daf_ma
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lunedì 10 giugno 2013
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genio e follia per alan e il branco
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Per il terzo capitolo della serie “Una notte da leoni”, il regista Todd Phillips punta tutto sul personaggio di Alan che, pronto ad accettare, su consiglio della famiglia e degli amici, di farsi curare presso un istituto psicoterapeutico in Arizona, si mette in viaggio con il suo affezionatissimo branco. Stu, Phil, Doug e Alan si muovono in macchina per raggiungere l’istituto ma vengono improvvisamente interrotti da una banda di malviventi, con a capo Marshall. Ai ragazzi spetterà da questo momento in poi il compito di trovare Chow per farsi dare ventuno milioni di dollari in lingotti d'oro, frutto di una rapina ad un magnate arabo e, per assicurarsi che venga portato a termine l’obiettivo, Marshall prenderà in ostaggio Doug mentre i tre si metteranno in viaggio.
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Per il terzo capitolo della serie “Una notte da leoni”, il regista Todd Phillips punta tutto sul personaggio di Alan che, pronto ad accettare, su consiglio della famiglia e degli amici, di farsi curare presso un istituto psicoterapeutico in Arizona, si mette in viaggio con il suo affezionatissimo branco. Stu, Phil, Doug e Alan si muovono in macchina per raggiungere l’istituto ma vengono improvvisamente interrotti da una banda di malviventi, con a capo Marshall. Ai ragazzi spetterà da questo momento in poi il compito di trovare Chow per farsi dare ventuno milioni di dollari in lingotti d'oro, frutto di una rapina ad un magnate arabo e, per assicurarsi che venga portato a termine l’obiettivo, Marshall prenderà in ostaggio Doug mentre i tre si metteranno in viaggio. Non è un addio al celibato, come è avvenuto nei capitoli precedenti, a dare inizio al delirio ma la ricerca di Chow per la consegna del bottino a Marshall. Nonostante il tentativo del regista che, con un triplo salto mortale, cerca di dare immediatamente in pasto al pubblico ciò per cui ha pagato il biglietto, creando un inizio un po’ forzato, “Una notte da leoni 3” nel complesso risultato ben fatto, è esilarante e alcune scene sono davvero geniali, come il saluto di Alan al padre scomparso, durante i funerali, e lo sketch all’interno del negozio di pegni, tra Alan e la cassiera. Il branco torna ad affascinare il pubblico con scene divertenti nelle quali ciascun personaggio torna a vestire i suoi panni creando delle aspettative nello spettatore che può pensare di sapere cosa accadrà nella scena successiva. Il finale sbalorditivo lascia sperare in un’altra notte da leoni a Las Vegas e porta indietro al primo capitolo dove tutto ebbe inizio.
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mickey97
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domenica 9 giugno 2013
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epica conclusione della fortunata trilogia comica
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Alan, Phil e Stu di nuovo insieme per un'altra avventura, per questa ultima notte da leoni non saranno vittime dell'amnesia o della droga, causate oltremodo da Alan ma protagonisti di una nuova formula, sperimentata dal regista Todd Philips, che ai soliti matrimoni ed adii al celibato preferisce di gran lunga il viaggio on the road per il fine di garantire alla trama una resa diversa, alla quale viene finalmente attribuita una notevole solidità strutturale. In questo terzo atto, il trio verrà sempre più a contatto con la follia del bravissimo Ken Jeong nei panni del signor Chow, che dopo essere scappato dalla prigione di massima sicurezza di BanKoK, risulta essere disperatamente cercato da Marshall perchè responsabile del furto dei miliardi appartenenti al medesimo.
