|
|
|
venerdì 13 giugno 2025
|
|
non son d'accordo
|
|
|
|
? un frilm bellissimo ed appassionante non capisco che cavolo ci abbia visto il Niola
|
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
|
lunedì 14 gennaio 2019
|
molto carino
|
|
|
|
Credo che la qualità non sia delle migliori e che a cune parti mi hanno annoiato molto
|
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
alexia pete
|
domenica 19 giugno 2016
|
la rivoluzione del quotidiano
|
|
|
|
La regista guarda con discrezione l'intimità di questa famiglia..quasi come un documentario viviamo insieme a loro la quotidianità di una vita fatta di divieti e regole assurde per noi occidentali. Senza scene epiche o grandi proclami però attraverso i sorrisi, le aspettative e la volontà della bambina anche la mamma prende coscienza della propria condizione..e la scena finale della protagonista in bicicletta che si avvia verso una lunga strada ci rimanda alla speranza chapliniana di avvenire migliore.
|
|
|
[+] lascia un commento a alexia pete »
[ - ] lascia un commento a alexia pete »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
|
martedì 24 maggio 2016
|
la leggerezza della ribellione
|
|
|
|
Difficile, forse impossibile trovare un film che sia ambientato in una Arabia Saudita reale; ci riesce la regista Haifaa Al-Mansour che utilizza una ragazzina, Wadjda, per mostrarci gli stridenti contrasti che abitano questo grande, ricco e desertico paese, in cui convivono (?) le più aggiornate modernità ed una mentalità medievale ed ottusa. Wadjda, qui rappresentata da una ragazzetta sveglia che letteralmente buca lo schermo e supera i problemi che i doppiaggi per quanto accurati presentano, non è una ribelle, semplicemente non accetta di avere delle limitazioni francamente incomprensibili e qui principalmente rappresentate dall'impossibilità di avere una bicicletta per "non mettere a rischio la verginità" (sic!); abbiamo un padre affettuoso ma che ripudia la moglie che non riesce a dargli un discendente maschio, una insegnante ottusa e rigidissima, che però la notte riceve l'amante, abbiamo un taxista che insulta le trasportate per il solo fatto di essere donne (e insegnanti).
[+]
Difficile, forse impossibile trovare un film che sia ambientato in una Arabia Saudita reale; ci riesce la regista Haifaa Al-Mansour che utilizza una ragazzina, Wadjda, per mostrarci gli stridenti contrasti che abitano questo grande, ricco e desertico paese, in cui convivono (?) le più aggiornate modernità ed una mentalità medievale ed ottusa. Wadjda, qui rappresentata da una ragazzetta sveglia che letteralmente buca lo schermo e supera i problemi che i doppiaggi per quanto accurati presentano, non è una ribelle, semplicemente non accetta di avere delle limitazioni francamente incomprensibili e qui principalmente rappresentate dall'impossibilità di avere una bicicletta per "non mettere a rischio la verginità" (sic!); abbiamo un padre affettuoso ma che ripudia la moglie che non riesce a dargli un discendente maschio, una insegnante ottusa e rigidissima, che però la notte riceve l'amante, abbiamo un taxista che insulta le trasportate per il solo fatto di essere donne (e insegnanti)...
Tutto questo groviglio viene rappresentato con mano leggera; non c'è bisogno di esagerare, la storia nella sua disarmante semplicitàci introduce in un mondo poco conosciuto, non incline ad accogliere gli sviluppi in campo sociale, per non parlare della parità fra i sessi.
Classico film da cineforum, se ci fossero ancora cineforum.
Un ultimo plauso alla giovane e bravissima interprete, con i jeans e le scarpe sportive sotto la palandrana nera di rigore. il futuro è nella gioventù così fatta.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
enzo70
|
giovedì 3 marzo 2016
|
una bicicletta simbolo di libertà
|
|
|
|
Wadjda è una ragazzina che ha solo un sogno, una bicicletta, verde, per poter correre con un suo amico. Ma c’è un problema, Wadjda è araba e a una bambina nulla è consentito che non sia in linea con i principi del Corano; ma il problema non è il Corano, ma chi interpreta il Corano, perché alla fine della giostra per una bambina araba nulla è consentito; neanche avere una bicicletta. La regista Haifaa Al-Mansour è la prima regista donna dell’Araba Saudita, un paese in cui le sale cinematografiche sono vietate, chissà se il Corano diceva anche questo; e questo film, di chiara denuncia sociale, rappresenta sicuramente un elemento di rottura per una cultura che non ha alcuna intenzione di rompere con sé stessa.
