vanessa zarastro
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sabato 28 settembre 2013
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il quartetto è sovrano
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Investigare il mondo della musica e dei musicisti è un compito difficile; Zilberman esplora i risvolti umani, le gelosie, i narcisismi e i non-detti di quattro artisti che hanno e hanno avuto successo e che hanno il problema di mantenerlo. Una serie di eventi sembrano scatenarsi dopo un ventennio di armonia in cui sembrerebbe che questa armonia fosse stata il frutto di rinunce, di compromessi, di omissioni non più sostenibili dopo così tanto tempo. Le tematiche della coppie e del gruppo (di lavoro) sono belle e universali, gli interpreti sono attori di indiscussa bravura e ben si calano nei ruoli. Viene solo da chiedersi se la musica sia solo un sottofondo, una colonna sonora di primissima qualità.
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Investigare il mondo della musica e dei musicisti è un compito difficile; Zilberman esplora i risvolti umani, le gelosie, i narcisismi e i non-detti di quattro artisti che hanno e hanno avuto successo e che hanno il problema di mantenerlo. Una serie di eventi sembrano scatenarsi dopo un ventennio di armonia in cui sembrerebbe che questa armonia fosse stata il frutto di rinunce, di compromessi, di omissioni non più sostenibili dopo così tanto tempo. Le tematiche della coppie e del gruppo (di lavoro) sono belle e universali, gli interpreti sono attori di indiscussa bravura e ben si calano nei ruoli. Viene solo da chiedersi se la musica sia solo un sottofondo, una colonna sonora di primissima qualità. Sono così i musicisti "arrivati" nel nostro immaginario collettivo? Vanno a correre a Central Park, un pò ansimando per il sovrappeso, anche con la neve facendo amicizia con la giovane che balla danze latino-americane in un bar? Sono degli attenti e spiritosi docenti? Ho la sensazione che tra gli artisti di successo sia molto difficile aspettare 30 per fare uscire protagonismi...Il film comunque si vede volentieri grazie alla musica e agli straordinari attori.
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zoom e controzoom
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giovedì 26 settembre 2013
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non è un concerto
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Brutto segno quando durante la visione del film, si comincia a capire cosa accadrà nella scena successiva. Così è accaduto per questo film che poi ha confermato essere decisamente deludente per la sua prevedibilità e non solo. Peccato che attori di ottimo livello, abbiano dovuto impegnarsi in una sceneggiatura che non ha certo affondato la sua ricerca nello spessore delle problematiche individuali che sono state presentate già inizialmente. Dell'alzheimer - di Christopher Walken -,resta l'immagine delle medicine ingurgitate; del rapporto madre e figlia - di Catherine Keener e Imogen Poots -, niente di meglio delle solite incomprensioni anche se si è tentato di cercare nel prurigginoso, evocando un vecchio legame tra la madre e il - violinista - seduttore della figlia - con una prevedibilissima entrata materna in scena, entrata che (non)sorprende i due (grotteschi) amanti; della dedizione che richiede la musica - di Mark Ivanir - rimane l'opinione che è un incoreggibile e sfigato in campo amoroso; dell'umanità ricca di ogni aspetto umano - del grande Philip Seymour Hoffman - resta la goffaggine dei suoi istinti.
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Brutto segno quando durante la visione del film, si comincia a capire cosa accadrà nella scena successiva. Così è accaduto per questo film che poi ha confermato essere decisamente deludente per la sua prevedibilità e non solo. Peccato che attori di ottimo livello, abbiano dovuto impegnarsi in una sceneggiatura che non ha certo affondato la sua ricerca nello spessore delle problematiche individuali che sono state presentate già inizialmente. Dell'alzheimer - di Christopher Walken -,resta l'immagine delle medicine ingurgitate; del rapporto madre e figlia - di Catherine Keener e Imogen Poots -, niente di meglio delle solite incomprensioni anche se si è tentato di cercare nel prurigginoso, evocando un vecchio legame tra la madre e il - violinista - seduttore della figlia - con una prevedibilissima entrata materna in scena, entrata che (non)sorprende i due (grotteschi) amanti; della dedizione che richiede la musica - di Mark Ivanir - rimane l'opinione che è un incoreggibile e sfigato in campo amoroso; dell'umanità ricca di ogni aspetto umano - del grande Philip Seymour Hoffman - resta la goffaggine dei suoi istinti. Lavoro privo di stile e di classe, nonostante una splendida musica, ma non è un concerto, è un film e come tale è da giudicare.