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Alan, Phil e Stu di nuovo insieme per un'altra avventura, per questa ultima notte da leoni non saranno vittime dell'amnesia o della droga, causate oltremodo da Alan ma protagonisti di una nuova formula, sperimentata dal regista Todd Philips, che ai soliti matrimoni ed adii al celibato preferisce di gran lunga il viaggio on the road per il fine di garantire alla trama una resa diversa, alla quale viene finalmente attribuita una notevole solidità strutturale. In questo terzo atto, il trio verrà sempre più a contatto con la follia del bravissimo Ken Jeong nei panni del signor Chow, che dopo essere scappato dalla prigione di massima sicurezza di BanKoK, risulta essere disperatamente cercato da Marshall perchè responsabile del furto dei miliardi appartenenti al medesimo. Terzo ed ultimo capitolo della serie che con grande innovazione si chiude, riuscendo così a non deludere lo spettatore che dopo sane e grasse risate esce dalla sala soddisfatto nonostante la formula sia cambiata, a parer mio in meglio, finalmente una trama vera all'interno della quale si può felicemente scovare anche se risulta palese sin dall'inizio, la grande abilità nell'arte della Gang. Tutto è incentrato in maniera fin troppo egocentrica sulla figura di Alan, questo egocentrismo presenta ovviamente dei pregi che si concretizzano nel grande potere comico di Galifianakis ma nel contempo tende anche a trascurare e far passare in secondo piano Bradley Cooper, decisamente giù di corda ed Ed Helms che seppur più rilevato del primo viene ugualmente messo da parte dalla grande abilità comica non solo del già noto Galifianakis ma anche da Ken Jeong, dotato di una grande vena comica dovuta alla sua spontaneità. Galifianakis e Jeong insieme formano un'irresistibile coppia, una coppia che riesce facilmente ad imprigionare lo spettatore nel vortice comico, da cui è difficilissimo uscirne. Le risate in sala, si fanno sempre più sonore ed inevitabili mentre si è ancora nel cuore pulsante della grande avventura che si estende sino ai bellissimi palazzi di Las Vegas, città dove tutto ebbe inizio e dove tutto finisce in nome delle vere gang, che hanno reso a dir poco epica la conclusione della fortunata trilogia comica.
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bilo1983
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sabato 8 giugno 2013
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il peggio dei 3
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Il film è decisamente banale e si perde tutto in prevedibilita e battute scontate....la meta delle risate che vi farete sono quelle che si vedono nel trailer....inutile dire che il fim è deludente e chiude una buona trilogia nel modo peggiore risultando il film peggiore.
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giorpost
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venerdì 7 giugno 2013
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guidato da galifianakis/jeong. deludono gli altri
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Una notte da leoni appartiene con giusta causa a quel ristretto novero di fenomeni cinematografici che richiamano in sala milioni di appassionati ad ogni nuovo capitolo della saga. Un successo, quello creato dal regista Todd Phillips, nato un po’ per caso che ha preso forma in crescendo anche grazie ai risultati paralleli di 2 attori in ascesa come Bradley Cooper e Zach Galifianakis (Limitless per il primo, Parto col folle per il secondo), senza tralasciare la simpatia bigotta di Ed Helms.
Il regista in questa occasione ha deciso, però, di cambiare registro rimescolando le carte, forse come escamotage narrativo per poter chiudere la serie ma, a mio modo di vedere, senza riuscirci pienamente.
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Una notte da leoni appartiene con giusta causa a quel ristretto novero di fenomeni cinematografici che richiamano in sala milioni di appassionati ad ogni nuovo capitolo della saga. Un successo, quello creato dal regista Todd Phillips, nato un po’ per caso che ha preso forma in crescendo anche grazie ai risultati paralleli di 2 attori in ascesa come Bradley Cooper e Zach Galifianakis (Limitless per il primo, Parto col folle per il secondo), senza tralasciare la simpatia bigotta di Ed Helms.
Il regista in questa occasione ha deciso, però, di cambiare registro rimescolando le carte, forse come escamotage narrativo per poter chiudere la serie ma, a mio modo di vedere, senza riuscirci pienamente.
Innanzitutto occorre precisare che il titolo originale della saga è “The Hangover”, ovvero “la sbornia”, ma a ben vedere in questo terzo capitolo questa circostanza non c’è e non si ripresenta affatto la stessa dinamica dei primi due episodi. L’ altro aspetto importante è dato da una certa mancanza di verve sia del già citato Cooper (alias Phil), al di sotto delle proprie potenzialità dimostrate ampiamente negli ultimi tempi, ma anche dello stesso Helms (alias "Stu" il dentista), nettamente sottotono e quasi giù di corda. Chiariamo, nel complesso il film è godibile, merita una capatina al Cinema e comunque offre momenti di goduriosa ilarità ed anche scene piuttosto spettacolari: la sequenza della giraffa decapitata, quella dell’ infarto e del conseguente funerale del padre di Alan (il bravo caratterista Jeffrey Tambor) lasciano il segno, specie quando si scopre una sorprendente ugola d’ oro di Alan che canta alla cerimonia funebre. Da ricordare anche il lancio col parapendio di Mr Chow dal Ceasar Palace di Las Vegas e, proprio quest’ ultimo (interpretato dal sempre più a suo agio nella parte Ken Jeong) rappresenta l’ altra nota lieta del film, lanciato come co-protagonista della pellicola sviluppando ulteriormente quel personaggio folle e divertente già conosciuto nei primi 2 atti. Sua è anche la spettacolare sequenza di prefazione che lo vede evadere dal carcere thailandese nel quale fu rinchiuso nel secondo capitolo, lui è protagonista del duetto con Galifianakis in una sorta di rivisitazione della strana coppia del ventunesimo secolo, sempre lui è lo strepitoso antagonista della guest - star del film, il redivivo John Goodman (a suo agio nei panni del boss Marshall, presente nel primo film solo virtualmente) in un duello a distanza che ricorda, vagamente, i Coen.
