso imprevedibili, colpi di scena, come si addice alla regola della categoria. La storia è una strana commistione di spionaggio, crimine, emozioni, sentimenti e ci si chiede chi siano i buoni e i cattivi, perchè i metodi applicati dai rispettivi protocolli sono sovrapponibili, anzi, identici. Dopo anni di scorribande nel nome della lotta al terrorismo, Ethan si trova a un bivio forzato. E' stato spremuto come un limone ed è gravemente ammalato. Il mondo del lavoro ti scarica se non hai più nulla da offrire dunque, Ethan si trova a un bivio: un buen retiro in attesa della fine, o continuare il lavoro che fa, inseguendo una speranza che gli viene servita su un piatto d'argento. E' un lavoro sporco ma qualcuno deve pur farlo: sceglierà di continuare e nel contempo, recuperare gli affetti che credeva perduti. Il finale è un turbillon di sentimenti, azione e violenza estrema a un passo dalla fine di tutto, in una città in cui nessuno sembra accorgersi di nulla. Mentre scorrono i titoli di coda, mi chiedo chi sono i buoni e i cattivi nella vita reale... La risposta non la conosco perchè forse è retaggio di menti ben allenate, tuttavia, quando i buoni faranno paura ai cattivi, il mondo sarà davvero un buon posto in cui vivere.
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gianleo67
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sabato 14 giugno 2014
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un killer...per papà
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Killer della CIA in là con gli anni e afflitto da un male incurabile accetta di compiere un'ultima missione parigina in cambio di una costosa ma efficace cura contro il cancro. Tra rapimenti,sparatorie e inseguimenti dovrà far combaciare i suoi impegni professionali con quelli familiari, recuperando il rapporto con la moglie e con la figlia adolescente che non vede da anni.
'Uccidere per non morire' è l'esile e pretestuoso 'leit motiv' alla base di questo spy-action adrenalinico e sentimentale targato Luc Besson e diretto dall'autore di 'Charlie's Angels' e 'Terminator salvation', a suo agio tanto con l'estetica patinata dei video clip degli esordi quanto con i pistolotti paternalistici di una 'famiglia americana tipo' (ma in crisi) in trasferta mitteleuropea.
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Killer della CIA in là con gli anni e afflitto da un male incurabile accetta di compiere un'ultima missione parigina in cambio di una costosa ma efficace cura contro il cancro. Tra rapimenti,sparatorie e inseguimenti dovrà far combaciare i suoi impegni professionali con quelli familiari, recuperando il rapporto con la moglie e con la figlia adolescente che non vede da anni.
'Uccidere per non morire' è l'esile e pretestuoso 'leit motiv' alla base di questo spy-action adrenalinico e sentimentale targato Luc Besson e diretto dall'autore di 'Charlie's Angels' e 'Terminator salvation', a suo agio tanto con l'estetica patinata dei video clip degli esordi quanto con i pistolotti paternalistici di una 'famiglia americana tipo' (ma in crisi) in trasferta mitteleuropea.
Pur centrando l'attenzione scenografica sull'ambientazione parigina fatta di suggestivi scorci architettonici e lastricati itinerari bohemien, e pur contaminado il racconto con il buonismo d'accatto di un killer dal cuore d'oro che,tra un omicidio e l'altro, si divide tra le fregole sentimentali di una figlia in pubertà e gli slanci solidali verso un'allegra famigliola di squatters subsahariani, il racconto di Besson si limita a traslare le dinamiche fracassone e gli intrecci surreali dell'action spionistico hollywoodiano nello scenario altrove meglio utilizzato (Frantic- Roman Polanski 1988) tra centralissimi hotel demoliti a colpi di bazooka e spericolate corse in auto per le strade trafficatissime della capitale francese.