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plania
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giovedì 26 settembre 2013
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adagio/andante con moto
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La musica tiene insieme 4 persone i cui problemi esplodono con la temuta perdita del loro capo spirituale. Film davvero pregevole in cui sceneggiatura, regia ed interpretazione mostrano una tecnica ed una accuratezza davvero sorprendenti. Fra tutti spicca un Cristopher Walken addirittura commovente.
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daniela romani
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venerdì 20 settembre 2013
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la musica teatro di vita
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Film stupendo ambientato in una New York insolita...La neve sembra scandire il tempo della musica. La storia inchioda, sotto la musica vi sono profonde passioni, egoismi, amori, amicizie, parole non dette ma sorrette da un suggestivo non-verbale. Gli attori sono intensamente umani.
Film da vedere e rivedere per coglierne sempre il suo senso in maniera approfondita.
Daniela Romani
20-9-13
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pressa catozzo
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martedì 17 settembre 2013
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oscar
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Che faccio ? Il riassuntino di quello che ho visto o mi limito a dire che è un capolavoro? Non solo gli interpreti; credibilissimi. Ma tutto ciò che ha reso questa opera affascinante. Tecnici e il coragio dei produttori.
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flyanto
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lunedì 16 settembre 2013
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un sodalizio non solo artistico per l'opera 131 di
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Film in cui vengono rappresentati i vari rapporti nonchè le dinamiche che esistono e che si sviluppano in generale all'interno di un gruppo di quattro musicisti d'archi di fama mondiale, da sempre uniti professionalmente nonchè affettivamente. Il gruppo è composto dal più anziano e malato interpretato da Christopher Walken, dalla coppia di coniugi interpretata da Philip Seymour Hoffman e Katherine Keener e dal virtuoso del quartetto, ormai guida ed organizzatore del gruppo, interpretato da Mark Ivanir. Nel corso della preparazione al concerto in giro per il mondo dell' Opera n.° 13 di Beethoven, il più anziano del gruppo si ammala, colpito dal morbo di Parkinson, venendo così a compromettere lo svolgimento e soprattutto la realizzazione della tournée stessa.
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Film in cui vengono rappresentati i vari rapporti nonchè le dinamiche che esistono e che si sviluppano in generale all'interno di un gruppo di quattro musicisti d'archi di fama mondiale, da sempre uniti professionalmente nonchè affettivamente. Il gruppo è composto dal più anziano e malato interpretato da Christopher Walken, dalla coppia di coniugi interpretata da Philip Seymour Hoffman e Katherine Keener e dal virtuoso del quartetto, ormai guida ed organizzatore del gruppo, interpretato da Mark Ivanir. Nel corso della preparazione al concerto in giro per il mondo dell' Opera n.° 13 di Beethoven, il più anziano del gruppo si ammala, colpito dal morbo di Parkinson, venendo così a compromettere lo svolgimento e soprattutto la realizzazione della tournée stessa. Da questo episodio ne scaturiranno altri personali che colpiranno i vari elementi del gruppo e che li porteranno chi a litigare o separarsi, chi ad unirsi maggiormente tra loro. Finchè si giunge alla serata della prima del concerto quando tutti si riuniranno nuovamente per l'ultima volta e si esibiranno magnificamente donando al pubblico in sala un' eccellente performance dell'esecuzione della suddetta Opera del grande Beethoven. Ma è un addio, non solo per qualcuno, alle scene, ma anche in generale ad un'epoca ormai conclusasi definitivamente. Il regista Yaron Ziberman qui è alla sua prima realizzazione cinematografica: autore per lo più di documentari ma estremamente appassionato di musica classica, si è cimentato in un film che, per essere, appunto, un'opera prima, rivela tutto il suo amore per il mondo artistico musicale. E' una pellicola per lo più intimistica, dove i rapporti umani e le passioni artistiche prendono il sopravvento a dispetto di tutto, anche della morte o della malattia stessa. I quattro attori, come, appunto, in un quartetto d'archi, sono tutti ben amalgamati e non vi è nessuno di particolare spicco per ciò che concerne la recitazione perchè tutti e quattro sono all'unisono. Stupenda ed molto toccante per il coinvolgimento che rappresenta è la scena finale di addio alle scene pronunciata da Christopher Walken, unita alla magnifica esecuzione dell' Opera n.