[+]
Wadjda è una ragazzina che ha solo un sogno, una bicicletta, verde, per poter correre con un suo amico. Ma c’è un problema, Wadjda è araba e a una bambina nulla è consentito che non sia in linea con i principi del Corano; ma il problema non è il Corano, ma chi interpreta il Corano, perché alla fine della giostra per una bambina araba nulla è consentito; neanche avere una bicicletta. La regista Haifaa Al-Mansour è la prima regista donna dell’Araba Saudita, un paese in cui le sale cinematografiche sono vietate, chissà se il Corano diceva anche questo; e questo film, di chiara denuncia sociale, rappresenta sicuramente un elemento di rottura per una cultura che non ha alcuna intenzione di rompere con sé stessa. La bambina e la bicicletta sono chiaramente una metafora di una religione che priva le donne delle libertà fondamentali in nome di un Paradiso che sarà poi destinato agli uomini. Un film ricco di riflessioni che mostra la realtà di una cultura oppressiva che sta tentando di opprimere anche chi a quella cultura non appartiene.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
filippo catani
|
mercoledì 30 aprile 2014
|
il coraggio di una bambina
|
|
|
|
Arabia Saudita. Una bambina coltiva un sogno: comprarsi una bicicletta per poter giocare insieme al suo amico del cuore. Il problema è che oltre a costare troppo, la bicicletta non è considerata un mezzo consono per le ragazze. La bimba non si arrende e decide di iscriversi ad una gara di recitazione del Corano che mette in palio un premio in denaro che le consentirebbe l'agognato acquisto.
Paese ricchissimo e tra i più avanzati della zona, l'Arabia Saudita rimane uno stato dove l'applicazione serrata della legge Islamica pone dei freni alle donne. Queste sono limitate nei loro spostamenti in quanto non possono guidare e hanno altre rigide regole da seguire.
[+]
Arabia Saudita. Una bambina coltiva un sogno: comprarsi una bicicletta per poter giocare insieme al suo amico del cuore. Il problema è che oltre a costare troppo, la bicicletta non è considerata un mezzo consono per le ragazze. La bimba non si arrende e decide di iscriversi ad una gara di recitazione del Corano che mette in palio un premio in denaro che le consentirebbe l'agognato acquisto.
Paese ricchissimo e tra i più avanzati della zona, l'Arabia Saudita rimane uno stato dove l'applicazione serrata della legge Islamica pone dei freni alle donne. Queste sono limitate nei loro spostamenti in quanto non possono guidare e hanno altre rigide regole da seguire. I cinema non esistono e i film sono fruibili privatamente. Ecco allora che fa ancora più piacere sapere che questo film è stato firmato da una donna che è riuscito ad ottenerne una distribuzione mondiale. Ecco allora che a fronte di rigide regole che finiscono per soffocare le donne c'è una piccola bambina che con sfrontatezza decide di sfidare alcune delle convenzioni sociali solo ed esclusivamente per poter salire in sella a una bicicletta. Nel frattempo la piccola assiste al dramma della madre che deve vedere il marito risposarsi e a scuola deve convivere con una insegnante severissima ma che lei stessa subisce la rigidità delle regole in quanto deve vivere il proprio amore in clandestinità. Ecco allora che tramite una storia semplice e toccante (bellissimo il contrasto tra il bambino che dice all'amica che da grande la sposerà a confronto con un'altra giovane ragazza già andata in sposa su pressioni della famiglia) la regista Haifaa Al-Mansour punta i riflettori su uno stato e una società dove la figura femminile è ancora troppo discriminata.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
mareincrespato70
|
mercoledì 16 aprile 2014
|
la speranza dell'emancipazione corre sui pedali
|
|
|
|
Arabia Saudita: anni Duemila di questo secolo, ma si stenta a crederlo, o si finge. Storia di Wadjda, bambina vivace ed intelligente, che si ribella al destino "costruito" dagli uomini, dall'oscurantismo, dall'arretratezza culturale e dai pregiudizi che solo paradossalmente sembrano arrivare da un altro pianeta.
E poi i colori forti, le splendide vesti colorate, i volti bellissimi di donna nascoste dietro i veli e visibili quasi sono negli interni, il Corano e il Diavolo incredibimente compresenti, la semplicità rivoluzionaria dei bambini, il coraggio femminile in un mondo stupidamente quasi declinato solo al maschile.
[+]
Arabia Saudita: anni Duemila di questo secolo, ma si stenta a crederlo, o si finge. Storia di Wadjda, bambina vivace ed intelligente, che si ribella al destino "costruito" dagli uomini, dall'oscurantismo, dall'arretratezza culturale e dai pregiudizi che solo paradossalmente sembrano arrivare da un altro pianeta.
E poi i colori forti, le splendide vesti colorate, i volti bellissimi di donna nascoste dietro i veli e visibili quasi sono negli interni, il Corano e il Diavolo incredibimente compresenti, la semplicità rivoluzionaria dei bambini, il coraggio femminile in un mondo stupidamente quasi declinato solo al maschile.