Alternando un montaggio che tra i rallentamenti di stucchevoli e ironici quadretti familiari e le accelerazioni repentine di truculenti e iperrealistici scontri a fuoco allunghino il sugo (di cui viene pure data la ricetta) fino all'estenuante capolinea delle quasi 2 ore di film, il regista vicario di Besson finisce per disperdere tanto le già modeste energie di una tensione narrativa ridotta al lumicino quanto il potenziale ironico di un bozzettismo caricaturale che vede l'aitante e arzillo ex biondino del cinema americano confrontarsi con l'esuberanza un pò volgarotta di una procace e smaliziata femme fatale del recente immaginario erotico dell'establishment hollywoodiano come Amber Heard ('The Rum Diary - Cronache di una passione' - 2011 e 'Il potere dei soldi' - 2013). Ad appesantire il quadro è poi la irresistibile e irritante tentazione dell'autore francese di infarcire il cast e la storia di personaggi e stereotipi di un immaginario ed oleografico regionalismo cinematografico che dai Balcani alla Francia passi attraverso le coloriture caricaturali di un mediterraneo fatto di algerini bacchettoni dalla doppia morale e stralunati e occhialuti contabili italiani che amano la mamma e gli spaghetti al sugo. Blockbuster finto cattivo che tra una tranquilla corsa contro il tempo (in bicicletta!) e la cura degli affetti familiari si trascina fino all'inevitabile happy end dove muoino tutti i cattivi ed i buoni si salvano tutti , tutti tranne gli incolpevoli spettatori che devono attendere i titoli di coda per realizzare che un genio come C.Lambert ne sia il produttore esecutivo:'Aridatece i sordi der biglietto!!!'
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maria63
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venerdì 13 giugno 2014
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la classe non è acqua
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Un bel casr una fotohrafia ottima ed una sceneggiatura che alterna piacevolmente azione e commedia dosandoli a regola d'arte.Davvero incomprensibili le feroci critiche ad un bel film da...professionisti di calibro.Mister Costner rimane uno degli uomini più affascinanti del cinema dei nostri tempi,e nella cornice parigina ,trova una cornice romantica e adatta alla sua classe.Davvero incomprensibili tutte queste critiche è un film gradevolissimo
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inesperto
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mercoledì 11 giugno 2014
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simpatico
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Grazioso, anche se poco accurato: il personaggio principale (Costner) spara spesso a volto scoperto in mezzo alla folla, ma continua a vivere tranquillamente tra casa sua e quella della sua famiglia. Consente di evadere per un paio d'ore. Amber Heard è sempre perfetta.
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opidum
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martedì 10 giugno 2014
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premiata forneria besson
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avercelo in Italia un Luke Besson.
da molti anni scrive e produce film action davvero notevoli.
dopo liam neeson e john travolta ecco il redivivo kevin costner , ottimo nella parte , agente cia che rade al suolo mezza parigi a suon di pistolettate!!!
veramente un bel film . consigliatissimo
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folignoli
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martedì 10 giugno 2014
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l'industria del cinema
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L'industria del cinema propone film in catena di montaggio. Sono solo dei prodotti per gente mediocre che va al cinema e crede di divertirsi. Si ripropongono sempre gli stessi schemi: un poliziotto in pensione (o quasi in pensione) che torna ad essere incisivo in mirabolanti investigazioni che salveranno il mondo o quasi. Questa volta gli autori del film la sparano grossa: c'è una cura miracolosa contro il cancro (segreta) che potrebbe salvare il protagonista. Niente di più lontano dalla realtà, niente di più banale e menzoniero. Evidentemente gli autori ed i magnati del cinema, che sborsano miliardi per un film del genere, sono convinti che la gente sia stupida ed abbocchi per l'ennesima volta ad un film trito e ritrito.
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L'industria del cinema propone film in catena di montaggio. Sono solo dei prodotti per gente mediocre che va al cinema e crede di divertirsi. Si ripropongono sempre gli stessi schemi: un poliziotto in pensione (o quasi in pensione) che torna ad essere incisivo in mirabolanti investigazioni che salveranno il mondo o quasi. Questa volta gli autori del film la sparano grossa: c'è una cura miracolosa contro il cancro (segreta) che potrebbe salvare il protagonista. Niente di più lontano dalla realtà, niente di più banale e menzoniero. Evidentemente gli autori ed i magnati del cinema, che sborsano miliardi per un film del genere, sono convinti che la gente sia stupida ed abbocchi per l'ennesima volta ad un film trito e ritrito. In effetti hanno ragione.
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mike86
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martedì 10 giugno 2014
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3 days to kill
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Film ingiustamente distrutto dalle critiche.
Buona pellicola che mixa azione commedia, per 2 ore di sano intrattenimento.
Non il miglior Kevin di sempre, ma nemmeno il peggiore. Ha fatto di molto peggio in carriera.
....5 stelle per incoraggiamento...ne meritava 4.