° 131 di Beethoven , che da sola, costituisce già un valido motivo per vedere questa pellicola, nonchè il suo pregio massimo. Se i vari operatori cinematografici non staccano prima la registrazione, consiglio vivamente lo spettatore di ascoltare la piccola parte dell'esecuzione dell' Opera di Beethoven nel corso dello scorrere dei titoli di coda: un autentico pezzo di sublime concerto! E, concludendo, un piccolo gioiello di film di nicchia.
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eugenio cardi
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giovedì 12 settembre 2013
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bellissimo, assolutamente da consigliare
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Francamente non mi trovo assolutamente d'accordo con la recensione del film che Voi di Mymovies proponete e mi appare assai strano che la redattrice si lanci su una così severa critica su un film che sta riscuotendo consenso generalizzato e apprezzamenti di ogni genere. E' un film gradevolissimo, di quelli che oggi non se ne vedono purtroppo più: grande spessore e grande interpretazione di tutto il cast, eleganza, raffinatezza, profondità dei sentimenti espressi, coinvolgimento emotivo dello spettatore. La (grande) musica ed i musicisti osservati dall'interno, e quindi da un punto di vista privilegiato, con le loro debolezze, i loro dubbi e le loro sensibilità, che poi sono un pò quelle di tutti noi.
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Francamente non mi trovo assolutamente d'accordo con la recensione del film che Voi di Mymovies proponete e mi appare assai strano che la redattrice si lanci su una così severa critica su un film che sta riscuotendo consenso generalizzato e apprezzamenti di ogni genere. E' un film gradevolissimo, di quelli che oggi non se ne vedono purtroppo più: grande spessore e grande interpretazione di tutto il cast, eleganza, raffinatezza, profondità dei sentimenti espressi, coinvolgimento emotivo dello spettatore. La (grande) musica ed i musicisti osservati dall'interno, e quindi da un punto di vista privilegiato, con le loro debolezze, i loro dubbi e le loro sensibilità, che poi sono un pò quelle di tutti noi. Bellissimo, da consigliare assolutamente
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no_data
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mercoledì 28 agosto 2013
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è la vita , bellezza
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Dopo anni racchiusi nel loro mondo fatto di spartiti , archi , concerti ecco che la vita reale vorrebbe prendere il sopravvento . La malattia , le invidie e le insicurezze , le passioni e gli amori , i rimpianti e i rimorsi . L armonia va in pezzi , le noti dolenti sconvolgono il gruppo , i ricordi non bastano più . Solo la musica può salvarli dal baratro anche se era li che li aveva portati . Emozioni in ogni momento . Capolavoro.
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tumau
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domenica 21 aprile 2013
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che profondità !
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Peccato che film delicati e intensi come questo siano dimenticati prima ancora che visti da pochissimi spettatori. E' con grande rimpianto che noto che in rete poco o nulla si scrive di questo film. ( addirittura la recensione ufficiale che correda questa pagina contiene un errore "sospetto " - indica come ammalata la violoncellista e non il protagonista maschile : Walken )
Interpretazioni magistrali e dolorose di cosa significano le relazioni in un qualsiasi gruppo di persone che condividono ambienti, lavoro, interessi.
