greyhound
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domenica 24 marzo 2013
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con gli occhi dei bambini
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Monsieur Lazhar, o meglio Bachir Lazhar (è così che si presenta ai suoi alunni), è all'apparenza un uomo normale, né più né meno dissimile dal vicino di casa, dall'impiegato che siede accanto a noi mentre andiamo in metropolitana al lavoro o dal cosiddetto uomo medio. Tuttavia, sotto quella sua maschera di normalità, giace un segreto profondo ed un dolore immenso che nessuno, ad eccezione di una figura rilevante all'interno della pellicola, saprà intuire.
Passato dalle bianche ed azzurre case della casbah di Algeri all'altrettanto bianco paesaggio di Montreal, Bachir tenterà un'operazione insensata ma altrettanto "folle" nella sua lucidità: ricoprire il ruolo che la moglie svolgeva in patria, così da tener viva la sua presenza accanto a lui, e riuscire nel contempo ad essere circondato nuovamente da bambini.
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Monsieur Lazhar, o meglio Bachir Lazhar (è così che si presenta ai suoi alunni), è all'apparenza un uomo normale, né più né meno dissimile dal vicino di casa, dall'impiegato che siede accanto a noi mentre andiamo in metropolitana al lavoro o dal cosiddetto uomo medio. Tuttavia, sotto quella sua maschera di normalità, giace un segreto profondo ed un dolore immenso che nessuno, ad eccezione di una figura rilevante all'interno della pellicola, saprà intuire.
Passato dalle bianche ed azzurre case della casbah di Algeri all'altrettanto bianco paesaggio di Montreal, Bachir tenterà un'operazione insensata ma altrettanto "folle" nella sua lucidità: ricoprire il ruolo che la moglie svolgeva in patria, così da tener viva la sua presenza accanto a lui, e riuscire nel contempo ad essere circondato nuovamente da bambini.
Questi ultimi, scioccati dall'episodio iniziale del film, rappresentano per il protagonista quell'elemento ancora "incorrotto" della società (sebbene non esenti dai condizionamenti ed esempi familiari) che cercherà di guidare verso una piena consapevolezza e dai quali si farà, a sua volta, influenzare nel suo tentativo di dare un senso al suo dolore.
Gli eventi lo condurranno, però, a non "essere profeta" nemmeno in terra straniera oltreché in patria (e qui si scopre come oltre ad una violenza eminentemente fisica ne esista anche una morale che affligge soprattutto l'Occidente), ma il suo commiato tramite la fiaba della crisalide e l'abbraccio che prenderà forma con la piccola alunna (la sua preferita nonché quella con cui aveva stabilito una sorta di legame affettivo) portano lo spettatore a due credere che, alla fine, Monsieur Bachir Lazhar abbia riscoperto quella luce in grado di ridare speranza e al contempo, capace di guidare fuori dall'oscurità dell'esistenza.
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kondor17
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domenica 7 aprile 2013
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silenzioso ritratto di un uomo vero e buono
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Il film narra la storia di un dipendente pubblico algerino, Bachir Lahzar, fuggito nel francofono Canada (Montreal) per aprire la strada alla famiglia, ancora priva del visto per l'espatrio. La moglie, insegnante e scrittrice dissidente, era infatti braccata dai terroristi per via dei suoi scritti "ingiuriosi" e proprio il giorno prima di imbarcarsi clandestinamente su una nave per raggiungerlo, la casa viene data alle fiamme e l'intera famiglia uccisa. Bachir si trova quindi tra molti fuochi: una terra nuova, solo nel suo dolore, senza un lavoro, senza un permesso di soggiorno; per ovviare a questo coglie l'occasione di presentarsi ad una scuola media, colpita anch'essa da un dramma (il suicidio in classe di un'insegnante), spacciandosi per navigato maestro con permesso definitivo, professione svolta iinvece dalla moglie e di cui non ha in realtà nessuna idea.