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robypisanu89
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sabato 7 giugno 2014
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film ok
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Film ok critiche troppo pesanti
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robypisanu89
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venerdì 6 giugno 2014
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film godibile critiche immeritate
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Abbiamo visto questo film con amici e abbiamo passato 2 ore buone. Il voto 5 è dato per compensare l eccesivo 1,5 precedente.
Il film merita decisamente un 3.
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sev7en
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venerdì 30 maggio 2014
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il roobin hood che non c'è...
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Ethan Runner, agente della CIA, dopo aver scoperto di avere una malattia terminale, decide di ritirarsi per trascorrere i giorni restanti con la sua famiglia, ma l’Intelligence lo richiama per un’ultima missione e la speranza di vivere più a lungo, grazie ad una inedita cura sperimentale.
A 59 anni suonati il “regista, attore, produttore cinematografico e musicista rock statunitense” Kevin Costner torna davanti la macchina da presa per uno spy-thriller tra l’action e il melodramma familiare diretto da Joseph McGinty Nichol (McG).
Da un regista come McG che si è fatto le ossa con i videoclip musicali per poi imboccare la strada degli Studios con titoli quali Charlie's Angeles, Le ragazze del Coyote Ugly o anche Terminator Salvation non ci si aspetta di certo la profondità di un Nolan o la freschezza/dinamicità di quell’humor apprezzato in Mission Impossible e difatti con 3 Days To Kill non disattende le aspettative di chi, sfidando comunque l’umano spirito di preservazione, vuole vedere un film per farsi del male (e trovare qualcosa su cui inveire gratuitamente…).
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Ethan Runner, agente della CIA, dopo aver scoperto di avere una malattia terminale, decide di ritirarsi per trascorrere i giorni restanti con la sua famiglia, ma l’Intelligence lo richiama per un’ultima missione e la speranza di vivere più a lungo, grazie ad una inedita cura sperimentale.
A 59 anni suonati il “regista, attore, produttore cinematografico e musicista rock statunitense” Kevin Costner torna davanti la macchina da presa per uno spy-thriller tra l’action e il melodramma familiare diretto da Joseph McGinty Nichol (McG).
Da un regista come McG che si è fatto le ossa con i videoclip musicali per poi imboccare la strada degli Studios con titoli quali Charlie's Angeles, Le ragazze del Coyote Ugly o anche Terminator Salvation non ci si aspetta di certo la profondità di un Nolan o la freschezza/dinamicità di quell’humor apprezzato in Mission Impossible e difatti con 3 Days To Kill non disattende le aspettative di chi, sfidando comunque l’umano spirito di preservazione, vuole vedere un film per farsi del male (e trovare qualcosa su cui inveire gratuitamente…).
Il lungometraggio, che tra gli sceneggiatori annovera anche Luc Besson, condensa in 1 ora e 40 minuti un caleidoscopio di interpretazioni del nostro Costner che spaziano dal comico al demenziale con una toccata e funga nell’introspettivo: abbiamo il solitario Robin Hood, che sacrifica la sua vita (erroneamente) per preservare quella di moglie e figlia; quella riflessiva fino all’autolesionismo di Dragonfly per un amore vissuto nel platonismo più assoluto; quella del Mr.Brooks con doppia vita che nonostante la scia di morti e la sensibilità mostrata “in cucina”, è invece un cinico e improbabile killer. Mentre si assiste impotenti a questo “spettacolo” e alle sparate della platinata Vivi Delay, una indecifrabile Amber Heard, la storia prosegue alternando momenti di assoluto pragmatismo su quelli che sarebbero i veri pilastri della vita a cui tutti, in punto di morte, siamo ricondotti, a clip per scene d’azione montate in rapidamente, con il fine di suscitare stupore e coinvolgimento.
Purtroppo il flop è totale, una bocciatura sonora in grado di scuotere anche altre “istituzioni” di Costner come Trappola per un killer in quanto si fa fatica ad assorbire le troppe scene dedicate al rapporto tra padre e figlia, inutili, superflue e così mielose (una su tutte quella di insegnare ad una figlia che frequenta i night in scioltezza ad andare sulla bicicletta…) da far alzare paurosamente il tasso glicemico, ma anche, memori delle vere spie, a valutare come credibili le gesta del nostro quando in azione, poiché stucchevole, dalla battutina facile e dal grilletto infallibile.
Il principe dei ladri anche questa volta non è riesce a rubare il nostro cuore e continua a macchinare una carriera che, forse, avrebbe dovuto avere l’onore delle armi molte pizze addietro.
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