Ma purtroppo quella magia creatasi nei primi 2 capitoli, quel senso di smarrimento post-sbornia dei personaggi accompagnato da una strana eccitazione, quel buio mentale dato dalle droghe svariate procurate a vario titolo da Alan e quella ricerca dei componenti di un puzzle per ricostruire cosa si è combinato la notte prima, in questo terzo appuntamento (Una notte da leoni 3,USA, 2013) non si vedono. La scelta, forse, è stata anche dettata da un tentativo di far “disaffezionare il pubblico” altrimenti convinto di potersi aspettare anche un quarto e quinto capitolo, ma queste operazioni risultano un po’ incomprensibili. Sarà che dietro c’è una macchina ben oleata che deve principalmente monetizzare, certo, ma si fa fatica a capire perché non far rendere al massimo un cast così affiatato (puntando invece solo sulle stranezze dei già citati Alan e Chow) e perché non sia stato sfruttato appieno il brand venutosi a creare che comprendeva, tra le altre cose, anche l’ album fotografico finale sulle disavventure dei nostri e la burlesca presenza di Mike Tyson. Ritmo alterno, 5 o 6 grasse risate, buona fotografia e facce simpatiche. Nel complesso comunque un 6 e mezzo di stima nei confronti di una squadra che, comunque sia andata, dal 2009 ad oggi ci ha fatto davvero divertire.
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sean_97
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venerdì 7 giugno 2013
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mah....
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È lontano anni luce dal primo, la storia fa ridere ma l'idea dell'oro rubato e le robe varie non le dovevano fare, dovevano attenersi alla trama del 1° e del 2° facendo l'addio al celibato di Alan, anche se la scena extra è molto divertente dovevano concentrarsi molto piu sulla parte "Hangover" nel vero senso della parola
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donni romani
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mercoledì 5 giugno 2013
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... e tutto finisce dove ebbe inizio, las vegas!
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Le notti dei leoni non finiscono mai, e forti del successo dei primi due episodi tornano i quattro amici on the road, e stavolta si spingono fino in Messico salvo chiudere il cerchio a Las Vegas da dove erano partiti alla conquista dei botteghini. Stavolta il pretesto - perchè la trama in film del genere è e deve essere sempre un pretesto per dar modo agli attori di dar sfogo alla loro verve e Galifianakis troneggia in questo - è che Alan ha rotto gli argini della propria incontrollabilità sociale decapitando una giraffa - scena esilarante come tante altre in un film che non ha vergogna di far ridere in modalità semplice ma professionalmente impeccabile e senza tempi morti - e quindi Phil, Stu e Alan lo accompagneranno in un centro di recupero.
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Le notti dei leoni non finiscono mai, e forti del successo dei primi due episodi tornano i quattro amici on the road, e stavolta si spingono fino in Messico salvo chiudere il cerchio a Las Vegas da dove erano partiti alla conquista dei botteghini. Stavolta il pretesto - perchè la trama in film del genere è e deve essere sempre un pretesto per dar modo agli attori di dar sfogo alla loro verve e Galifianakis troneggia in questo - è che Alan ha rotto gli argini della propria incontrollabilità sociale decapitando una giraffa - scena esilarante come tante altre in un film che non ha vergogna di far ridere in modalità semplice ma professionalmente impeccabile e senza tempi morti - e quindi Phil, Stu e Alan lo accompagneranno in un centro di recupero. Ma è destino che i loro spostamenti non siano mai lineari, neanche fossero su un volo charter low cost che si sa quando si parte ma non se e quando si arriva, e così gangster, lingotti d'oro e la vecchia conoscenza, lo psicopatico gentile Chow stravolgeranno i loro piani portandoli anche ad una mission impossibile sul palazzo della Caesar Palace di las Vegas, con ogni estrema conseguenza che possiate immaginare. Il risvolto sentimentale con la sempre buffissima e bravissima Melissa Mc Carty, anima gemella di Alan e divertente - perchè not politically correct - figlia crudele di madre handicappata è il culmine di una storia che in finale ripercorre al ralenty le camminate in controluce dei quattro antieroi in giro per il mondo e non si può che essere dispiaciuti per la fine di un'epopea che sulla carta è banale, scontata e anche un po' demenziale ma che poi grazie ai meccanismi oliatissimi della regia e della sceneggiatura, al talento comico del duo Galifianakis-Jeong ma anche di Bradley Cooper che si lascia trascinare nella spontaneità di sguardi e gesti, diventa una felicissima avventura di battute, scene d'azione e anche un colpo di scena da film poliziesco, davvero un affare in tempo di film pigri e appiattiti su stereotipi inutili.
