Gaetano Di Vaio parte dalla sua Piscinola per un viaggio inchiesta che lo conduce attraverso un percorso tortuoso dalle Vele di Secondigliano passando per i vicoli dei Quartieri Spagnoli per arrivare fino a Reggio Emilia dove scopre uno degli ultimi saponari napoletani emigrato al nord per l’ennesima legge sbagliata di uno Stato che al sud spesso sembra voler complicare la vita di chi non ha niente e nel 2006 vieta la raccolta del ferro vecchio, addirittura arrestando e portando in galera i robivecchi che tirano a campare con quel mestiere. Le canzoni di Gragnaniello, voce roca e graffiata emblematica di quella Napoli senza voce che cerca di arrabattarsi senza infrangere la giustizia campando alla giornata con lavori abusivi o in nero, accompagnano le facce di questi sopravvissuti che vivono negli scantinati ai margini di una società opulenta e talmente esosa da negare loro finanche i propri rifiuti.
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Gaetano Di Vaio parte dalla sua Piscinola per un viaggio inchiesta che lo conduce attraverso un percorso tortuoso dalle Vele di Secondigliano passando per i vicoli dei Quartieri Spagnoli per arrivare fino a Reggio Emilia dove scopre uno degli ultimi saponari napoletani emigrato al nord per l’ennesima legge sbagliata di uno Stato che al sud spesso sembra voler complicare la vita di chi non ha niente e nel 2006 vieta la raccolta del ferro vecchio, addirittura arrestando e portando in galera i robivecchi che tirano a campare con quel mestiere. Le canzoni di Gragnaniello, voce roca e graffiata emblematica di quella Napoli senza voce che cerca di arrabattarsi senza infrangere la giustizia campando alla giornata con lavori abusivi o in nero, accompagnano le facce di questi sopravvissuti che vivono negli scantinati ai margini di una società opulenta e talmente esosa da negare loro finanche i propri rifiuti. Film denuncia che documenta empatizzando con le vittime di un sistema sbagliato che si perpetua nei decenni, a Napoli come in tutto il sud del mondo, interdicendo agli ultimi qualsiasi possibilità di vivere senza padrone onestamente, perché alla fine la scelta obbligata deve essere tra la fabbrica, il lavoro in nero o la malavita organizzata, ovvero qualsiasi cosa fuorchè la libertà.
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