ilsettimosamurai
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mercoledì 10 agosto 2016
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le mosche radioattive
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Non basta declinare in maniera post atomica il signore delle mosche e riprendere in parte Lost, non basta prendere una serie di aspiranti teen idol (in realtà la scelta degli attori e la loro età dimostra che il target è cambiato), non bastano una regia lineare ed effetti speciali poco speciali ... the hundred non convince. Eppure ... è l'ennesimo prodotto che si lascia guardare e a tratti appassiona (purtroppo senza lampi). Iromanzi di adolescienza sono andati forte al cinema (anche qualitativamente), mi sembra che per ora il tentativo nella fiction sia riuscito in parte (forse anche a causa del materiale originale? Ovvero il libro). P.S. premetto che ho visto solo le prime 4 puntate e sono ad un bivio intellettuale.
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Non basta declinare in maniera post atomica il signore delle mosche e riprendere in parte Lost, non basta prendere una serie di aspiranti teen idol (in realtà la scelta degli attori e la loro età dimostra che il target è cambiato), non bastano una regia lineare ed effetti speciali poco speciali ... the hundred non convince. Eppure ... è l'ennesimo prodotto che si lascia guardare e a tratti appassiona (purtroppo senza lampi). Iromanzi di adolescienza sono andati forte al cinema (anche qualitativamente), mi sembra che per ora il tentativo nella fiction sia riuscito in parte (forse anche a causa del materiale originale? Ovvero il libro). P.S. premetto che ho visto solo le prime 4 puntate e sono ad un bivio intellettuale. Mi sembra possano bastare.
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dave san
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giovedì 2 aprile 2015
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lost game battlestar
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In tv esistono riusciti meccanismi comici. Certi cartoons per adulti dimostrano ad esempio come si possono allestire dei meccanismi spara-gag. Nel caso della serie I Cento, si può dire che il dispositivo è configurato per produrre intrattenimento, in genere. Una macchina spara entertainment. Anche in questo caso l’occhio di riguardo è per il pubblico. Per coloro che hanno apprezzato Lost, Battlestar Galactica e/o Game of Thrones. Non si può dire però che The 100 sia l’imitazione di turno. Se anche lo fosse, si tratta comunque di tributo, di citazione voluta e in alcuni momenti, evoluta. Prendete questi giovani rampolli (ex galeotti in realtà). Lanciati sulla Terra da un Arca spaziale, dopo una catastrofe nucleare.
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In tv esistono riusciti meccanismi comici. Certi cartoons per adulti dimostrano ad esempio come si possono allestire dei meccanismi spara-gag. Nel caso della serie I Cento, si può dire che il dispositivo è configurato per produrre intrattenimento, in genere. Una macchina spara entertainment. Anche in questo caso l’occhio di riguardo è per il pubblico. Per coloro che hanno apprezzato Lost, Battlestar Galactica e/o Game of Thrones. Non si può dire però che The 100 sia l’imitazione di turno. Se anche lo fosse, si tratta comunque di tributo, di citazione voluta e in alcuni momenti, evoluta. Prendete questi giovani rampolli (ex galeotti in realtà). Lanciati sulla Terra da un Arca spaziale, dopo una catastrofe nucleare. Appena sbarcati, prorompono in effusioni vitali come un comune gruppo di teenagers. Si delineano quindi i rapporti tra loro e i flirt che ravvivano le relazioni. La stessa colonna sonora è contrappunto di quello che sembra un classico teen drama fantasy, boscaiolo. Non si dovrà aspettare molto perché l’elegia vacilli. I nostri ragazzotti si trovano presto a fare i conti con tensioni da conflitto bellico più che da campeggi estivi. La mortalità è decisamente superiore alla media di questi ultimi. Per vari motivi legati alla sopravvivenza umana, saranno proprio i genitori a mandare i ragazzi sulla Terra. Gli intrecci si evolvono a ritmo serrante in un clima sempre più crudo. The 100 è corale, a tratti ironico: più intergenerazionale rispetto alle socie. Alcuni colpi di scena sembrano forse sbrigativi. Non tutti i personaggi riescono sempre compiuti. Sicuramente appaiono tormentati e inevitabilmente contradditori: in breve, umani. Il soggetto comunque è ben fatto. Teso e intricato. Per questo probabilmente riesce a intrattenere automaticamente. Guardare per credere.
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