camillatoscani
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giovedì 22 dicembre 2011
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deludente
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concordo col giudizio unanime degli spettatori: è in film insignificante, senza storia e senza battute. Assolutamente da evitare. Come Neri Parenti, Pieraccioni fa film (prodotti da Medusa) giusto per farli, solo per incassare soldi. Ma del resto nell'Italia Berlusconiana tutto questo è normale. E' normale che si facciano film così squallidi per arricchire le tasche dei soliti noti, mentre pensionati e lavoratori si arrabbattono per arrivare a fine mese. Finalmente la felicità..... bello il titolo ... davvero. Che tristezza.
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fbio87
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giovedì 22 dicembre 2011
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assolutamente no mi sembra esagerato!
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è stato divertente! non è paragonabile ai migliori film di pieraccioni, questo è certo, ma classificarlo tra i peggiori film e vederlo scavalcare da de sica e ficarra e picone mi sembra esagerato! vedetelo, soprattutto se volete passare una serata diversa... due risate e via... ciao
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maxp007
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mercoledì 21 dicembre 2011
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dove andremo a finire?
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Davanti ad una multisala: Vacanze ai caraibi no, sarà sempre la stessa storia. Sherlock holmes già iniziato e allora vada per pieraccioni. Non l'avessi mai fatto. Dopo due giorni sto ancora cercando di capire cosa ho visto.
booh.!! Una sceneggiatura a dir poco banale, mal scritta. Un cortometraggio allungato fino all'osso. Un film che dura una novantina di minuti, ma sembrano tanti. Non vedevo l'ora che finisse.
Ma possibile che non ci sia più niente da raccontare? Si vuol per forza far ridere, ma da ridere c'è ben poco.
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lalli
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mercoledì 21 dicembre 2011
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purtroppo la noia
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""se non ti stanchi di aspettare le cose arrivano.." in questa ultima frase del film c' è molto di Pieraccioni..che sicuramente ha toccato "finalmente la felicità" nella sua vita privata, ma nel film si aspetta, si aspetta qcosa che non arriva mai...pensavo peggio leggendo le critiche, ma siamo tanto lontanti dai film veramente carini del buon Leonardo, anche se è stato fatto un grande passo avanti dall'orribile "Io e Marilyn"...(qui poi mi è mancato Gucciniiiiii :))), caro Leonardo riprova...chissà...
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tiamaster
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mercoledì 21 dicembre 2011
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p,s
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marezia non sai dire altro che bel film/brutto film....hahaha!!!!!!
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giuseppemartino
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mercoledì 21 dicembre 2011
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il volto vecchio di pieraccioni
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Se si dovesse raccontare il film in poche battute senza rischiare di perdere anelli fondamentali per lo svolgimento dei fatti, basterebbe dire che si racconta di un normale insegnante di musica al quale viene stravolta la vita quando una ragazza brasiliana adottata a distanza dalla madre a sua insaputa, decide di conoscerlo. Tutto qui? Si, purtroppo.
Con la sua decima pellicola Pieraccioni perde l'ennesima occasione di rinnovarsi, di dare un taglio netto al tipo di cinema che lo ha reso celebre quindici anni fa, ma che oggi, evidentemente, non funziona più. Passata l'era dei single convinti, dei ragionieri travolti da cicloni, da laureandi in crisi esistenziale, il regista toscano sembra aver perso la strada maestra, quella che racconti di un'epoca nuova, e soprattutto, di un Pieraccioni nuovo.
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Se si dovesse raccontare il film in poche battute senza rischiare di perdere anelli fondamentali per lo svolgimento dei fatti, basterebbe dire che si racconta di un normale insegnante di musica al quale viene stravolta la vita quando una ragazza brasiliana adottata a distanza dalla madre a sua insaputa, decide di conoscerlo. Tutto qui? Si, purtroppo.
