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flyanto
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mercoledì 7 gennaio 2015
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la vera storia di jimmy gralton
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Film in cui si narra la vera storia di Jimmy Gralton che negli anni '20, ritornato in Irlanda dal suo esilio a New York, viene persuaso dai suoi compaesani a riaprire nel suo villaggio la sala da ballo e centro di altre attività culturali al fine di potersi nuovamente riunire piacevolmente e simpaticamente. La decisione incontrerà, come molti anni prima causandogli l'esilio, molti ostacoli e l'avversione da parte della Chiesa cattolica locale e dei suoi sostenitori e pertanto, dopo numerosi scontri verbali e non il protagonista verrà condannato nuovamente e definitivamente all'esilio negli Stati Uniti.
L'ultima fatica di Ken Loach presenta un fatto appartenente alla storia irlandese dei primi decenni del secolo scorso e da un punto di vista storico la pellicola risulta estremamente ben fatta per ciò che riguarda la narrazione degli eventi e la ricostruzione ambientale e dei costumi quanto mai attinente all'epoca in cui si svolge la vicenda.
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Film in cui si narra la vera storia di Jimmy Gralton che negli anni '20, ritornato in Irlanda dal suo esilio a New York, viene persuaso dai suoi compaesani a riaprire nel suo villaggio la sala da ballo e centro di altre attività culturali al fine di potersi nuovamente riunire piacevolmente e simpaticamente. La decisione incontrerà, come molti anni prima causandogli l'esilio, molti ostacoli e l'avversione da parte della Chiesa cattolica locale e dei suoi sostenitori e pertanto, dopo numerosi scontri verbali e non il protagonista verrà condannato nuovamente e definitivamente all'esilio negli Stati Uniti.
L'ultima fatica di Ken Loach presenta un fatto appartenente alla storia irlandese dei primi decenni del secolo scorso e da un punto di vista storico la pellicola risulta estremamente ben fatta per ciò che riguarda la narrazione degli eventi e la ricostruzione ambientale e dei costumi quanto mai attinente all'epoca in cui si svolge la vicenda. Pertanto sotto questi aspetti essa risulta ineccepibile ed altamente encomiabile, ma dal punto di vista dell'attività del regista, il film non raggiunge l' incisività delle sue pellicole precedenti che sempre per tema e combattività sociale, nonchè aspetti psicologici ed originalità di contenuti e di esposizione si sono enormemente distinte. Qui Loach racconta un episodio come se fosse un documentario ed a volte si abbandona addirittura in lungaggini eccessive che appesantiscono molto la narrazione facendo risultare in alcuni momenti persino noiosa la proiezione. Insomma, manca quel mordente e quel "piglio" che carpisce l'attenzione dello spettatore, relegando il film ad un quasi banale documento storico, peraltro già visto e rivisto in altri contesti sia cinematografici che letterari tra cui, proprio, nel suo precedente "Il vento che accarezza l'erba".
Un' occasione quasi sprecata, peccato!
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nerone bianchi
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mercoledì 24 dicembre 2014
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il graffio di sempre
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Il graffio è quello di sempre, purtuttavia questa ultima prova risulta meno convincente di tante altre, se messa vicino a “Il vento che accarezza l'erba” o anche al divertentissimo “La parte degli Angeli”, tanto per restare in Irlanda, le differenze si colgono. La vicenda è raccontata con mano decisa e sicura, i personaggi sono molto poetici e fortemente caratterizzati, anche la storia d'amore è tratteggiata con grande dolcezza.
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Il graffio è quello di sempre, purtuttavia questa ultima prova risulta meno convincente di tante altre, se messa vicino a “Il vento che accarezza l'erba” o anche al divertentissimo “La parte degli Angeli”, tanto per restare in Irlanda, le differenze si colgono. La vicenda è raccontata con mano decisa e sicura, i personaggi sono molto poetici e fortemente caratterizzati, anche la storia d'amore è tratteggiata con grande dolcezza. La fotografia è eccellente, tutto è al suo posto, pur tuttavia ogni tanto affiora qualche segno di stanchezza, pochi a dire il vero, ma veri. Personalmente credo che queste piccole frane dell'attenzione siano dovute alla esagerata, e alla fine forse proprio per questo poco credibile, risposta del potere all'apertura di una sala di campagna, la Jimm's Hall, dove si svolgevano attività tutto sommato “normali”, dove fondalmenhte si ballava e si stava insieme, dove pure si leggevano libri, si tenevano corsi di disegno, di pugilato e di tante altre cose. Un centro sociale che scatena una reazione violentissima, culminata con l'incendio doloso della sala e con l'esilio in america di Jimmy che insieme ad altri l'aveva costruita. Questo mi è parso davvero poco credibile, anche se, essendo tratto da una storia vera, effettivamente è accaduto.
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