alan w.
|
domenica 2 giugno 2013
|
poco da dire: capolavoro
|
|
|
|
Come il resto del mondo, a quanto pare, mi aspettavo un altro Drive o quanto meno qualcosa di simile. Naturalmente non è affatto così, ma a differenza del resto del mondo non sono rimasto per niente deluso da ciò, anzi oserei dire il contrario.
Il film è tanto atipico quanto bello.
E' radicalmente diverso dalla stragrande maggioranza dei film che ho visto in vita mia. Non mi meraviglia il fatto che al mondo, tranne qualcuno come me, non sia andato troppo giù. Magari l'ho guardato io con occhi diversi, ma complessivamente l'ho trovato eccezionale durante tutti i 90 minuti (fluidi e scorrevoli). Un thriller psicologico affascinante e conturbante, dall'atmosfera onirica.
[+]
Come il resto del mondo, a quanto pare, mi aspettavo un altro Drive o quanto meno qualcosa di simile. Naturalmente non è affatto così, ma a differenza del resto del mondo non sono rimasto per niente deluso da ciò, anzi oserei dire il contrario.
Il film è tanto atipico quanto bello.
E' radicalmente diverso dalla stragrande maggioranza dei film che ho visto in vita mia. Non mi meraviglia il fatto che al mondo, tranne qualcuno come me, non sia andato troppo giù. Magari l'ho guardato io con occhi diversi, ma complessivamente l'ho trovato eccezionale durante tutti i 90 minuti (fluidi e scorrevoli). Un thriller psicologico affascinante e conturbante, dall'atmosfera onirica.
La trama è quasi del tutto inutile: il film è perlopiù un viaggio simile ad un incubo, narrato con musiche incantevoli ed immagini suggestive quasi senza dialoghi, che racconta in modo introsprettivo la violenza come l'essenza e la maledizione del protagonista.
Un'altro film impostato come questo (quello che ho scritto sopra), ma trattato in modo decisamente differente, è 2001: Odissea nello Spazio.
Parlando di proporzioni, Solo Dio Perdona potrebbe essere il 2001 di Refn.
Solo Dio Perdona ha anche un finale aperto: l'ultima scena in cui Chang taglia le braccia a Julian è decisamente una scena grottesca e irreale (foresta incantata, poliziotti che compaiono sugli alberi da un momento all'altro), motivo per cui io tenderei a credere che sia una scena metaforica e il "taglio delle braccia" sia un "porre fine alla violenza" del protagonista e che dunque Chang abbia ucciso Julian. O può anche essere che gli abbia tagliato le braccia come alla sua prima vittima.
La madre di Julian è un altro importante tassello: l'amore di Julian (a quanto pare anche carnale) per lei è ciò che fa scatenare la violenza del protagonista. Penso che la scena del "braccio nella pancia", che ricorda la masturbazione che Julian faceva alle prostitute, sia collegata a questo.
Il personaggio di Chang è davvero fantastico e l'attore lavora benissimo e riesce a dare davvero l'idea di un demone.
La regia è praticamente perfetta e con la fotografia e la scenografia creano qualcosa di rara bellezza.
Penso che la realtà che avvolge il film è fragile, se non fittizia. La prima cosa che mi viene in mente è il primo incontro tra Julian e la madre che è appena arrivata a Bangkok, che avviene in una delle tante scene oniriche nei corridoi mentali del protagonista.
A mio parere il film è quasi tutto metaforico: la madre è ciò che scatena la brutalità del protagonista, Chang potrebbe raffigurare la conseguenza inevitabile causata la natura violenta di Julian e il protagonista, deformato dalla propria violenza, cerca la redenzione salvando la bambina, ma l'unica via di fuga dal suo pentimento (ricordiamo che ha ucciso il padre con le proprie mani) è la fine, e lui l'accetta.
[-]
[+] sacrilegio!!!!!!
(di acciaio73)
[ - ] sacrilegio!!!!!!
|
|
[+] lascia un commento a alan w. »
[ - ] lascia un commento a alan w. »
|
|
d'accordo? |
|
dedalo91
|
lunedì 3 giugno 2013
|
piu che un film un' opera d'arte
|
|
|
|
Vorrei poter dire "io lo conoscevo già quando ancora non era famoso!", ma sarebbe una bugia, in realtà, come molti, ho cominciato a conoscere ed apprezzare Nicolas Winding Refn soprattutto grazie a Drive. Certo mi ci ero già avvicinato con Bronson e Valhalla Rising, ma è stata l'ultima sua fatica a far scoccare definitivamente la scintilla, il film che ha fatto innamorare praticamente tutti, a partire dal pubblico e dalla giuria del Festival di Cannes, che nel 2011 lo hanno accolto con una standing ovation per poi consacrare definitivamente l'autore con il premio per la miglior regia.