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Il film narra la storia di un dipendente pubblico algerino, Bachir Lahzar, fuggito nel francofono Canada (Montreal) per aprire la strada alla famiglia, ancora priva del visto per l'espatrio. La moglie, insegnante e scrittrice dissidente, era infatti braccata dai terroristi per via dei suoi scritti "ingiuriosi" e proprio il giorno prima di imbarcarsi clandestinamente su una nave per raggiungerlo, la casa viene data alle fiamme e l'intera famiglia uccisa. Bachir si trova quindi tra molti fuochi: una terra nuova, solo nel suo dolore, senza un lavoro, senza un permesso di soggiorno; per ovviare a questo coglie l'occasione di presentarsi ad una scuola media, colpita anch'essa da un dramma (il suicidio in classe di un'insegnante), spacciandosi per navigato maestro con permesso definitivo, professione svolta iinvece dalla moglie e di cui non ha in realtà nessuna idea. Nella borghese Montreal, la preside della scuola si trova in situazione di emergenza e, visto il rifiuto degli insegnanti locali di prendere in mano una classe così duramente colpita, si trova costretta ad assumere Bachir, unico candidato; come unica risorsa, monsieur Lahzar ha il "ricordo" di come la scuola era ai tempi... sposta quindi i banchi mettendoli in file parallele, inizia con difficili dettati di Balzac, dà gli scappellotti ai ragazzi indisciplinati... proprio come si faceva una volta. Ogni tanto sbircia nelle altre classi per vedere cosa fanno i suoi colleghi e soprattutto in quella di Claire, insegnante fantasiosa e geniale, con la quale nasce subito una sorta di empatia e di rispettoso affetto. Il rapporto con i ragazzi, invece, si sviluppa a stento, ma alla fine l'affetto ed il profondo senso umano di Bachir prevalgono sui pregiudizi delle famiglie e sullo sconforto degli allievi.
Film secondo me bellissimo ed estremamente formativo. Credo di non aver mai visto dei ragazzini recitare così bene, ma bravissimi tutti. Ottima regia, musica ed ambientazione. Che altro dire? Assolutamente da non perdere!
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mercoledì 3 ottobre 2012
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troppa carne al fuoco
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Grande interpretazione di ragazzini neppure adolescenti. Troppi argomenti delicati ed importanti da trattare in poco spazio. Questa sintesi del film lo mette tra i lavori da considerare incompiuti perchè non danno sufficienti risposte ne alle tematiche emergenti, ne a quelle sempiapparenti, ne alla struttura del racconto che manca di risposte elementari.
Troppa leggerezza e droppo peso sembra contraddistinguano questo film che sfiora appena tematiche come il rapporto tra genitori e insegnanti, come il rapporto affettivo corretto e non tra insegnanti e allievi, come il rapporto di competizione e sostegno tra compagni di classe, come il rapporto tra maschi e femmine nell'età in cui sono ancora nell'amicizia senza malizie.
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Grande interpretazione di ragazzini neppure adolescenti. Troppi argomenti delicati ed importanti da trattare in poco spazio. Questa sintesi del film lo mette tra i lavori da considerare incompiuti perchè non danno sufficienti risposte ne alle tematiche emergenti, ne a quelle sempiapparenti, ne alla struttura del racconto che manca di risposte elementari.
Troppa leggerezza e droppo peso sembra contraddistinguano questo film che sfiora appena tematiche come il rapporto tra genitori e insegnanti, come il rapporto affettivo corretto e non tra insegnanti e allievi, come il rapporto di competizione e sostegno tra compagni di classe, come il rapporto tra maschi e femmine nell'età in cui sono ancora nell'amicizia senza malizie. In tutto questo, viene catapultato un professore che professore non è. Troppo in quanto poi la regia non riesce a fare pulizia con un minimo ordine di priorità. Peccato perchè la tematica scottante della morta che pare sia la prima affrontata, poi scompare nei meandri senza avere una risoluzione interpretativa o in fatti o in eventi.
Molto ben tracciate le figure dei ragazzini nelle loro qualità e difetti. Fotografia parca che non eccede in compiacenze, ambientazioni grigie che creano una sorta di tristezza perenne al di là dei fatti drammatici che avvolgono ogni realtà.
Davanti al dramma che devono affrontare i ragazzini, il dramma personale del professore rimane in disparte, quasi inascoltato e questo pesa ancora di più sull'atmosfera malinconica del film.
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(di kimkiduk)
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