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fearthereaper
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martedì 4 giugno 2013
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non si smentisce
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sinceramente arrivati al terzo capitolo le mie aspettative non erano tanto alte, invece mi sono dovuto ricredere.
Certo, il film si distingue subito dai precedenti per una trama molto più lineare, meno sensazionale da quella a cui ci avevano abituati i primi due episodi, soprattutto per la mancanza del matrimonio, della droga, dell'amnesia del giorno dopo, che erano stati l'anello centrale della catena. Nonostante ciò non è stato meno divertente, battute azzeccate e momenti esilaranti non mancano, soprattutto epica la scena finale.
Mi dispiace quasi che sia l'ultimo
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morellato
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martedì 4 giugno 2013
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mai titoli di coda più belli...
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Se non ci fosse Alan questo film non meriterebbe la sufficenza. Come tutti i film che hanno un seguito ( IL PADRINO, ROCKY, NIGHTMARE, LA CASA ecc ) più si và a vanti più si perde quel qualcosa che ti piace. La storia cambia radicalmente nessun addio al celibato nessuna droga somministrata dal buon Alan se non dopo i titoli di coda, ma per il resto poco divertimento rispetto ai primi due film , sarebbe brutto dire che non è stato una bella pellicola visto che siamo affezzionatissimi ai nostri amiconi americani ma onestamente avrei voluto ridere per tutto il film come ho riso negli ultimi 2 minuti dopo i titoli di coda.
Max
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il critico 89
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lunedì 3 giugno 2013
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risate assicurate come sempre
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Va in scena il terzo episodio della fortunata serie di Todd Philips e anche stavolta si ride a crepapelle.
Stavolta niente matrimonio (almeno non all' inizio) ma un viaggio inaspettato.
Il film non raggiunge l' originalità del primo episodio ma riesce comunque a far ridere che è ciò che si chiede quando si paga il biglietto.
Stavolta poi alla fine niente foto che mostrano ciò che è accaduto ma uno scena finale da morir dal ridere.
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spike
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lunedì 3 giugno 2013
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2 stelle
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Lontano anni luce dal primo (così come lo era, ancora di più, il secondo).
Il primo era stato un botto inaspettato questi sono cartucce bagnate
buone solo per le tasche dei produttori e chi con questo mondo ci mangia.
La forza del primo era l'originalità e il sorprendente superamento di alcuni limiti
politically correct, i successivi sono delle copie inutili, sarebbe stato interessante
cercare di intraprendere "nuove strade" ad ogni capitolo.
Vabbè questo è il cinema di oggi: iron man 3, fast 6, leoni 3... le saghe sono infinite,
magari ci fosse un Gran Torino 2, ma no, quello è cinema.
fra qualche anno sono sicuro ci sarà una reunion con figli al seguito, si accettano scommesse.
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Lontano anni luce dal primo (così come lo era, ancora di più, il secondo).
Il primo era stato un botto inaspettato questi sono cartucce bagnate
buone solo per le tasche dei produttori e chi con questo mondo ci mangia.
La forza del primo era l'originalità e il sorprendente superamento di alcuni limiti
politically correct, i successivi sono delle copie inutili, sarebbe stato interessante
cercare di intraprendere "nuove strade" ad ogni capitolo.
Vabbè questo è il cinema di oggi: iron man 3, fast 6, leoni 3... le saghe sono infinite,
magari ci fosse un Gran Torino 2, ma no, quello è cinema.
fra qualche anno sono sicuro ci sarà una reunion con figli al seguito, si accettano scommesse.
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