Quest'anno le cose sono andate abbastanza diversamente, dopo la proiezione di Only god forgives il pubblico si è diviso tra timidi applausi e qualche sonoro fischio, e Refn non si è portato a casa niente.
[+]
Vorrei poter dire "io lo conoscevo già quando ancora non era famoso!", ma sarebbe una bugia, in realtà, come molti, ho cominciato a conoscere ed apprezzare Nicolas Winding Refn soprattutto grazie a Drive. Certo mi ci ero già avvicinato con Bronson e Valhalla Rising, ma è stata l'ultima sua fatica a far scoccare definitivamente la scintilla, il film che ha fatto innamorare praticamente tutti, a partire dal pubblico e dalla giuria del Festival di Cannes, che nel 2011 lo hanno accolto con una standing ovation per poi consacrare definitivamente l'autore con il premio per la miglior regia.
Quest'anno le cose sono andate abbastanza diversamente, dopo la proiezione di Only god forgives il pubblico si è diviso tra timidi applausi e qualche sonoro fischio, e Refn non si è portato a casa niente.
Del film se ne parla da mesi, e fino a poco prima dell'uscita era quasi circondato da un alone di leggenda, alimentato dalle dichiarazioni del regista che lo descriveva di volta in volta come un film di arti marziali ambientato a Bangkok e come un omaggio a Se sei vivo spara, spaghetti western diretto da Giulio Questi. L'unica certezza era che Refn era scappato a Bangkok, un po' come i suoi personaggi protagonisti:
Julian (Ryan Gosling) e Billy sono fratelli, americani migrati o forse fuggiti in Thailandia per gestire una palestra di Thai boxe che funge da copertura ad un vasto traffico di droga. Una notte Billy si mette sulle strade di Bangkok in cerca di compagnia femminile, e dopo aver contrattato con una prostituta minorenne la massacra senza pietà. Il padre della ragazza si presenta sul posto e lo uccide a sua volta con la complicità del capo della polizia locale (Vithaya Pansringarm), un uomo che amministra la giustizia in modo del tutto personale.
L'affronto spinge la madre di Billy e Julian (Kristin Scott Thomas) a reggiungere Bangkok per sistemare la cosa, ma le sue decisioni metteranno in moto una serie di vendette una più sanguinaria dell'altra.
Si può dire che la trasferta Refn l'abbia presa proprio sul serio, un'occasione per immergere interamente il film nella cultura locale senza per questo rinunciare al suo stile ormai inconfondibile. La cosa diventa evidente già a partire dai titoli di testa bilingui, che scorrono sullo schermo mettendo ben in evidenza il testo in thailandese e lasciando quello inglese (o italiano) in secondo piano. L'altro elemento sfacciatamente asiatico è il tema della vendetta, colonna portante di una trama che non sfigurerebbe affatto come ipotetico quarto capitolo della trilogia parkchanwookiana. Una trama esile certo, e spesso quasi interamente sacrificata ai fini della messa in scena, ma non per questo meno potente. Solo dio perdona ha il sapore amaro di una tragedia shakespeariana, una storia di vendette che sono semplici capricci portati avanti da personaggi volgari e meschini, figure tutt'altro che colossali, come Julian, protagonista che non sembra protagonista (e infatti l'agghiacciante Vithaya Pansringarm gli ruba la scena) succube di una madre padrona con cui intrattiene un rapporto estremamente morboso, forse la radice di tutti i suoi mali, dall'inibizione sessuale alla totale apatia, una bomba pronta ad esplodere che però, contrariamente a quanto avveninva in Drive, non esplode mai. A spiccare per contrasto sono invece l'implacabile capo della polizia e la sua congregazione, che segue ogni suo passo in religioso silenzio e con fare ieratico, persino durante le stranianti serate al karaoke; una lama infallibile ed inesorabile che pende sulla testa degli "invasori".