Film bellissimo della prima regista saudita della storia, Haifaa Al-Mansour, che chissà se ha tratto ispirazione dal nostro neo-realismo, ma che con il suo sguardo indagatore e discreto, ma compassionevole verso le donne del suo Paese, ci svela un mondo "oscurato", ne racconta la silenziosa rivoluzione dell'orgoglio, mai troppo gridata. E' una bicicletta verde che guida la speranza, che forse ci indica un percorso per una strada con tanti chilometri ancora da percorrere per un'uguaglianza tanto distante quanto agognata.
Bella prova di Waad Mohammed (la bambina) e di Reem Abdullah (la madre), cinema autoriale che fa amare il cinema nella sua a volte virtuosa essenza didascalica, nella sua discreta, ma efficace forza rivoluzionaria.
Film-gioiello, che ricorda il primo Kiarostami con i suoi semplici quadri umani, opera apprezzata dalla critica, ma comunque sottovalutata rispetto alla sua luminosa bellezza narrativa e registica. Onore alla creativa, efficace semplicità dell'arte di raccontare Storie Altrui...Film da non perdere!
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a mareincrespato70 »
[ - ] lascia un commento a mareincrespato70 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
rita branca
|
lunedì 24 marzo 2014
|
"una bicicletta per batterti" di rita branca
|
|
|
|
La bicicletta verde (2012) film della regista e scenografa Haifaa Al-Mansour con Reem Abdullah, Waad Mohammed, Abdullrahman Algohani, Ahd Kame, Sultan Assaf
La bicicletta verde, il primo bellissimo film girato nel Regno Saudita e ambientato a Riyadh, racconta con una bella fotografia e un’ incisiva colonna sonora la storia contemporanea della piccola Wadjda, in un contesto in cui la vita femminile è assai diversa da quella delle donne occidentali, e dove le libertà di pensiero, parola e azione sono ancora conquiste da realizzare fra le molte barriere erette dalla cultura maschile predominante e dalla religione islamica.
[+]
La bicicletta verde (2012) film della regista e scenografa Haifaa Al-Mansour con Reem Abdullah, Waad Mohammed, Abdullrahman Algohani, Ahd Kame, Sultan Assaf
La bicicletta verde, il primo bellissimo film girato nel Regno Saudita e ambientato a Riyadh, racconta con una bella fotografia e un’ incisiva colonna sonora la storia contemporanea della piccola Wadjda, in un contesto in cui la vita femminile è assai diversa da quella delle donne occidentali, e dove le libertà di pensiero, parola e azione sono ancora conquiste da realizzare fra le molte barriere erette dalla cultura maschile predominante e dalla religione islamica.
E’ Wadjda e non le donne adulte che la circondano a tentare di abbattere gli ostacoli che le discriminano, alla fine ottenendo un piccolo successo che lascia sperare si tratti solo di una breccia che ne aprirà molte altre verso il riconoscimento della parità di diritti e dignità.
Il film è assai interessante nel permettere l’accesso ad occhi estranei alla cultura araba, ai drammi della quotidianità femminile riscontrabili nella gran parte dei paesi islamici. La vita della piccola protagonista è scandita nell’arco dell’intera giornata offrendo numerosi esempi che colpiscono lo spettatore occidentale e che forse potrebbero infastidire quello maschile arabo, non mancando una proiezione critica: la ragazzina è figlia di una giovane madre molto preoccupata del proprio aspetto fisico nell’intento di difendere il marito dagli assalti delle eventuali altre aspiranti mogli (siamo in un paese in cui è possibile la poligamia!) e di un padre che vede saltuariamente poiché non condivide la stessa casa, come spesso succede in quei contesti.
Wadjda, però, nonostante i bombardamenti educativi sugli atteggiamenti, l’abbigliamento e la condotta sia a scuola che a casa, e forse per la sua giovane età e lo spiccato senso critico accompagnato da una non comune determinazione ad affermare ciò che le sembra giusto, va contro corrente, piegando gli eventi a proprio favore.
Il film critica i limiti imposti alla donna ma lascia un messaggio ottimista che fa sperare in un futuro dove scompaiono i vincoli inutili ed è possibile vivere più semplicemente e in miglior armonia col mondo maschile.
Rita Branca
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a rita branca »
[ - ] lascia un commento a rita branca »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
rampante
|
lunedì 24 febbraio 2014
|
una ragazzina indipendente
|
|
|
|
Wadijda vive alla periferia di Riyadh, la capitale Saudita, ha un grande sogno poter comprare la bicicletta verde nel negozio di giocattoli davanti al quale passa tutti i giorni
E' una bambina di 10 anni pestifera ma simpatica ed affettuosa, ama la musica pop, porta solo scarpe da ginnastica, non sempre porta il velo
sa che alle ragazze è proibito andare in bicicletta e i più deve escogitare un piano per trovare il denaro necessario per comprarla.