Con la sua decima pellicola Pieraccioni perde l'ennesima occasione di rinnovarsi, di dare un taglio netto al tipo di cinema che lo ha reso celebre quindici anni fa, ma che oggi, evidentemente, non funziona più. Passata l'era dei single convinti, dei ragionieri travolti da cicloni, da laureandi in crisi esistenziale, il regista toscano sembra aver perso la strada maestra, quella che racconti di un'epoca nuova, e soprattutto, di un Pieraccioni nuovo. Nulla di anomalo nella crisi artistica, anzi; anni addietro esempi eclatanti come Nuti, Verdone, Aldo Giovanni e Giacomo, e oggi a quanto pare pure De Sica e Co, hanno dovuto e devono fare i conti con il tempo che passa, con aneddoti e gag che inevitabilmente smettono di funzionare, con un vestito oramai fuori moda. A differenza di altri però, eccetto Nuti per cui andrebbe fatto un discorso a parte, Pieraccioni fatica più del dovuto a uscirne fuori. Alterna personaggi maturi a farfalloni, senza mai affrontarli appieno. E Finalmente la felicità ne è l’esempio emblematico. Tutto è approssimativo; dal rapporto con l’ex moglie, che vediamo solo in una sequenza di urla e parolacce su un treno dove guarda caso si incontrano, al rapporto con la musica, raccontato solo attraverso il sogno di realizzare un centro musicale “d’istinto”. Per poi arrivare al rapporto con la sorella, con la quale bastano due chiacchierate per traghettarsi in Sardegna, innamorarsene e farci una figlia.
Si ha la sensazione che quello con il cinema, sia per Pieraccioni un appuntamento oramai dettato soltanto dal tempo, un film ogni due natali, e non più dalla necessità di raccontare una storia. Il sodalizio con Veronesi, al quale non mancano certo problemi di questo tipo, non porta più i suoi frutti. Non basta più avere da contorno amichetti del quartierino come Ceccherini o Papaleo, che sia pure ripetitivo con la sua caratterizzazione dialettale strappa comunque qualche risata, per distrarre l’attenzione dello spettatore dal protagonista e dalla debolezza della trama che lo sostiene. Serve aria nuova. Magari con un nuovo sceneggiatore e con un cast più variegato. O magari, come fu per Verdone con il primo Manuale d’amore, serve una esperienza di solo attore, in un set che non sia il suo e con attori con i quali non avrebbe mai pensato di lavorare. Privo della responsabilità di un film sulle spalle e concentrato solo su se stesso, su quella maschera alla quale l’Italia ha dimostrato più volte di essere affezionata ma che sta perdendo, quasi irrimediabilmente, smalto. Ritornare ai tempi de “il ciclone” non si può più, d’accordo. Ma riavvicinarsi ad una strada come quella di “ti amo in tutte le lingue del mondo” sarebbe già qualcosa. Lì si accennava già ad un Pieraccioni maturo impresso su una tela più elaborata e resistente. Elementi che piacciono allo spettatore e al produttore, che così facendo può risparmiarsi, e risparmiarci, il compromesso di dire che “la Honda può andare nei boschi perché ibrida e che se va piano va ad elettricità e non inquina l’ambiente” o che “il Forte Village è uno dei resort più belli al mondo”.
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parlka27
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mercoledì 21 dicembre 2011
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non così male
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Da fiorentino amante di tutti i film di Pieraccioni quale sono, non potevo perdermi l'ultimo film di Leonardo. Un' ora e mezzo di risate assicurate, forse un po troppo simile ad altri. suoi film, ma i fan di Pieraccioni sapranno apprezzare anche questo "Finalmente la felicità".
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santospago
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martedì 20 dicembre 2011
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noiosissimo
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solita storia solite gag .... veramente un film noioso,
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(di djfilippo)
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birbo
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lunedì 19 dicembre 2011
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solito pieraccioni
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che dire ? a me non fa piu ridere, Pieraccioni come tipo è di certo simpatico, ma la freschezza e l originalità del Ciclone se n'è andata da mo', ripete sempre lo stesso ruolo in tutti i film, come De Sica nei cinepanettoni, e alla fine questo stanca.
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flyanto
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lunedì 19 dicembre 2011
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e la felicità alla fine arriva.....
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Solita commedia sentimentale di Pieraccioni dove il protagonista, dopo arie vicissitudini, corona il sogno d'amore con la bella èprotagonoista straniera. Nulla, appunto, di nuovo. Anzi, trama sempre più esile e poco divertente.
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