Ma Solo dio perdona è soprattutto immagine, anzi, la costruzione certosina e meticolosa dell'immagine, dalla scelta dei più piccoli elementi scenografici al loro inserimento all'interno della scena: gli oggetti dell'arredamento, i vestiti (meravoglioso quello a tema floreale di Kristin Scott Thomas) e le luci, che si impongono prepotentemente su tutto fino ad alterarne l'aspetto. Si potrebbe parlare di meravigliosi quadri in movimento, ma Refn il movimento lo rallenta fino a renderlo impercettibile, sia all'interno della scena stessa (persino i movimenti degli attori), sia nella regia, che si riduce tutta ad una serie di lenti carrelli e lunghe zoomate (tornano in mente quelle di Fear X sulla testa di Turturro) con cui ci fa sprofondare inesorabilmente in un intrigo senza via d'uscita e dentro queste sfarzose stanze di plastica dove anche le persone sembrano parte della mobilia.
Nella stessa direzione agisce la colonna sonora, sempre di Cliff Martinez ma questa volta composta quasi interamente di brani originali, musiche elettroniche sempre più martellanti e ipnotiche che accompagnano perfettamente i languidi movimenti della macchina da presa.
Ancora una volta Refn riesce a posare una patina quasi accecante su un universo squallido e senza speranza, a rendere travolgentemente bello anche il più cruento degli sembramenti o la più squallida delle topaie (poderosa la scena nell'officina con il bambino), ancora una volta insomma riesce a raccontare tutta la poesia della violenza. E se l'insieme può lasciare freddi e distaccati, è anche perché quello raccontato è un mondo con cui è impossibile concilarsi, soprattutto se a popolarlo sono personaggi marci fino all'osso come quelli che circondano Julian. L'unica cosa da fare è osservare inorriditi e meravigliati, come stranieri in una terra straniera.
[-]
[+] e lo spettatore dove lo mettiamo?
(di marco neri)
[ - ] e lo spettatore dove lo mettiamo?
[+] maniche larghe, anzi ... sbregate
(di peter2001)
[ - ] maniche larghe, anzi ... sbregate
[+] non ci credo
(di spoudy)
[ - ] non ci credo
|
|
[+] lascia un commento a dedalo91 »
[ - ] lascia un commento a dedalo91 »
|
|
d'accordo? |
|
giugy3000
|
sabato 1 giugno 2013
|
un refn imperdonabile.
|
|
|
|
Dimenticatevi "Drive" (che peraltro fu un lavoro sotto commissione,non una sceneggiatura originale di Refn) e dimenticatevi anche il senso di un protagonista perfetto come era Gosling nel suo ruolo di stuntman. Bissare le collaborazioni già rodate può esser un bene (vedesi anni di amicizia tra Burton e Depp) e a volte un gran male, un'occasione in cui darsi da soli la zappa sui piedi, riuscendo persino ad eclissare in parte quel connubio così emozionante vincendo anche il premio alla regia a Cannes nel 2011. Perchè ammettiamolo da subito: Gosling in questa pellicola di rara bruttezza non fa altro che affondare ancora di più una nave incerta in mare aperto, senza barlumi di pieno coinvolgimento nella parte.
[+]
Dimenticatevi "Drive" (che peraltro fu un lavoro sotto commissione,non una sceneggiatura originale di Refn) e dimenticatevi anche il senso di un protagonista perfetto come era Gosling nel suo ruolo di stuntman. Bissare le collaborazioni già rodate può esser un bene (vedesi anni di amicizia tra Burton e Depp) e a volte un gran male, un'occasione in cui darsi da soli la zappa sui piedi, riuscendo persino ad eclissare in parte quel connubio così emozionante vincendo anche il premio alla regia a Cannes nel 2011. Perchè ammettiamolo da subito: Gosling in questa pellicola di rara bruttezza non fa altro che affondare ancora di più una nave incerta in mare aperto, senza barlumi di pieno coinvolgimento nella parte. Refn va sei mesi a Bangkok con la famiglia, decide di scrivere il progetto per questo film ambientandolo in toto in questo giubileo asiatico di luci e suoni frastornanti, un terreno di gioco insidioso ma che avrebbe potuto far presagire un piatto piccante sullo schermo, a base di spaghetti western in salsa di thai-boxe. La trama (scarnissima) di per sè non è malaccio, anche se il regista di "Lady Vendetta" e "Olboy" questi temi se li mangia in un sol boccone: due fratelli,Billy e Julian,decidono di trasferirsi in Asia per gestire una palestra. Semplici sportivi amanti della terra d'Oriente?Giammai! L'attività serve solo come copertura al loro vero lavoro, ossia narcotrafficanti incalliti. Billy fra i due è il più scapestrato e fuori controllo, nonchè voglioso di pedofilia; il giochetto sessuale con una ragazzina minorenne gli costerà caro, tant'è che verrà ucciso dal padre della ragazza. La legge del taglione si innesca quasi immediatamente dopo l'arrivo della madre dei due ragazzi dall'America, che impone a Julian un duro ricatto morale: lasciare a Dio l'atto del perdono per dedicarsi per lei e con lei al gusto amaro della vendetta. Ma sotto l'omicidio del primogenito di Jenna (la madre) c'è a monte un poliziotto in pensione, vendicatore solitario per eccellenza, armato ed invincibile.