Wadijda vive in Arabia Saudita dove le donne non hanno diritto al voto, né alla patente e dove persino il cinema è bandito: le sale sono proibite ed i film si vedono solo a casa, dove le donne sono soggette a gravi forme di discriminazione, segregazione, sudditanza ma,
da piccola ribelle è decisa a superare i limiti imposti dalla sua cultura.
[+]
Wadijda vive alla periferia di Riyadh, la capitale Saudita, ha un grande sogno poter comprare la bicicletta verde nel negozio di giocattoli davanti al quale passa tutti i giorni
E' una bambina di 10 anni pestifera ma simpatica ed affettuosa, ama la musica pop, porta solo scarpe da ginnastica, non sempre porta il velo
sa che alle ragazze è proibito andare in bicicletta e i più deve escogitare un piano per trovare il denaro necessario per comprarla.
Wadijda vive in Arabia Saudita dove le donne non hanno diritto al voto, né alla patente e dove persino il cinema è bandito: le sale sono proibite ed i film si vedono solo a casa, dove le donne sono soggette a gravi forme di discriminazione, segregazione, sudditanza ma,
da piccola ribelle è decisa a superare i limiti imposti dalla sua cultura.
Vuole il suo nome nell'abero genealogico del padre e sopratutto vuole la bicicletta
per gareggiare con l'amico coetaneo Abdullab, essere libera e indipendente, essere come lui, al suo livello.
La pellicola girata da una regista Saudita è una sorte di manifesto contro l'oppressione delle donne, un piccolo grande film, una storia di emancipazione
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a rampante »
[ - ] lascia un commento a rampante »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
guidokereze
|
sabato 21 dicembre 2013
|
i sogni viaggiano spesso in bicicletta
|
|
|
|
Vedere La Bicicletta Verde è stato un tornare indietro nel tempo. In un tempo in cui anche io ragazzino sognavo una bicicletta. Era l'epoca delle prime bici da cross con cambio a leva e se si era fortunati, la si poteva persino vincere nei concorsi abbinati alla vendita di merendine e biscotti. Altre bici hanno attraversato i sogni, facendo correre le speranze dei tanti che per qualche ragione aspiravano ad una vita migliore e dignitosa. Ladri di Biciclette di De Sica resta il più riuscito affresco evocativo sul mezzo. Anche lì i personaggi perseguono un percorso che possa andare oltre i loro destini di dominati. Qui il sogno di Wadjda è la speranza di tutta una parte della popolazione, vessata da assurdi quanto anacronistici divieti da una società polverosamente patriarcale.
[+]
Vedere La Bicicletta Verde è stato un tornare indietro nel tempo. In un tempo in cui anche io ragazzino sognavo una bicicletta. Era l'epoca delle prime bici da cross con cambio a leva e se si era fortunati, la si poteva persino vincere nei concorsi abbinati alla vendita di merendine e biscotti. Altre bici hanno attraversato i sogni, facendo correre le speranze dei tanti che per qualche ragione aspiravano ad una vita migliore e dignitosa. Ladri di Biciclette di De Sica resta il più riuscito affresco evocativo sul mezzo. Anche lì i personaggi perseguono un percorso che possa andare oltre i loro destini di dominati. Qui il sogno di Wadjda è la speranza di tutta una parte della popolazione, vessata da assurdi quanto anacronistici divieti da una società polverosamente patriarcale. La sabbia del deserto circostante, riempie le strade e le inquadrature semplici con le donne che quelle strade percorrono, magari a bordo di polverosi pickup pure guidati da uomini magari non in regola con le leggi sull'immigrazione, ma comunque uomini e in quanto tali sempre pronti a dimostrare finanche la loro maleducazione. La voglia di libertà della ragazzina è qualcosa che scalda i cuori, ove si pensi anche da lontano a quanto può essere opprimente una società rigida come quella raccontata con grazia e delicatezza da l'unica regista di quel paese. Personalmente ho sempre creduto fondamentale l'importanza e la capacità propria del cinema non tanto su cosa sognare, ma come sognarlo. e pellicole simili riescono nell'intento pienamente. Wadjda riesce a sovvertire le assurde regole che ne limitano il bisogno alla libertà dall'interno, mettendo in crisi l'intera impalcatura teologica di un certo ISLAM radicale e radicato in oscure figure alquanto tristi e abbruttite, come la signorina Haas.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a guidokereze »
[ - ] lascia un commento a guidokereze »
|
|
d'accordo? |
|
|
|