samanta
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giovedì 8 marzo 2018
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sola nella confusione
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Il film è del 2013 è uscito quasi solo in TV o internet con la regia Joseph Ruben. Sara (Michelle Monaghan: Mission Impossible II e III, Boston Caccia all'uomo. Kiss Kiss Bang Bang) è una fotografa che è diventata cieca per una bomba esplosa mentre lavora in Medio Oriente e vive in un attico a New York con il suo fidanzato Ryan.
[SPOILER] Esce di casa per una compera (siamo alla vigilia di Capodanno) e quando ritorna trova il fidanzato ucciso e un uomo Chad (Barry Sloane) che lo ha ucciso, riece a scappare ma sulla strada viene intercettata da un complice Hollander (Michael Keaton) che la riporta a casa. I due criminali svelano che anche Ryan è un deliquente che ha sottratto un bottino in soldi che ritrovano nascosti in un quadro, ma soprattutto 30 brillanti preziosi dal valore di 20 milioni di dollari.
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Il film è del 2013 è uscito quasi solo in TV o internet con la regia Joseph Ruben. Sara (Michelle Monaghan: Mission Impossible II e III, Boston Caccia all'uomo. Kiss Kiss Bang Bang) è una fotografa che è diventata cieca per una bomba esplosa mentre lavora in Medio Oriente e vive in un attico a New York con il suo fidanzato Ryan.
[SPOILER] Esce di casa per una compera (siamo alla vigilia di Capodanno) e quando ritorna trova il fidanzato ucciso e un uomo Chad (Barry Sloane) che lo ha ucciso, riece a scappare ma sulla strada viene intercettata da un complice Hollander (Michael Keaton) che la riporta a casa. I due criminali svelano che anche Ryan è un deliquente che ha sottratto un bottino in soldi che ritrovano nascosti in un quadro, ma soprattutto 30 brillanti preziosi dal valore di 20 milioni di dollari. I due cercano di farsi dire da Sara dove sono le pietre ma non ci riescono, litigano tra loro quando casualmente Chad le trova nei cubetti di ghiaccio e viene ucciso da Hollander che a sua volta nel tentativo di uccidere Sara precipita dalla terrazza. Sara decide di tenersi le pietre nascondendole di nuovo nei cubetti di ghiaccio.
il film è quasi un remake di Gli occhi della notte del 1967, diciamolo subito si parla di un altro mondo, in quel film la protagonista era Audrey Hepburn che fece un'interpretazione memorabile che gli valse la nomination agli Oscar, tra gli altri interpreti Richard Crenna (il colonnello di Rambo), la regia era di Terence Young, la sceneggiatura di Frederick Knott (Delitto Perfetto). Nel nostro film a prescindere da un'interpretazione mediocre a cominciare dalla protagonista che, a prescindere dall'avvenenza, dovrebbe fare un corso intensivo di recitazione per la sua interpretazione del tutto insipida, i due criminali sembrano due minorati che fingono di fare i delinquenti, i dialoghi approssimativi.La regia (il regista in 34 anni ha diretto in tutto 10 film quasi tutti degli insuccessi commerciali e di critica) è approssimativa con una trama che è in teoria avvincente e che potrebe dare luogo anche a un thriller che provoca tensione, ma che in realtà appare confusa: oltre tutto non si comprende se Sara sia consapevole che il fidanzato era un delinquente e quindi sia a conoscenza del bottino trafugato e se non è così perché lo nasconde di nuovo, forse un soprassalto di delinquenza? La domanda che ci si pone: perché fare un film inutile? Quanto alle TV ridiano Gli occhi della notte.
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venerdì 1 luglio 2016
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la fortuna aiuta l’audace
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Joseph Ruben, il regista di “Tempo di decidere”, torna a indossare l’occhio della macchina da presa e sceglie di farlo mettendo in scena come protagonista una ex fotoreporter militare che perde la vista per un incidente “sul lavoro” in Afghanistan. Per il regista come per la protagonista si tratta ancora di correre qualche rischio. Di certo alla donna divenuta cieca non è venuto meno il coraggio, visto che accetta quanto meno di convivere con un giovane di cui è in parte consapevole dei trascorsi poco trasparenti. Lo spettatore ingenuo è portato a pensare che la donna sia ormai una povera non vedente sprovveduta, mentre la perdita della vista non ha minimamente intaccato la sua forza d’animo e soprattutto il suo coraggio.
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Joseph Ruben, il regista di “Tempo di decidere”, torna a indossare l’occhio della macchina da presa e sceglie di farlo mettendo in scena come protagonista una ex fotoreporter militare che perde la vista per un incidente “sul lavoro” in Afghanistan. Per il regista come per la protagonista si tratta ancora di correre qualche rischio. Di certo alla donna divenuta cieca non è venuto meno il coraggio, visto che accetta quanto meno di convivere con un giovane di cui è in parte consapevole dei trascorsi poco trasparenti. Lo spettatore ingenuo è portato a pensare che la donna sia ormai una povera non vedente sprovveduta, mentre la perdita della vista non ha minimamente intaccato la sua forza d’animo e soprattutto il suo coraggio. Infatti il punto di vista più veritiero è quello di chi non crede nelle risposte della vittima alle domande “insistenti” dei due complici intorno al tesoro nascosto dallo spasimante ormai passato a miglior vita. Come dimostra il fatto che l’occhio clinico di uno dei due, il più anziano che indossa i finti panni di quello buono, individua subito il luogo in cui è stato nascosta la parte in denaro del bottino. I due quindi fingono di aver mangiato la foglia ma decidono di installarsi all’insaputa della vittima nella sua casa, spiandola per studiare le sue mosse. Non tengono conto però della scia di odore che lasciano in casa e che fa in seguito intuire alla donna falsamente solitaria come stanno veramente le cose a dispetto delle parole concilianti pronunciate dai due, il cui accordo ben presto è destinato a saltare. Ciò anche grazie alla capacità della vittima di far passare dalla sua parte uno dei due. Ottenendo sì il risultato voluto ma nel senso di farlo diventare a sua volta una vittima. Inizia così un crescendo di accoltellamenti, sventramenti e sparatorie, che alla fine vedranno prevalere la donna. Ma si tratta di un’ingenua vittima andata molto vicina a fare la fine del fidanzato, o di una scaltra vincitrice baciata dalla fortuna? A ben vedere è più plausibile la seconda ipotesi, la sua infatti è stata una vittoria perseguita e ottenuta consapevolmente perché non è possibile pensare che nella casa abitata da una persona cieca vengano nascosti a sua insaputa dei diamanti nel ghiaccio in fondo al freezer.
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