Sorvoliamo per puro atto di buonismo sulle numerosissime scopiazzature a destra e manca tarantiniane e alla Chan-wook Park. Il poliziotto Pansringarm pare una carbon copia di Pai Mei in "Kill Bill vol.2" e gli sguardi in macchina altisonanti e duratori richiamano quelli di "Oldboy"...ma su questo passiamoci sopra. Film alla spaghetti western? Refn erede di Tarantino? Film sulla morale e sul completamento di due invidui nelle loro strade?Ma scherziamo?! In questa pellicola c'è il vuoto ad ogni precedente domanda ed è insulto allo stile perfetto e mai "splatteristico" del grande Quentin. Ok, Refn ci aveva già abituato al tema della violenza gratuita e ad immagini a forte impatto emotivo con "Valhalla Rising", ma perlomeno lì vi è una storia, un attore principale straordinaria, dei capitoli tematici ben fatti, un grido d'ira misto ad un grido d'amore verso il mondo. Qui cosa troviamo? Non un thriller, non una storia di crimine, non un film sulla thai boxe (che è accennata in 5 minuti d'orologio), non un film drammatico a sfondo morale perchè il tutto è così scontato e banale già dalle prime scene che non vi può essere arricchimento o commozione in tal senso. L'unica variazione sul tema di tanti altri film improntati al mondo della vendetta è questa figura materna di riferimento, così feroce e spietata e così lontana dell'immagine di candida madre innocente che dovrebbe versare lacrime di rassegnazione sulla tomba del figlio (immagine peraltro, questa, scelta a pennello sulla Scott Thomas, che da sempre interpreta madri a tinte melò)...ma basta una sola scena un po' più efficace di altre (quella in cui Julian metterà le mani dentro il grembo materno NEL VERO SENSO DELLA PAROLA)a sollevare un film in caduta libera?No, affatto. A farvi tornare la voglia di fare un pisolino in poltrona saranno l'esasperante lentezza delle scene (che in "Valhalla" avevano di sicuro più spessore), la sceneggiatura ad incastro-flash back che vi farà perdere le fila della vicenda più e più volte e ad irritarvi davvero saranno le battute striminzite di Gosling e alcune (troppe) battute messe in bocca ai più disparati personaggi assolutamente ridicole.
Sonno profondo misto a violenza pura e a scene orrifiche così a casaccio, tanto per destarvi dal torpore del fotogramma precedente. No caro Refn non ci siamo, questo non è un film, questo non sei tu.La tua Bangkok con furore dov'è?A sto punto non era meglio rispolverarsi uno dei film sulla thai boxe di Van Damme?
Chiudiamo con due sole ed uniche lodi, anzi tre che mi hanno fatto dare un voto finale che non rasentasse lo zero assoluto. La scelta cromatica di ogni singola scena vira dal nero al rosso al giallo e così via, sempre in circolarità. Stupende scenografie ed inquadrature, ma si sa che Refn è un'esteta, sullo stile non eccede mai, è sempre perfetto. Ottime, anzi direi eccezionali la classica musica alla spaghetti western di Sergio Leone, attualizzata egregiamente da Cliff Martinez. Superba scelta della Scott-Thomas che si erge in questa mediocre pellicola come un diamante grezzo inscalfibile. Perfetta...e la adoriamo in queste vesti da bad girl.
... e non ditemi che il significato è nascosto,andava rivisto più volte e che è di somma bellezza...vi prego no. Perchè se a salvare il tutto non riesce nemmeno il fascino top di Gosling la faccenda è grave.
[-]
[+] beata ignoranza!
(di sorella luna)
[ - ] beata ignoranza!
[+] sarà il botox?
(di acciaio73)
[ - ] sarà il botox?
|
|
[+] lascia un commento a giugy3000 »
[ - ] lascia un commento a giugy3000 »
|
|
d'accordo? |
|
|