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Peccato che film delicati e intensi come questo siano dimenticati prima ancora che visti da pochissimi spettatori. E' con grande rimpianto che noto che in rete poco o nulla si scrive di questo film. ( addirittura la recensione ufficiale che correda questa pagina contiene un errore "sospetto " - indica come ammalata la violoncellista e non il protagonista maschile : Walken )
Interpretazioni magistrali e dolorose di cosa significano le relazioni in un qualsiasi gruppo di persone che condividono ambienti, lavoro, interessi. La storia che è claustrofobica nel rappresentare la incapacità di un vivere altro, molto spesso presente nel mondo artistico professionale, si dipana tra desideri sentimentali, rancori e frustrazioni professionali. Si mescolano aspettative deluse e le passioni amorose in un gomitolo che tutto avvolge . Consolano la figura dell'anziano affetto dal Parkinson che però anche lui antepone la musica a tutto. In fondo l'equilibrio sembra voglia dire il regista si può trovare solo soffocando tutto in nome di un valore superiore. Forse è così che si sopravvive. Ascoltando i dialoghi, immensamente dolorosi, tra Seymour Hoffman e la moglie K. Keener molti si sentiranno coinvolti. Molto molto bello !!
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donni romani
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venerdì 22 marzo 2013
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sinfonia magica per un quartetto di grandi attori
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Magnifica sinfonia - imperfetta come del resto la vita è - per quattro superbi interpreti che ci regalano un film misurato, maturo, intenso e capace di emozionare profondamente. "The Fugue" è un quartetto d'archi che si esibisce insieme da quasi venticinque anni e alla vigilia dell'inizio di una nuova stagione una notizia sconvolge l'armonia del gruppo: Peter, il più anziano dei quattro ha appena scoperto di essere affetto dal morbo di Parkinson e quindi non potrà più suonare con gli altri.
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Magnifica sinfonia - imperfetta come del resto la vita è - per quattro superbi interpreti che ci regalano un film misurato, maturo, intenso e capace di emozionare profondamente. "The Fugue" è un quartetto d'archi che si esibisce insieme da quasi venticinque anni e alla vigilia dell'inizio di una nuova stagione una notizia sconvolge l'armonia del gruppo: Peter, il più anziano dei quattro ha appena scoperto di essere affetto dal morbo di Parkinson e quindi non potrà più suonare con gli altri. La preparazione di un ultimo concerto, in parallelo con la ricerca di una nuovo violoncellista, coincide con l'esplosione di antiche tensioni, piccoli rancori e giudizi sopiti che inevitabilmente mandano in frantumi un equilibrio costruito in anni ed anni di sacrifici e rinunce. Robert avanza la richiesta di passare da secondo violino a primo, la moglie Juliette non lo ritiene adatto e nel dirlo mina la loro stessa relazione spingendo Robert a tradirla mentre Daniel, il più riservato del quartetto, rigoroso e concentrato sulla musica, si innamora di Alexandra, figlia di Juliette e Robert, mandando in frantumi la loro antica amicizia. Inevitabilmente la malattia di Peter amplifica le inquietudini e le fragilità di personalità che hanno convissuto troppo a lungo in un microcosmo per riuscire improvvisamente a reggersi sulle proprie gambe. Le scelte finali dei quattro saranno una dichiarazione d'amore per la musica, quella musica di Beethoven che li ha nutriti, protetti e salvati in tutti quegli anni, nei momenti drammatici come in quelli felici, nell'entusiasmo della gioventù e nella disillusione della maturità. Interpretazioni magistrali da parte dei quattro protagonisti, Walken e Seymour Hoffaman su tutti, semplicemente perfetti nel mostrare con pudore, con violenza, con amore o con rinuncia i propri sentimenti, e un finale che riconcilia con un grande cinema intimistico, simbolico e profondissimo.
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